Scienza e Fede
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ARTICOLI su come
SCIENZA E FEDE NEL MISTERO RIVELATO DI DIO procedano assieme per dare all’uomo LA CONOSCENZA DELLA VERITA’ |
PRIMA PARTE
DICHIARAZIONI DI
SCIENZIATI SULLE LORO CONVINZIONI PERSONALI RIGUARDO AL TEMA, “SCIENZA E
RELIGIONE”
1) E. DENNERT nella
sua opera Religion der Naturforcher ha condotto un’indagine sulla
posizione religiosa di 300 fra scienziati e medici e ha accertato un
atteggiamento negativo solo in 20; gli è rimasta sconosciuta la
posizione di 38. Tutti gli altri si sono dimostrati credenti. Scienziati
eminentissimi hanno espresso con parole spesso commoventi la loro
convinzione.
2) ISAAC NEWTON
(1653-1723) al termine della sua Philosophiae naturalis principia
mathematica conclude:
«Le meravigliose istituzioni del
sole, dei pianeti, delle comete possono esistere solo in base ad un
piano di un essere onnisciente e onnipotente e solo in base alla sua
direttiva. E se ogni stella fissa è il centro di un sistema solare,
tutto l’universo è chiaramente disposto secondo un piano unitario, il
regno di un solo e dello stesso Signore. Ne segue che Dio è il Dio
veramente vivo, onnisciente e onnipotente, l’essere infinitamente
perfetto, che si eleva al di sopra dell’universo».
3) GIOVANNI KEPLERO
(1571-1630), uno dei più grandi astronomi, nel suo Prodromus
(1596) trova manifiche parole di lode a Dio:
«Grande Maestro nel mondo, io guardo
ammirato le opere delle tue mani, costruite secondo cinque forme
artistiche e nel mezzo il sole, dispensatore di luce e di vita, che
governa e dirige secondo sacre leggi e pianeti nel loro diverso corso…
Padre del mondo, cosa ti spinse ad elevare una piccola, debole creatura
di terra così in alto, sì che è avvolta di splendore; un re che domina,
quasi un Dio, poiché egli ti segue nei tuoi pensieri?».
4) BLAISE PASCAL
(1623-1662), il famoso matematico. Riportiamo lo scritto trovato cucito
entro la fodera del vestito dopo la sua morte. Risale alla «Nuit de
feu», la notte del fuoco del 23 novembre 1654, ed in esso Pascal annota
la sua esperienza di estasi spirituale che risolve in modo definitivo i
suoi dubbi e l’orienta decisamente verso la fede.
Anno di grazia 1654
Lunedì,
23 novembre, giorno di S. Clemente, papa e martire, e di altri nel
martirologio.
Vigilia
di S. Crisogono martire e di altri.
Dalle
ore 10 e mezzo circa di sera fino alla mezzanotte e trenta circa.
FUOCO
Dio di
Abramo, Dio d’Isacco, Dio di Giacobbe.
Non dei
filosofi e dei sapienti.
Certezza. Certezza. Sentimento. Gioia. Pace.
Dio di
Gesù Cristo.
Deum
meum et Deum vestrum.
Il tuo
Dio sarà il mio Dio.
Oblio
del mondo e di tutto fuorché di Dio.
Egli
non si trova che per le vie indicate nel Vangelo.
Grandezza dell’anima umana.
Padre
giusto, il mondo non ti ha conosciuto, ma io ti ho conosciuto.
Io me
n’ero allontanato.
Hanno
abbandonato me, fonte d’acqua viva.
Mio
Dio, m’abbandonerete voi?
Che io
non ne sia separato in eterno.
Questa
è la vita eterna, che essi conoscano te, unico vero Dio e colui che tu
hai inviato, Gesù Cristo.
Gesù
Cristo!
Gesù
Cristo!
Io me
n’ero separato; io l’ho fuggito, rinnegato, crocifisso.
Che non
ne sia separato mai più!
Egli
non si conserva che per le vie insegnate nel Vangelo.
Rinuncia totale e dolce
Sottomissione totale a Gesù Cristo e al mio direttore.
Eternamente in gioia per un giorno di pratica di pietà sulla terra.
Non
dimenticherò le tue parole. Amen.
