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domenica 5 febbraio 2012

Cormac McCarthy


La verità
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So che nella storia di una famiglia ci sono sempre un sacco di cose inventate di sana pianta. Nella storia di qualunque famiglia. Le storie si tramandano e la verità si tradisce. Come si suol dire. E probabilmente c'è chi pensa che ciò vuol dire che la verità non è abbastanza forte. Ma si sbaglia. Secondo me, dopo che tutte le bugie sono state dette e dimenticate, la verità sta ancora lì. Non va da nessuna parte e non cambia da un momento all'altro. Non si può corrompere, così come non si può salare il sale. Non si può corrompere perché è quella che è. È la cosa di cui stai parlando. L'ho sentita paragonare a una roccia – forse nella bibbia – e sarei anche d'accordo. Ma la verità resterà qui anche quando la roccia non ci sarà più. Sono sicuro che qualcuno non sarebbe d'accordo con questa idea. Parecchia gente, anzi. Ma questa gente non sono mai riuscito a capire in cosa creda.

Cormac McCarthy da:Non è un paese per vecchi

Postato da: giacabi a 14:15 | link | commenti
verità, cormac mccarthy

Dobbiamo ringraziare di più chi ci fa essere
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«Ho voglia di vivere, sono entusiasta e curioso, amo la natura e il mondo in cui ho la fortuna e il privilegio di esistere. Sono consapevole che la mia fortuna è frutto della volontà del Signore e ringrazio infinite volte per quanto mi viene concesso».
Gian Piero Steccato
Gian Piero è da più di dieci anni un uomo completamente paralizzato (a parte il dito mignolo), muto, cieco, mezzo sordo e attaccato ventiquattro ore su ventiquattro a un respiratore artificiale

La gente si lamenta sempre delle cose brutte che gli capitano senza che se le sia meritate ma non parla mai delle cose belle. Di cosa ha fatto per meritarle. Io non ricordo di aver mai dato a nostro Signore motivi particolari per sorridermi. Però lui mi ha sorriso.

Cormac McCarthy (1933 – vivente), romanziere statunitense. da:Non è un paese per vecchi (p. 74)

Postato da: giacabi a 07:57 | link | commenti
eutanasia, cormac mccarthy

La promessa del cuore
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Quando uscivi dalla porta sul retro di quella casa,da un lato trovavi un abbeveratoio di pietra in mezzo alle erbacce. C’era un tubo zincato che scendeva dal tetto e l’abbeveratoio era quasi sempre pieno, e mi ricordo che una volta mi fermai lì, mi accovacciai, lo guardai e mi misi a pensare. Non so da quanto tempo stava lì. Cento anni. Duecento. Sulla pietra si vedevano le tracce dello scalpello. Era scavato nella pietra dura a colpi di scalpello. E mi misi a pensare all’uomo che l’aveva fabbricato. Quel paese a quanto ne sapevo non aveva mai avuto periodi di pace particolarmente lunghi. Ma quell’uomo si era messo lì con una mazza e uno scalpello e aveva scavato un’ abbeveratoio di pietra che sarebbe potuto durare diecimila anni. E perché? In cosa credeva quel tizio? Di certo non credeva che non sarebbe mai cambiato nulla. Uno potrebbe anche pensare questo.. Ma secondo me non poteva essere così ingenuo. Ci ho riflettuto tanto. Ci riflettei anche dopo essermene andato da lì quando la casa era ridotta a un mucchio di macerie. E ve lo dico, secondo me quell’abbeveratoio è ancora lì. Ci voleva ben altro per spostarlo, ve lo assicuro. E allora penso a quel tizio seduto lì con la mazza e lo scalpello, magari un paio d’ore dopo cena, non lo so. E devo dire che l’unica cosa che mi viene da pensare è che quello aveva una sorta di promessa dentro al cuore. E io non ho certo intenzione di mettermi a scavare un abbeveratoio di pietra. Ma mi piacerebbe essere capace di fare quel tipo di promessa. E’ la cosa che mi piacerebbe di più . Cormac McCarthy - Non è un paese per vecchi - pag.249

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