Il Crocifisso
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“ La tua voce ha potuto intenerirmi
La tua presenza trattenermi.
Chi sei?
Tu, solo tu, hai destato
l’ammirazione dei miei occhi,
la meraviglia del mio udito.
Ogni volta che ti guardo
mi provochi nuovo stupore
e quanto più ti guardo
più desidero guardarti”.
Calderon de la
Barca
(Madrid
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La divinità dei
cristiani non consiste solo in un Dio semplice autore delle verità geometriche
e dell'ordine degli elementi: questa è una concezione pagana. Essa non
consiste in un Dio che esercita la sua Provvidenza sulla vita e sui beni
degli uomini per concedere un felice seguito d'anni: questa è una concezione
ebraica.
Ma il Dio di Abramo e di
Giacobbe, il Dio dei cristiani è un Dio di amore e di consolazione: è un Dio
che riempie l'anima e il cuore di coloro che lo possiedono. È un Dio che fa
sentire interiormente la loro miseria e la sua infinita misericordia; che li
raggiunge in fondo alla loro anima; che li riempie di umiltà, di fede, di
fiducia e di amore; che li rende incapaci di un altro scopo oltre se stesso.
Il Dio dei cristiani è un Dio che
fa sentire all'anima che egli è il suo unico bene; che il suo riposo è in
lui, che proverà gioia solo ad amarlo; e che, al tempo stesso, le fa aborrire
gli ostacoli che la trattengono e le impediscono di amarlo con tutte le sue
forze.
L'amor proprio e la concupiscenza
che la fermano gli sono insopportabili, e Dio le fa sentire che essa ha questo
fondo di amor proprio e che lui solo può guarirla.
Dagli scritti di Blaise Pascal (1623-1662)
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Un uomo che nacque e morì come
noi; la cui presenza e il cui insegnamento hanno continuato a brillare per ogni
nuova generazione, come avvenne per i suoi discepoli e per tutti coloro che
lo conobbero e lo ascoltarono in Galilea tanti anni fa. Egli è morto, ma nondimeno è rimasto vivo come nessun altro, e rimane
vivo; ci ha offerto la prospettiva misteriosa di morire al fine di vivere; ha
sconvolto tutti i falsi valori del mondo, dicendoci che erano i deboli, non i
forti, a essere importanti, i semplici, non i dotti, a possedere la verità, i
poveri, non i ricchi, a essere benedetti. La croce su cui agonizzò e morì
divenne simbolo delle speranze più acute e più dolci che si siano mai
nutrite, e l’ispirazione delle esistenze più nobili e più felici.
Tratto da “ Cristo riscoperto” di Malcolm Muggeridge (1903-1990) |
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