Il Manzoni, che è sempre un po’ la “coscienza” di noi lombardi, ha scritto – nell’incompiuto Il Natale del 1833 – i versi più terrestri che siano usciti da una penna cristiana:
“Vedi le nostre lacrime,
intendi i nostri gridi;
il voler nostro interroghi,
e a tuo voler decidi:
mentre a stornare il fulmine
trepido il prego ascende,
sordo il tuo fulmin scende
dove tu vuoi ferir.
Ma tu pur nasci a piangere;
ma da quel cor ferito
sorgerà pure un gemito,
un prego inesaudito…”.
1983
(Giacomo Biffi, da “Lettere a una carmelitana scalza” )
La coscienza di noi lombardi, realistica e severa.
Quanta preghiera inesaudita.
Non possiamo fingere che così non sia.
Di fronte all’oceano di dolore che sommerge il mondo, e pare travolgerci,
ci resta solo di scegliere tra l’assurdo e il mistero.
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