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giovedì 19 luglio 2012

Dio non ha creato che unendo

Dio non ha creato che unendo

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La creazione, nella sua infinita varietà, costituisce un insieme armonioso, le cui parti sono legate fra loro e vivono le une in funzione delle altre. Dall’atomo all’angelo, dalla coesione delle molecole alla comunione dei santi, niente esiste da solo né per se stesso.
Dio non ha creato che unendo. Il dramma dell’uomo è quello di separare. Egli si separa da Dio con l’irreligiosità, dai suoi fratelli con l’indifferenza, l’odio e la guerra, si separa infine dalla sua anima con la ricerca dei beni apparenti e caduchi. E quest’essere, separato da tutto, proietta sull’universo il riflesso della sua divisione interiore; egli separa tutto intorno a sé; porta le sue mani sacrileghe sulle più umili vestigia dell’unità divina; sbriciola tutto fin dentro le viscere della materia. L’uomo atomizzato e la bomba atomica rispondono l’uno all’altra.
La metafisica della separazione è la metafisica stessa del peccato. Ma poiché l’uomo non può vivere senza un simulacro d’unità, queste sue parti, disgiunte ed uccise dal peccato, si ricongiungono, in quanto morte, non più come gli organi d’un medesimo corpo, ma come i granelli di sabbia dello stesso deserto.
La separazione porta con sé la confusione, la rottura, l’uniformità. Non esistono più artigiani liberi ed originali, ma una «massa» di proletari; non ci sono più coppie che si amano di un amore unico, ma una bellezza standard ed una sessualità meccanicizzata.
Non c’è possibilità di salvezza che nel ritorno all’unità nella diversità [...]. Il nostro solo scopo, pubblicando queste pagine, è quello di aiutare qualche anima di buona volontà a non separare quel che Iddio ha unito. Per questo  è necessario innanzitutto comprendere che, nell’ordine più temporale, non c’è pienezza umana possibile, di cui Iddio non sia il centro e l’anima.
(Gustave Thibon, Quel che Dio ha unito. Saggio sull’amore, tr. it., Società Editrice Siciliana, Mazara del Vallo [Trapani] 1947, V-VII)

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