La scienza porta al Mistero
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" L’opinione
corrente che io sia un ateo si basa su un grosso errore. Chi la deduce
dalle mie teorie scientifiche, non le ha comprese ".
" La
mia religione consiste nell’umile adorazione di un Essere infinito
spirituale di natura superiore che rivela se stesso nei piccoli
particolari che noi possiamo percepire con i nostri sensi deboli e
insufficienti ".
" La scienza senza la religione è paralitica; la religione senza la scienza è cieca ".
" Senza
la religione l’umanità si troverebbe oggi ancora allo stato di
barbarie... E’ stata la religione che ha permesso all’umanità di
progredire in tutti i campi ".
" Credo in un Dio personale, e posso dire con coscienza che nella mia vita non ho mai accondisceso ad una concezione ateistica ".
Albert Einstein (fisico, 1879 - 1955)
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Postato da: giacabi a 21:14 |
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einstein, mistero
La realtà è segno di Dio
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"Le nostre prospettive scientifiche sono ormai agli antipodi fra loro. Tu ritieni che Dio giochi a dadi con il mondo: io
credo invece che tutto obbedisca ad una legge, in un mondo di realtà
obiettive, che cerco di afferrare per via totalmente speculativa. Lo
credo fermamente, ma spero che qualcuno scopra una strada più
realistica o meglio un fondamento più tangibile di quanto non abbia
saputo fare io. Nemmeno il grande successo iniziale della teoria dei quanti riesce a convincermi che alla base di tutto vi sia la casualità, anche se so bene che i colleghi più giovani considerano questo atteggiamento come un effetto di arteriosclerosi. Un giorno si saprà quale di questi due atteggiamenti istintivi sarà stato quello giusto." Albert Einstein
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Postato da: giacabi a 19:14 |
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einstein
La bellezza del mistero
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La cosa più bella che possiamo provare è il misterioso. E' fonte di tutte le vere arti e scienze.
ALBERT EINSTEIN What I believe.
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Postato da: giacabi a 14:30 |
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einstein, mistero
La ragione
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«È certo che alla base di ogni
lavoro scientifico un po' delicato si trova una convinzione, analoga al
sentimento religioso, secondo cui il mondo è fondato sulla ragione e può essere capito».
Einstein,
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Postato da: giacabi a 15:16 |
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ragione, einstein
Il Mistero
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"La
mente intuitiva è un dono sacro e la mente razionale è un fedele servo.
Noi abbiamo creato una società che onora il servo e ha dimenticato il
dono"
"La scienza senza la religione è zoppa. La religione senza la scienza è cieca" "La mia religione consiste di un'umile ammirazione per l'illimitato spirito superiore che rivela se stesso nei leggeri dettagli che siamo capaci di percepire con la nostra mente gracile e debole" "Tanto più avanza l'ulteriore evoluzione del genere umano, tanto più certo mi sembra quel sentiero verso la genuina religiosità che non si adagia sulla paura della vita, sulla paura della morte e sulla fede cieca" "Ogni persona seriamente risoluta nella ricerca della scienza diventa convinta che nelle leggi dell'Universo si manifesta uno spirito - uno spirito di gran lunga superiore a quello dell'uomo, e uno di fronte al quale noi, con i nostri modesti poteri, dobbiamo sentirci umili"
“Il
sentimento religioso degli scienziati prende la forma di un
entusiastico stupore di fronte all'armonia della legge naturale, che
rivela una intelligenza di tale superiorità che, comparati con essa,
tutto il sistematico pensiero e l'azione del genere umano non ne sono
che un riflesso completamente insignificante”
“la cosa più incomprensibile dell'universo è che esso sia comprensibile”
ALBERT EINSTEIN |
Postato da: giacabi a 15:55 |
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einstein, mistero
Il Mistero
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La più bella e profonda emozione che possiamo provare è il senso del mistero:
sta qui il seme di ogni arte, di ogni vera scienza. Chiunque crede che
la sua vita e quella dei suoi simili sia priva di significato, è non
soltanto infelice, ma appena appena capace di vivere. La preoccupazione
dell’uomo e del suo destino deve sempre costituire l’interesse
principale di tutti gli sforzi tecnici; non dimenticatelo mai, in mezzo
ai vostri diagrammi e alle vostre equazioni. Chi non ammette l’insondabile mistero non può essere neanche uno scienziato.
