In ognuno di noi c’è la cisterna profonda aperta sotto il cielo. Indubbiamente la superficie è ancora ingombra di detriti, di rami spezzati, di foglie putride da cui sale un odore di morte.
Su di essa brilla una specie di luce fredda e dura che è quella dell’intelligenza ragionatrice, ma al di sotto dello strato malsano, l’acqua è subito tanto limpida e tanto pura.
Ancora un po’ più addentro, e l’anima si ritrova nel suo elemento natale, infinitamente più puro dell’acqua più pura: quella luce increata che avvolge tutta la creazione; in Lui era la vita e la vita era la luce degli uomini.
(“I santi nostri amici”, in Rivoluzione e libertà, Borla, 1963, p. 209)
Bernanos
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