L’Italia dei cattolici era il centro del mondo, l’Italia dei massoni vale meno di niente.Dostoevskij dixit
***
«Per duemila anni l’Italia ha portato in
sé un’idea universale capace di riunire il mondo, non una qualunque
idea astratta, non la speculazione di una mente di gabinetto, ma un’idea
reale, organica, frutto della vita della nazione, frutto della vita del
mondo: l’idea dell’unione di tutto il mondo, da principio quella romana
antica, poi la papale.
I popoli cresciuti e scomparsi in questi
due millenni e mezzo in Italia comprendevano che erano i portatori di
un’idea universale, e quando non lo comprendevano, lo sentivano e lo
presentivano. La scienza, l’arte, tutto si rivestiva e penetrava di
questo significato mondiale.
Ammettiamo pure che questa idea
mondiale, alla fine, si era logorata, stremata ed esaurita (ma è stato
proprio così?) ma che cosa è venuto al suo posto, per che cosa possiamo
congratularci con l’Italia, che cosa ha ottenuto di meglio dopo la
diplomazia del conte di Cavour?
È sorto un piccolo regno di
second’ordine, che ha perduto qualsiasi pretesa di valore mondiale,
[...] un regno soddisfatto della sua unità, che non significa
letteralmente nulla, un’unità meccanica e non spirituale (cioè non
l’unità mondiale di una volta) e per di più pieno di debiti non pagati e
soprattutto soddisfatto del suo essere un regno di second’ordine.
Ecco quel che ne è derivato, ecco la creazione del conte di Cavour!»
(Fëdor Michajlovic’ Dostoevskij,
“Diario di uno scrittore”, ed. it. a cura di Ettore Lo Gatto, Sansoni,
Firenze 1981, 1877, Maggio-Giugno, capitolo secondo, pp. 925-926.
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