educare le nuove generazioni al valore della
sconfitta.

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In questo mondo di vincitori volgari e disonesti, di prevaricatori falsi e opportunisti, della gente che conta, che occupa il potere, che scippa il presente, figuriamoci il futuro, a tutti i nevrotici del successo, dell'apparire, del diventare.... A questa antropologia del vincente preferisco di gran lunga chi perde. E' un esercizio che mi riesce bene. E mi riconcilia con il mio sacro poco.
Ma io sono un uomo che preferisce perdere piuttosto che vincere con modi sleali e spietati. Grave colpa da parte mia, lo so! E il bello è che ho la sfacciataggine di difendere tale colpa, di considerarla quasi una virtù. (Pier Paolo Pasolini)
(Suoni Ribelli) - rita -"
della
sconfitta.
Alla sua gestione. All'umanità che ne scaturisce. A costruire
un'identità capace di avvertire una
comunanza di destino, dove si può fallire e ricominciare senza che il
valore e la dignità ne siano intaccati. A non divenire uno sgomitatore
sociale, a non passare sul corpo degli altri per arrivare primo.
In questo mondo di vincitori volgari e disonesti, di prevaricatori falsi
e opportunisti, della gente che conta, che occupa il potere, che scippa
il presente, figuriamoci il futuro, a tutti i nevrotici del successo,
dell'apparire, del diventare.... A questa antropologia del vincente
preferisco di gran lunga chi perde. E' un esercizio che mi riesce bene. E
mi riconcilia con il mio sacro poco.
Ma io sono un uomo che preferisce perdere piuttosto che vincere con modi
sleali e spietati. Grave colpa da parte mia, lo so! E il bello è che ho
la sfacciataggine di difendere tale colpa, di considerarla quasi una
virtù. (Pier Paolo Pasolini)
(Suoni Ribelli) -
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