"Questo mondo così com'è
fatto non è sopportabile.
Ho bisogno della luna,
o della felicità o dell'immor-
talità, di qualcosa che sia
demente forse, ma che
non sia di questo mondo."
Albert Camus,
Caligola
"La Chiesa è il luogo dove tutte le verità si incontrano"................. Gilbert Keith Chesterton
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Albert Camus,
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AZIONE ANTITUMORALE DI ALCUNI ANTIBIOTICI E SOSTANZE NATURALI
Claudio Sauro 29 Luglio 2016
Da poco si stà studiando l’azione antitumorale di alcuni antibiotici, il punto è che di alcuni non si conosce ancora il meccanismo. Vediamo di che antibiotici si tratta:
- La doxaciclina (usatissima dai dermatologi per l’acne)(BASSADO)che ha dimostrato di essere attiva nei linfomi, nel glioblastoma, il cancro del seno, il cancro delle ovaie ed il cancro della prostata.sembra sia estremamente selettiva nel curare questi tumori agendo sul citocromo S30 del tumore.
- I macrolidi ed in particolare la Doxaciclina che ha dimostrato una buona attività nel carcinoma del polmone sia a piccole cellule che a grandi cellule agendo sul citocroma S50 neoplasia. Deve comunque ancora essere testata anche su altri carcinomi; non dimentichiamo infatti che tutti i carcinomi hanno il citocromo S50.
- E praticamente tutti i farmaci antifungini tipo la Doxaciclina che hanno dimostrato un buon effetto su tutti i carcinomi; si è postulato che agiscano come angiogenetici, ma la loro azione angiogenetica è modesta e non giustifica l’attività antitumorale.
- Farmaci che si trovano in natura come l’acido propionico, questo è un acido carbossilico a catena corta che si trova comunemente nelle ghiandole sudoripare a cui conferisce il caratteristico odore e nell’intestino dove viene sintetizzato in grande quantità da alcuni batteri, in particolare dal Propionibacterium ma anche da batteri lattici. Esso si trova pure nei formaggi svizzeri anche se in piccola quantità(Emmental) ed impedisce che questi facciano la muffa. Viene pure messo in moltissimi cibi come antifungino, in particolare nel pane come propionato di calcio e di sodio. Quello che è caratteristico è che l’acido propionico ha dimostrato di essere un antitumorale. Il meccanismo ancora non si conosce ed è allo studio. L’acido propionico esercita un effetto antitumorale anche a livello sistemico anche se va in circolo in piccolissime dosi. Una flora intestinale probiotica ne produce parecchio ed impedisce che l’intestino venga colonizzato da muffe. A dosi alte se va in circolo da una leggera eccitazione ma si è visto che può essere utile nell’autismo anche se non è ancora entrato in terapia. Ma questo ci dice che nelle forme autistiche è utile avere una flora intestinale probiotica, e questa è una constatazione che aveva fatto e segnalato anche il Prof. Luciano Pecchiai.
- L’acido caprilico presente in numerosi alimenti ha dimostrato di avere una buona attività antitumorale. Si tratta di un acido carbossilico con formula CH3(CH2)6COOH. Ne bastano 5-6 gr perchè eserciti un azione antitumorale per via sistemica. Stranamente, alla stessa dose esercita anche una buona attività antifungina.
- L’azione antitumorale della Vit D non sembra legata solo ai recettori di membrana ma anche ad un antibiotico ad ampio spettro che essa produce la la CATELCIDINA che era usata inizialmente sul bacillo tubercolare ma si è poi visto che ha un azione antibiotica energica su tutti i batteri, muffe e virus (il meccanismo è ancora da chiarire) e dal momento che le cellule tumorali molto spesso vengono riconosciute dall’organismo come corpi estranei, sviluppando in tal modo l’organismo nei loro confronti una modesta attività anticorpale, non è da escludere che i T-Linfociti in presenza di Vit D possano sviluppare CATELICIDINE anche nei confronti delle cellule tumorali. Del resto tutta l’IMMUNOTERAPIA ONCOLOGICA si basa sulla risposta immunitaria che sviluppa l’organismo nei confronti delle cellule tumorali.In questo senso potremmo considerare la Vit D come il primo ed il più importante ANTICORPO MONOCLONALE.
- L’azione antibiotica di numerose sostanze naturali come l’allicina dell’aglio e della cipolla che agisce soprattutto sui funghi, ma anche sui batteri gram positivi, e lazione antibiotica di numerose sostanze contenute nelle brassicacee che sembrano soprattutto legate ai prodotti solforati. E’ interessante notare che aglio, cipolla e brassicacee hanno una buona azione antitumorale.
- L’azione antibiotica del Cloruro di Magnesio pare si estenda a tutti i batteri e funghi con meccanismo ancora sconosciuto. Lo abbiamo ampiamente trattato e la sua antibiotica è stupefacente il Cloruro di Magnesio ho constatato più volte che agisce a livello sistemico meglio di un comune antibiotico.
- L’azione antibiotica di certi Sali se iniettati direttamente nel tumore, ricordiamo il Bicarbonato di Sodio, metodo usato da Simoncini il quale ha scritto un libro con tanto di documentazione, cartelle cliniche ecc, il quale sostiene che il Bicarbonato di Sodio si diffonde nel tumore con molta rapidità e lo disgrega. Io vorrei chiedere a Simoncini, perché non ha usato il Cloruro di Magesio che si diffonde ancora meglio essendo estremamente igroscopico ed il magnesio (a differenza del sodio) penetra nella cellula tumorale e la basifica mandandola in apoptosi. Alla fine voglio porre un filmato in proosito.
Ho voluto fare questo Post come compendio del precedente, perché (il precedente ) troppo lungo, complesso, ed illeggibile dai profani in medicina. Posto ciò, è interessante tutta questa attività antitumorale degli antibiotici sia di sintesi che naturali il cui meccanismo antitumorale non si è ancora del tutto capito.
