La pseudo compagnia *** "Si cerca la compagnia, la società niente altro che per sfuggire a se stessi, e così, fuggendo ciascuno da sé, non si incontrano mai gli uomini e parlano fra loro non come uomini, ma come ombre, come miserabili spettri. Gli uomini non parlano insieme, non conversano se non nei momenti di debolezza e di abbandono, come vuotandosi allora di sé, ed ecco perché non sono mai più soli di quando sono insieme, né più in compagnia di quando sono separati, divisi gli uni dagli altri" Miguel de Unamuno: Essayos, vol.VI).
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Postato da: giacabi a 08:24 | link | commenti
amicizia, unamuno
AMICIZIA *** L'uomo non percepisce mai una esperienza di completezza come nella compagnia, nella amicizia, particolarmente tra uomo e donna. La donna per l'uomo, e viceversa, o l'altro per la persona, costituiscono realmente altro; tutto il resto è assimilabile e dominabile dall'uomo, ma il tu mai. Il tu non è esauribile; è evidente e non "dimostrabile", l'uomo non può rifare tutto il processo che lo costituisce; eppure mai l'uomo percepisce e vive una esperienza di pienezza come di fronte al tu. Qualcosa di diverso, per sua natura diverso da me, qualcosa di altro mi compie più di qualsiasi esperienza di possesso, di dominio, di assimilazione. Don Giussani da : Il senso religioso |
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Postato da: giacabi a 14:31 | link | commenti
amicizia, giussani
L’amico ***
L'amico è l'unica persona che ti capisce e ti sostiene se tutto il mondo ti volta le spalle. l'amico è lo specchio della propria persona , guardando a lui si esprime la propria crescita e il proprio controllo di se, l'amico permette di rimanere in corrispondenza con se stessi grazie a lui si può domandare e si può rispondere. Chi non ha un amico crolla su se stesso. Otl Aicher (un amico di Hans Scholl) Rosa Bianca
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Postato da: giacabi a 21:33 | link | commenti
amicizia, la rosa bianca
L'incontro con Altri ***
" L'incontro con Altri rappresenta immediatamente la mia responsabilità per lui: la responsabilità per il prossimo, che senza dubbio è l'austero nome di ciò che si chiama amore del prossimo, amore senza Eros, carità, amore in cui il momento etico domina il momento passionale, amore senza concupiscenza. Non mi piace molto la parola amore, che viene usata e abusata. Parliamo piuttosto di una presa su di sé del destino altrui. Questa è la "visione " del Volto, e si applica al primo venuto". Emmanuel Lévinas, il filosofo |
Postato da: giacabi a 22:04 | link | commenti
amicizia, levinas
L’Amicizia ***
In quel momento apparve la volpe. "Ci sono dei cacciatori su questo pianeta?" "Ci guadagno", disse la volpe, "il colore del grano". Antoine de Saint-Exupéry Il Piccolo Principe - |
Postato da: giacabi a 15:50 | link | commenti
amicizia, saintexupery
L’amicizia *** «Un po' di sere fa, pensando, ho scoperto che l'unico amico mio eri tu: non per sterile esclusivismo: [ma perché] quella vibrazione ineffabile e totale nel mio essere di fronte alle "cose" o alle "persone" non riesco a captarla se non nel tuo modo di reagire» Don Giussani Lettere di fede e di amicizia ad Angelo Maio San Paolo |
Postato da: giacabi a 20:25 | link | commenti
