La verità
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So
che nella storia di una famiglia ci sono sempre un sacco di cose
inventate di sana pianta. Nella storia di qualunque famiglia. Le storie
si tramandano e la verità si tradisce. Come si suol dire. E
probabilmente c'è chi pensa che ciò vuol dire che la verità non è
abbastanza forte. Ma si sbaglia. Secondo
me, dopo che tutte le bugie sono state dette e dimenticate, la verità
sta ancora lì. Non va da nessuna parte e non cambia da un momento
all'altro. Non si può corrompere, così come non si può salare il sale.
Non si può corrompere perché è quella che è. È la cosa di cui stai
parlando. L'ho sentita paragonare a una roccia – forse nella bibbia – e
sarei anche d'accordo. Ma la verità resterà qui anche quando la roccia
non ci sarà più. Sono sicuro che qualcuno non sarebbe d'accordo con
questa idea. Parecchia gente, anzi. Ma questa gente non sono mai
riuscito a capire in cosa creda.
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Cormac McCarthy da:Non è un paese per vecchi
Postato da: giacabi a 14:15 |
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verità , cormac mccarthy
Dobbiamo ringraziare di più chi ci fa essere
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«Ho voglia di vivere, sono entusiasta e curioso, amo la natura e il mondo in cui ho la fortuna e il privilegio di esistere. Sono consapevole che la mia fortuna è frutto della volontà del Signore e ringrazio infinite volte per quanto mi viene concesso».***
Gian Piero Steccato
Gian Piero è da più di dieci anni un uomo completamente paralizzato (a parte il dito mignolo), muto, cieco, mezzo sordo e attaccato ventiquattro ore su ventiquattro a un respiratore artificiale
La gente si lamenta sempre delle cose brutte che gli capitano senza che se le sia meritate ma non parla mai delle cose belle. Di cosa ha fatto per meritarle. Io non ricordo di aver mai dato a nostro Signore motivi particolari per sorridermi. Però lui mi ha sorriso.
Cormac McCarthy (1933 – vivente), romanziere statunitense. da:Non è un paese per vecchi (p. 74)
Postato da: giacabi a 07:57 |
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eutanasia, cormac mccarthy
La promessa del cuore
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Quando
uscivi dalla porta sul retro di quella casa,da un lato trovavi un
abbeveratoio di pietra in mezzo alle erbacce. C’era un tubo zincato che
scendeva dal tetto e l’abbeveratoio era quasi sempre pieno, e mi ricordo
che una volta mi fermai lì, mi accovacciai, lo guardai e mi misi a
pensare. Non so da quanto tempo stava lì. Cento anni. Duecento. Sulla
pietra si vedevano le tracce dello scalpello. Era scavato nella pietra
dura a colpi di scalpello.
E mi misi a pensare all’uomo che l’aveva fabbricato. Quel paese a
quanto ne sapevo non aveva mai avuto periodi di pace particolarmente
lunghi. Ma quell’uomo si era messo lì con una mazza e uno scalpello e
aveva scavato un’ abbeveratoio di pietra che sarebbe potuto durare
diecimila anni. E perché? In cosa credeva quel tizio? Di certo non
credeva che non sarebbe mai cambiato nulla. Uno potrebbe anche pensare
questo.. Ma secondo me non poteva essere così ingenuo. Ci ho riflettuto
tanto. Ci riflettei anche dopo essermene andato da lì quando la casa era
ridotta a un mucchio di macerie. E ve lo dico, secondo me
quell’abbeveratoio è ancora lì. Ci voleva ben altro per spostarlo, ve lo
assicuro. E allora penso a quel tizio seduto lì con la mazza e lo
scalpello, magari un paio d’ore dopo cena, non lo so. E devo dire che l’unica cosa che mi viene da pensare è che quello aveva una sorta di promessa dentro al cuore.
E io non ho certo intenzione di mettermi a scavare un abbeveratoio di
pietra. Ma mi piacerebbe essere capace di fare quel tipo di promessa. E’
la cosa che mi piacerebbe di più . Cormac McCarthy - Non è un paese per vecchi - pag.249
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