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domenica 1 giugno 2014

Condividere il cibo è un atto d’amore

Condividere il cibo è un atto d’amore

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Il pranzo di Babette 2Un paesino sul Mare del Nord. Una piccola comunità puritana, governata da due anziane sorelle. Una cuoca francese e comunarda, fuggita alle repressioni. Sono gli ingredienti de Il pranzo di Babette, uno dei racconti più belli della scrittrice danese Karen Blixen, divenuto poi un  celebre e premiatissimo film, che è anche il preferito di papa Francesco, come lui stesso ha rivelato. Nel racconto di Karen Blixen, scritto nel 1950, in un villaggio danese arriva Babette, cuoca francese in fuga dalla Parigi della Comune. Babette si integra nella vita tranquilla e frugale di Martine e Philippa, due anziane sorelle figlie di un pastore protestante. Anni dopo Babette riceverà da Parigi la vincita di diecimila franchi. Non li terrà per sè ma li userà per offrire alla piccola comunità in cui vive un pranzo memorabile. E la vita di tutti ne uscirà trasformata.
Nel 1987 il regista danese Gabriel Axel ne ha tratto un film, premiato con l’Oscar e molto amato da Jorge Bergoglio. “Vi si vede – ha detto papa Francesco – un caso tipico di esagerazione di limiti e proibizioni. I protagonisti sono persone che vivono in un calvinismo puritano esagerato, a tal punto che la redenzione di Cristo si vive come una negazione delle cose di questo mondo. Quando arriva la freschezza della libertà, lo spreco per una cena, tutti finiscono trasformati. In verità questa comunità non sapeva che cosa fosse la felicità. Viveva schiacciata dal dolore, aveva paura dell’amore”.
Questo pranzo così sontuosamente preparato, alla stregua di un rito, è un momento di felicità pura per queste persone che non hanno mai saputo o potuto permetterselo. La felicità e il benessere infatti nascono da un atto di condivisione, non dall’egoismo. E questo deve farci riflettere.
Nessuno può essere felice da solo. Non esiste al mondo un benessere individuale. Avete mai gustato quella gioia così segreta, così intima, che si prova nel fare felici gli altri? Preparare il cibo, almeno per me, è una di queste gioie rarefatte e molto profonde che la vita ci elargisce se sappiamo aprire bene il nostro cuore. Una gioia a specchio, che ci viene restituita centuplicata osservando gli occhi felici di chi ci è di fronte. Un po’ come succede a teatro, per gli attori. Qualche volta capita anche allo scrittore, incontrando i suoi lettori e parlando con loro, assaporando la loro soddisfazione. A chi sta dietro ai fornelli ciò accade molto più spesso, e ognuno sa che lo stare bene è il frutto delicato e tenero della condivisione.
Condividere il cibo è, molto semplicemente, un atto d’amore.

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