famiglia
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Prima di tutto, nell’ambito della pastorale ordinaria, vorrei
focalizzare la vostra attenzione sulla famiglia, «cellula fondamentale
della società», «luogo dove si impara a convivere nella differenza e ad
appartenere ad altri e dove i genitori trasmettono la fede ai figli» (Esort. ap.
Evangelii gaudium, 66). Oggi invece il matrimonio è spesso considerato
una forma di gratificazione affettiva che può costituirsi in qualsiasi modo e
modificarsi secondo la sensibilità di ognuno (cfr
ibid.). Purtroppo
questa visione influisce anche sulla mentalità dei cristiani, causando una
facilità nel ricorrere al divorzio o alla separazione di fatto. I Pastori sono
chiamati a interrogarsi su come assistere coloro che vivono in questa
situazione, affinché non si sentano esclusi dalla misericordia di Dio,
dall’amore fraterno di altri cristiani e dalla sollecitudine della Chiesa per la
loro salvezza; su come aiutarli a non abbandonare la fede e a far crescere i
loro figli nella pienezza dell’esperienza cristiana.D’altra parte, bisogna chiedersi come migliorare la preparazione dei giovani al matrimonio, in modo che possano scoprire sempre di più la bellezza di questa unione che, ben fondata sull’amore e sulla responsabilità, è in grado di superare le prove, le difficoltà, gli egoismi con il perdono reciproco, riparando ciò che rischia di rovinarsi e non cadendo nella trappola della mentalità dello scarto. Bisogna chiedersi come aiutare le famiglie a vivere e apprezzare sia i momenti di gioia sia quelli di dolore e di debolezza.
Francesco nell'udienza ai vescovi polacchi, in visita ad Limina, Vaticano - 07/02/2014)
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