"BUONGIORNO
Mi hanno ucciso così tante volte,
che mi hanno insegnato a vivere.
Mi hanno umiliata e offesa,
e lì ho capito il mio valore.
Mi hanno fatta sentire piccola, inutile e insignificante
e lì HO compreso la mia grandezza, quella dell'anima.
Mi hanno fatto buio intorno
e lì ho visto il bagliore che ho dentro.
Hanno provato a infondere in me la paura
e lì ho scoperto di avere coraggio.
Mi hanno fatto piangere
e lì ho conosciuto che lacrime e sorrisi
sono doni che non tutti si meritano di avere.
Mi hanno tradita, nella fiducia e nei sentimenti
mostrandomi loro malgrado
la mia sincerità e purezza d'animo.
Mi sono sentita criticare come madre,
da chi madre non lo è mai stata,
e ho capito che certe persone offendono
e giudicano perchè logorate dalla rabbia e dall'invidia
e che offrono solo ciò che possiedono...
la loro aridità, la loro cattiveria.
La Vita mi ha strappato via
troppo presto persone a me care
facendomele trovare non più vicine
ma dentro.
Da quando ho visto la brutalità della morte in faccia
da allora sorrido alla bellezza della Vita,
nonostante non sempre essa lo sia stata con me.
Tentano di darmi della pazza
solo perchè ho un modo di sentire
più profondo rispetto alle altre persone,
da qui ho appreso la mia intelligenza emotiva.
Mi hanno privato dell' amore e delle sue attenzioni
e allora ho iniziato ad amarmi davvero
allontanando chi non mi merita
e lasciando quel posto libero per chi dovrà arrivare...
promettendo a me stessa
di continuare a credere in questo nobile sentimento
e di poter incontrare un giorno
quella persona degna di me
e del mio cuore così pieno, denso e colmo
di questo bene prezioso,
che in me continua a crescere ogni giorno
perchè non sono mai riusciti a strapparmelo davvero.
In suo nome so di essere e so di avere.
In suo nome sono caduta e mi sono rialzata.
In suo nome mi sono sentita fragile e poi fortificata.
In suo nome respiro, penso, credo, scrivo,
parlo, spero, sogno, cammino...vivo!"
(Ogni diritto intellettuale è riservato a Antonella Raffaeli. Legge sulla proprietà intellettuale nr. 633 del 22.04.1941)
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