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domenica 3 febbraio 2013

Berdjaev

 Berdjaev pensieri
***
Il problema fondamentale dei nostri giorni non è il problema di Dio, ma è innanzitutto il problema dell’uomo, della salvezza della persona umana dallo sfacelo, della soluzione dei problemi fondamentali della società e della cultura alla luce dell’idea cristiana di uomo. Gli uomini hanno rinnegato Dio, ma così facendo non hanno messo in dubbio la dignità di Dio, bensì la dignità dell’uomo»

“L'uomo è un essere completamente dipendente dalla natura e dalla società, dal mondo e dallo stato se non c'è Dio. Se Dio c’è, l'uomo è allora un essere spiritualmente indipendente. E l'atteggiamento verso Dio non si
determina come dipendenza dell'uomo, ma come sua libertà. Dio è la mia libertà, la mia dignità di essere spirituale"

"Il libero vagabondaggio dell’uomoche non riconosce più alcuna autorità superiore, lungi dal consolidare la sua fede in se stesso, ha invece irrimediabilmente indebolito quella fede e compromesso la coscienza che egli aveva della propria identità. L’umanesimo
non ha rafforzato l’uomo, lo ha debilitato

la notte del mondo distende le sue tenebre. Ormai l’epoca è caratterizzata dall’assenza di Dio, dalla mancanza di Dio […] Il tempo della notte del mondo è il tempo della povertà perché diviene sempre più povero. E’ già diventato tanto povero da non poter riconoscere la mancanza di Dio come mancanza

«Il mio è il pensiero di un altro mondo, che sta cominciando e che sarà un nuovo Medioevo. I principi spirituali della modernità sono logorati, le sue forze spirituali
esaurite. La luce diurna e razionalista della storia moderna si va spegnendo, il suo astro declina, avanza il crepuscolo, ci avviciniamo alla notte. [
…]
Tutti i segnali ci mostrano che siamo usciti da un’era diurna per entrare in una notturna. […] È un male questo processo? È funesto? È pessimista tale visione?
Porre simili domande non ha alcun senso e deriva da un atteggiamento antistorico e troppo razionalista. Cadono i veli che coprono la menzogna, rivelando lanudità del bene e del male. La notte non è meno meravigliosa del giorno, non è
meno divina;
di notte risplendono luminose le stelle e si hanno rivelazioni che il giorno ignora. La notte è più prossima alle cose prime e agli elementi della natura di quanto lo sia il giorno»
17.
"se non c'è Dio, se non c'è Verità che lo innalzi al di sopra del mondo, l'uomo è totalmente subordinato alla necessità. L'esistenza di Dio è la carta delle libertà dell'uomo",

 se non c’è Dio, se non c’è la Verità che lo innalzi al di sopra del mondo, l’uomo è totalmente subordinato alla necessità, o alla natura, al cosmo o alla società o allo Stato l’esistenza di Dio è la carta della libertà dell’uomo [...]. Cristo ha insegnato che l'uomo è fatto a immagine e somiglianza di Dio, e con ciò ne ha confermato la dignità in quanto essere spirituale libero, non schiavo della necessità naturale”
 (...) Dostoevskij conduce l’uomo per le vie estreme dell’arbitrio e della rivolta, per rivelare che nell’arbitrio si uccide la libertà, che nella rivolta si nega l’uomo. La via della libertà conduce o all’uomo-Dio e su questa via l’uomo trova solo la sua fine e la sua rovina, o al Dio-uomo e su questa via trova la sua salvezza e la consolidazione definitiva della sua immagine. L’uomo è tale solo in quanto è immagine e somiglianza divina, in quanto è Dio. Se non c’è Dio, se lui stesso è Dio, non c’è neppure l’uomo, allora perisce anche la sua immagine. Solo in Cristo si risolve il problema dell’uomo (...)” 
"La realtà dello spirito è testimoniata dall’intera esperienza dell’umanità: rifiutarla significa essere ciechi e sordi di fronte alla realtà, significa essere incapaci di distinguere le qualità dell’essere o di descrivere ciò che si distingue. Il mondo spirituale è tanto reale quanto quello delle cose naturali. Questa realtà non si può dimostrare, ma è percepita da coloro che riescono a distinguerne le qualità. Lo spirito, perciò, mira quasi a sopraffare il mondo oggettivo: la sua battaglia contro il potere dell’oggettivazione è una sorta di “rivoluzione spirituale”

.“Questo è il personalismo del Vangelo. La liberazione spirituale è la vittoria sul potere dell’estraneità. Questo è il senso dell’amore. Ma l’uomo diviene facilmente schiavo, non accorgendosene. Si libera perché dentro di lui c’è un principio spirituale, la capacità di non essere determinato dall’esterno. Ma la natura umana è così complessa e la sua esistenza è così intricata che l’uomo può cadere da una schiavitù all’altra, cadere in una spiritualità astratta, nel potere deterministico dell’idea generale. Lo spirito è uno, integro, ed è presente a ogni atto proprio. Ma l’uomo non è spirito, soltanto possiede lo spirito, e per questo negli atti spirituali stessi dell’uomo è possibile la disgregazione, l’astrazione, la degenerazione dello spirito. Una liberazione definitiva è possibile soltanto attraverso il legame dello spirito umano con lo spirito di Dio. La liberazione spirituale è sempre un rivolgersi a una spiritualità maggiore che non il principio spirituale nell’uomo, un rivolgersi a Dio. Ma anche il rivolgersi a Dio può essere colpito dall’infermità e trasformarsi in idolatria. Per questo è necessario una purificazione costante” (pp. 627-628).
 Berdjaev

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