5) Il francese AUGUSTIN
LOUIS CAUCHY (1778-1857), uno dei più importanti matematici del XIX
secolo, ci ha lasciato scritto in un suo opuscolo:
«Io sono cristiano, cioè credo alla
divinità di Gesù Cristo, come hanno creduto Tycho Brache, Copernico,
Descartes, Newton, Fermat, Leibniz, Pascal, Grimaldi, Eulero, Guldin,
Boscovich, Gerdil, come tutti i grandi astronomi, tutti i grandi
matematici dei diversi secoli. Toccherete con mano che la mia
convinzione non si nutre di pregiudizi ereditati, vedrete da quale
approfondita ricerca scaturisce. Io sono cattolico sincero come lo
furono Corneille, Racine, La Bruyere, Bourdalone, Fenelon, come lo fu e
ancor oggi lo è la maggior parte degli uomini più insigni del nostro
tempo, tra astri di primaria grandezza delle scienze esatte, della
filosofia, della letteratura, il maggior lustro delle nostre accademie».
6) HANS CHRISTIAN
OERSTEDT (1777-1851), fondatore dell’elettromagnetismo, dichiara:
«La scienza ha questo in comune con
la religione, che essa tende a elevarci oltre il sensibile… Nonostante
la religione tenda a insegnare qualcosa di meglio, l’uomo è troppo
incline a considerare il mondo corporeo come la vera esistenza. Non
dovrebbe contribuire molto a strapparlo da questo angusto ragionamento
il vedere che la terra, che secondo la sua immaginazione era il saldo
sostegno di tutto, è solo un elemento mobile in un mondo più ampio? e
che cielo e terra sono solo un’apparenza dietro la quale si cela un
ordine naturale più profondo e durevole?… Se non lo si sapesse già in
precedenza, si dovrebbe apprendere a questo punto che noi non siamo
niente a confronto con Dio ma siamo invece qualcosa per mezzo di Dio».
7) Il conte ALESSANDRO
VOLTA (1745-1827), lo scopritore dell’elettricità di contatto tra le
diverse sostanze, ascoltava ogni giorno la messa e recitava
quotidianamente il rosario. Nelle festività si accostava alla comunione.
Egli stesso istruì i figli nelle verità fondamentali del catechismo.
Dalla sua famosa lettera del 6-1-1815 riportiamo i seguenti brani:
«Riconosco questa fede per un dono di
Dio: né però ho tralasciato i mezzi di vieppiù confermarmi in essa,
studiandola nei suoi fondamenti, rintracciando con la lettura di molti
libri apologetici ed anche contrari gli argomenti e ragioni che la
rendono credibilissima anche all’umana ragione, e tale da doversi
abbracciare da ogni animo non pervertito dai vizi e da passioni. Possa
questa protesta, che mi viene da taluno ricercata e ch’io di buon grado
rilascio scritta e sottoscritta di mia mano, produrre qualche buon
frutto».
8) ANDRÈ MARIE AMPERE
(1775-1836), fondatore dell’elettrodinamica, diede al figlio questo
ammonimento avviandolo alla vita:
«Studia le cose di questo mondo
poiché è il dovere della tua professione; ma guardale con un occhio
solo, l’altro sia costantemente rivolto alla luce eterna! Ascolta i
sapienti, ma con un solo orecchio! Scrivi con una mano sola, con l’altra
tieniti aggrappata alla veste di Dio, come un bimbo si tiene alla veste
del padre! Senza questa precauzione ti sfracelleresti immancabilmente
contro una roccia».
9) Il fisico inglese
JAMES CLERK MAXWELL (1831-1879) si accostava ogni mese alla mensa del
Signore. Ogni sera intonava le preghiere in seno alla sua famiglia. È
l’autore di questa preghiera:
«Dio onnipotente, che hai creato
l’uomo a tua immagine, gli hai donato un’anima spirituale, affinché ti
ami e governi le tue creature, insegnaci a studiare le opere della tua
mano, affinché noi assoggettiamo il mondo al nostro dominio e il nostro
spirito si rafforzi al tuo servizio. Fa che accogliamo il tuo santo
insegnamento così che crediamo in Colui che hai mandato ad annunciare la
salvezza e a rimettere i nostri peccati. Di tutto questo ti preghiamo in
nome dello stesso Signore nostro Gesù Cristo».
10) ROBERT MAYER
(1814-1878), scopritore dell’equivalente meccanico del calore e della
legge della conservazione dell’energia, così si espresse al Congresso
degli scienziati di Innsbruck nel 1869:
«Sappiamo che senza un processo
chimico è impossibile una comunicazione telegrafica. Ma chi sarebbe così
ingenuo da ritenere il contenuto del telegramma una funzione del
processo fisico o chimico che si compie nel filo conduttore? Lo stesso
vale per quel che riguarda il cervello e il pensiero. Il cervello è solo
lo strumento, ma strumento non è lo spirito che si serve di esso. Lo
spirito non appartiene alla sfera del senso, per cui non può fornire
alcun oggetto di esperimento per il fisico e lo studioso di anatomia… E
con questo pensiero concludo. Con convinzione scaturista dal cuore grido
a tutto il mondo: la vera filosofia non può essere altro che la scuola
preparatoria alla religione cristiana».
