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martedì 31 gennaio 2012

Einstein

La scienza porta al Mistero

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" L’opinione corrente che io sia un ateo si basa su un grosso errore. Chi la deduce dalle mie teorie scientifiche, non le ha comprese ".
" La mia religione consiste nell’umile adorazione di un Essere infinito spirituale di natura superiore che rivela se stesso nei piccoli particolari che noi possiamo percepire con i nostri sensi deboli e insufficienti ".
" La scienza senza la religione è paralitica; la religione senza la scienza è cieca ".
" Senza la religione l’umanità si troverebbe oggi ancora allo stato di barbarie... E’ stata la religione che ha permesso all’umanità di progredire in tutti i campi ".
" Credo in un Dio personale, e posso dire con coscienza che nella mia vita non ho mai accondisceso ad una concezione ateistica ".
Albert Einstein (fisico, 1879 - 1955)

Postato da: giacabi a 21:14 | link | commenti
einstein, mistero

martedì, 29 gennaio 2008
La realtà è segno di Dio


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"Le nostre prospettive scientifiche sono ormai agli antipodi fra loro. Tu ritieni che Dio giochi a dadi con il mondo: io credo invece che tutto obbedisca ad una legge, in un mondo di realtà obiettive, che cerco di afferrare per via totalmente speculativa. Lo credo fermamente, ma spero che qualcuno scopra una strada più realistica o meglio un fondamento più tangibile di quanto non abbia saputo fare io. Nemmeno il grande successo iniziale della teoria dei quanti riesce a convincermi che alla base di tutto vi sia la casualità, anche se so bene che i colleghi più giovani considerano questo atteggiamento come un effetto di arteriosclerosi. Un giorno si saprà quale di questi due atteggiamenti istintivi sarà stato quello giusto."                       Albert Einstein

Postato da: giacabi a 19:14 | link | commenti
einstein

sabato, 15 dicembre 2007
La bellezza del mistero
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La cosa più bella che possiamo provare è il misterioso. E' fonte di tutte le vere arti e scienze.
ALBERT EINSTEIN  What I believe.


Postato da: giacabi a 14:30 | link | commenti
einstein, mistero

domenica, 02 dicembre 2007
La ragione
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 :
«È certo che alla base di ogni
lavoro scientifico un po' delicato si trova una convinzione, analoga al
sentimento religioso, secondo cui il mondo è fondato sulla ragione e può essere capito».
 Einstein,


 

Postato da: giacabi a 15:16 | link | commenti
ragione, einstein

mercoledì, 21 novembre 2007
Il Mistero
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"La mente intuitiva è un dono sacro e la mente razionale è un fedele servo. Noi abbiamo creato una società che onora il servo e ha dimenticato il dono"
"La scienza senza la religione è zoppa. La religione senza la scienza è cieca"
"La mia religione consiste di un'umile ammirazione per l'illimitato spirito superiore che rivela se stesso nei leggeri dettagli che siamo capaci di percepire con la nostra mente gracile e debole"
"Tanto più avanza l'ulteriore evoluzione del genere umano, tanto più certo mi sembra quel sentiero verso la genuina religiosità che non si adagia sulla paura della vita, sulla paura della morte e sulla fede cieca"
"Ogni persona seriamente risoluta nella ricerca della scienza diventa convinta che nelle leggi dell'Universo si manifesta uno spirito - uno spirito di gran lunga superiore a quello dell'uomo, e uno di fronte al quale noi, con i nostri modesti poteri, dobbiamo sentirci umili"
“Il sentimento religioso degli scienziati prende la forma di un entusiastico stupore di fronte all'armonia della legge naturale, che rivela una intelligenza di tale superiorità che, comparati con essa, tutto il sistematico pensiero e l'azione del genere umano non ne sono che un riflesso completamente insignificante”
“la cosa più incomprensibile dell'universo è che esso sia comprensibile”



ALBERT EINSTEIN

Postato da: giacabi a 15:55 | link | commenti
einstein, mistero

Il  Mistero
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 La più bella e profonda emozione che possiamo provare è il senso del mistero: sta qui il seme di ogni arte, di ogni vera scienza. Chiunque crede che la sua vita e quella dei suoi simili sia priva di significato, è non soltanto infelice, ma appena appena capace di vivere. La preoccupazione dell’uomo e del suo destino deve sempre costituire l’interesse principale di tutti gli sforzi tecnici; non dimenticatelo mai, in mezzo ai vostri diagrammi e alle vostre equazioni.                                                Chi non ammette l’insondabile mistero non può essere neanche uno scienziato.
.Albert Einstein.                                                                                                                                  a P.

