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sabato 7 giugno 2014

IL SISTEMA EDUCATIVO DI DON BOSCO


IL SISTEMA EDUCATIVO DI DON BOSCO
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Don Bosco è il primo santo “intervistato”. Un reporter del Journal de Rome il 25 aprile 1884 gli porrà queste domande:
D. - Qual è il suo sistema educativo?
R. - Semplicissimo: lasciare ai giovani piena libertà di fare le cose che loro sono
maggiormente simpatiche. Il punto sta nello scoprire quali sono i germi delle loro buone qualità, e poi procurare di svilupparli. Ognuno fa con piacere solo quello che sa di poter fare. Io mi regolo con questo principio, e i miei allievi lavorano tutti non solo con attività, ma con amore. In 46 anni non ho mai inflitto un solo castigo. E oso affermare che i miei alunni mi vogliono molto bene. Il mio sistema, voi l’avete capi­to, è educare con ragione, religione e amore.
D. - Come ha fatto a estendere le sue opere fino alla Patagonia e alla Terra del Fuoco?
R. - Un po’ alla volta.
D. - Per quale miracolo lei ha potuto fondare tante case in tanti paesi del mondo?
R. - Ho potuto fare più di quello che speravo, ma il come non lo so neppure io. La Santa Vergine, che sa i bisogni dei nostri tempi, ci aiuta...
D. - Ma in che modo vi aiuta?
R. Veda. Una volta, per la nostra chiesa che si costruisce in Roma, mi scrissero a Torino che occorrevano entro otto giorni 20.000 lire. In quel momento ero senza denari. Posi la lettera presso l’acquasantiera, innalzai una fervida preghiera alla Madonna e mi coricai, rimettendo l’affare nelle sue mani. La mattina dopo ricevo una lettera da uno sconosciuto, che in sostanza mi diceva: “Avevo fatto voto alla Madonna che, se mi concedeva una certa grazia, avrei dato 20.000 lire per un’opera di carità. Ho ricevuto la grazia e metto a sua disposizione questa somma”. Un’altra volta, trovandomi in Francia, ricevo la brutta notizia che una mia casa deve disporre subito di 70.000 lire per non correre un brutto rischio. Non vedendo lì per lì come rimediare, ricorro nuovamente alla preghiera. Verso le dieci stavo per andare a letto, quando sento picchiare alla porta della mia camera. Vado ad aprire. Entra un mio amico con un grosso incartamento nelle mani e mi dice: “Caro don Bosco, nel mio testamento avevo disposto una somma per le sue opere. Ma oggi mi è venuto in mente che per fare il bene è meglio non aspettare la morte. Le ho portato subito quella somma. Eccola: 70.000 lire”.
D. - Un’indiscrezione: di miracoli ne ha fatti?
R. - Io non ho mai pensato ad altro che a fare il mio dovere. Ho pregato e ho confidato nella Madonna.
D. - Che cosa pensa delle condizioni attuali della Chiesa in Europa, in Italia, e del suo avvenire?
R. - Io non sono un profeta. Lo siete invece tutti voi giornalisti. Nessuno eccetto Dio, conosce l’avvenire. Tuttavia, umanamente parlando, c’è da credere che l’avvenire sia gra­ve. Le mie previsioni sono molto tristi, ma non temo nulla. Dio salverà sempre la sua Chiesa, e la Madonna saprà far sorgere dei redentori.

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