Incontriamo a volte persone che non conosciamo
Incontriamo a volte persone che non conosciamo affatto, ma che destano in noi subito, fin dal primo sguardo e, per così dire, di colpo un grande interessamento, sebbene non si sia scambiata ancora una sola parola. Una tale impressione l’ebbe Raskòlnikov guardando l’avventore che sedeva in disparte e sembrava un impiegato a riposo. In seguito il giovane la ricordò spesso quella prima impressione, l’attribuì anzi a un presentimento. Allora gettò continue occhiate all’impiegato, certamente anche perché quello fissava lui con insistenza e si vedeva che aveva una gran voglia di attaccare discorso. Guardava gli altri avventori che erano nella bettola, e anche il padrone, come se fosse abituato a vederli, e perfino con un’espressione di noia e con una sfumatura d’altezzoso disdegno, considerandoli forse persone inferiori per condizione e per mentalità, con le quali non gli conveniva parlare. Era un uomo di oltre cinquant’anni, di statura mezzana e di complessione robusta, brizzolato, la cui testa era in gran parte calva e il cui viso era giallo, anzi verdognolo e gonfio a causa delle continue sbornie. Fra le palpebre tumide brillavano due occhietti arrossati, simili a spiragli, piccoli ma molto vivaci. Ma in lui v’era qualcosa d’assai strano: nel suo sguardo brillava quasi un raggio di entusiasmo – forse v’era anche un pensiero, un’espressione di intelligenza – e nello stesso tempo sembrava che vi balenasse la follia.
DELITTO E CASTIGO DOSTOEVSKIJ
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