P.S La doxaciclina bisogna assumerla alla dose di 200 mg al giorno (2 cp di Bassado) per 15 giorni e continuare per almeno 2 mesi con 100 mg e funzioa realmente sul Glioblastoma io direi meglio di una Chemioterapia Ufficiale. Il motivo per cui non si è fatto forse risiede nel prezzo. . Il Bassado costa 4 euro, vi lascio immaginare se lo usano. L'azitromicina (macrolide) fa regredire nel 60% dei casi il tumore polmonare, che lo guarisca è ancora presto per dirlo perchè gli studi sono appena iniziati. L'acido propionico agisce soprattutto sui carcinomi dove esercita una buna azione (50-60% dei casi di regressione, per la guarigione completa bisognerà aspettare ancora un po di tempo visto che anche qui gli studi sono appena iniziati e dal momento che non costa nulla e non è brevettabile non so neppure se continueranno gli studi. Un discorso particolare va fatto per la CATELICIDINA prodotta dalla Vit D, la quale sembra agire su tutti i tumori. L'azione antitumorale di Aglio e Cipolla è nota fin dal 1960, una recente ricerca fatta dalla Columbia University ha dimostrato che a titolo preventivo riduce i tumori del 50%. La ricerca è stata condotta su 150 mila persone. La quantità di Cloruro di Magnesio, perchè sia antibiotica deve essere di 5-6 gr al giorno. Se vi da diarrea prendete un antidiarroico tipo Dissenten (una cp dopo ogni scarica) e fermenti lattici, particolarmente efficace è il Lactobacillus Rhamnosus (Kaleidon 60 cp ne bastano 2 cp al giorno).
P.S Ma il fatto che tante sostanze che hanno azione antibiotica ed antifungina non vi fa sospettare che alla base di molti tumori non ci possa essere anche una patologia batterica o micotica.
Il peggiore dei vizi, e il meno riconosciuto.
Sorge qui un grave quesito. Come mai persone palesemente divorate dalla superbia e dall’orgoglio possono dire di credere in Dio e considerarsi religiosissime? Il fatto è, temo, che costoro adorano un Dio immaginario. Ammettono teoricamente di essere niente al cospetto di questo Dio fantomatico, ma in realtà sono convinte che Egli le approvi e le ritenga molto migliori della gente comune: pagano a Dio, cioè, un soldo di umiltà immaginaria, e ne ricavano mille di superbia verso i loro simili. A questa gente pensava Cristo, suppongo, annunciando che alcuni avrebbero predicato e scacciato i demoni in Suo nome, ma alla fine del mondo si sarebbero sentiti dire che Egli non li aveva mai conosciuti. E ognuno di noi può cadere in ogni momento in questa trappola mortale. Fortunatamente c’è una cosa che può metterci sull’avviso. Quando ci accorgiamo che la nostra vita religiosa ci dà la sensazione di essere buoni – di essere, soprattutto, migliori di qualcun altro – possiamo essere sicuri, penso, che in noi agisce non Dio, ma il diavolo. La vera prova che si è in presenza di Dio è dimenticarsi completamente di se stessi, o vedere se stessi come un oggetto piccolo e vile.
Meglio è dimenticarsi completamente di sé.
E’ triste che il peggiore dei vizi riesca a insinuarsi di frodo nel centro stesso della nostra vita religiosa. Ma possiamo capire perché. Gli altri vizi, meno maligni, provengono dall’azione del diavolo in noi tramite la nostra natura animale. Questo vizio, invece, non ha per tramite la nostra natura animale. Viene direttamente dall’Inferno. E’ puramente spirituale, e quindi molto più subdolo e mortifero. Per la stessa ragione, spesso si fa ricorso alla superbia per sconfiggere gli altri vizi. Gli insegnanti, per esempio, fanno spesso appello alla superbia, all’orgoglio, o, come dicono, all’amor proprio di un allievo per indurlo a comportarsi bene; e non di rado accade di vincere la propria pusillanimità, lussuria o iracondia dicendo a se stessi che queste sono cose indegne di noi – ossia, per superbia. Il diavolo se la ride. E’ contentissimo che tu diventi casto, coraggioso e capace di dominarti, purché egli possa istituire dentro di te la dittatura della superbia; così come sarebbe felicissimo che tu guarissi dai geloni, se in cambio gli fosse consentito di farti venire il cancro. La superbia, infatti, è un cancro spirituale: divora ogni possibilità di amore, di contentezza, di semplice buonsenso.
Da Il cristianesimo così com’è, C. S. Lewis
CIO' CHE LA CHEMIOTERAPIA E'
Alessandro Bellino ha riportato alcuni studi molto interessanti sull’oncologia e la chemioterapia che credo valga la pena evidenziarli anche per sottolineare i punti più significativi. Non apporterò nessuna modifica.
CANCRO: LA RIVOLUZIONE SCIENTIFICA E IL CAMBIO DI PARADIGMA Marcello Pamio – 16 settembre 2016
A livello globale sta succedendo qualcosa di molto particolare: le più importanti riviste scientifiche accreditate (quelle col più alto Impact Factor, fattore d’impatto), stanno pubblicando studi e ricerche che minano alla base l’attuale paradigma. LA VERITÀ COME SI SA È FIGLIA DEL TEMPO E STIAMO ASSISTENDO AD UN GRANDE, STRUTTURALE E DIROMPENTE CAMBIAMENTO SCIENTIFICO. IL VECCHIO VERRÀ SPAZZATO VIA DAL NUOVO, CHE CI PIACCIA O NO. Gli accanimenti vergognosi che si stanno scatenando su tutti quei medici che in Scienza e Coscienza seguono le volontà dei propri assistiti e tralasciano i diktat delle industrie del farmaco vengono sistematicamente tacciati di ciarlataneria e pesantemente minacciati; gli attacchi mediatici dei media mainstream sulle persone che decidono di intraprendere altre strade aldilà della mortiferia chemio indicano esattamente questo. LE PERSONE STANNO PRENDENDO SEMPRE PIÙ COSCIENZA SU VARI FRONTI: I RISCHI DELLE VACCINAZIONI PEDIATRICHE, I GROSSISSIMI PERICOLI DI CHEMIO E RADIO, L’IMPORTANZA DI UNO STILE DI VITA SANO IN PRIMIS L’ALIMENTAZIONE, e questo sta facendo tremare il terreno sotto i piedi dell’Industria della malattia, che non guadagna se le persone rimangono sane! RICORDIAMO SEMPRE CHE IL PERICOLO PIÙ GRANDE PER IL SISTEMA È IL RISVEGLIO DELLE COSCIENZE. Gli studi qui sotto elencati rappresentano solo una piccolissima parte della mole di lavoro che è stata pubblicata ufficialmente.
