La coraggiosa conversione cattolica dell’islamico Ilyas Khan
Alla prima domanda dell’intervistatore su cosa lo abbia portato alla fede così risponde Khan: «Alla
mia fede ha contribuito molto l’educazione avuta fino ai 4 anni. Mia
madre era molto malata così fu una mia nonna, che era profondamente
cattolica, ad accudirmi nei primi anni; non potevo non considerarmi se non cristiano.
Purtroppo dai 4 anni fino ai 17 anni fui educato e cresciuto come
musulmano. Intrapresi gli studi universitari, la Provvidenza Divina
intervenne ancora e scelsi di andare a soggiornare presso la Netherhall
House, uno studentato dell’Opus Dei». Fu il tempo passato in quello studentato che lo avvicinò alla spiritualità e fede cattolica: «Non
posso dire di essere stato condotto alla fede inconsapevolmente, anzi
fu proprio tra i 18 e 19 anni che scoprii personaggi come Hans Urs Von Balthasar.
Fu grazie a lui che cominciai a interessarmi di teologia e così mi
imbattei in Sant’Agostino e Origene. Già allora avrei voluto uscire allo
scoperto, ma non volevo arrecare dolore ai miei genitori, che erano
ancora vivi».
Il passo finale è stato aver maturato un «maggior grado di consapevolezza
di tutta la mia vita, delle mie basi morali; il desiderio di
abbandonare l’Islam era profondo, ma è stata la spinta di Cristo che
alla fine mi ha portato alla decisione». Inoltre ha inciso il «vivere quotidianamente la vita di una chiesa
a Hong Kong, durante il mio soggiorno in Asia a circa venticinque anni.
E’ stato il luogo dove mi sono avvicinato al cattolicesimo
tradizionale. Dai venticinque anni in poi non ho mai dubitato di essere
cattolico. E’ stato Von Balthasar a guidarmi». C’è stato un momento che ha però inciso in maniera indelebile: «stavo
camminando per la Basilica di san Pietro e mi ricordo di essermi
letteralmente arrestato vedendo la Pietà di Michelangelo; mi sono giunte
mille domande nel guardare quel volto della Madonna che guardava il suo
Figlio. Ho detto tra me: “Questo è Dio; non può non essere Dio”. Per l’Islam dire che Dio si è fatto uomo è un’eresia; lì mi son caduti tutti i dubbi. La bellezza e l’atmosfera attorno a quello spettacolo hanno segnato il punto di svolta».
Khan ha ammesso di venire «descritto in Gran Bretagna come “il più importante neoconvertito al cattolicesimo”. Ma non ho paura di manifestare la mia fede, anche con tutte le minacce di odio e morte che mi sono arrivate». Quest’uomo, questo grande uomo, possa essere una forte testimonianza a tutti coloro che sono ancora reticenti nel far sapere al mondo chi sono e cosa credono.
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