JOHN SWINTON: I GIORNALISTI DISTRUGGONO LA VERITÀ
John Swinton
La manipolazione planetaria dell’opinione pubblica, emerge con cruda chiarezza dalla attualissime parole che molti anni or sono (siamo nel 1880 e ancora non c’era la televisione!) John Swinton, mitico redattore-capo del giornale per antonomasia, il “New York Times”, pronunciò nel discorso di congedo dai colleghi tenuto al banchetto in suo onore, presso l’American Press Association, alla vigilia del suo collocamento a riposo.
“Che follia fare un brindisi alla stampa indipendente!
In America, in questo periodo della storia del mondo.
Ciascuno, qui presente questa sera, sa che la stampa indipendente non esiste.
Lo sapete voi e lo so io: non c’è nessuno fra voi che oserebbe pubblicare le sue vere opinioni, e, se lo facesse, lo sapete in anticipo che non verrebbero mai stampate.
Sono pagato 250 dollari alla settimana per tenere le mie vere opinioni al di fuori del giornale per il quale lavoro.
Altri fra di noi ricevono la stessa somma per un lavoro simile.
Se io autorizzassi la pubblicazione di un’opinione sincera in un numero qualunque del mio giornale, perderei il mio impiego in meno di 24 ore, come Otello.
Quest’uomo sufficientemente pazzo per pubblicare un’opinione sincera si ritroverebbe tosto su una strada alla ricerca di un nuovo impiego.
La funzione di un giornalista è di distruggere la Verità, di mentire radicalmente, di pervertire, di avvilire, di strisciare ai piedi di Mammona e di vendersi egli stesso, di vendere il suo paese e la sua gente per il proprio pane quotidiano o, ma la cosa non cambia: per il suo stipendio.
Voi questo lo sapete e io pure: che follia allora fare un brindisi alla stampa indipendente!
Noi siamo gli utensili e i vassalli di uomini ricchi che comandano dietro le quinte.
Noi siamo i loro burattini; essi tirano i loro fili e noi balliamo.
Il nostro tempo, i nostri talenti, le nostre possibilità e le nostre vite sono di proprietà di questi uomini.
Noi siamo delle prostitute intellettuali”
John Swinton 1880
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