11) Il paleontologo
GEORGE CUVIER (1769-1832), fondatore della teoria delle catastrofi o dei
cataclismi, aveva una profonda religiosità personale. Del racconto
biblico Gn. 2,19 egli dice:
«I nostri libri sacri subito
all’inizio ci presentano il Creatore che fa sfilare davanti agli occhi
del primo uomo le sue creature e gli ordina di dar loro un nome. Questo
procedimento ci insegna in modo abbastanza chiaro che uno dei nostri
primi doveri consiste nel lasciar penetrare in noi la bontà e la
sapienza dell’artefice della natura attraverso uno studio costante delle
opere della sua onnipotenza».
12) JEAN BAPTISTE DE
LAMARK (1744-1829), fondatore del lamarchismo, nella sua Philosophie
zoologique scrive:
«La natura, questo insieme immenso di
tutti i diversi esseri e corpi, nelle cui parti tutte c’è un eterno
ciclo di movimenti e trasformazioni secondo determinate leggi, questa
totalità che sola è immutabile, fintanto che piace al Suo Autore sublime
che essa esista, dev’essere considerata come un tutto, formato dalle sue
parti per un fine che solo il Suo Autore conosce e non esclusivamente
per una di queste parti».
13) KARL ERNST VON BAER
(1792-1876), il fondatore dell’embriologia moderna, è l’autore di queste
frasi particolarmente incisive:
«Una quadruplice brama, non concessa
all’animale, è stata posta dal Creatore nel cuore dell’uomo per dominare
la sua natura animale: la brama della santità, che noi chiamiamo fede,
l’imperativo del dovere che noi chiamiamo coscienza, il piacere della
conoscenza che noi chiamiamo brama di sapere e la gioia del bello che
noi chiamiamo senso artistico. Questa brama quadruplice per la quale
sola si può dire che l’uomo è l’immagine di Dio, è il magnete che guida
misteriosamente l’umanità nel suo sviluppo e deve necessariamente
continuare a guidarla nella sua civiltà, poiché Egli l’attira secondo i
suoi quattro interessi eterni, la religione, la virtù, la scienza e
l’arte» (Discorsi, I, 1.116).
14) JOHANN WOLFGANG VON
GOETHE (1749-1832), i cui scritti di morfologia suscitano oggi un
interesse sempre più vivo, lo scopritore dell’osso palatino, nel suo
dialogo con Eckermann del 2 agosto 1830 dichiara:
«Lo sguardo sarà rivolto alle grandi
massime della creazione nella misteriosa officina di Dio! Cosa è infatti
il contatto con la natura, se noi ci occupiamo analiticamente solo delle
singole parti materiali e non sentiamo il respiro dello spirito che
prescrive ad ogni parte la direzione e doma o sancisce ogni digressione
mediante una legge interiore?»
Il
ventesimo secolo non è meno ricco di testimonianze dei secoli passati. È
un’affermazione priva di fondamento, inculcata a scopo propagandistico,
quella che sentenzia: «Tutte le vie della scienza naturale moderna
portano al materialismo». Di fatto la fase antimetafisica, ateistica e
materialistica della scienza è passata. Ascoltiamo le dichiarazioni di
importanti scienziati moderni e ce ne convinceremo.
15) Il premio Nobel per
la fisica ROBERT MILLIKAN nella sua autobiografia (1950) dichiara:
«In altre parole il materialismo così
come lo si intende comunemente è una filosofia assurda e irrazionale e
credo che in realtà sarà considerata tale dalla maggior parte degli
uomini che riflettono… Religione e scienza sono dunque nella mia analisi
le due grandi forze sorelle che hanno fatto e sempre faranno progredire
l’umanità. Entrambe sono necessariamente imparentate fra loro…»
16) Chiarissima e
indubbia si esprime la fede di ALBERT EINSTEIN nell’esistenza di un Dio
soprannaturale e personale nell’intervista rilasciata ad un giornale
americano nel 1950:
«L’opinione corrente che
io sia ateo si basa su un grosso errore. Chi lo deduce dalle mie teorie
scientifiche si vede che non le ha comprese. Mi ha frainteso
completamente, e mi compie un cattivo servizio, se diffonde notizie
sbagliate circa la mia posizione di fronte alla religione…
Credo in un Dio
personale e posso dire con piena coscienza che nella mia vita non ho mai
indulto ad una concezione ateistica. Già da giovane studente ho ricusato
il punto di vista scientifico degli anni ottanta, e considero le
dottrine evoluzionistiche di Darwin, Haeckel, Huxley, come tramontate
senza speranza. Bisogna pensare che l’evoluzione continua, non solo
nella tecnica, ma anche nella scienza, soprattutto nell’ambito delle
scienze naturali. Della maggior parte dei rappresentanti di questo tipo
di scienza si può dire che essi si trovano d’accordo nell’affermare che
religione e scienza si fronteggiano senza essere ostili. Ci sono
naturalmente alcuni studiosi dottrinali che si trovano ancora allo
stesso punto dei loro predecessori intorno al 1880.
