Camisasca a Frosinone: la famiglia e il Destino che si compie
Scritto da Igor Traboni - dimmidipiu.it il 25 gennaio 2012 ·
...........“Uno Stato che non pensa alla famiglia fa male a sé stesso. È lo
Stato che muore, prima ancora che muoia la famiglia. Da qualche parte
bisogna pur ricominciare: la scuola, l’educazione dei figli,
l’educazione di persone chiamate alle responsabilità civili”
San Benedetto: “Ha fatto
risorgere il mondo a poco a poco, proprio quando il mondo stava per
crollare. Ecco, anche noi possiamo ripartire dalle nostre piccole
comunità, come tante luci che permettono di attraversare il buio. Ma da
soli questa luce non possiamo darcela”.
“La
fedeltà all’interno della famiglia è minacciata anche dal fatto che
molti idealizzano l’altro e poi magari non se lo ritrovano come
l’avevano immaginato. Conoscere una persona è molto lungo, ma anche
bello. Bisogna arrivare a dire ‘ti amo’ non perché sei perfetto ma
perché sei tu, di carne e di sangue. Un altro ostacolo è il
pansessualismo: l’altro è visto solo come oggetto del desiderio, per
soddisfare il piacere. Nella vita a due, tra uomo e donna, la sessualità
è importante, ma molti poi si ritrovano a dire ‘non trovo più piacere,
non mi soddisfi più’. La fedeltà, poi, è anche imparare a perdonare e a
perdonarsi. A ricominciare, contando sull’amore di Dio”. Centrale, nel
discorso sulla famiglia, è anche la figura del padre e il rapporto
padre-figli “ma i padri hanno molto pudore nel parlare con i figli e
questi ultimi interpretano l’atteggiamento come una sfiducia, un
disinteresse nei loro confronti”.
Certo, padri o madri, resta la difficoltà di essere genitori in
questi giorni così difficili “ma è un’avventura che vale la pena vivere.
Non serve a niente fare bilanci, ma occorre un dialogo continuo,
rischiando anche dei giudizi, ma pieni di misericordia e, se possibile,
anche di umorismo!”.
E un ruolo primario lo riveste la preghiera “che è la cosa più
ragionevole – ha sottolineato don Massimo – all’interno di una famiglia,
magari spegnendo un po’ la tv e riprendendo il gusto della
conversazione”. E la possibilità di amare ancora passa anche attraverso
l’amicizia “che è qualcosa di fondamentale e il cui grande nemico è il
pettegolezzo. Cerchiamo invece delle luci, delle persone che ci prendono
per mano. L’amicizia è un dono, che non può essere organizzato o
preteso”, ricordando una bella frase di Cicerone, altro grande della
terra ciociara: “Se togliamo l’amicizia, cosa rimane?”.
La chiosa di don Camisasca ha lasciato centinaia di persone
ammutolite, ma per quel ‘gusto’ della riflessione che forse è andato un
po’ smarrito: “Destino è una parola complessa, ma anche equivoca.
Destino non è il fato. Il destino è il nome laico di Dio, è il Tu che mi
attende, che governa la vita, un disegno che non avviene senza la mia
collaborazione. L’uomo è realmente protagonista dell’esistenza”. Anche e
soprattutto (e ci permettiamo di provare a trarre noi questa
conclusione dall’incontro) quando è protagonista di una famiglia, quando
in fondo al buio di un’intera esistenza o anche di una giornata storta,
di un lavoro che non c’è più o di uno stipendio che non basta, trova la
luce di una moglie, di un padre anziano, di un amico. Di un Destino.
(grazie a Marco Biondi per la foto)
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