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lunedì 24 settembre 2012

 Le  prime formule del credo
***
Noi sappiamo che nei
primi secoli il sacramento veniva aministrato non
con la formula attuale, ma attraverso una triplice in_
terrogazione sulle fondamentali verità di fede, che
accompagnava una triplice immersione almeno parziale.
Eccola testimonianza di sant'Ambrogio, per la Chiesa
di Milano del quarto secolo:
"Sei  stato interrogato: "Credi in Dio Padre onnipotente?
Hai risposto: "Credo", e ti sei immerso, cioè sei stato sepolto.
Sei  stato interrogato di nuovo: "Credi nel Signore Gesù
Cristo e nella sua croce?". Hai risposto: "Credo, e  ti sei immerso; perciò sei stato sepolto con Cristo.
Chi infatti viene sepolto con Cristo, con Cristo risorge.
Per la terza volta sei stato interrogato:"Credi nello Spirito Santo?". 
Hai risposto: "Credo", e ti sei immerso per la terza volta, perché la triplice confessione cancellasse i molti peccati della
 tua vita passata. (De sacramentis II,20).

Più ricca è la forma battesimale che risulta in uso nella Chiesa di Roma alla fine del secondo secolo al principio del terzo:
«Credi in Dio onnipotente? Credo.
Credi in Gesù Cristo, Figlio di Dio, che per lo Spirito
 Santo nacque da Maria Vergine, fu crocifisso sotto

 Ponzio Pilato, morì, fu sepolto, risuscitò vivo dai
morti il terzo giorno salì al cielo, siede alla destra del
Padre, verrà a giudicare i vivi e i morti? Credo.
Credi nello Spirito Santo, la santa Chiesa e la risurrezione
 della carne? Credo"
(Traditio apostolica49).

Da questo "dialogo" battesimale che con qualche
variante è presente nella pratica di tutte le Chiese dell'Oriente

 e dell'Occidente, è nata la professione di fede 
che a giusto titolo viene detta "apostolica", dal
momento che tutti i suoi enunciati sono ricavati, come 

abbiamo visto nella nostra ricerca e dagli scritti degli apostoli.
Nel quarto secolo, poi per aiutare la fede delle comunità cristiane
 insidiate dal pullulare delle eresie trinitarie, si sono elaborate
professioni più analitiche e ampie, sempre rispettando la struttura 
fondamentale tripartita del Simbolo "apostolico".Così si è configurato il "Simbolo niceno-costantinopolitano ",
 accolto da tutte le Chiese ed entrato in  tutte le liturgie.
Card.  Biffi da "Il cuore dell'annuncio cristiano" ed. Elledici

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