Per quel che mi riguarda
sono convinto che senza la religione, l’umanità si troverebbe oggi
ancora allo stato di barbarie. Tutta la vita comunitaria si svolgerebbe
secondo rapporti inimmaginabilmente primitivi, non ci sarebbe sicurezza,
né per la vita né per la proprietà, ed è mia convinzione che la lotta di
tutti contro tutti, che è un eterno istinto umano, diverrebbe ancor più
crudele di quanto accade oggi. È stata la religione che ha permesso
all’umanità di progredire in tutti i campi».
In questo testo Einstein
spiega anche la sua concezione di Dio, che è parte senz’altro della
rilevazione cristiana.
«Il sentimento più
profondo e sublime di cui siamo capaci è l’esperienza mistica. Solo da
essa nasce la vera scienza. Chi è estraneo a questo sentimento, chi non
sa più provare meraviglia o perdersi nel profondo rispetto è
spiritualmente già morto. Sapere che l’Imperscrutabile esiste realmente
e che si rivela come la somma verità e la più luminosa bellezza, di cui
noi possiamo avere solo un’oscura intuizione – sapere questo, intuire
questo – sono il nucleo di ogni vera religiosità… La mia religione
consiste nell’umile adorazione di un essere infinito spirituale di
natura superiore che rivela se stesso nei piccoli particolari che noi
possiamo percepire con i nostri sensi piccoli e insufficienti. Questa
convinzione profonda, basata sul sentimento dell’esistenza di una forza
pesante superiore, che si manifesta nell’universo imperscrutabile,
costituisce il contenuto della mia concezione di Dio».
17) THOMAS ALVA EDISON
(1847-1931), lo scopritore della lampadina elettrica, del cinematografo,
del grammofono, possessore di più di 1200 brevetti americani, dopo
essere salito sulla Torre Eiffel a Parigi scrisse nel libro d’oro:
«Al signor Eiffel, l’ingegnere e
audace costruttore del gigantesco e unico esemplare di ingegneria
moderna, dedica queste parole un uomo che ha il massimo rispetto e la
massima ammirazione per tutti gli ingegneri, specie del più grande di
tutti: Dio!».
18) MAX PLANCK
(1858-1947), fondatore della teoria dei quanti, che ha rivoluzionato la
fisica moderna, trattava spesso nelle sue opere e conferenze problemi
etici e religiosi. Egli parla con profondo rispetto dell’esistenza e
della natura di Dio, dell’importanza della religione e del
cristianesimo. Due temi gli erano particolarmente cari: il problema
della legge della causalità e del libero arbitrio e il rapporto tra
religione e scienza.
«In qualunque direzione
e per quanto lontano noi possiamo vedere, non troviamo da nessuna parte
una contraddizione tra religione e scienza, ma piuttosto un pieno
accordo nei punti più decisivi. Religione e scienza non si escludono,
come alcuni oggi credono o temono, ma si completano e si condizionano a
vicenda. E la prova più immediata per la compatibilità tra religione e
scienza, anche per una considerazione critica radicale, è rappresentata
dal fatto storico, che proprio i più grandi scienziati di tutti i tempi,
uomini come Keplero, Newton, Leibniz, erano penetrati da profonda
religiosità. All’inizio della nostra epoca culturale, i cultori della
scienza e i custodi della religione erano persino uniti nella stessa
persona. La più antica scienza applicata, la medicina, era nelle mani
dei preti, e i lavori di ricerca scientifica ancora nel medioevo erano
coltivati soprattutto nelle celle dei monaci. Più tardi, nel progressivo
raffinarsi e ramificarsi dalla cultura, i cammini si separano fra loro a
poco a poco in modo sempre più netto, corrispondentemente alla diversità
dei compiti a cui servono religione e scienza. Infatti come sapere e
potere non possono essere sostituiti da una concezione sentimentale del
mondo, così anche la retta posizione di fronte alle questioni morali,
non può essere acquistata da una pura conoscenza razionale. Ma i due
cammini non divergono, ma vanno paralleli fra loro e s’incontrano a
distanza infinita nello stesso scopo» (Scienza, filosofia e religione,
Fratelli Fabbri Editori, Milano, 1965, pp. 255-256).
