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martedì 21 agosto 2012

La nascita dell'anatomia



La nascita dell'anatomia
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 La copertina del libro.
Ma nonostante i contributi del pensiero greco, l’anatomia moderna nascerà molto più avanti, nell'Europa cristiana, o, ancora meglio, nel cuore della Cristianità: l'Italia. È qui che sorgono le prime università, e la dissezione dei cadaveri avviene già nel XIII secolo, prima per "l'esame autoptico del corpo di chi era morto in circostanze dubbie" e poi a scopo didattico, per conoscere meglio gli organi e l'architettura del corpo umano.
La prima sede di questa innovazione è Bologna, città pontificia in cui sorge una delle tante università collegate piuttosto strettamente alla Chiesa. Il trattato più importante di anatomia medievale, dopo il testo di chirurgia del chierico Guglielmo da Saliceto (1270), nato probabilmente anche dall'osservazione diretta di corpi dissezionati, è l'Anathomia Mundini del 1316, di Mondino dei Liuzzi. In essa l'autore si rifà alla scuola di Galeno, sottolinea la superiorità dell'uomo rispetto agli altri animali, e dimostra una conoscenza diretta della dissezione, spiegando "passo passo come si debbano sollevare e distaccare gli organi l'uno dall'altro per non romperelegamenti e vene, e dopo aver descritte le parti ne tratta la funzione nell'organismo e le relative malattie".
Al testo di Mondino, fondamentale per molti anni, ne seguono altri: quello di Girolamo Manfredi; l'Anatomia di Gabriele Zerbi, colui che getta le basi dell'anatomia comparata, insegnante di anatomia a Roma tra il 1480 e il 1486, durante il pontificato di Innocenzo VIII; l'Anatomice di Alessandro Benedetti, fondatore della scuola anatomica di Padova; sino all'opera fondamentale di Andrea Vesalius, De humani corporis fabrica, pubblicata nel 1543, cioè lo stesso anno del De revoluuonibus orbium coelesuum di Copernico.
Vesalius era un fiammingo che studiò e lavorò in Italia, precisamente all'Università di Padova. Nella sua opera constatò che Galeno compì più di duecento errori, e dichiarò di averli potuti
rilevare grazie all'ampia possibilità goduta di sezionare cadaveri; . condizione che egli trovò solo in Italia, non nel resto d'Europa.
Possibilità, dunque, che non era così scontata. Infatti Vesalius, come altri anatomisti, si trovò da una parte di fronte all"'ostilità sorda della popolazione", che non gradisce, anche comprensibilmente, che sui cadaveri vengano compiuti esperimenti dissacranti, dall'altra l'opposizione molto dura di parecchi colleghi scienziati, "quei medici che non vedevano alcuna connessione tra l'indagine anatomica e la capacità di curare i malati", e, soprattutto, dei "galenisti osservanti".
Tra costoro, in particolare, si segnala Jacobus Sylvius, che insieme ad altri seguaci di Galeno, cercò di attaccare la reputazione di Vesalius presso l'imperatore, accusando gli anatomisti come lui di praticare un'arte sacrilega. Carlo V, che darà invece al fiammingo grande fiducia, interrogò i teologi dell'Università di Salamanca, i quali risposero dichiarando l'utilità e la giustezza della pratica delle dissezioni.
FRANCESCO AGNOLI   Case di Dio e ospedali degli uomini ed.Fede e Cultura

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