Ungaretti. Un vate che approdò nel porto della fede |
|
|
***
In Ragioni d’una poesia Ungaretti (1888-1970) scrive: «Il
mistero c’è, è in noi. Basta non dimenticarcene. Il mistero c’è, e col
mistero, di pari passo, la misura; ma non la misura del mistero, cosa
umanamente insensata; ma di qualche cosa che in un certo senso al
mistero si opponga pur essendone la manifestazione più alta: questo
mondo terreno considerato come continua invenzione dell’uomo». Lontano
dal razionalismo e da una ragione ridotta a misura, Ungaretti è da
sempre animato da un vivo senso religioso, da un desiderio sincero di
capire le ragioni, di andare nella profondità delle cose. La sua poesia
vuole raccontare la scoperta della realtà e della verità. Nella poesia
che dà il titolo alla prima raccolta Il porto sepolto Ungaretti
scrive: «Vi arriva il poeta/ e poi torna alla luce con i suoi canti/ e
li disperde// Di questa poesia/ mi resta/ quel nulla/ d’inesauribile
segreto».
Nessun commento:
Posta un commento