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martedì 8 giugno 2021

Nicola Zattoni

 

Nicola: un inno alla vita fino all’ultimo respiro

Nicola Zattoni nell'intervista rilasciata a TV2000 a febbraio 2021

Il suo cuore ha smesso di battere nella domenica del Corpus Domini. Agli amici, ai famigliari, aveva confidato che avrebbe voluto che il suo ultimo giorno di vita terrena fosse proprio la festa del Corpo e Sangue di Cristo. Nicola Zattoni, riccionese di 37 anni, è morto ieri, dopo aver combattuto contro la Sla che lo aveva colpito nell’estate del 2020. Un dolore immenso per chi gli ha voluto bene, o semplicemente per chi, in questi mesi, era venuto a contatto con la sua storia, ma anche la certezza che Nicola, fino all’ultimo respiro, ha amato la vita, pregustando la vita eterna che lo attendeva. I primi disturbi si erano presentati nell’estate del 2020, mentre era in vacanza in Islanda e ad ottobre, era arrivata, implacabile, la diagnosi: una forma di Sla particolarmente aggressiva. Da quando la malattia si era manifestata, attorno a Nicola si era riunito, in modo spontaneo un gruppo di persone che ogni sera, alle 21, su zoom, si collegava per pregare con e per lui. Amici, ma anche tante persone che non lo conoscevano personalmente. Tanto che il gruppo in poche settimane era arrivato a contare oltre 200 persone, che dall’Italia e dall’estero in lui trovavano nutrimento e speranza.

Della sua storia a febbraio  aveva parlato anche TV2000, nel programma Bel Tempo si Spera con un’intervista potente: “Ho sempre avuto nella vita il desiderio di servire – raccontava Nicola – nel senso di essere utile ma anche di accudire. Oggi sono ad io essere accudito in tutto, ho bisogno di tutti e mi chiedo: a cosa servo? Prima ero indipendente, viaggiavo, ero sempre in movimento, è terribile a 36 anni dipendere per tutto. Eppure questa cosa qui mi determina ma non mi definisce. La mia faccia non è quella di una persona schiacciata dalla malattia. Non vince il male, non vince la Sla.

Solo pochi giorni fa, il 1 giugno, una cena in terrazza con amici e famigliari per festeggiare il suo 37esimo compleanno. Nicola si è presentato elegantissimo all’appuntamento per regalarsi quello che sapeva essere anche una festa di commiato. La respirazione era facilitata dal respiratore e ha voluto che a tutti gli amici presenti e collegati in rete, fosse letto da un familiare un messaggio che aveva scritto quello stesso giorno: il suo testamento spirituale. “Tutto questo negli ultimi sei mesi è quello che ho sempre desiderato. Avreste dovuto vedere questa casa oggi pomeriggio. Decine di persone che lavoravano con il sorriso, grati. Ma dove si vede una cosa del genere? Chi fa tutto questo? Io vi auguro che la vostra vita possa essere piena come la mia. Io sto vivendo, e voi con me, un anticipo di paradiso. Per cui, quando tra poco non ci sarò, più saprete che non avrò smesso di festeggiare. La cosa che più mi riempie il cuore è che uno, guardando me, non può confondersi. Non sono forte. Non sono coraggioso. Non ho le spalle per questa croce. Sono semplicemente “preso”.

Il messaggio di Nicola, che gli amici hanno condiviso con la nostra redazione.

Cosa si può dire il giorno del proprio trentasettesimo compleanno? La mia vita è sempre stata dominata da un bisogno viscerale di essere preferito. Per tentare di soddisfare questa mia esigenza ho fatto di tutto. Ho cominciato a rubare i fiori dai giardini dei vicini per strappare una carezza a quella santa donna della mia mamma. Ma non mi sono fermato lì. Non mi sono fermato davanti a niente. La mia esigenza andava soddisfatta e non mi faceva problema la scompostezza. Poi crescendo, tra un innamoramento e un libro su una lavatrice, ho finalmente trovato quello che in maniera disperata avevo cercato tutta la vita. Prima aveva il volto di una donna. Poi lo sguardo paterno di don Carlo. Infine ha piano piano invaso tutti gli angoli della mia vita, un po’ alla volta.
Da allora c’è un altra esigenza che si è fatta spazio nel mio cuore. Che tutti sappiano cosa mi è successo. Che tutti Lo conoscano. Che tutti possano vedere che miracolo che è diventata la mia vita. Per cui quando andavo a cena con un amico pagavo sempre io per questo. Anche quando ero uno squattrinato. Era un modo per dire: guarda, amico mio, che per Quello che mi ha preso, io voglio dirti che ho una gratitudine così grande che anche i soldi non sono la cosa più importante. La cosa più importante è che tu possa renderti conto di Quello che mi ha preso. E così stasera: è un gesto curato, che dice di Chi sono, di chi è il mio cuore. Oppure la segreteria; volevo che uno vedendomi potesse chiedersi: ma perché uno che può fare quello che vuole, quando vuole, si fa un culo cosi? Ma cosa ha visto? Cosa gli è successo? Le persone che sono qui le preferisco tutte. È chiaro che il tavolo giovani vince sempre!… Oggi mi sono arrivati centinaia di messaggi da tutto il mondo. Ve li leggerei tutti perché capireste un po’ di più la grandezza della Sua opera nella mia vitaSì sta realizzando tutto. Mi sta realizzando. In tutto. Per esempio, ho sempre desiderato che nel mio lavoro potessi esprimere chi ero. Guardate che roba. La super chef Valentina e l’allestimento e il bar curati da Matteo: sono due miei clienti, anzi ormai amici. È quello che ho sempre desiderato. Beh, la mia vita alla fine è tutta cosi. Sono uno stronzo pazzesco al quale è accaduta una grande grazia. Sto vivendo una intensità di vita impossibile, inimmaginabile. Mio babbo mi ha chiamato figlio,fratello e padre. Mia mamma sta fiorendo come il suo giardino. Non sono mai stato così fratello dei miei fratelli. Non sono mai stato così innamorato. Hanno scritto canzoni per me. Hanno scritto poesie. Ho ricevuto una proposta di matrimonio. Ho pianto tutte le mie lacrime per lo struggimento affettivo che provo per ciascuno di voi. Mi capita spesso di pensare a qualcuno di voi e piangere perche mi scoppia il cuore di bene. Perché siete preziosi e vi preferisco. Tutto questo negli ultimi sei mesi è quello che ho sempre desiderato.
Avreste dovuto vedere questa casa oggi pomeriggio. Decine di persone che lavoravano con il sorriso, grati. Ma dove si vede una cosa del genere? Chi fa tutto questo? Io vi auguro che la vostra vita possa essere piena come la mia. Io sto vivendo, e voi con me, un anticipo di paradiso. Per cui, quando tra poco non ci sarò, più saprete che non avrò smesso di festeggiare.
La cosa che più mi riempie il cuore è che uno, guardando me, non può confondersi. Non sono forte. Non sono coraggioso. Non ho le spalle per questa croce. Sono semplicemente “preso”.
Ringrazio tantissimo ciascuno di voi perché siete un pezzetto del Suo volto“.

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