CONTRIBUTO DELLA CHEMIOTERAPIA ALLA SOPRAVVIVENZA A 5 ANNI Clinical Oncology, dicembre 2004 Nel 2004 una delle più prestigiose riviste di oncologia del mondo, Clinical Oncology pubblica a firma di Grame Morgan (professore di radiologia al Royal North Shore Hospital di Sidney), Robyn Ward (professore oncologo dell’University of New South Wales) e Michael Barton (radiologo e membro del Collaboration for Cancer Outcome Research and Evaluation del Liverpool Health Service d Sidney), un imponente studio osservazionale della durata di ben 14 anni su 227.874 pazienti (72.903 australiani e 154.971 americani) sui 22 tipi di tumori più diffusi. Il titolo è il “Contributo della chemioterapia citotossica alla sopravvivenza a 5 anni dei tumori in adulti”. Quando i dati erano incerti gli autori hanno deliberatamente stimato in eccesso i benefici della chemioterapia. NONOSTANTE QUESTO LO STUDIO HA CONCLUSO CHE LA CHEMIOTERAPIA NON CONTRIBUISCE PIÙ DEL 2% ALLA SOPRAVVIVENZA (AUSTRALIA 2,3%, STATI UNITI 2,1%). “Molti medici continuano a pensare ottimisticamente che la chemioterapia citotossica possa aumentare significativamente la sopravvivenza dal cancro”, scrivono nell’introduzione gli autori. “In realtà - continua il professor Grame Morgan - MALGRADO L’USO DI NUOVE E COSTOSISSIME COMBINAZIONI DI COCKTAILS CHIMICI… NON C’È STATO ALCUN BENEFICIO NELL’USO DI NUOVI PROTOCOLLI”. La domanda che sorgere spontanea è: se la chemioterapia citotossica contribuisce nella sopravvivenza a 5 anni per un misero 2%, cos’è accaduto al rimanente 98% delle persone? Sono morti prematuramente? Sono morti per cancro o per la chemio?
SOVRADIAGNOSI DI TUMORE AL SENO NEGLI SCREENING British Medical Journal, 9 luglio 2009 Il BJM pubblica una revisione sistematica a firma di Peter Gøtzsche il direttore del Cochrane Center di Copenhagen sullo screening mammografico. Lo scopo era quello di stimare l’entità delle diagnosi di tumori innocui (in situ) che non provocano non solo la morte del paziente ma che non danno alcun sintomo, nei programmi di screening di massa. La meta-analisi che ha revisionato i dati di Regno Unito, Canada, Australia, Svezia e Norvegia, ha stimato una sovradiagnosi del 52%. Quindi la conclusione dei ricercatori è che “l'aumento di incidenza di cancro al seno è strettamente connessa con l'introduzione degli screening”. DELLA SERIE: PIÙ SCREENING FACCIAMO E PIÙ TUMORI TROVANO. MA DI QUALI TUMORI STIAMO PARLANDO? PICCOLI TUMORI IN SITU CHE NON CREANO NESSUN PROBLEMA ALLA SALUTE, POSSONO RIMANERE NEL SENO PER TUTTA LA VITA O ADDIRITTURA VENIR RIASSORBITI, OPPURE SI TRATTA DI UN CANCRO PERICOLOSO? LA DIAGNOSI PRECOCE NON FA ALCUNA DISTINZIONE. Per fortuna “1 su 3 dei tumori al seno rilevati è sovradiagnosi”, cioè non rappresenta un problema per la salute…
I TRATTAMENTI CHEMIOTERAPICI NEL CANCRO INDUCONO CHEMIO-RESISTENZA Nature, 5 agosto 2012 La rivista con uno dei più alti Impact Factor (Fattore di impatto) al mondo pubblica uno studio dal titolo: “Treatment-induced damage to the tumor microenvironment promotes prostate cancer therapy resistance through WNT16B” . Questo studio evidenzia che la chemioterapia usata per combattere il cancro in realtà può stimolare nelle cellule sane circostanti la secrezione di una proteina (WNT16B) che sostiene la crescita e rende 'immune' il tumore a ulteriori trattamenti. ANALIZZANDO GLI EFFETTI DI UN TIPO DI CHEMIOTERAPIA SU TESSUTI RACCOLTI DA PAZIENTI AFFETTI DA TUMORE ALLA PROSTATA, SONO STATE SCOPERTE "EVIDENTI DANNI NEL DNA" NELLE CELLULE SANE INTORNO ALL'AREA COLPITA DAL CANCRO. QUESTE ULTIME PRODUCEVANO QUANTITÀ MAGGIORI DELLA PROTEINA WNT16B CHE FAVORISCE LA SOPRAVVIVENZA DELLE CELLULE TUMORALI. La scoperta che "l'aumento della WNT16B...interagisce con le vicine cellule tumorali facendole crescere, propagare e, più importante di tutto, resistere ai successivi trattamenti anti-tumorali...era del tutto inattesa", ha spiegato il co-autore della ricerca Peter Nelson del Fred Hutchinson Cancer Research Center di Seattle nello stato di Washington. "I NOSTRI RISULTATI - HANNO SPIEGATO I RICERCATORI - INDICANO CHE IL DANNO NELLE CELLULE BENIGNE PUÒ DIRETTAMENTE CONTRIBUIRE A RAFFORZARE LA CRESCITA 'CINETICA' DEL CANCRO", E QUESTO HA TROVATO CONFERMA ANCHE NEI TUMORI AL SENO E ALLE OVAIE. IN PRATICA QUESTO STUDIO DIMOSTRA CHE LA CHEMIOTERAPIA È IN GRADO DI “RAFFORZARE LA CRESCITA DEL CANCRO”. LA MAMMOGRAFIA NON SALVA LA VITA British Medical Journal, 11 febbraio 2014 Il BJM pubblica uno studio canadese eseguito su 90.000 donne durato 25 anni per verificare se la mammografia è in grado di salvare vite umane. Questo studio afferma innanzitutto che “la mammografia non salva la vita”, e che “ALMENO PER 1 PAZIENTE SU 5 LA DIAGNOSI DI TUMORE È SBAGLIATA”. La diagnosi precoce, cioè la mammografia, al contrario di quello che si aspettavano i medici, al confronto della semplice palpazione, non riduce la mortalità, anzi porterebbe a sovrastimare e quindi a sovradiagnosticare spingendo a CURE INVASIVE E TOSSICHE ASSOLUTAMENTE NON NECESSARIE.
