La vittoria di Nicola Zattoni nel definitivo abbraccio con il Mistero da cui era attratto
Lunedì, 07 Giugno 2021“Non vince il male, non vince la Sla“. Così affermava Nicola Zattoni nell’intervista che aveva rilasciato a TV2000 nel febbraio scorso. Ed anche ora, in cui apparentemente la Sla sembra aver vinto, resta intatta la forza di verità delle sue parole. “Dov’è morte la tua vittoria?”, si chiede san Paolo.
Nicola Zattoni, 37 anni, originario di Forlì ma da tempo residente a Riccione, è tornato alla casa del Padre nel tardo pomeriggio di ieri, festa del Corpus Domini. Ad amici e famigliari aveva confidato che gli sarebbe piaciuto lasciare questa terra nel giorno in cui la Chiesa festeggia il Corpo di Cristo.
La notizia si è sparsa velocemente, anche perché in questi mesi intorno a Nicola si era creato uno spontaneo movimento di persone che ogni sera alle 21 si collegava tramite Zoom per pregare con lui e per lui. Nicola raccontava cosa gli era capitato nel corso della giornata. Una giornata che, a dispetto della crescente immobilità a cui era costretto dalla malattia, era incredibilmente ricca di avvenimenti, di fatiche ma anche di sorprese positive, cioè di segni concreti della presenza di quel Mistero a cui aveva affidato la vita. Nel corso di questi appuntamenti si collegavano fino a 300 persone, non solo riminesi, ma da ogni parte d’Italia ed anche dall’estero.
Nicola aveva un temperamento vivace, era pieno di interessi, viveva intensamente il reale, per usare una famosa espressione di don Luigi Giussani. Amava molto viaggiare, in ogni parte del mondo, ed è proprio nel corso dell’ultimo viaggio, in Islanda nell’estate del 2020, che ha avvertito i primi sintomi della malattia. Poi nel mese di ottobre gli è stata diagnosticata una forma molto aggressiva di Sla, che in pochi mesi lo ha portato alla morte. “Sto vivendo una intensità di vita impossibile, inimmaginabile”, ha detto di quei giorni.
Nella citata intervista a Tv2000 aveva detto: “Ho sempre avuto nella vita il desiderio di servire nel senso di essere utile ma anche di accudire. Oggi sono ad io essere accudito in tutto, ho bisogno di tutti e mi chiedo: a cosa servo? Prima ero indipendente, viaggiavo, ero sempre in movimento, è terribile a 36 anni dipendere per tutto. Eppure questa cosa qui mi determina ma non mi definisce. La mia faccia non è quella di una persona schiacciata dalla malattia” .
Il 1 giugno scorso, con una cena sul terrazzo della casa che lo ospitava, è stato festeggiato il suo trentasettesimo compleanno. Nicola aveva ricevuto gli amici elegantissimo, certamente presentiva che quello era un addio. Anche in quell’occasione le sue parole però non hanno avutoil sapore della sconfitta ma trasudavano vittoria: “Tutto questo negli ultimi sei mesi è quello che ho sempre desiderato. Avreste dovuto vedere questa casa oggi pomeriggio. Decine di persone che lavoravano con il sorriso, grati. Ma dove si vede una cosa del genere? Chi fa tutto questo? Io vi auguro che la vostra vita possa essere piena come la mia. Io sto vivendo, e voi con me, un anticipo di paradiso. Per cui, quando tra poco non ci sarò più, saprete che non avrò smesso di festeggiare. La cosa che più mi riempie il cuore è che uno, guardando me, non può confondersi. Non sono forte. Non sono coraggioso. Non ho le spalle per questa croce. Sono semplicemente “preso“.
Donatella Magnani è un’amica che in questi mesi, insieme ad altri, gli è stata particolarmente vicina. Così descrive la sua esperienza: “Nel cuore di ciascuno domina, pur nel dolore, una profonda gratitudine fino a sfiorare un'esperienza di letizia. Perché? Perché con Nicola e da Nicola siamo stati sfidati a vivere all'altezza dei nostri desideri. Nicola viveva così e ce lo ha testimoniato fino alla fine. E ha sfidato anche il Mistero. C'è risposta alle esigenze più vere del nostro cuore? La si può incontrare, vedere, toccare? Nicola ha vissuto il rapporto con ciascuno di noi come quel pezzo del Mistero che dialogava con lui. E più il tempo passava più cresceva in lui lo struggimento di bene per ciascuno di noi e ci ha coinvolti in momenti dove la Bellezza con la B maiuscola diventava canti, cene, preghiera, dialoghi intensi. Nicola amava la bellezza segno della Bellezza del Mistero che stava plasmando la sua vita fino a fargli desiderare di vederLo negli occhi. Nicola desiderava vedere Chi era che lo aveva preferito tutta la vita. E lui ci ha detto "io ho provato di tutto, ma non c'è nulla di paragonabile alla Misericordia" Era felice di questa misericordia di cui era oggetto. E noi siamo stati contagiati da lui, trascinati dal suo Si, ridestando in modo nuovo l'io di ciascuno di noi, ciascuno nel punto di vita in cui era e in cui é. L'amicizia con Nicola infatti non ė finita... anzi ora è ancorata nell'Eterno... e come si fa a non essere grati, per lui, per la sua vita e per come ciascuno é stato rilanciato dentro la propria vita?”.
Sono pensieri di Donatella ma lei tiene a sottolineare che descrivono la coscienza e i sentimenti dei tanti che insieme a lei hanno condiviso questi mesi con Nicola.
I funerali di Nicola Zattoni si svolgeranno domani martedì 8 giugno alle 17 all’ex colonia Comasca, in viale Regina Elena 114. Da oggi alle 16 in viale Regina Elena 38 è allestita la camera ardente, dove sarà possibile rendere omaggio alla salma fino alle 19 e domani dalle 10 alle 15.
Il movimento di Comunione e Liberazione, al quale Nicola Zattoni apparteneva, ha introdotto l’avviso funebre con questi versi del poeta Paul Claudel:
Forse che il fine della vita è vivere?
Forse che i figli di Dio resteranno con fermi piedi
su questa miserabile terra?
Non vivere, ma morire,
e non digrossar la croce ma salirvi,
e dare in letizia ciò che abbiamo.
Qui sta la gioia, la libertà, la grazia,
la giovinezza eterna! [...]
Che vale il mondo rispetto alla vita?
E che vale la vita se non per essere data?
E perché tormentarsi
quando è così semplice obbedire?"
Qui sotto un brano dell'intervista a Tv2000
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