La nascita dell'anatomia
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Ma nonostante i contributi del pensiero greco,
l’anatomia moderna nascerà molto più avanti, nell'Europa cristiana, o, ancora
meglio, nel cuore della Cristianità: l'Italia. È qui che sorgono le prime
università, e la dissezione dei cadaveri avviene già nel XIII secolo, prima per
"l'esame autoptico del corpo di chi era morto in circostanze dubbie"
e poi a scopo didattico, per conoscere meglio gli organi e l'architettura del
corpo umano.
La prima sede di questa innovazione è
Bologna, città pontificia in cui sorge una delle tante università collegate
piuttosto strettamente alla Chiesa. Il trattato più importante di anatomia medievale, dopo il
testo di chirurgia del chierico Guglielmo da Saliceto (1270), nato
probabilmente anche dall'osservazione diretta di corpi dissezionati, è l'Anathomia
Mundini del 1316, di Mondino dei Liuzzi. In essa l'autore si
rifà alla scuola di Galeno, sottolinea la superiorità dell'uomo rispetto agli
altri animali, e dimostra una conoscenza diretta della dissezione, spiegando
"passo passo come si debbano sollevare e distaccare gli organi l'uno
dall'altro per non romperelegamenti e vene, e dopo aver descritte le parti ne
tratta la funzione nell'organismo e le relative malattie".
Al testo di Mondino,
fondamentale per molti anni, ne seguono altri: quello di Girolamo Manfredi; l'Anatomia
di Gabriele Zerbi, colui che getta le basi dell'anatomia comparata,
insegnante di anatomia a Roma tra il 1480 e il 1486, durante il pontificato di
Innocenzo VIII; l'Anatomice di Alessandro Benedetti, fondatore della
scuola anatomica di Padova; sino all'opera fondamentale di Andrea Vesalius, De
humani corporis fabrica, pubblicata nel 1543, cioè lo stesso
anno del De revoluuonibus orbium coelesuum di Copernico.
Vesalius era un
fiammingo che studiò e lavorò in Italia, precisamente all'Università di Padova.
Nella sua opera constatò che Galeno compì più di duecento errori, e dichiarò di
averli potuti
rilevare grazie all'ampia possibilità
goduta di sezionare cadaveri; . condizione che egli trovò solo in Italia, non
nel resto d'Europa.
Possibilità, dunque,
che non era così scontata. Infatti Vesalius, come altri anatomisti, si trovò da una parte di
fronte all"'ostilità sorda della popolazione", che non gradisce,
anche comprensibilmente, che sui cadaveri vengano compiuti esperimenti
dissacranti, dall'altra l'opposizione molto dura di parecchi colleghi
scienziati, "quei medici che non vedevano alcuna connessione tra
l'indagine anatomica e la capacità di curare i malati", e, soprattutto,
dei "galenisti osservanti".
Tra costoro, in
particolare, si segnala Jacobus Sylvius, che insieme ad altri seguaci di
Galeno, cercò di attaccare la reputazione di Vesalius presso l'imperatore,
accusando gli anatomisti come lui di praticare un'arte sacrilega. Carlo V, che
darà invece al fiammingo grande fiducia, interrogò i teologi dell'Università di
Salamanca, i quali risposero dichiarando l'utilità e la giustezza della pratica
delle dissezioni.
FRANCESCO AGNOLI Case di Dio e ospedali degli uomini ed.Fede e Cultura
FRANCESCO AGNOLI Case di Dio e ospedali degli uomini ed.Fede e Cultura
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