.Albert Einstein.
a P.
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Postato da: giacabi a 14:46 |
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einstein, mistero
Chiesa e genocidio degli ebrei
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«Essendo un amante della libertà, quando avvenne la rivoluzione in Germania (l’avvento di Hitler, N.d.A.) guardai
con fiducia alle università sapendo che queste si erano sempre vantate
della loro devozione alla causa della verità. Ma le università vennero
zittite. Allora
guardai ai grandi editori dei quotidiani che in ardenti editoriale
proclamavano il loro amore per la libertà. Ma anche loro, come le
università, vennero ridotte al silenzio, soffocati nell’arco di poche
settimane. Soltanto la Chiesa
si oppose pienamente alla campagna di Hitler mirante a sopprimere la
verità. Non avevo mai avuto un interesse particolare per la Chiesa, ma
ora sento per essa un grande amore e ammirazione, perché soltanto la
Chiesa ha avuto il coraggio e la perseveranza di difendere la libertà
intellettuale e la libertà morale. Devo confessare che ciò che prima
avevo disprezzato, ora lodo incondizionatamente».
Albert Einstein 1940 su “Time Magazine”
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Postato da: giacabi a 21:41 |
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chiesa, einstein
RAGIONE E FEDE
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“La scienza senza la religione è zoppa, la religione senza la scienza è cieca."
Albert Einstein (1879-1955)
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Postato da: giacabi a 22:18 |
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fede, einstein, scienza - articoli
Il senso religioso
in Einstein
“Significato della vita
Qual è il senso della nostra esistenza, qual è il significato dell'esistenza di tutti gli esseri viventi in generale? Il saper rispondere a una siffatta domanda significa avere sentimenti religiosi. Voi direte: ma ha dunque un senso porre questa domanda. Io vi rispondo: chiunque crede che la sua propria vita e quella dei suoi simili sia priva di significato è non soltanto infelice, ma appena capace di vivere. Religiosità cosmica La più bella sensazione è il lato misterioso della vita. E il sentimento profondo che si trova sempre nella culla dell'arte e della scienza pura. Chi non è più in grado di provare ne stupore ne sorpresa è per così dire morto; i suoi occhi sono spenti. L'impressione del misterioso, sia pure misto a timore, ha suscitato, tra l'altro, la religione. Sapere che esiste qualcosa di impenetrabile, conoscere le manifestazioni dell'intelletto più profondo e della bellezza più luminosa, che sono accessibili alla nostra ragione solo nelle forme più primitive, questa conoscenza e questo sentimento, ecco la vera devozione: in questo senso, e soltanto in questo senso, io sono fra gli uomini più profondamente religiosi. Non posso immaginarmi un Dio che ricompensa e che punisce l'oggetto della sua creazione, un Dio che soprattutto esercita la sua volontà nello stesso modo con cui l'esercitiamo su noi stessi. Non voglio e non possono figurarmi un individuo che sopravviva alla sua morte corporale: quante anime deboli, per paura e per egoismo ridicolo, si nutrono di simili idee! Mi basta sentire il mistero dell'eternità della vita, avere la coscienza e l'intuizione di ciò che è, lottare attivamente per afferrare una particella, anche piccolissima, dell'intelligenza che si manifesta nella natura. Difficilmente troverete uno spirito profondo nell'indagine scientifica senza una sua caratteristica religiosità. Ma questa religiosità si distingue da quella dell'uomo semplice: per quest'ultimo Dio è un essere da cui spera protezione e di cui teme il castigo, un essere col