19) A chi desidera avere
una visione completa delle dichiarazioni degli scienziati americani
viventi, che pubblicamente manifestano un atteggiamento affermativo nei
riguardi della fede in Dio e della religione, ricordiamo la raccolta
The evidence of God in a Expanding Universe (L’evidenza di Dio in un
universo in espansione), edito a cura di John Clover Monsma in occasione
dell’anno geofisico internazionale 1958. In essa 40 insigni studiosi e
professori universitari americani – fisici, chimici, biologi, zoologi,
botanici, matematici, astronomi, medici, ecc. – testimoniano chiaramente
la loro fede in Dio. Presentiamo due dichiarazioni.
20) Il chimico THOMAS
DAVID PARKS confessa:
«Io vedo ovunque intorno
a me ordine e determinazione nel mondo inorganico. Non posso credere che
essi esistano per causali fortunate combinazioni di atomi! Per me questo
piano presuppone un’intelligenza, quest’intelligenza la chiamo Dio… Io
personalmente ho trovato a spiegazione di queste meraviglie una
soluzione esauriente, ascrivendo l’ordine della natura a una
intelligenza suprema e il suo piano ad un creatore supremo, e in tutto
ciò – più che una fredda programmazione razionale – io vedo la cura e
l’amore di un grande creatore per le sue creature» (p. 76).
21) Lo zoologo RUSSEL
LOWELL MIXTER dichiara:
«Quando si legge nella
Bibbia che Dio ha creato l’uomo, gli animali, le piante, si può credere
certamente che ciò che si vede nella natura è in accordo con tale fede.
La Bibbia non è un testo scientifico. Ma essa trasmette i presupposti
fondamentali della scienza. E ciò è per me una verità eternamente
splendente che non si spegne mai – una verità che non perde nulla del
suo splendore alla presenza di tutte le teorie materialistiche che mai
siano state pensate e inventate – questa verità è che il Dio della
Bibbia e il Dio della natura è lo stesso» (p. 99).
22) GUGLIELMO MARCONI
(1874-1937), lo scopritore della telegrafia senza fili, uno dei più
grandi fisici italiani, ha detto:
«Dichiaro con orgoglio
di essere credente. Credo alla potenza della preghiera, vi credo non
solo come cattolico, ma anche come scienziato».
23) Ascoltiamo ora
WERNHER VON BRAUN, l’artefice prestigioso del Saturno V, che è stato
chiamato «l’uomo della tecnica e della preghiera», un uomo, che oltre ad
aver catapultato l’uomo sulla luna, si è interiormente e fortemente
impegnato nei problemi religiosi: Dio e i rapporti tra Dio e il mondo:
«Per me la scienza e la
religione sono due finestre di una casa, attraverso le quali noi vediamo
la realtà del Creatore e le leggi che si manifestano nelle sue creature…
Io non posso
assolutamente farmi un concetto del mondo, senza l’idea di Dio…
Quando più cresce la
nostra esperienza intorno alla creazione di Dio, tanto più mi stupisce
l’ordine e la perfezione delle leggi naturali. Da questa perfezione lo
scienziato si fa un’idea del Creatore e dei suoi disegni sulla natura.
Il rapporto uomo-Dio si fa più profondo nello scienziato credente,
quanto più vasto diventa il suo sapere intorno alle leggi della natura…
In questo nostro tempo
di voli spaziali in cui noi ci serviamo degli strumenti della scienza
per penetrare in nuove regioni, la Bibbia resta sotto ogni rapporto un
libro di attualità» (dal libro di Buzzetti, Da Wernher Von Braun alla
scoperta di Dio, Roma 1970 passim…).
24) Quando i primi
astronauti americani posarono il piede sul suolo lunare, questa fu la
prima parola di Wernher Von Braun:
«Thank God! They made
it!» «Sia ringraziato Dio! Ce l’hanno fatta!»
Non un atto di
orgoglio o di vana compiacenza nella «mente laica» o nei prodigi della
tecnica, ma un atto di umiltà e di riconoscenza al Supremo autore
dell’intelligenza umana.