META' DELLA RICERCA MEDICA E' FALSA The Lancet, 11 aprile 2015 "GRAN PARTE DELLA LETTERATURA SCIENTIFICA, FORSE LA METÀ, POTREBBE ESSERE SEMPLICEMENTE FALSA. Le problematiche sono molteplici: studi con campioni di piccole dimensioni, effetti molto piccoli, analisi esplorative non valide e palesi conflitti di interesse, insieme a un'ossessione per il perseguimento di tendenze (mode) di dubbia importanza. La scienza ha preso una piega verso il buio”. Così scrive Richard Horton, caporedattore del Lancet. IL DOTTOR HORTON HA RECENTEMENTE DICHIARATO CHE MOLTISSIME DELLE RICERCHE PUBBLICATE SONO, NELLA MIGLIORE DELLE IPOTESI, INAFFIDABILI, SE NON COMPLETAMENTE FALSE. Quindi le cosiddette riviste mediche credibili stanno sempre più perdendo credibilità agli occhi degli esperti, e perfino dei collaboratori delle riviste stesse. La colpa è di molti attori in gioco: da una parte i redattori delle riviste che aiutano ed incoraggiano i peggiori comportamenti, dall’altra C’È UNA ENORME QUANTITÀ DI RICERCA SPAZZATURA CHE FA COMODO ALLE LOBBIES PER SOSTENERE LE TEORIE UFFICIALI e andare contro al nuovo che si sta facendo breccia nella scienza.
ERRORI MEDICI LA TERZA CAUSA DI MORTE British Medical Journal, 16 maggio 2016 Un recentissimo studio pubblicato dal British Medical Journal ha dell’incredibile: l’errore medico non è incluso nei certificati medici e nelle statistiche riguardanti le cause di morte. Un report del 2004 riguardante i decessi di pazienti ricoverati negli ospedali riferita alla popolazione con assistenza sanitaria stimò che 575.000 decessi sono stati causati da errori medici tra il 2000 e il 2002. Se tale media venisse applicata a tutte le ammissioni registrate negli ospedali statunitensi nel 2013 il numero delle morti diventerebbe più di 400.000 all’anno! Questo studio dimostra che le morti per cause iatrogene sono molto sottostimate e QUINDI GLI ERRORI MEDICI SONO UNA DELLE PRIME TRE CAUSE DI MORTE (le altre sono cancro, malattie cardiovascolari) a livello mondiale.
DAL 50 AL 90% DEI TUMORI ALLA TIROIDE SONO SOVRADIAGNOSI New England Journal of Medicine, 18 agosto 2016 Una ricerca sul cancro alla tiroide arriva dall’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro (Iarc) di Lione e dall’Istituto Nazionale Tumori CRO di Aviano. Lo studio - assai poco pubblicizzato - è stato pubblicato sul NEJM. La diagnosi di tumori alla tiroide negli ultimi 20 anni ha visto una impennata del 200%, ma - precisano gli esperti che hanno firmato lo studio – non si tratta di una epidemia. I CASI SONO IN CRESCITA MA SI TRATTA DI SOVRADIAGNOSI. UNA QUOTA ELEVATISSIMA CHE VARIA TRA IL 50 E IL 90% È INFATTI SOVRADIAGNOSI! Si tratta di carcinomi in situ del tutto innocui che non creano nessun problema alla salute e soprattutto non vanno assolutamente curati, non necessitano di alcun trattamento. Gli studiosi hanno usato nella loro analisi i dati dei registri tumori di 12 Paesi: Australia, Danimarca, Inghilterra, Finlandia, Francia, Italia, Giappone, Norvegia, Corea, Scozia, Svezia e Stati Uniti. «Paesi come Usa, Italia e Francia hanno tassi maggiori di sovradiagnosi dovuti all’introduzione e all’ampia diffusione, dagli anni Ottanta in poi, dell’ecografia - spiega Salvatore Vaccarella, autore principale dello studio. E lo stesso è avvenuto recentemente nella Repubblica Coreana, dove il carcinoma tiroideo è diventato il cancro più frequente nel sesso femminile, ma nel 90% dei casi identificati tra il 2003 e il 2007 si tratta di sovradiagnosi». QUESTO STUDIO DIMOSTRA INEQUIVOCABILMENTE CHE PIÙ ESAMI DIAGNOSTICI SI ESEGUONO E PIÙ AUMENTA IL NUMERO DELLE DIAGNOSI DI TUMORE. QUESTO DISCORSO NON È VALIDO SOLO PER LA TIROIDE MA PER QUALSIASI ALTRO ORGANO: SENO, PROSTATA, INTESTINO, POLMONE, ECC. Sapere questo è di vitale importanza perché la stragrande maggioranza dei casi di diagnosi di tumore si tratta di sovradiagnosi, cioè di situazioni innocue per la salute, ma il paziente e il medico ovviamente non lo sanno. Cosa fare allora?
LA CHEMIO UCCIDE FINO AL 50% DEI PAZIENTI ENTRO UN MESE DALLA CURA Lancet Oncology, settembre 2016 Il famoso Lancet Oncology se ne esce con uno studio estremamente interessante che lancia un allarme sulla nocività della chemio. IL TRATTAMENTO PRINCIPE DEL CANCRO È IMPUTATO DI UCCIDERE OLTRE IL 50% DEI PAZIENTI ENTRO IL PRIMO MESE DALL’INIZIO DELLA CURA. Lo studio ha preso in considerazione 23.000 donne e 10.000 uomini con carcinoma polmonare. Di questi 9.634 sono stati sottoposti a chemio nel 2014 ed entro 30 giorni ne sono morti 1.383 L'indagine ha rilevato che in Inghilterra circa l’8,4% dei pazienti con cancro del polmone e il 2,4% di quelli con tumore al seno sono deceduti entro un mese dall’avvio del trattamento. Ma in alcuni ospedali il tasso di mortalità per chemioterapia contro il carcinoma polmonare è risultato addirittura del 50,9%. SE UN PAZIENTE MUORE NELLE PRIME SETTIMANE DALL’INIZIO DELLA CURA NON È STATO CERTO IL CANCRO AD UCCIDERLO, E SE QUINDI NON È STATA LA MALATTIA È STATA LA “CURA”… FINE DEL PARADIGMA Secondo lo storico e filosofo della scienza Thomas Samuel Kuhn le rivoluzioni scientifiche segnano i diversi momenti della storia della scienza. La prevalenza di un dato paradigma segna una fase di “scienza normale” e in questa fase il paradigma dominante non viene mai messo in discussione. In questa fase i protocolli e le cure ufficiali non si toccano. Quando invece sorgono quelle che lui chiamava “anomalie” (noi le possiamo identificarle con studi ufficiali che vanno in direzione contraria a quella della visione odierna, e anche con l’aumento delle persone che prendono coscienza in ambito salutistico e terapeutico) si formano delle situazioni di crisi. L’accumulo di queste ‘anomalie’ sfociano in una vera e propria “rivoluzione scientifica” contraddistinta dall’adozione di un nuovo paradigma. Tale adozione di fatto istituisce una nuova comunità scientifica, ed è forse quello che stiamo vedendo accadere nella nostra società…
