" non appena il peccato si impadronisce della persona il volto cessa d'essere la finestra da cui si effonde la luce di Dio: essa semmai ostenta in modo ancora più nitido le macchie di sporco sul cristallo; il volto si stacca dalla persona, dal suo principio creatore, perde vita e si irrigidisce in una maschera dominata dalla passione.
Bene attribuì Dostoevskij a Stavrogin una maschera, una maschera di pietra invece di un volto a un certo grado di disintegrazione della persona. Inoltre quando il volto è diventato maschera, noi kantianamente non possiamo più conoscere il noumeno e assieme ai positivistici manca qualsiasi base per affermare l'esistenza."
Tratto da "Le porte regali" di Pavel Florenskij, arciprete nato nel Caucaso nel 1882 e condannato a morte dal Soviet nel 1937.
È stato un teologo, un filosofo, uno scienziato e soprattutto un mistico di enorme levatura spirituale.
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