Rammentando
l’astronauta sovietico che affermò di non aver trovato Dio nei suoi
viaggi spaziali, Von Braun si richiama a Borman:
«Frank Borman, il
comandante del nostro Apollo 8, nel Natale scorso (1968) fu interrogato
se egli avesse veduto Dio. La sua risposta suonò così: “No, neppure io
l’ho visto; però ho sperimentato tutte le prove della sua esistenza”».
25) A proposito della
frase che disse Juri Gagarin, di ritorno dallo spazio:
«Nello spazio non ho
visto Dio», riportiamo la riposta che diede P. Dimitrij Dudko, un prete
ortodosso, ad una fedele che gli chiedeva chiarimenti su questo punto
durante le conversioni serali che questo Padre teneva con i fedeli nella
Chiesa di S. Nicola a Mosca. Lo slogan di Gagarin è fritto e rifritto
dalla propaganda ateistica sovietica. Lo si ritrova anche in un opera
ufficiale del marxismo russo, Kuusinen e altri, Principi elementari del
marxismo, Ed. Riuniti, I, p. 25 in questa forma: «Il quadro reale del
mondo non lascia posto a Dio. Lalande, astronomo francese del
settecento, ha detto efficacemente di aver indagato tutto il cielo, ma
di non essere riuscito a trovare dio».
Domanda:
Recentemente sono giunta alla fede, ma la mia fede non è ancora solida,
spesso ho delle perplessità. Addirittura questo mi turba: hanno volato
sullo Sputnik, ma non hanno visto Dio; dove si trova Dio e come fare a
capirlo?
Risposta:
… La perplessità riguardo allo Sputnik deriva dal fatto che non si sa
chi è Dio. Dio non è certo un nonno seduto sulle nuvole. Un Dio simile
sarebbe un idolo. L’idolatria si ha quando, al posto di Dio, viene
adorato qualcun altro. Prima di tutto dobbiamo ricordare che non vediamo
Dio per mezzo della nostra vista fisica; perciò non si poteva vederlo,
naturalmente, dallo Sputnik. Ma non si deve pensare che quello che sia
invisibile alla nostra vista fisica non esista. Noi non vediamo molte
cose, spesso non vediamo le più importanti, ma solo le secondarie.
Ciascuno di noi ha l’intelligenza, i sentimenti (sono le cose più
importanti che abbiamo), eppure non sono visibili all’occhio fisico. Dio
non si può collocare dentro le leggi della materia. Egli supera tutte le
leggi a noi accessibili. Quindi noi che viviamo in un mondo fisico non
dobbiamo cercar di vedere Dio con mezzi fisici, proprio perché Lui è
invisibile. Soltanto i senzadio cercano di presentare Dio come un essere
materiale. Loro non conoscono niente altro all’infuori della materia e
per questo anche Dio per loro è materiale. E quando loro negano Dio, non
negano il nostro Dio, ma il loro Dio, quello che si sono creati a loro
immagine e somiglianza; è come se combattessero con la propria ombra. A
pensarci bene, è una lotta ridicola. Ma noi credenti non dobbiamo
deriderli, dobbiamo invece aver comprensione delle loro difficoltà e
chiedere a Dio di illuminarli.
Dio è dappertutto, non
esiste un luogo dove non sia. Un corpo fisico deve aver un posto
determinato, ma lo spirito non ne ha bisogno. Per esempio, cerchiamo di
immaginarci il nostro pensiero. Esso nello stesso momento può essere
dappertutto, non può essere limitato. Eppure il pensiero non è ancora un
puro spirito, mentre Dio lo è. Non c’è niente di strano quindi che Dio
si trovi dappertutto. Lo disse molto bene il poeta russo Derzavin:
Lo Spirito che ovunque
esiste ed è unico,
che non ha né posto né
causa,
che nessuno poté
percepire
che riempie tutto di sé,
tutto abbraccia, regge e
custodisce
e che viene chiamato da
noi Dio.
(padre Dimitrij Dudko,
Parroco a Mosca, conversazioni serali, 1976, pp. 12-14).
26) LUIGI FANTAPPIÈ
(1901-1956), insigne matematico universalmente riconosciuto, in una
conferenza tenuta a Roma nel 1947, esprime la convinzione, che la
scienza, liberata dai pregiudizi del materialismo, potrà diventare nel
futuro la migliore alleata della religione nell’opera di elevazione
spirituale dell’umanità.
«Gli sviluppi più
recenti della scienza moderna ci mostrano dunque stampata nel gran libro
della natura (che, diceva Galileo, è scritto in caratteri matematici),
quella stessa legge di amore che è scritta nel Vangelo.