P.S Penso che non valga neppure la pena di fare un commento, gli studi si commentano da soli. Io piuttosto oserei dire che non abbiamo dei termini di paragone con chi non l’ha fatta, dal momento che sembra che tutti la facciano. I pochi ai quali non viene proposta è perché sono affetti da malattie gravi, generalmente gravi cardiopatici che hanno pure il diabete oppure persone che hanno una cirrosi epatica scompensata. Per queste persone che non l’hanno fatta non troverete nessuna statistica ufficiale. Se siete abbastanza sani (a parte il tumore) se vi rifiutate di farla , gli oncologi vi terrorizzeranno dicendo che morirete presto e siete pazzi a rifiutarla. Questo accade addirittura con tumori che neppure vedono. Si avete capito bene, neppure vedono. E’ successo ad una giovane donna (38 anni) che mi ha raccontato la sua storia per telefono lasciandomi allibito. Aveva avuto una piccola perdita di liquido dalla mammella, liquido frammisto ad emazie. Hanno analizzato il liquido che era fuoriuscito (pochissimo) ed hanno detto che erano presente cellule tumorali altamente indifferenziate (tumorali) . Al che hanno fatto subito una mammografia ma non hanno visto nulla. E’ stata allora predisposta una Risonanza Magnetica con Mezzo di Contrasto ma anche questa non ha visto nulla. Ma c’era il dato inconfutabile che dal capezzolo della mammella erano fuoriuscite cellule altamente tumorali. Di fronte a questa evidenza gli hanno proposto l’intervento di asportazione mammaria. Non sapendo bene dove fosse il tumore gli hanno asportato gran parte della mammella e per sicurezza alcuni linfonodi anche se erano risultati negativi all’esame bioptico. La parte asportata ha rivelato un tumore di 4 mm altamente indifferenziato . Questo è quello che le hanno detto, ma poniamo il caso che non avessero trovato nulla ma solo una ghiandola un po infiammata, pensate che le avrebbero detto “ le abbiamo asportato la mammella per sbaglio, perché c’era solo una ghiandola un po infiammata??”” Io credo di no, avrebbero dovuto giustificare un amputazione che si ripercuoteva gravemente anche a livello psicologico, pertanto l’unica cosa che potevano dire è che il tumore c’era. Le hanno detto “era un tumore molto piccolo di soli 4 mm, per questo non l’abbiamo visto che la mammografia e con la RM” . Però attenendosi al protocollo le hanno proposto di fare un ciclo di Chemioterapie a cui sarebbero seguite un ciclo di Radioterapie. Ed è stato a quel punto che la donna ha avuto qualche dubbio e mi ha telefonata “Cosa devo fare secondo lei dottore??” La risposta non la dico, ve la lascio immaginare. Vi racconto piuttosto un altro caso, uno di quei casi che non ha fatto chemio e radio perché “troppo ammalato”. Forse ve l’ho già raccontato , ma in questo contesto val la pena ripeterlo. Ad un anziano, mio paziente, gli è stato diagnosticato un grosso tumore polmonare. Il tumore primario aveva metastatizzato anche l’altro polmone. La scoperta è stata casuale dal momento che poiché presentava da tempo una tosse insistente l’ho visitato ed ho sentito dei rantoli ai polmoni. Ricordo che ho prescritto un antibiotico (saranno passati ormai 20 anni) ma dal momento che il quadro non migliorava ho pensato di fare una lastra al torace. La lastra ha diagnosticato un grosso tumore al polmone Dx con metastasi al polmone Sx. Mandato subito dall’Ospedale di Tregnago al Centro Oncologico di Verona, valutando che era gravemente cardiopatico e diabetico hanno pensato di non fare assolutamente nulla, ma di mandarlo a casa a morire con prognosi di 3 mesi. Io non mi ero ancora addentrato nella problematica dei tumori, pertanto gli avrò dato al massimo qualche ricostituente oltre all'antibiotico, di solito prescrivo il Supradin perché contiene tutte le vitamine e gli oligoelementi. Fatto sta che l’anziano non è morto dopo tre mesi, ma dopo 4 anni, e neppure per il tumore, ma per un infarto, mentre portava una palla di fieno al suo fienile.
AVVERTIMENTO SULLA CHEMIOTERAPIA IN QUANTO CENTINAIA DI PERSONE MUOIONO A CAUSA DI FARMACI ANTITUMORALI
I pazienti dovrebbero essere avvertiti dei pericoli della chemioterapia dopo che la ricerca ha dimostrato che i farmaci antitumorali uccidono fino al 50% dei pazienti in alcuni ospedali.
Per la prima volta i ricercatori hanno esaminato il numero di pazienti oncologici morti entro 30 giorni dall'inizio della chemioterapia , il che indica che il farmaco è la causa della morte, piuttosto che il cancro.
Lo studio di Public Health England e Cancer Research UK ha rilevato che in tutta l'Inghilterra circa l'8,4 per cento dei pazienti con cancro del polmone e il 2,4 per cento dei pazienti con cancro al seno sono morti nel giro di un mese.
Ma in alcuni ospedali la cifra era molto più alta. A Milton Keynes il tasso di mortalità per il trattamento del cancro del polmone era del 50,9 per cento, sebbene fosse basato su un numero molto limitato di pazienti.
A Lancashire Teaching Hospitals il tasso di mortalità a 30 giorni era del 28% per la chemioterapia palliativa per il cancro del polmone, che viene somministrato quando non si prevede una cura e il trattamento per alleviare i sintomi.
Le morti di pazienti affetti da cancro del polmone da chemioterapia erano anche molto più alti rispetto alla media nazionale a Blackpool, Coventry, Derby, South Tyneside e Surrey e Sussex, secondo la ricerca.
Allo stesso modo, circa una persona su cinque che ha subito cure palliative per il cancro al seno presso gli ospedali dell'Università di Cambridge è deceduta a causa del loro trattamento.
Public Health England (PHE), ha dichiarato di aver contattato gli ospedali interessati per chiedere loro di rivedere le pratiche.
Il dott. Jem Rashbass, Cancer Lead for PHE, ha dichiarato: "La chemioterapia è una parte vitale del trattamento del cancro ed è una delle ragioni principali del miglioramento dei tassi di sopravvivenza negli ultimi quattro decenni.
"Tuttavia, si tratta di farmaci potenti con effetti collaterali significativi e spesso ottenere l'equilibrio giusto su quali pazienti trattare in modo aggressivo può essere difficile.
