RIFLESSIONI DI R.L. STEVENSON SU MOLOKAI
«Sono
a casa dopo un viaggio di 12 giorni a Molokai, sette dei quali nella
colonia dei lebbrosi, di cui posso dire soltanto che la vista di tanto
coraggio, allegria e devozione ha amplificato la compassione e il
disgusto di quella vista... Ho visto cose che non si possono dire, e
ascoltato storie che non possono essere ripetute, non ho mai ammirato la
mia povera razza così tanto e nemmeno (per quanto strano possa
sembrare) amato la vita più che in quel lebbrosario... E questo benché
tutto fosse in gran parte cattolico e io non abbia mai provato troppa
simpatia verso le virtù cattoliche. Una delle suore chiama quel posto
"la biglietteria per il paradiso"».
"Vedendo l'infinita pietà di questo posto,
le membra martoriate, i volti devastati,
l'innocente che soffre sorridendo tra le piaghe,
lo sciocco viene tentato di negare Dio.
Vede e si tira indietro.
Ma se cerca ancora
allora la bellezza sboccia dal seno del dolore!
Egli nota le sorelle sul doloroso lido
e persino lo sciocco tace ed ammira."
«Voi non avete mai
visitato il luogo in cui Damiano De Veuster visse e morì. Se così fosse
stato, e se ve ne foste ricordato, guardando alle vostre sfarzose stanze
la vostra penna si sarebbe fermata... Dove noi abbiamo fallito qualcun
altro è riuscito; quando noi abbiamo esitato, un altro ha agito; quando
siamo rimasti seduti nell’ozio delle nostre ricche stanze, un uomo rude
ha intrapreso la sua lotta, sotto lo
sguardo di Dio, e ha soccorso gli afflitti, consolato i morenti,
afflitto egli stesso, per poi morire sul campo con onore. Quando due
gentiluomini competono per ottenere il favore di una signora e uno ha
successo mentre l’altro viene rifiutato, e (come a volte succede)
all’orecchio del perdente giungono voci che screditano colui che è
uscito vincitore, è buona regola in suddette circostanze che egli
taccia.
La vostra Chiesa e quella di Damiano alle Hawaii erano
rivali nell’operare il bene, nella missione di edificare e dare esempi
divini. Voi avete clamorosamente fallito mentre Damiano ha avuto
successo e mi meraviglio che non abbiate pensato fosse meglio chiudervi
nel silenzio; e che una volta persa la battaglia, seduto ingloriosamente
tra i vostri agi, nella vostra comoda dimora (mentre Damiano,
incoronato di glorie e orrori, arrancava e marciva in quel porcile sotto
gli scogli di Kalawao) - voi, l’eletto che non avrebbe voluto, non
abbiate pensato che eravate l’ultimo uomo della terra ad avere il
diritto di raccogliere e far circolare pettegolezzi sul volontario che
volle e fece. Se vi foste trovato là, avreste trovato che un viso su
quattro era una macchia confusa nel paesaggio; se aveste visitato
l’ospedale e visto tronchi di esseri umani giacere là quasi
irriconoscibili, ma ancora con il respiro, con il pensiero e la memoria;
avreste allora compreso che la vita nel lazzaretto mette a dura prova i
nervi di un uomo, come quando l’occhio umano rifugge i raggi splendenti
del sole; avreste capito che, ancora oggi, quello è un luogo che
suscita commozione nel visitatore ma è un inferno per colui che ci vive.
(Stevenson, In difesa di Padre Damiano
Nessun commento:
Posta un commento