Condividere il cibo è un atto d’amore
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Un
paesino sul Mare del Nord. Una piccola comunità puritana, governata da
due anziane sorelle. Una cuoca francese e comunarda, fuggita alle
repressioni. Sono gli ingredienti de Il pranzo di Babette, uno
dei racconti più belli della scrittrice danese Karen Blixen, divenuto
poi un celebre e premiatissimo film, che è anche il preferito di papa
Francesco, come lui stesso ha rivelato. Nel racconto di Karen Blixen,
scritto nel 1950, in un villaggio danese arriva Babette, cuoca francese
in fuga dalla Parigi della Comune. Babette si integra nella vita
tranquilla e frugale di Martine e Philippa, due anziane sorelle figlie
di un pastore protestante. Anni dopo Babette riceverà da Parigi la
vincita di diecimila franchi. Non li terrà per sè ma li userà per
offrire alla piccola comunità in cui vive un pranzo memorabile. E la
vita di tutti ne uscirà trasformata.
Nel 1987 il regista danese Gabriel Axel
ne ha tratto un film, premiato con l’Oscar e molto amato da Jorge
Bergoglio. “Vi si vede – ha detto papa Francesco – un caso tipico di
esagerazione di limiti e proibizioni. I protagonisti sono persone che
vivono in un calvinismo puritano esagerato, a tal punto che la
redenzione di Cristo si vive come una negazione delle cose di questo
mondo. Quando arriva la freschezza della libertà, lo spreco per una
cena, tutti finiscono trasformati. In verità questa comunità non sapeva
che cosa fosse la felicità. Viveva schiacciata dal dolore, aveva paura
dell’amore”.
Questo pranzo così sontuosamente
preparato, alla stregua di un rito, è un momento di felicità pura per
queste persone che non hanno mai saputo o potuto permetterselo. La
felicità e il benessere infatti nascono da un atto di condivisione, non
dall’egoismo. E questo deve farci riflettere.
Nessuno può essere felice da solo. Non
esiste al mondo un benessere individuale. Avete mai gustato quella gioia
così segreta, così intima, che si prova nel fare felici gli altri?
Preparare il cibo, almeno per me, è una di queste gioie rarefatte e
molto profonde che la vita ci elargisce se sappiamo aprire bene il
nostro cuore. Una gioia a specchio, che ci viene restituita centuplicata
osservando gli occhi felici di chi ci è di fronte. Un po’ come succede a
teatro, per gli attori. Qualche volta capita anche allo scrittore,
incontrando i suoi lettori e parlando con loro, assaporando la loro
soddisfazione. A chi sta dietro ai fornelli ciò accade molto più spesso,
e ognuno sa che lo stare bene è il frutto delicato e tenero della
condivisione.
Condividere il cibo è, molto semplicemente, un atto d’amore.
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