"Quegli ospedali i cui tassi di mortalità sono al di fuori dell'intervallo previsto hanno avuto i risultati condivisi con loro e abbiamo chiesto loro di rivedere le loro pratiche e dati".
Lo studio ha esaminato più di 23.000 donne con cancro al seno e quasi 10.000 uomini con 9634 carcinoma polmonare non a piccole cellule sottoposti a chemioterapia nel 2014. Di quelli trattati 1.383 morì entro 30 giorni.
A woman undergoes chemotherapy
Più di 1.300 pazienti con cancro al polmone e al seno sono morti a causa della chemioterapia nel 2014, lo studio mostra Credit: Alamy
L' emoterapia C è tossica per l'organismo perché non discrimina tra cellule sane e cancerose.
I ricercatori hanno anche scoperto che c'erano differenze significative nella sopravvivenza per le persone anziane e per coloro che avevano problemi di salute. Hanno consigliato ai medici di essere più attenti nel selezionare i pazienti per il trattamento in cui potrebbe fare più male che bene.
"Le statistiche non suggeriscono la cattiva pratica in generale, ma ci sono alcuni valori anomali", ha detto il professor David Dodwell, Institute of Oncology, St James Hospital, Leeds, Regno Unito.
"Potrebbero essere problemi di dati, e le cifre sono distorte a causa di pochi decessi, ma nonostante ciò potrebbero anche essere problemi di pratica clinica.
"Penso che sia importante sensibilizzare i pazienti sul fatto che ci siano degli svantaggi potenzialmente pericolosi per la chemioterapia. E i medici dovrebbero fare più attenzione a chi tratta con la chemioterapia ".
David Cameron, Edinburgh Cancer Center , Western General Hospital di Edimburgo, in Scozia, ha aggiunto: "La preoccupazione è che alcuni dei pazienti che muoiono entro 30 giorni dalla somministrazione di chemio probabilmente non avrebbero dovuto ricevere la chemio. Ma quanti? Non c'è un modo semplice per rispondere a questo, ma forse potrebbe essere utile guardare quei luoghi / ospedali in cui il tasso di mortalità era più alto.
"Inoltre, se diamo meno chemio, alcuni pazienti moriranno perché non hanno ricevuto la chemio. È un buon equilibrio e più dati abbiamo, meglio potremo essere sicuri di ottenere il giusto equilibrio. "
Il professor Peter Johnson, capo clinico del Cancer Research UK, ha dichiarato: "La chemioterapia è una parte importante del trattamento per molte persone affette da cancro. Avere informazioni su quanto bene viene consegnato è di vitale importanza per i pazienti e per il servizio sanitario. "
Tutti gli ospedali nominati hanno dichiarato di aver esaminato i casi e si sono convinti che la prescrizione di chemioterapia fosse sicura.
La ricerca è stata pubblicata su The Lancet Oncology.
Lo traggo da “Medical Oncology. Lancet 1999 articolo di Albert Braverman:
Il Dott. Hardin Jones , docente presso l’Università della California, dopo aver analizzato per due decenni le statistiche relative alla sopravvivenza al cancro, ha tratto la seguente conclusione: “”………quando non vengono curati i malati non peggiorano o addirittura migliorano.””
Lo stesso testo riferisce “…… l’oncologo Hardin Jones si recò nel 1975 al congresso di cancerologia dell’Università di Barkeley con una documentazione bomba : una sua inchiesta sui risultati di una sua inchiesta durata 23 anni e conclusasi quest’anno. I risultati: gli ammalati di cancro che avevano rifiutato di sottoporsi alla chemioterapia erano sopravvissuti in media 12 anni e mezzo, mentre quelli che si erano sottoposti ad intervento chirurgico, chemioterapia ed irradiazione, erano morti in media in soli tre anni.”
Sul testo World Without Cancer American Media Pubblication 1996 l’oncologo Edvard G.Griffin scrive:””I nostri regimi più efficaci sono gravidi di rischi, di effetti collaterali e di problemi pratici. Dopo che tutti i pazienti che abbiamo curato ne hanno pagato lo scotto, solo un esigua percentuale di essi viene ricompensata da un effimero periodo di regressione tumorale, spesso parziale.””
Oncologo Philip Day in : “ Cancer Why We’Re Still Dying To Know The Truth” scrive: Non vi è alcuna prova che per la stragrande maggioranza dei casi la chemioterapia prolunghi le aspettative di vita. Questa è la grande menzogna su tale terapia, cioè che esista una correlazione fra riduzione del tumore ed il prolungamento della vita del malato”
P.S Purtroppo la TERMOTERAPIA ONCOLOGICA che da buoni risultati senza effetti collaterali, e questo lo so perchè ho inviato molti pazienti dal Prof. Pontiggia a Pavia, è riconosciuta dal S.S.N ma non è gratuita, cioè il paziente deve pagare 450 euro a seduta (in genere si fanno 10 sedute per un tumore solido), e questo è comprensibile perchè ho visto i macchinari che usano ed il personale che hanno, quello che non è comprensibile è che non sia passata dal S.S N. Esistono a tuttora pochi Centri in Italia che la praticano (Genova, Padova, Roma e poi non so...). Chiaramente io li mando a Pavia perchè è il centro più vicino. Trattano sia il tumore singolo che il tumore con metastasi. E' significativo che si hanno ottimi risultati nei tumori cerebrali non operabili soprattutto nei bambini e non trattabili con Radioterapia. Molti tumori dopo alcune sedute addirittura spariscono, cioè si ha la guarigione completa..
COLESTEROLO E PLACCA ATEROMASICA
Il Colesterolo, cerchiamo di ridimensionarlo.
A questo proposito ho trovato un sito veramente interessante, ma ho cercato di vagliarlo da un punto di vista scientifico, cercando anche nei miei testi il meccanismo delle statine, le loro controindicazioni, effetti collaterali, interazioni farmacologiche.
Si signori miei, perché per abbassare il colesterolo, considerato una brutta bestia che causa l’aterosclerosi, le malattie cardiovascolari, le demenze, si usano le statine (aterovastatatina, sinvastatina, , rosuvastatina, ecc) tutti farmaci di un certo costo, ma soprattutto somministrati dai medici a buona parte della popolazione, perché da quando sono comparse il colesterolo magicamente è passato da 240 mg/dc a 160 mg/dc.
Ora chi è che no ha un colesterolo anche di poco superiore ai 200. Anche i bambini hanno un colesterolo che si aggira sui 205-210 ed è la loro salvezza, perché il colesterolo non è un grasso come taluni pensano, ma una molecola a quattro anelli di carbonio precursore di tutti gli ormoni.