Quanto diverso è dunque
l’atteggiamento della scienza moderna verso la religione da quello del
secolo scorso, sotto l’impero del positivismo! Possiamo veramente dire
che la scienza, che era materialistica nel secolo passato, si è andata
sempre più spiritualizzando, fino a divenire oggi la migliore alleata
della fede. E ciò non deve sorprendere, perché se la scienza è fatta non
per fini utilitari, né per orgoglio di sapere, che acceca sempre, ma per
il solo amore della verità per la verità, e se è vero, come è vero, che
Dio stesso incarnato ci ha detto: “Io sono la Verità”, è evidente che la
ricerca scientifica, condotta per il solo amore della verità, viene a
coincidere in realtà con la stessa ricerca amorosa di Dio, e deve quindi
fatalmente sboccare nell’amore di Dio e nella fede più sicuramente
sentita.
È per questo che io
ritengo che mai come nel momento attuale, in cui la scienza ha raggiunto
una maggiore maturità, essa possa dare alla fede appoggi tanto validi,
mezzi tanto potenti di penetrazione proprio fra quelle grandi masse di
uomini, che, pur dicendo di non credere a Dio, credono però nella
scienza e nella verità da essa portata. Approfittiamone dunque, e un
nuovo, grande, glorioso periodo di sapere, di fede e di amore si aprirà
per l’umanità intera».
(La migliore alleata
della fede, in Don Giovanni Rossi, Uomini incontro a Cristo,
Edizioni Pro Civitate Christiana, Assisi, 1950, pp. 208-213).
27) La stessa
convinzione la troviamo espressa ai nostri giorni dal Prof. ANTONINO
ZICHICHI, Presidente della Società Europea di Fisica (EPS), in una
intervista concessa a Giuseppe Grieco e pubblicata in «Il bisogno di
Dio», Ed. Rusconi, 1979, pp. 118-121:
«Professor Zichichi, lei
è un uomo di fede?»
«Sì, sono un credente».
«E come concilia la sua
fede con la sua scienza?»
«Le rispondo precisando
innanzitutto che di questa “conciliazione”, come lei la chiama, uno
scienziato non ha assolutamente bisogno. La presunta inconciliabilità
tra scienza e fede è una delle grandi mistificazioni della cultura
dominante, e cioè della cultura dei filosofi, dei letterati e dei falsi
scienziati. Il dominio della fede, infatti non ha bisogno di essere
corroborato dalla scienza. La fede, essendo un dono di Dio, è al di
sopra e al di là della scienza».
«A proposito, quando
parla di Dio, a quale Dio si riferisce precisamente?»
«In Dio in cui credo»
risponde Antonino Zichichi «è il Dio della religione cattolica, che io
professo e della quale sono praticante, e questo perché la scienza non
fa diventare uomini di fede. Piuttosto, e proprio in quanto uomo di
scienza, devo dirle che trovo assolutamente falso affermare che la
scienza abbia trovato un solo fenomeno che sia in contrasto con Dio. Chi
dice questo, mi creda, non sa cosa è la scienza».
«Eppure molti sostengono
il contrario».
«Perché la scienza è
stata mistificata dalla falsa cultura. Ancora oggi l’uomo comune è
vittima di slogans che non hanno senso, come quello marxista
secondo cui la religione sarebbe l’oppio dei popoli. Se mai l’oppio è
Marx, che ha proclamato come verità assolute tante cose che poi non si
sono avverate; oppio è Marcuse, che ha chiacchierato di “uomo a una sola
dimensione” senza assolutamente sapere cosa sono in realtà le
dimensioni».
«Perché è proprio
cattolico, professor Zichichi?»
«Perché io credo che la
religione cattolica sia di una tale, straordinaria struttura di valori
da vincere il confronto con qualsiasi altra religione».
«Vogliamo parlare di
questi valori?»
«Volentieri. La
religione cattolica non è razzista perché ci insegna che siamo tutti
figli dello stesso Dio. La scienza non può essere razzista perché pone
tutti gli uomini sullo stesso piano di dignità. Se, per esempio, un
negro scopre una nuova legge fisica, io bianco non posso non accettarla.