amicizia, giussani
L’Amicizia
"Anche in questa vita i buoni ci arrecano non piccoli conforti. Se, infatti, ci angustiasse la povertà, se ci addolorasse il lutto, ci rendesse inquieti un malanno fisico, ci rattristasse l'esilio, ci tormentasse qualche calamità ma ci fossero vicine delle persone buone che sapessero non solo godere con quelli che godono, ma anche piangere con quelli che piangono, che sapessero rivolgere parole di sollievo e conversare amabilmente, allora verrebbero lenite in grandissima parte le amarezze, alleviati gli affanni, superate le avversità. Questo affetto è prodotto in essi e per mezzo di essi da Colui che li rese buoni con suo spirito." (Ep.130)
In questa umana convivenza assai colma di errori e di sofferenze, ci confortano solo la fede non simulata e la solidarietà di veri e buoni amici." (De.Civ. Dei 19,8) S. Agostino |
Postato da: giacabi a 05:37 | link | commenti
amicizia, sagostino
GLI UOMINI FINESTRA ***
Quando costeggi i muri trovi un giorno degli uomini-porta uomini-finestra per i quali vedi il mondo il paesaggio e gli altri uomini così volte all'infinito. Mettendoti dietro di loro Va a finire che seguirai Senza saperlo in cammino In fondo al quale pure tu Forse ti aprirai. (Jean-Pierre Lemaire) |
Postato da: giacabi a 11:14 | link | commenti
amicizia
Ciò che occorre è un uomo *** "Ciò che occorre è un uomo |
Postato da: giacabi a 10:44 | link | commenti
amicizia, betocchi
Sull'Amicizia *** E un adolescente disse: Parlaci dell'Amicizia. Gibran Il Profeta |
Postato da: giacabi a 14:52 | link | commenti
amicizia, gibran
DIARIO DELLA AMICIZIA di E. van Broeckoven *** Scoprire la realtà dell'amicizia della persona, non solamente in noi ma anche negli altri. Profondità dell'intimità dell'uomo: il suo corpo, il suo temperamento, il suo carattere più profondamente ancora ...egli è «di Dio ». L'amicizia è l'amore che cerca l'altro e può fare a meno di ciò che l'altro ha, perché essa non cerca ciò che egli ha, ma ciò che egli è: «di Dio ». L'amicizia cerca ciò che in lui vi è di più intimo, cioè ciò per cui egli è di Dio, ciò per cui la sua intimità sta nell'intimità di Dio. In tal modo l'amicizia cerca di penetrare nel mistero di Dio che è Amore; se gli uomini comprendessero questo, cercherebbero Dio. (...) Solamente quando l'amore si esprime in modo concreto mediante un impegno totale nella situazione di colui che si ama e nella misura in cui si cerca l'intimità concreta dell'altro, allora l'amore è veramente autentico, esistenziale, profondo, senza limiti, superando il tempo (eterno), e la materia (spirituale). L'amore che non si esprime, non si esteriorizza concretamente, -non è autentico: resta chimerico, astratto; -non è esistenziale: resta estraneo a ogni impegno personale. -non è profondo: non tocca nemmeno la superficie. -non è senza limiti: solamente l'amore che si è concretizzato può, incarnandosi, scoprire delle prospettive reali infinite. -non è eterno: solamente un atto posto nel tempo della storia può influenzare l'insieme della realtà storica. -non è spirituale: tutte le realtà spirituali di questo mondo devono essere calate in una realtà corporale concreta. Nella misura in cui si impegna concretamente nell'azione effettiva di colui che si ama, l'amore è autentico..
