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venerdì 19 settembre 2025

L'idea di globalizzazione

 "L'idea di globalizzazione rimanda al carattere indeterminato, ingovernabile e autopropulsivo degli affari mondiali; ancora, fa pensare all'assenza di un centro, di una sala di comando, di un consiglio di amministrazione, di un ufficio di direzione. La globalizzazione è il «nuovo disordine mondiale» (...) Questo tratto...la differenzia radicalmente da un'altra idea, che in apparenza ha rimpiazzato: l’universalizzazione, una volta elemento costitutivo del moderno discorso sugli affari globali, ma ormai caduta in disuso, raramente menzio­nata e forse più o meno dimenticata da tutti salvo che dai ­filosofi. 

Come i concetti di «civiltà», «sviluppo», «convergenza», «consenso» e molti altri termini chiave del pensiero proto- e classico-moderno, così l’idea di «universalizzazione» racchiudeva in sé la speranza, l’intenzione e la determinazione a creare un ordine; quella parola qualificava il senso di quanto ad essa veniva connesso o apparentato, ma significava soprattutto ordine universale, fare ordine su scala universale e davvero globale. Come gli altri concetti menzionati, l’idea di universalizzazione fu coniata sull’onda crescente delle capacità e delle risorse che le potenze moderne dispiegavano e delle ambizioni che la moderna intelligenza nutriva. Quell’insieme di concetti annunciava all’unisono la volontà di cambiare e rendere migliore il mondo, di diffondere il mutamento e il progresso a una dimensione globale, cioè all’umanità intera. Allo stesso tempo dichiarava l’intenzione di rendere simili le condizioni e le chances di vita di tutti, dovunque; forse, addirittura, di renderle eguali.

Niente di quanto abbiamo appena detto sopravvive nel significato del termine globalizzazione."


Zygmunt Bauman, Dentro la globalizzazione, 1998

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