quale corrono, in una certa misura, relazioni personali per quanto rispettose esse siano: è un sentimento elevato della stessa natura dei rapporti fra figlio e padre. Le basi umane della morale Al contrario, il sapiente è compenetrato dal senso della causalità per tutto ciò che avviene. Per lui l'avvenire non comporta una minore decisione e un minore impegno del passato; la morale non ha nulla di divino, è una questione puramente umana. La sua religiosità consiste nell'ammirazione estasiata delle leggi della natura; gli si rivela una mente così superiore che tutta I 'intelligenza messa dagli uomini nei loro pensieri non è al cospetto di essa che un riflesso assolutamente nullo. Questo sentimento è il leit-motiv della vita e degli sforzi dello scienziato nella misura in cui può affrancarsi dalla tirannia dei suoi egoistici desideri. Indubbiamente questo sentimento è parente assai prossimo di quello che hanno provato le menti creatrici religiose di tutti i tempi…..” Da "Il mondo come io lo vedo" di Albert Einstein, Newton & Compton, 2005 |
Postato da: giacabi a 20:41 |
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einstein, senso religioso
L'esperienza più bella e profonda
che un uomo possa avere
è il senso del mistero
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"Sebbene io sia un tipico solitario nella vita quotidiana, la mia consapevolezza di appartenere alla comunità invisibile di coloro che lottano per la verità, la bellezza e la giustizia, mi ha impedito di sentirmi isolato. L'esperienza
più bella e profonda che un uomo possa avere è il senso del mistero è
il principio sottostante alla religiosità così come a tutti i tentativi
seri nell'arte e nella scienza. Chi non ha mai avuto questa esperienza mi sembra che sia, se non morto, allora almeno cieco. E'
sentire dietro qualsiasi cosa che può essere sperimentata c'è qualcosa
che la nostra mente non può cogliere del tutto e la cui bellezza e
sublimità ci raggiunge solo indirettamente, come un debole riflesso. Questa è la religiosità, in questo senso sono religioso. A
me basta la meraviglia di questi segreti e tentare umilmente di
cogliere con la mia mente una semplice immagine della sublime struttura
di tutto ciò che è lì presente".
Albert Einstein
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Postato da: giacabi a 14:12 |
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einstein, senso religioso
IL SENTIMENTO RELIGIOSO
di A. Einstein
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L'individuo è cosciente della vanità delle aspirazioni e dei desideri umani e, peraltro, riconosce l'impronta sublime e l'ordine mirabile che si rivelano nella natura e nel mondo del pensiero.
L'esistenza individuale gli dà l'impressione di una prigione e vuoI
vivere nella piena conoscenza dell'universo, della sua unità e del suo
senso profondo. Già nei primi gradi di evoluzìone della religione, per
esempìo in molti salmi dì David e in qualche Profeta, troviamo accenni a
una religione cosmica. (...) In tutti i tempì, i grandì spiriti
religìosi sono stati influenzati da questa religiosità cosmica che non
conosce dogmi né dèi concepiti a immagine dell'uomo. Non vi può essere
alcuna Chiesa che fondi su di essa la propria dottrina. E' perciò tra
gli eretici di tutti ì tempi che noi troviamo uomini penetrati di questa
superiore religiosità, e che assai spesso furono considerati dai loro
contemporanei come ateì, ma sovente anche come santi.
Come
può la religiosità cosmica comunicarsi da uomo a uomo se non dà origine
a una precisa idea di Dio né ad alcuna teologia? Compito fondamentale
dell'arte e della scienza è appunto, a mio avviso, quello di risvegliare
e mantenere vivo questo sentimento tra coloro che si dimostrano capaci
di accoglierlo.