La religione cattolica condanna la bugia. La scienza la combatte. Uno
scienziato non può essere un bugiardo. Se raccontasse frottole, dopo
pochi istanti sarebbe messo fuori dal gioco. La religione cattolica
sostiene che, nella sua sfera, esistono leggi universali. Una delle
caratteristiche fondamentali della scienza è la scoperta e
l’affermazione delle leggi universali che regolano la natura. La
religione cattolica predica l’umiltà. La scienza è nata da un atto di
umiltà verso l’opera di Dio. Nel campo della scienza, l’autorità non può
essere imposta con la forza ma deriva da valori intrinseci di chi fa
scienza, esattamente come accade con la santità di un apostolo della
fede. Infine, la religione cattolica esalta i valori individuali; la
scienza dà all’uomo, come individuo, il massimo della conoscenza e della
dignità. Insomma, i valori della religione e i valori della scienza sono
valori paralleli. Non capisco proprio come si possa dire che l’una sia
in contrasto con l’altra».
«Eppure Galilei…»
«Vuol dire che fu
condannato dalla Chiesa quando enunciò un principio, quello d’inerzia
che fu giudicato blasfemo dalla Chiesa stessa? Purtroppo, sono cose che
possono capitare perché, in determinate circostanze, tutti possono
sbagliare. Galilei, uomo di fede, si inchinò alla Chiesa: quella Chiesa
che ha condannato al rogo Giovanna d’Arco, ma poi l’ha fatta santa. Io
propongo che adesso faccia santo anche Galilei».
«Per i suoi meriti
scientifici?»
«Perché no? Galilei ha
inventato la scienza e io le assicuro che nessuna scoperta, mai, potrà
superare questa straordinaria invenzione. L’uomo ha inventato tre cose
veramente grandi: il linguaggio, la logica e la scienza. La prima di
queste invenzioni risale a trecentomila anni fa, la seconda a duemila,
la terza è opera di Galilei. Ecco perché egli ha diritto a un posto
speciale nella storia dell’umanità. Ma non è questo il problema. La
santità di Galilei conciste nel fatto che egli, uomo di fede, si inchinò
alla Chiesa: un grande atto di umiltà che potrebbe, anche oggi, essere
richiesto a uno scienziato cattolico che anticipasse troppo i tempi con
le sue scoperte».
«C’è chi afferma che si
è verificato nel mondo un ritorno a Dio perché gli uomini si sono
spaventati di fronte a certe prospettive apocalittiche che scaturiscono
dal progresso stesso della scienza».
«Questo è un altro
esempio di mistificazione culturale che deriva dal fatto di confondere
la ricerca scientifica con la ricerca tecnologica. La scienza è la
logica della natura e non può fermarsi perché dobbiamo sapere fino in
fondo come siamo fatti. La tecnologia è invece solo un derivato della
scienza e quindi può e deve essere fermata quando si rivela una minaccia
per l’umanità. Noi potremmo vivere benissimo in un mondo
scientificamente avanzatissimo e tecnologicamente arretrato. È falso
dire che esiste una scienza buona e una cattiva. La scienza è ricerca
della verità. Accusarla è come accusare la religione di colpe che sono
soltanto degli uomini. La scienza ha spiegato il mistero del sole, ha
raggiunto oggi uno dei suoi momenti più alti, ma non è responsabile, per
esempio, delle temute manipolazioni del codice genetico. La scienza ci
ha detto che tutta la genetica è elettromagnetismo, ma si ferma qui. Chi
pensa a “programmare” gli uomini futuri è un tecnologo, non uno
scienziato. Quando Oppenheimer lavorava alla bomba H faceva tecnologia,
non scienza. Noi scienziati, allo stato attuale della conoscenza, non
possiamo non studiare il neutrone. Ma se uno di noi si mette a
fabbricare la bomba al neutrone, cessa di fare scienza e diventa un
tecnologo».
«Allora il problema,
oggi, è come usare la scienza?»
«Non la scienza, ma la
tecnologia» replica Antonino Zichichi.
«Ma questo è un problema
essenzialmente politico: un problema che è sempre esistito, perché fin
dall’età della pietra l’uomo è stato messo di fronte al problema di come
usare certi strumenti. Cosa le ho detto al principio? Oggi l’uomo è come
un bambino a cui è stato dato in mano un mitra. Bisogna neutralizzare
questo mitra, impedire al bambino di provocare l’Apocalisse. E chi può
farlo? Solo l’uomo che, ispirandosi sia alla scienza che alla religione,
recupera quei valori fondamentali che sembrano essere andati smarriti.
Ma si possono recuperare questi valori senza l’aiuto della fede? Io
credo di no. Ecco perché ritengo che il mondo, più che mai, oggi abbia
bisogno di Dio».
P. CARLO COLONNA S.J.
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"La Chiesa è il luogo dove tutte le verità si incontrano"................. Gilbert Keith Chesterton
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lunedì 23 luglio 2012
Scienza e Fede
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