Un indice di colesterolo troppo basso stà nel fatto che diventa un Marker aspecifico dei tumori.
Ma allora perché accanirsi così tanto contro il colesterolo, solo perché è presente nella placca ateromasica? In realtà la placca ateromasica è composta soprattutto da fibrina e da piastrine che vi aderiscono; il colesterolo è un ospite che interviene dopo.
Ma nessuna placca ateroma sica può formarsi se non c’è prima un danno della parete arteriosa. Ma cos’è che può provocare un danno della parete arteriosa: i radicali liberi in assenza di antiossidanti.
Chiaramente un colesterolo troppo alto, sopra i 280 mg/dc è da combattere anche perché può legarsi ai recettori insulinici cellulari(Down Regulation) ed essere causa di diabete di II grado.
Però va combattuto solo con una dieta appropriata e con farmaci di origine vegetale che stimolano la produzione colecistica. Infatti con la secrezione di bile il colesterolo viene espulso nelle feci.
Contrariamente a quello che si crede, il colesterolo non viene assunto solo per via esogena, cioè con l’alimentazione, ma la maggior parte viene prodotto dal fegato per via endogena.
Un ampio studio condotto negli USA fra pazienti a cui venivano somministrati con l’alimentazione bassissime quantità di colesterolo, e pazienti a cui venivano somministrati sei uova al giorno, ha incredibilmente dimostrato che quelli che prendevano le uova avevano un colesterolo più basso di quei pazienti ai quali veniva somministrata una dieta praticamente priva di colesterolo.
Il colesterolo assunto per via esogena aveva inibito la produzione di colesterolo prodotto del fegato.
Talvolta l’alimentazione non può nulla contro elevati livelli di colesterolo, ma si è visto che l’assunzione di elevati livelli di EPA e DHA inibiscono la produzione di colesterolo per cui questi grassi si tendono a considerare sempre più una vitamina indispensabile per la prevenzione dell’aterosclerosi, del diabete e di molte patologie degenerative.
Vi lascio un sito che spiega i meccanismi e ridimensiona un po’ tutta la faccenda
http://www.dottorper...php/articoli/91
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L’ipercolesterolemia è IL problema salute numero uno del XI secolo. Di fatto è una malattia inventata, un “problema” che è comparso quando la medicina ha imparato a misurare i livelli di colesterolo del sangue. Alti livelli di colesterolo non provocano nel corpo altri sintomi - contriariamente a quello che succede in altre condizioni, come il diabete o l’anemia, che manifestano segni rivelatori come sete o debolezza — l’ipercolesterolemia necessita dell’intervento di un medico per essere scoperta. Molta gente che si sente prefettamente in salute ha un colesterolo alto — infatti, sentirsi bene è esattamente un sintomo del colesterolo alto!
I medici che curano questa nuova malattia devono prima di tutto convincere i loro pazienti che sono malati e che necessitano di una costosa medicina per il resto della loro vita, un farmaco che necessita regolari visite ed esami del sangue. Ma questi medici non lavorano da soli — il loro sforzo di convertire persone sane in pazienti è sostenuto a pieno peso del governo americano, dai media e da tutto l’ambiente medico, che hanno lavorato in concerto per diffondere il dogma del colesterolo e convincere la popolazione che alti livelli di colesterolo sono l’anticamera delle patologie cardiache e probabilmente anche di altre malattie.
Chi soffre di ipercolesterolemia? Leggendo attentamente la letteratura medica di 25-30 anni fa, trovate la seguente risposta: tutti gli uomini di mezza età il cui colesterolo è oltre i 240 con altri fattori di rischio, come fumare o il sovrappeso. Dopo la “Cholesterol Consensus Sonference” del 1984 i parametri cambiarono: tutti (maschi e femmine) con il colesterolo sopra i 200 possono ricevere la temuta diagnosi e la prescrizione dei relativi farmaci. Recentemente, quel valore è ulteriormente sceso a 160. Se avete avuto un infarto, dovete assumere i farmaci per abbassare il colesterolo anche se il vostro colesterolo è già basso — dopo tutto, avete commesso il peccato di avere avuto un infarto, pertanto il vostro colesterolo deve essere troppo alto. La penitenza è una cura con farmaci anticolesterolo per tutta la vita, assieme ad una dieta povera di grassi. (….).
I farmaci che vengono usati per curare la nuova malattia si chiamano statine — vendute con vari nomi commerciali, come LIPITOR (atorvastatina), ZACOR (simvastatina), MEVACOR (lovastatina) e PRAVACOL (pravastatina).
Come funzionano le statine
Il diagramma nell fig 1 mostra la sintesi del colesterolo. Il processo inizia con l’acetyl-CoA, una molecola con due atomi di carbonio a volte definita come “il mattone della vita”. Tre molecole di acetyl-Coa si combinano per formare una molecola a sei atomi di carbonio, l’acido idrossimetilglutarico (HMG). Il passaggio da HMG a mevalonato richiede un enzima, l’HMG-CoA riduttasi. Le statine funzionano inibendo questo enzima — quindi il loro nome dovrebbe essere più precisamente “inibitori dell’HMG-CoA reduttasi”. E’ proprio da questo che potenzialmente nascono gli effeti indesiderati, perché le statine inibiscono non solo la produzione del colesterolo, ma tutta una classe di sostanze intermedie, molte delle quali, se non tutte, hanno importanti funzioni biochimiche.
Considerate le scoperte dei pediatri dell’Universtità della Californa (San Diego) che hanno puibblicato la descrizione di un bambino che ha un difetto della mevalonico-chinasi, l’enzima che interviene nella successiva tappa dopo l’HMG-CoA reduttasi (1). Il bambino era mentalmente ritardato, microencefalico (con la testa molto piccola), più basso rispetto alla sua età, profondamente anemico, acidotico e febbricitante. Aveva anche le cataratte. Come previsto, il suo colesterolo era notevolmenete basso: 70-79mg/dl. Morì all’età di 24 mesi. Questo bambino rappresenta un esempio estremo della inibizione della produzione del colesterolo, ma getta luce sulle possibili conseguenze dell’assunzione delle statine in alte dosi o per periodi prolungati: riduzione delle capacità mentali, anemia, acidosi, febbri frequenti e cataratta. Il colesterolo è uno dei tre prodotti finali della catena del mevalonato. Gli altri due sono l’ubichinone e il dilocolo. L’ubichinone o CoEnzima Q10 è un nutriente importantissimo sintetizzato nei mitocondri. Interviene nella produzione dell’ATP nelle cellule e funziona come un trasportatore di elettroni verso la citocromo ossidasi, il nostro principale enzima respiratorio. Il cuore ha bisogno di alti livelli di Co-Q10. Una forma di Co-Q10, l’ubichinone, si trova in tutte le membrane cellulari dove ha il compito di mantenere l’integrità cellulare, così importante per la conduzione nervosa e l’integrità muscolare. Il Co-Q10 è anche vitale per la formazione della elastina e del collagene. Uno degli effetti della carenza di Co-Q10 e la perdita del tessuto muscolare che porta a debolezza, grave lombalgia, insufficienza cardiaca (il cuore è un muscolo!), neuropatia e infiammazione dei tendini e legamenti, che è spesso causa di rotture.