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Postato da: giacabi a 09:53 | link | commenti
amicizia, senso religioso
LA SOLITUDINE SEGNO DEL MISTERO
La massima sventura è la solitudine, tant'è vero che il supremo conforto -la religione - consiste nel trovare una compagnia che non svanisce, Dio. La preghiera è lo sfogo come con un amico. L'opera equivale alla preghiera perché mette idealmente a contatto con chi ne usufruirà. Tutto il problema della vita è dunque questo: come rompere la propria solitudine, come comunicare con gli altri. Così si spiega la consistenza del matrimonio, della paternità, delle amicizie. Perché poi qui stia la felicità, mah! Perché si debba star meglio comunicando con un altro che non stando soli, è strano. Forse è solo un'illusione: si sta benissimo soli la maggior parte del tempo. Piace di tanto in tanto avere un otre in cui versarsi e poi bervi se stessi: dato che dagli altri chiediamo ciò che abbiamo già in noi. Mistero perché non ci basti scrutare e bere in noi e ci occorra riavere noi dagli altri. (il sesso è un incidente: ciò che ne riceviamo è momentaneo e casuale; noi miriamo a qualcosa di più riposto e misterioso di cui il sesso è solo un segno, un simbolo). C. Pavese da: il mestiere di vivere |
Postato da: giacabi a 09:24 | link | commenti
amicizia, solitudine, pavese
L’AmiciziaDa “I quattro amori” di C.S. Lewis
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Postato da: giacabi a 20:07 | link | commenti (1)
amicizia, lewis
da :http://www.libero-news.it/libero/index.jsp 24-12-2006
MA – sinceramente ! ABBIAMO VERAMENTE BISOGNO DI CRISTO per il 2007 ? Nel suo “Messaggio Urbi et orbi” per il Natale 2006, Benedetto XVI ha voluto dare risposta proprio a questa domanda. Ha detto fra l’altro: d Come non sentire che proprio dal fondo di questa umanità gaudente e disperata si leva un’invocazione straziante di aiuto? E’ Natale: oggi entra nel mondo "la luce vera, quella che illumina ogni uomo" (Gv 1,9). "Il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi" (ibid., 1,14), proclama l’evangelista Giovanni. Oggi, proprio oggi, Cristo viene nuovamente "fra la sua gente" e a chi l’accoglie dà " il potere di diventare figlio di Dio"; offre cioè l’opportunità di vedere la gloria divina e di condividere la gioia dell’Amore, che a Betlemme si è fatto carne per noi. Oggi, anche oggi, "il nostro Salvatore è nato nel mondo", perché sa che abbiamo bisogno di Lui. Malgrado le tante forme di progresso, l’essere umano è rimasto quello di sempre: una libertà tesa tra bene e male, tra vita e morte. E’ proprio lì, nel suo intimo, in quello che la Bibbia chiama il "cuore", che egli ha sempre necessità di essere "salvato". E nell’attuale epoca post moderna ha forse ancora più bisogno di un Salvatore, perchè più complessa è diventata la società in cui vive e più insidiose si sono fatte le minacce per la sua integrità personale e morale. Chi può difenderlo se non Colui che lo ama al punto da sacrificare sulla croce il suo unigenito Figlio come Salvatore del mondo? .
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Postato da: giacabi a 09:53 | link | commenti
amicizia, gesù, benedettoxvi, betocchi
L’amicizia nasce da un segreto partecipato
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"Il fatto che ci siano fratelli, per quanto amati, non elimina la necessità dell'amico. Per vivere tra i fratelli bisogna avere un amico, anche lontano". |
Così ha scritto il grande teologo russo P. Florenskij, morto martire nel lager sovietico delle isole Solovki. |
"Amico" è la parola più importante che un uomo possa dire a un altro uomo, l'appellativo più profondo, più ricco, più segreto. |
Le parole "padre", "fratello", "figlio" potrebbero indicare anche soltanto un rapporto biologico. Esso con difficoltà diventa un legame di vera e profonda compagnia nell'esistenza. Gli esempi però non mancano e sono anche attorno a noi: rapporti determinati dalla generazione naturale, segnati dalla grazia, diventano amicizia e così moltiplicano quella possibilità di aiuto e di vicinanza che è già inscritta in ogni nesso determinato dalla natura. |
AI termine dei tre densissimi anni passati con loro, Gesù dice improvvisamente agli apostoli: "Vi chiamo amici perché vi ho detto tutto" (cfr. Gv. 15,15).
Il fondamento dell'amicizia è un segreto partecipato Un rapporto vero di amicizia non può durare se si fonda soltanto su un interesse particolare. C'è sempre un segreto divino fra gli amici, come già aveva intuito Cicerone che definiva l'amicizia una comunanza di cose umane e divine; c'è sempre un destino verso cui si corre assieme, un'avventura totale che. appassiona e accende ogni giorno della vita.
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L'amicizia è una grazia. Non nasce da un calcolo, accade d'improvviso, come gli amori più veri. Ma mentre gli amori necessitano dell'attrattiva corporea, l'amicizia ne prescinde, non perché essa sia angelicata, ma perché ha un altro scopo stabilito da Dio, quello di essere una grazia che sostiene ogni realtà istituzionale della vita, accompagna la vocazione alla famiglia come ogni altro tipo di vocazione.
