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martedì 16 settembre 2025

Il litio: un nutriente essenziale per la mente

 Il litio: un nutriente essenziale per la mente

La ricerca è stata condotta su 400 partecipanti del Rush Memory and Aging Project, uno studio che coinvolge individui di età pari o superiore a 65 anni, senza demenza clinica al momento dell’arruolamento, sottoposte a valutazioni cliniche e neuropsicologiche annuali e che hanno acconsentito a donare il proprio cervello (e altri tessuti) post-mortem per le analisi neuropatologiche.

I ricercatori hanno misurato i livelli di 30 minerali e oligoelementi, scoprendo che il litio era l’unico che si riduceva in modo significativo già agli esordi del deterioramento cognitivo.

La correlazione era netta: più il litio diminuiva, maggiore era la deposizione di amiloide e più marcato il declino delle funzioni cognitive.

Perché il litio diminuisce? Il legame tossico con le placche amiloidi

I ricercatori hanno compreso che il litio “scompare” progressivamente perché sequestrato dalle placche di β-amiloide e dai grovigli di proteine tau, due tratti patologici distintivi dell’Alzheimer. Questo furto lascia il cervello più vulnerabile e alimenta un circolo vizioso: più amiloide si deposita  più litio viene intrappolato  minore è la protezione del litio  più amiloide continua ad accumularsi.

Dall’uomo agli animali: dal sospetto alla prova causale 

Per verificare se non si trattasse solo di una correlazione, ma di un vero meccanismo causale, sono stati condotti esperimenti sugli animali, nutriti con una dieta povera di litio.

La rimozione del 92% del litio dalla dieta dei topi ha causato un’escalation di danni al cervello: rapido aumento della deposizione di amiloide, accumulo di proteina tau alterata, aumento della neuroinfiammazione, perdita di sinapsi, assoni e mielina. Parallelamente, gli animali hanno mostrato un’accelerazione del declino cognitivo.

La deplezione di litio in animali geneticamente predisposti a sviluppare Alzheimer ha prodotto, in sole cinque settimane, aumento massivo di amiloide e tau, demielinizzazione, ridotta plasticità neuronale, neuroinfiammazione e gravi deficit di memoria e apprendimento. 

È stato così confermato che il binomio carenza di litio-declino cognitivo non è solo una semplice associazione ma un elemento causale diretto, coinvolto in molteplici modi nella neurodegenerazione. 

La soluzione: il litio che sfugge al sequestro  

Gli studiosi hanno quindi testato 16 diverse forme di litio, trovandone una sola capace di resistere al sequestro da parte dell’amiloide: il litio orotato.
Grazie a questa proprietà, il litio riesce a penetrare nelle cellule cerebrali e a ripristinare funzioni compromesse.

Hanno quindi voluto verificare se il rifornimento di litio al cervello riusciva a prevenire o invertire la neurodegenerazione. In questo modo hanno potuto verificare che dosi fisiologiche di litio orotato si sono rivelate eccezionalmente efficaci in tutti gli ambiti: 

  • Prevenzione: nei topi geneticamente programmati per sviluppare Alzheimer, il litio orotato ha quasi completamente impedito la formazione di placche e grovigli, preservando sinapsi, mielina e memoria.
  • Terapia: negli animali anziani con patologia avanzata il litio orotato ha ridotto il carico di amiloide del 70%, abbassato i livelli di tau e ripristinato la memoria.
  • Invecchiamento fisiologico: nei topi sani anziani, la somministrazione di litio orotato ha prevenuto la neuroinfiammazione, mantenuto attiva la capacità delle cellule gliali di eliminare l’amiloide e invertito sia il declino mnemonico sia la ridotta capacità di apprendimento.

Il tutto senza tossicità: dosi fisiologiche di litio orotato, assunte per tutta la vita degli animali, non hanno mostrato alcun effetto collaterale.

Una teoria unificante  

Questo studio individua la perdita di litio come evento precoce e chiave nello sviluppo dell’Alzheimer. 

Il meccanismo appare circolare: meno litio disponibile → più infiammazione e accumulo di amiloide → più tau alterata, meno sinapsi e mielina → progressivo declino cognitivo → Alzheimer. 

Spezzare questo circolo vizioso con una forma biodisponibile di litio, non sequestrabile dalle placche come il litio orotato, apre a un approccio radicalmente diverso rispetto alle terapie anti-amiloide o anti-tau finora tentate senza successo.

Il litio come nuovo nutriente essenziale

Questi dati rivalutano il litio come nutriente essenziale, al pari del ferro o della vitamina C.
La sua carenza, anche lieve, può innescare processi neurodegenerativi: non solo l’Alzheimer, ma anche il declino cognitivo legato all’età.

Ancora una volta la biologia ci ricorda che la malattia spesso nasce da una mancanza: come lo scorbuto da deficit di vitamina C o il beri-beri da carenza di B1, oggi la neurodegenerazione potrebbe rivelarsi, almeno in parte, conseguenza di una sottrazione silenziosa di litio.

Il litio orotato: la forma più sicura ed efficace

Solo il litio orotato si è dimostrato in grado di resistere al sequestro da parte delle placche amiloidi. Somministrato a topi con Alzheimer in stadio avanzato, ha invertito i danni cerebrali associati alla malattia, prevenuto la degenerazione neuronale e ripristinato le funzioni mnemoniche compromesse.
Negli animali trattati con concentrazioni fisiologiche di litio, si è osservata una riduzione della formazione di placche, una normalizzazione dell’espressione genica alterata in senso neurodegenerativo e un netto miglioramento delle capacità cognitive, anche quando i sintomi erano ormai avanzati.

Il tutto senza alcuna tossicità anche negli animali trattati per l’intero arco della vita, come si verifica per tutti i nutrienti essenziali utilizzati a dosi fisiologiche.

Una speranza per il cervello del mondo 

Oggi un anziano su cinque sopra i 65 anni presenta decadimento cognitivo, e uno su nove soffre di Alzheimer. Prevenire la perdita precoce di litio – o reintegrarlo in forme fisiologiche e biodisponibili come il litio orotato – potrebbe rappresentare un nuovo orizzonte nella lotta alle malattie neurodegenerative.

Non più strategie difensive tentate finora contro amiloide e tau, ma il recupero dei naturali sistemi di auto-protezione che il cervello ha affinato in milioni di anni di evoluzione.

Nutrizione, ambiente e salute: l’unità perduta

Il corpo umano è una macchina perfettamente orchestrata, costruita con gli elementi fondamentali della terra, dell’acqua e dell’aria.
Ogni molecola, ogni minerale ha un ruolo preciso. Quando uno di questi ingranaggi viene a mancare, la sinfonia si incrina e la malattia appare.

Il litio, riscoperto come nutriente essenziale, riporta alla luce un’intuizione antica: la salute non è una lotta contro la malattia, ma il risultato di una piena disponibilità degli elementi che ci costituiscono. 

Fonte Aron, L., Ngian, Z.K., Qiu, C. et al.Lithium deficiency and the onset of Alzheimer’s disease. Nature (2025).https://doi.org/10.1038/s41586-025-09335-x

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