Dio non ha creato che unendo
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La
creazione, nella sua infinita varietà, costituisce un insieme
armonioso, le cui parti sono legate fra loro e vivono le une in funzione
delle altre. Dall’atomo all’angelo, dalla coesione delle molecole alla
comunione dei santi, niente esiste da solo né per se stesso.
Dio non ha creato che unendo. Il dramma dell’uomo è quello di
separare. Egli si separa da Dio con l’irreligiosità, dai suoi fratelli
con l’indifferenza, l’odio e la guerra, si separa infine dalla sua anima
con la ricerca dei beni apparenti e caduchi. E quest’essere, separato
da tutto, proietta sull’universo il riflesso della sua divisione
interiore; egli separa tutto intorno a sé; porta le sue mani sacrileghe
sulle più umili vestigia dell’unità divina; sbriciola tutto fin dentro
le viscere della materia. L’uomo atomizzato e la bomba atomica
rispondono l’uno all’altra.
La metafisica della separazione è la metafisica stessa del peccato.
Ma poiché l’uomo non può vivere senza un simulacro d’unità, queste sue
parti, disgiunte ed uccise dal peccato, si ricongiungono, in quanto
morte, non più come gli organi d’un medesimo corpo, ma come i granelli
di sabbia dello stesso deserto.
La separazione porta con sé la confusione, la rottura, l’uniformità.
Non esistono più artigiani liberi ed originali, ma una «massa» di
proletari; non ci sono più coppie che si amano di un amore unico, ma una
bellezza standard ed una sessualità meccanicizzata.
Non c’è possibilità di salvezza che nel ritorno all’unità nella
diversità [...]. Il nostro solo scopo, pubblicando queste pagine, è
quello di aiutare qualche anima di buona volontà a non separare quel che
Iddio ha unito. Per questo è necessario innanzitutto comprendere che,
nell’ordine più temporale, non c’è pienezza umana possibile, di cui
Iddio non sia il centro e l’anima.
(Gustave Thibon, Quel che Dio ha unito. Saggio sull’amore, tr. it., Società Editrice Siciliana, Mazara del Vallo [Trapani] 1947, V-VII)
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