Giungiamo
così a una visione dei rapporti tra scienza e religione molto diversa
da quella corrente. Da un punto di vista storico si è portati a ritenere
scienza e religione come antagonisti irriducibili, e ciò per una
ragione molto ovvia. L'uomo sinceramente convinto della portata
universale della legge di causalità non può arrendersi all'idea di un
Essere che interviene nelle vicende umane, e perciò la religione fondata
sul timore, così come la religione sociale e morale, non hanno presso
di lui alcun credito. Un Dio che ricompensa e punisce è per lui
inconcepibile, perché l'uomo agisce sotto la spinta di leggi interiori
ed esteriori e per conseguenza non potrebbe essere responsabile verso
Dio più di quanto un oggetto inanimato lo sia dei movimenti ai quali è
sottoposto. A torto si è rimproverato alla scienza di insidiare la
morale. La condotta etica dell'uomo dovrebbe fondarsi sulla compassione,
l'educazione e i vincoli sociali, senza dover ricorrere ad alcun
principio religioso. Gli uomini sarebbero da compiangere se dovessero
essere frenati dal timore della punizione o dalla speranza di una
ricompensa dopo la morte.
D'altra parte io sostengo che la religiosità cosmica costituisce il più forte e nobile impulso alla ricerca scientifica. .
Soltanto
chi può valutare gli sforzi e i sacrifici immani che sono necessari per
giungere a quelle scoperte scientifiche che schiudono nuove vie, è in
grado di rendersi conto della forza del sentimento che solo può
suscitare una tale opera, sciolta da ogni vincolo con l'immediata vita
pratica. Quale
profonda fede nella razionalità dell'universo e quale ardente desiderio
di conoscere, sia pure un debole riflesso dell'intelligenza che si
rivela in questo mondo, devono aver avuto Keplero e Newton per dedicare
anni di solitaria ricerca alla scoperta dei principi del meccanismo
celeste. Soltanto colui che ha dedicato la propria vita a
tale missione può formarsi un'immagine viva di ciò che ha ispirato
questi uomini e dato loro la forza di restare fedeli, nonostante
innumerevoli insuccessi, alla propria missione. E' la religiosità
cosmica che dà all'uomo una simile forza. Giustamente
un contemporaneo ha osservato che nella nostra epoca, votata in genere
al materialismo, i soli uomini profondamente religiosi sono gli
scienziati.
Voi
troverete difficilmente uno spirito profondamente devoto alla scienza
che non abbia un suo proprio sentimento religioso. Si tratta però di una
religiosità diversa da quella dell'uomo semplice. Per quest'ultimo Dio è
un essere di cui si cerca la bontà e si teme il castigo; la
sublimazione di un sentimento simile a quello che nutre il bambino verso
il padre; un essere col quale si stabilisce, per così dire, un rapporto
personale, per quanto rispettoso esso sia.
Al contrario, lo scienziato
è penetrato dal senso della causalità universale. Il futuro per lui è
altrettanto necessario e determinato del passato, e la morale non ha
nulla di divino, ma è un fatto puramente umano.
Il suo sentimento religioso assume la forma dello stupore estatico di
fronte all'armonia delle leggi della natura, rivelandogli
un'intelligenza talmente superiore che, confrontato ad essa, tutto il
pensiero e l'agire degli uomini appare come un riflesso del tutto insignificante.
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Postato da: giacabi a 19:54 |
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einstein, senso religioso
L'esperienza più bella e profonda
che un uomo possa avere
è il senso del mistero
***
"Sebbene io sia un tipico solitario nella vita quotidiana, la
mia consapevolezza di appartenere alla comunità invisibile di coloro
che lottano per la verità, la bellezza e la giustizia, mi ha impedito di
sentirmi isolato. L'esperienza
più bella e profonda che un uomo possa avere è il senso del mistero è
il principio sottostante alla religiosità così come a tutti i tentativi
seri nell'arte e nella scienza. Chi non ha mai avuto questa esperienza mi sembra che sia, se non morto, allora almeno cieco. E'
sentire dietro qualsiasi cosa che può essere sperimentata c'è qualcosa
che la nostra mente non può cogliere del tutto e la cui bellezza e
sublimità ci raggiunge solo indirettamente, come un debole riflesso. Questa è la religiosità, in questo senso sono religioso. A
me basta la meraviglia di questi segreti e tentare umilmente di
cogliere con la mia mente una semplice immagine della sublime struttura
di tutto ciò che è lì presente".
Albert Einstein
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