Postato da: giacabi a 14:46 | link | commenti
einstein, mistero

mercoledì, 19 settembre 2007
Chiesa e genocidio degli ebrei
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«Essendo un amante della libertà, quando avvenne la rivoluzione in Germania (l’avvento di Hitler, N.d.A.) guardai con fiducia alle università sapendo che queste si erano sempre vantate della loro devozione alla causa della verità. Ma le università vennero zittite. Allora guardai ai grandi editori dei quotidiani che in ardenti editoriale proclamavano il loro amore per la libertà. Ma anche loro, come le università, vennero ridotte al silenzio, soffocati nell’arco di poche settimane. Soltanto la Chiesa si oppose pienamente alla campagna di Hitler mirante a sopprimere la verità. Non avevo mai avuto un interesse particolare per la Chiesa, ma ora sento per essa un grande amore e ammirazione, perché soltanto la Chiesa ha avuto il coraggio e la perseveranza di difendere la libertà intellettuale e la libertà morale. Devo confessare che ciò che prima avevo disprezzato, ora lodo incondizionatamente».
Albert Einstein 1940 su “Time Magazine”

 

Postato da: giacabi a 21:41 | link | commenti
chiesa, einstein

venerdì, 22 giugno 2007
RAGIONE E FEDE
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La scienza senza la religione è zoppa, la religione senza la scienza è cieca."
Albert Einstein (1879-1955)

Postato da: giacabi a 22:18 | link | commenti
fede, einstein, scienza - articoli

martedì, 29 maggio 2007
Il senso religioso
in Einstein

“Significato della vita

Qual è il senso della nostra esistenza, qual è il significato dell'esistenza di tutti gli esseri viventi in generale? Il saper rispondere a una siffatta domanda significa avere sentimenti religiosi. Voi direte: ma ha dunque un senso porre questa domanda. Io vi rispondo: chiunque crede che la sua propria vita e quella dei suoi simili sia priva di significato è non soltanto infelice, ma appena capace di vivere.


Religiosità cosmica

La più bella sensazione è il lato misterioso della vita. E il sentimento profondo che si trova sempre nella culla dell'arte e della scienza pura. Chi non è più in grado di provare ne stupore ne sorpresa è per così dire morto; i suoi occhi sono spenti. L'impressione del misterioso, sia pure misto a timore, ha suscitato, tra l'altro, la religione. Sapere che esiste qualcosa di impenetrabile, conoscere le manifestazioni dell'intelletto più profondo e della bellezza più luminosa, che sono accessibili alla nostra ragione solo nelle forme più primitive, questa conoscenza e questo sentimento, ecco la vera devozione: in questo senso, e soltanto in questo senso, io sono fra gli uomini più profondamente religiosi. Non posso immaginarmi un Dio che ricompensa e che punisce l'oggetto della sua creazione, un Dio che soprattutto esercita la sua volontà nello stesso modo con cui l'esercitiamo su noi stessi. Non voglio e non possono figurarmi un individuo che sopravviva alla sua morte corporale: quante anime deboli, per paura e per egoismo ridicolo, si nutrono di simili idee! Mi basta sentire il mistero dell'eternità della vita, avere la coscienza e l'intuizione di ciò che è, lottare attivamente per afferrare una particella, anche piccolissima, dell'intelligenza che si manifesta nella natura.
Difficilmente troverete uno spirito profondo nell'indagine scientifica senza una sua caratteristica religiosità.
Ma questa religiosità si distingue da quella dell'uomo semplice: per quest'ultimo Dio è un essere da cui spera protezione e di cui teme il castigo, un essere col quale corrono, in una certa misura, relazioni personali per quanto rispettose esse siano: è un sentimento elevato della stessa natura dei rapporti fra figlio e padre.