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L'amicizia per natura è disinteressata, o meglio ha un unico interesse: |
il bene e la felicità dell'altro. Siccome nessuno, di noi è un angelo, anche le amicizie più profonde sono attraversate dalle delusioni e dalle crisi di ogni evento umano. Se il loro fondamento è .autentico, rinascono continuamente e sono rafforzate dalle difficoltà.
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"Vi ho chiamato amici perché vi ho detto tutto". Che cosa è questo "tutto" che Gesù ha detto ai suoi, che ha portato loro? La sua comunione con il Padre.
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Per questo la forma più alta di amicizia che l'uomo possa vivere sulla terra è la comunione cristiana, quando diventa forma della vita quotidiana. Il monastero è nato per questo. Per questo sono nate tante comunità. Ma anche una famiglia può esserlo, oppure un gruppo di persone unite dalla stessa vocazione, un gruppo di ragazzi che corrono con le motociclette verso la vita che li attende. |
Postato da: giacabi a 19:57 | link | commenti (2)
amicizia
La Compagnia | ||||
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Appunti da una conversazione di Luigi Giussani con un gruppo di universitari. | ||||
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L. G.: «Compagnia» vuol dire essere insieme per qualcosa; essere insieme senza il «per qualcosa» scoccia, perfino scoccia, soffoca. Compagnia è uguale a essere insieme per qualcosa. La dignità della compagnia è definita dalla dignità del «qualcosa». Essere insieme per mangiare le acciughe è un conto, è un certo valore, ma essere insieme per studiare Dante o per capire i misteri, in cui l'uomo ha incominciato ad introdursi, dell'evoluzione dell'universo è diverso. Compagnia è essere insieme per qualcosa che si chiama «scopo». Una compagnia senza scopo non esiste. «Popolo» è una compagnia che ha come scopo il portare il proprio contributo alla immagine della storia. Compagnia è essere insieme avendo come scopo quello di dare il proprio contributo allo sviluppo dell'umanità che si chiama «storia». Sviluppo e in senso quantitativo (perciò, ecco la compagnia dell'uomo e della donna) e in senso sociale, come comprensione sostenuta, motivata e ricercata insieme (ecco la cultura), o come l'essere insieme per affrontare la storia con maggior forza, dal punto di vista di una maggior forza, di una maggior sicurezza, di maggior egemonia (questo può chiamarsi Stato, alleanza fra Stati, o può chiamarsi Impero)………. | ||||
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Non c'è vera compagnia se non è filtrata dalla volontà di una ricerca del vero, cioè della realtà in quanto desiderabile e ultimamente aperta alle esigenze del cuore così come esse sono reclamate dal concetto di ragione che la nostra comunità, dal punto di vista culturale, ha sempre espresso. Non è compagnia, se non chiarisce qual è lo scopo di essa. Il mettersi insieme di ragazzo e ragazza senza immediatamente darsi come compito quello di chiarirsi che senso ha questo nesso è buttare la propria grandezza dentro la pattumiera dell'istintività pura, dell'istintività malvagia. È il pericolo di contraddirsi subito. Non si è in compagnia, se non è messo in chiaro lo scopo per cui essa è fatta. Che cosa ci tiene insieme? La compagnia per eccellenza è la compagnia dell'uomo come tale, dell'uomo come realtà del mondo, come realtà nella storia, come realtà destinata a qualcosa di oltre, di più grande, sempre più grande. Allora in questo terzo caso si capisce che la compagnia è ciò che ti aiuta a renderti conto di questo Altro, di questo più grande per cui sei fatto, a dilatare i termini del tuo animo, a riempire di risposta sempre più adeguata la sete del tuo cuore……………….. | ||||
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La comunità non è qualcosa in più nel nostro vivere, ma qualcosa che si identifica sempre di più col nostro vivere e lo rende sempre più leggero, sempre più pensoso, sempre più chiaro negli intendimenti, amante nel suo contenuto, come capacità affettiva. Quanto più si sta nella compagnia, tanto più essa ci rende capaci di capire e capaci di amare. |
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