Anche i dolicoli giocano un ruolo di immensa importanza. Nelle cellule indirizzano le varie proteine, prodotte su direttiva del DNA, verso le giuste destinazione, assicurando che la cellula risponda in modo corretto alle istruzioni geneticamente programmate. Pertanto, le statine, a livello cellulare, possono condurre ad un imprevedibile caos, similamente ad un virus che infetta un computer e spazza via interi file. Lo squalene, il precursore diretto del colesterolo, possiede effetti anticancro, secondo la letteratura.
Il fatto che alcuni studi abbiamo dimostrato che le statine sono in grado di prevenire le malattie cardiache, almeno nel breve periodo, è verosimilmente spiegato non tanto con la riduzione dei valori del colesterolo, ma con l’inibizione della produzione di mevalonato. Livelli ridotti di mevalonato sembrano rendere le cellule muscolari lisce meno attive e le piastrine meno capaci di produrre il trombossano. L’aterosclerosi inizia con la crescita delle cellule muscolari lisce all’interno della parete arteriosa, mentre il trombossano è necessario per la coagulazione del sangue.
Per verificare la verità di quanto detto sono andato a spulciare fra gli studi che mi erano serviti per accumulare crediti, quindi estremamente attendibili.
Relativamente alle statine , farmaci che sono diventati di uso talmente comune che li prendono quasi anche i bambini trovo questi studi:
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Uno studio randomizzato ha trovato che in uomini a medio rischio di cardiopatia ischemica la lovastatina riduce rispetto al placebo gli eventi cardiovascolari ma non la mortalità per tutte le cause a 5 anni di follow up; è però possibile che lo studio non avesse una potenza statistica sufficiente per cogliere differenze clinicamente rilevanti. Un altro studio randomizzato condotto in donne e uomini non ha riscontrato differenze significative tra pravastatina e trattamento abituale per quanto riguarda la mortalità globale e l’esito combinato di infarto miocardico non fatale o morte per malattia coronarica a un follow up medio di 4,8 anni.
Pertanto nel primo studio stà scritto che riduce gli incidenti cardiovascolari, ma non riduce la mortalità. Scusate è una contraddizione in termini, perché chi ha subito un infarto ha chiaramente una vita più breve di chi non l’ha subito. Pertanto vien ‘da pensare che possa trattarsi di effetti cardiovascolari talmente irrisori da non essere neppure presi in considerazione.
Il secondo studio non riporta alcuna differenza frà l’uso di statine e l’uso di acqua santa di Lourdes.
Trovo sul libro di Giuseppe Nacci : “Lo smaltimento del colesterolo non può avvenire con sistemi farmacologici come le statine, poiché ciò può essere mortale a causa di malattie ancora poco indagate nella loro eziopatogenesi, ma soprattutto per il loro effetto sulle fibre muscolari che può portare a rabdomiolisi, cioè a degenerazione di tutto il sistema muscolare. Le statine inoltre hanno un effetto deleterio sulla vitamina C naturale (10 mg di vit C naturale equivalgono ad oltre 1000 gr di vit C artificiale per la stessa conformazione della molecola), inoltre inibiscono gli effetti sui recettori insulinici degli EPA e dei DHA”
Nel mio piccolo, quante volte ho sospeso le statine perché causavano dolori muscolari, indice inequivocabile di un inizio di rabdomiolisi.
A quel punto me ne sono fregato degli specialisti e delle prescrizioni ospedaliere.
Il perché l’indice del colesterolo sia stato così misteriosamente abbassato è presto detto: per vendere statine, ed ogni casa farmaceutica ne possiede una.
Questo permette alle case farmaceutiche di avere degli entroiti enormi, intorno ai 300 miliardi di euro anno.
Poco importa se poi ne va di mezzo la salute del paziente, questa è la logica delle case farmaceutiche.
Quando il sapere sostituì il sangue blu.
Era il 5 giugno 1224, e nella vivace Napoli medievale stava per nascere qualcosa di rivoluzionario. Federico II di Svevia, imperatore del Sacro Romano Impero, firmava un documento che avrebbe cambiato la storia dell'istruzione mondiale.
La "generalis lictera", una lettera ufficiale scritta in latino, dava vita alla prima università pubblica e laica del mondo ancora operativa. Quel documento, che oggi è il simbolo dell'Università degli Studi di Napoli Federico II, conteneva un'idea sovversiva per l'epoca.
Mentre le università di Bologna e Parigi erano controllate dalla Chiesa, questo nuovo "Studium generale" nasceva completamente indipendente dal potere ecclesiastico. Federico II voleva formare funzionari, amministratori e giuristi per modernizzare il suo regno.
Ma la vera rivoluzione stava in una frase di quella pergamena medievale. L'imperatore dichiarava che la nobiltà poteva essere acquisita non solo per nascita, ma anche attraverso lo studio e il sapere.
Quella lettera latina spezzava secoli di tradizione feudale. In un'epoca in cui il sangue blu decideva tutto, improvvisamente anche un figlio di contadini poteva "nobilitarsi" sui libri.
L'università napoletana divenne un crocevia culturale tra Oriente e Occidente. Studenti di varie provenienze affluivano nel Sud Italia per accedere a un'istruzione superiore libera dai vincoli religiosi.
Oggi, dopo 800 anni di continuità ininterrotta, quell'ateneo conta oltre 70.000 studenti ed è il quarto in Italia per numero di iscritti. Ha formato tre Presidenti della Repubblica italiana e mantiene il primato mondiale come più antica università pubblica ancora attiva.
In un mondo dove l'istruzione privata spesso costa cifre proibitive, quella pergamena del 1224 continua a testimoniare un'idea potente. Il sapere come strumento di emancipazione, accessibile a tutti, indipendentemente dalle origini.