Le basi umane della morale

Al contrario, il sapiente è compenetrato dal senso della causalità per tutto ciò che avviene. Per lui l'avvenire non comporta una minore decisione e un minore impegno del passato; la morale non ha nulla di divino, è una questione puramente umana.
La sua religiosità consiste nell'ammirazione estasiata delle leggi della natura; gli si rivela una mente così superiore che tutta I 'intelligenza messa dagli uomini nei loro pensieri non è al cospetto di essa che un riflesso assolutamente nullo. Questo sentimento è il leit-motiv della vita e degli sforzi dello scienziato nella misura in cui può affrancarsi dalla tirannia dei suoi egoistici desideri. Indubbiamente questo sentimento è parente assai prossimo di quello che hanno provato le menti creatrici religiose di tutti i tempi..”


Da "Il mondo come io lo vedo" di Albert Einstein, Newton & Compton, 2005

Postato da: giacabi a 20:41 | link | commenti
einstein, senso religioso

mercoledì, 11 aprile 2007
L'esperienza più bella e profonda
che un uomo possa avere
 è il senso del mistero
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"Sebbene io sia un tipico solitario nella vita quotidiana, la mia consapevolezza di appartenere alla comunità invisibile di coloro che lottano per la verità, la bellezza e la giustizia, mi ha impedito di sentirmi isolato.  L'esperienza più bella e profonda che un uomo possa avere è il senso del mistero è il principio sottostante alla religiosità così come a tutti i tentativi seri nell'arte e nella scienza. Chi non ha mai avuto questa esperienza mi sembra che sia, se non morto, allora almeno cieco. E' sentire dietro qualsiasi cosa che può essere sperimentata c'è qualcosa che la nostra mente non può cogliere del tutto e la cui bellezza e sublimità ci raggiunge solo indirettamente, come un debole riflesso. Questa è la religiosità, in questo senso sono religioso. A me basta la meraviglia di questi segreti e tentare umilmente di cogliere con la mia mente una semplice immagine della sublime struttura di tutto ciò che è lì presente".

