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mercoledì 13 agosto 2025

Lazzaro Spallanzani

 Lazzaro Spallanzani: l’uomo che guardò dentro lo stomaco

La straordinaria storia dello scienziato che sfidò i dogmi e scoprì i succhi gastrici


In un’epoca in cui si credeva che la digestione fosse una sorta di “cottura a fuoco lento” o una fermentazione misteriosa, un uomo si fece una domanda semplice e rivoluzionaria:


“Cosa succede davvero dentro lo stomaco?”


Il suo nome era Lazzaro Spallanzani. E la sua curiosità lo portò a compiere esperimenti che oggi sembrano folli, ma che cambiarono per sempre la medicina e la fisiologia.


Chi era Lazzaro Spallanzani?

Nato a Scandiano (Reggio Emilia) nel 1729, Spallanzani fu un prete, biologo, naturalista, viaggiatore e scienziato a tutto tondo.

Era affascinato da tutto ciò che esisteva in natura: animali, piante, fluidi, funghi, suoni, piogge, vulcani. Nulla era troppo piccolo o troppo grande per non essere studiato. Fu uno dei primi a sperimentare in modo rigoroso, anticipando il metodo scientifico moderno.


La domanda che nessuno osava porsi

Nel Settecento, molti scienziati credevano che la digestione fosse una sorta di “putrefazione naturale” oppure “macinazione meccanica”. Pochi avevano osato esplorare l’interno dello stomaco.

Spallanzani sì. E lo fece… su sé stesso.


Esperimento leggendario: ingoiare buste di tela

Spallanzani voleva capire cosa digeriva davvero il cibo: il calore? la pressione? o una sostanza chimica? Così preparò dei sacchetti di tela fine pieni di cibo (carne, pane, verdure), li ingoiò, li lasciò per alcune ore nel suo stomaco, e poi…li recuperò… rigurgitandoli.

Un gesto estremo, ma fondamentale: i cibi erano parzialmente dissolti, e sulla tela appariva una sostanza trasparente e corrosiva.


Fu il primo a osservarli, raccoglierli e analizzarli: i famosi succhi gastrici.


La digestione è chimica!

Attraverso decine di esperimenti su animali (anche piccioni, gufi e rospi), Spallanzani dimostrò che: la digestione non è una decomposizione né una cottura, ma un processo chimico attivato da liquidi secreti dallo stomaco, anche senza il calore del corpo (lo provò in provetta, fuori dal corpo) e che questi liquidi contenevano una forza straordinaria nel rompere e trasformare il cibo.


Un uomo controcorrente

Spallanzani fu deriso dai conservatori del suo tempo.

Non aveva paura di sfidare le teorie ufficiali, e spesso usava sé stesso come cavia. Oltre ai succhi gastrici, fu anche il primo a confutare la generazione spontanea, il primo a spiegare la riproduzione negli animali microscopici e a studiare il sistema di orientamento dei pipistrelli (scoprendo l’antesignano dell’ecolocalizzazione).


La morte e l’ultima curiosità

Morì nel 1799, senza mai ricevere il riconoscimento che meritava.

Il suo corpo fu sepolto a Pavia, dove ancora oggi è esposto il suo stomaco imbalsamato, come simbolo del suo più famoso esperimento.


Senza Spallanzani, la medicina moderna avrebbe impiegato decenni in più per comprendere la funzione degli acidi gastrici, la chimica digestiva e il metabolismo alimentare.


Oggi il suo nome è poco noto al grande pubblico, ma ogni volta che uno scienziato introduce una sonda nello stomaco, o ogni gastroenterologo studia l’acidità gastrica, sta camminando sulle sue orme.

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