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mercoledì 20 febbraio 2013

Il "peccato originale" di tutte le ideologie



Sisifo lungo ***
In un mondo che si è affrancato dal Mistero, da trecento anni imperano le ideologie. Alcune hanno già mostrato la corda, ma altre godono ancora di ottima salute. Scientismo, relativismo, progressismo, ecologismo hanno tutte la stessa presunzione: che l’uomo possa prendere il posto non più occupato da Dio.

Troppo spesso si usano i termini in maniera errata, volontariamente o involontariamente. Qualcuno parla del cristianesimo o del cattolicesimo come di un’ideologia, mentre come ha ben sottolineato Papa Benedetto XVI nell’enciclica Deus caritas est: «all'inizio dell'essere cristiano non c'è una decisione etica o una grande idea, bensì l'incontro con un avvenimento, con una Persona, che dà alla vita un nuovo orizzonte e con ciò la direzione decisiva».
Che cosa sono, invece, le ideologie e da cosa nascono? Perché da tre secoli stanno imperversando tanto che l’epoca contemporanea potrebbe essere definita come l’età delle ideologie? Il termine «ideologia» indica un pensiero o un sistema di pensiero pregiudiziale, senza un fondamento di verifica nella realtà. Quindi, lo sguardo ideologico è quella modalità di trattare il reale non partendo dall’osservazione e dal desiderio di conoscenza dello stesso, bensì dall’idea preconcetta che si possa già avere. Il sacerdote e filosofo Antonio Rosmini (1797-1855) scrive: «Non a torto l’italiano Napoleone se la prendeva con l’ideologia, quando intendeva con questa parola le teoriche di coloro che volevano regolare la società umana, escludendo tutte le condizioni reali e di fatto della medesima». Nella definizione di Napoleone l’ideologia ha, quindi, due caratteristiche: da un lato la sua presunzione di poter modificare, regolare, cambiare, violentare la realtà; dall’altro un tratto assoluto, ovvero svincolato dal reale, che non tiene conto della vera natura dell’uomo e della realtà. Il filosofo tedesco Karl Marx (1782-1838) considererà l’ideologia come una «dottrina o concezione (politica, morale, letteraria, ecc.) che nasconde sotto i propri princìpi ideali la difesa degli interessi della classe al potere (ed è completamente staccata da ogni preoccupazione di verifica obiettiva e storica)».

da:La ragione del cuore il blog di Giovanni Fighera

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