 Albert Einstein  

Postato da: giacabi a 14:12 | link | commenti
einstein, senso religioso

martedì, 06 febbraio 2007
IL SENTIMENTO RELIGIOSO
di A. Einstein
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L'individuo è cosciente della vanità delle aspirazioni e dei desideri umani e, peraltro, riconosce l'impronta sublime e l'ordine mirabile che si rivelano nella natura e nel mondo del pensiero. L'esistenza individuale gli dà l'impressione di una prigione e vuoI vivere nella piena conoscenza dell'universo, della sua unità e del suo senso profondo. Già nei primi gradi di evoluzìone della religione, per esempìo in molti salmi dì David e in qualche Profeta, troviamo accenni a una religione cosmica. (...) In tutti i tempì, i grandì spiriti religìosi sono stati influenzati da questa religiosità cosmica che non conosce dogmi né dèi concepiti a immagine dell'uomo. Non vi può essere alcuna Chiesa che fondi su di essa la propria dottrina. E' perciò tra gli eretici di tutti ì tempi che noi troviamo uomini penetrati di questa superiore religiosità, e che assai spesso furono considerati dai loro contemporanei come ateì, ma sovente anche come santi.
Come può la religiosità cosmica comunicarsi da uomo a uomo se non dà origine a una precisa idea di Dio né ad alcuna teologia? Compito fondamentale dell'arte e della scienza è appunto, a mio avviso, quello di risvegliare e mantenere vivo questo sentimento tra coloro che si dimostrano capaci di accoglierlo.
Giungiamo così a una visione dei rapporti tra scienza e religione molto diversa da quella corrente. Da un punto di vista storico si è portati a ritenere scienza e religione come antagonisti irriducibili, e ciò per una ragione molto ovvia. L'uomo sinceramente convinto della portata universale della legge di causalità non può arrendersi all'idea di un Essere che interviene nelle vicende umane, e perciò la religione fondata sul timore, così come la religione sociale e morale, non hanno presso di lui alcun credito. Un Dio che ricompensa e punisce è per lui inconcepibile, perché l'uomo agisce sotto la spinta di leggi interiori ed esteriori e per conseguenza non potrebbe essere responsabile verso Dio più di quanto un oggetto inanimato lo sia dei movimenti ai quali è sottoposto. A torto si è rimproverato alla scienza di insidiare la morale. La condotta etica dell'uomo dovrebbe fondarsi sulla compassione, l'educazione e i vincoli sociali, senza dover ricorrere ad alcun principio religioso. Gli uomini sarebbero da compiangere se dovessero essere frenati dal timore della punizione o dalla speranza di una ricompensa dopo la morte.
D'altra parte io sostengo che la religiosità cosmica costituisce il più forte e nobile impulso alla ricerca scientifica. .
Soltanto chi può valutare gli sforzi e i sacrifici immani che sono necessari per giungere a quelle scoperte scientifiche che schiudono nuove vie, è in grado di rendersi conto della forza del sentimento che solo può suscitare una tale opera, sciolta da ogni vincolo con l'immediata vita pratica. Quale profonda fede nella razionalità dell'universo e quale ardente desiderio di conoscere, sia pure un debole riflesso dell'intelligenza che si rivela in questo mondo, devono aver avuto Keplero e Newton per dedicare anni di solitaria ricerca alla scoperta dei principi del meccanismo celeste. Soltanto colui che ha dedicato la propria vita a tale missione può formarsi un'immagine viva di ciò che ha ispirato questi uomini e dato loro la forza di restare fedeli, nonostante innumerevoli insuccessi, alla propria missione. E' la religiosità cosmica che dà all'uomo una simile forza. Giustamente un contemporaneo ha osservato che nella nostra epoca, votata in genere al materialismo, i soli uomini profondamente religiosi sono gli scienziati.
Voi troverete difficilmente uno spirito profondamente devoto alla scienza che non abbia un suo proprio sentimento religioso. Si tratta però di una religiosità diversa da quella dell'uomo semplice. Per quest'ultimo Dio è un essere di cui si cerca la bontà e si teme il castigo; la sublimazione di un sentimento simile a quello che nutre il bambino verso il padre; un essere col quale si stabilisce, per così dire, un rapporto personale, per quanto rispettoso esso sia.
Al contrario, lo scienziato è penetrato dal senso della causalità universale. Il futuro per lui è altrettanto necessario e determinato del passato, e la morale non ha nulla di divino, ma è un fatto puramente umano. Il suo sentimento religioso assume la forma dello stupore estatico di fronte all'armonia delle leggi della natura, rivelandogli un'intelligenza talmente superiore che, confrontato ad essa, tutto il pensiero e l'agire degli uomini  appare come un riflesso del tutto insignificante.
EINSTEIN

Postato da: giacabi a 19:54 | link | commenti
einstein, senso religioso

domenica, 07 gennaio 2007
L'esperienza più bella e profonda
che un uomo possa avere
 è il senso del mistero
*** 
"Sebbene io sia un tipico solitario nella vita quotidiana, la mia consapevolezza di appartenere alla comunità invisibile di coloro che lottano per la verità, la bellezza e la giustizia, mi ha impedito di sentirmi isolato.  L'esperienza più bella e profonda che un uomo possa avere è il senso del mistero è il principio sottostante alla religiosità così come a tutti i tentativi seri nell'arte e nella scienza. Chi non ha mai avuto questa esperienza mi sembra che sia, se non morto, allora almeno cieco. E' sentire dietro qualsiasi cosa che può essere sperimentata c'è qualcosa che la nostra mente non può cogliere del tutto e la cui bellezza e sublimità ci raggiunge solo indirettamente, come un debole riflesso. Questa è la religiosità, in questo senso sono religioso. A me basta la meraviglia di questi segreti e tentare umilmente di cogliere con la mia mente una semplice immagine della sublime struttura di tutto ciò che è lì presente".
 Albert Einstein  
 lago di gusana 3

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