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lunedì 2 luglio 2012

Il Crocifisso


 Il Crocifisso 

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“ La tua voce ha potuto intenerirmi
La tua presenza trattenermi.
Chi sei?
Tu, solo tu, hai destato
l’ammirazione dei miei occhi,
la meraviglia del mio udito.
Ogni volta che ti guardo
mi provochi nuovo stupore
e quanto più ti guardo
più desidero guardarti”.

Calderon de la Barca
(Madrid 1600-1681)


La divinità dei cristiani non consiste solo in un Dio semplice autore delle verità geometriche e dell'ordine degli elementi: questa è una concezione pagana. Essa non consiste in un Dio che esercita la sua Provvidenza sulla vita e sui beni degli uomini per concedere un felice seguito d'anni: questa è una concezione ebraica.
Ma il Dio di Abramo e di Giacobbe, il Dio dei cristiani è un Dio di amore e di consolazione: è un Dio che riempie l'anima e il cuore di coloro che lo possiedono. È un Dio che fa sentire interiormente la loro miseria e la sua infinita misericordia; che li raggiunge in fondo alla loro anima; che li riempie di umiltà, di fede, di fiducia e di amore; che li rende incapaci di un altro scopo oltre se stesso.
Il Dio dei cristiani è un Dio che fa sentire all'anima che egli è il suo unico bene; che il suo riposo è in lui, che proverà gioia solo ad amarlo; e che, al tempo stesso, le fa aborrire gli ostacoli che la trattengono e le impediscono di amarlo con tutte le sue forze.
L'amor proprio e la concupiscenza che la fermano gli sono insopportabili, e Dio le fa sentire che essa ha questo fondo di amor proprio e che lui solo può guarirla.

Dagli scritti di Blaise Pascal (1623-1662)


Un uomo che nacque e morì come noi; la cui presenza e il cui insegnamento hanno continuato a brillare per ogni nuova generazione, come avvenne per i suoi discepoli e per tutti coloro che lo conobbero e lo ascoltarono in Galilea tanti anni fa. Egli è morto, ma nondimeno è rimasto vivo come nessun altro, e rimane vivo; ci ha offerto la prospettiva misteriosa di morire al fine di vivere; ha sconvolto tutti i falsi valori del mondo, dicendoci che erano i deboli, non i forti, a essere importanti, i semplici, non i dotti, a possedere la verità, i poveri, non i ricchi, a essere benedetti. La croce su cui agonizzò e morì divenne simbolo delle speranze più acute e più dolci che si siano mai nutrite, e l’ispirazione delle esistenze più nobili e più felici.

Tratto da “ Cristo riscoperto” di Malcolm Muggeridge (1903-1990)

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