LETTERA AI CRISTIANI D'OCCIDENTE
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Pubblichiamo qui la famosa "Lettera ai cristiani d'Occidente" scritta nel 1970 da Zverina, in una versione "migliorata" rispetto a quella normalmente diffusa.
Fratelli, voi avete
la presunzione di portare utilità al Regno di Dio assumendo quanto più
possibile il saeculum, la sua vita, le sue parole, i suoi slogan, il suo
modo di pensare. Ma riflettete, vi prego, cosa significa accettare il saeculum. Forse significa che vi siete lentamente perduti in essa? Purtroppo sembra che facciate proprio così. E' ormai difficile ritrovarvi in questo strano mondo e distinguervi da esso.
Probabilmente vi riconosciamo ancora perchè è un processo lento, perchè
vi assimilate al mondo, adagio o in fretta, ma sempre in ritardo. Vi
ringraziamo di molto, anzi quasi di tutto, ma in qualcosa dobbiamo
dissentire. Abbiamo molti motivi per ammirarvi, per questo possiamo
e dobbiamo indirizzarvi questo ammonimento. "E non vogliate conformarvi
a questo secolo, ma trasformatevi rinnovando la vostra mente, affinché
possiate distinguere qual è la volontà di Dio, ciò che è bene, ciò che
gli è gradito, ciò che è perfetto" (Rm 12,2). Non conformatevi! Me suskhematizesthe!
Come è ben mostrata in questa parola la radice verbale: schema. Per
dirla in breve, è vacuo ogni schema, ogni modello esteriore. Dobbiamo
volere di più, l'apostolo ci impone: Tras-formare il proprio modo di
pensare - metamorfousthe te anakainosei tou nous. Com'è espressiva e plastica la lingua greca di Paolo! A differenza dello skhema della morphe - forma permanente - c'è la metamorphe,
il cambiamento della creatura. Non si cambia secondo un qualsiasi
modello che è comunque sempre fuori moda, ma è qualcosa di completamente
nuovo, ricco di tutta la sua novità (anakainosis). Non cambia il lessico, ma il significato (nous). Quindi non contestazione, desacralizzazione, secolarizzazione, perchè questo è sempre poco di fronte alla anakainosis
cristiana. Riflettete su queste parole e vi abbandonerà la vostra
ingenua ammirazione per la rivoluzione, il maoismo, la violenza
(di cui comunque non siete capaci). Il vostro entusiasmo critico e
profetico ha già dato buoni frutti e noi, in questo, non vi possiamo
indiscriminatamente condannare. Solo ci accorgiamo, e ve lo diciamo
sinceramente, che teniamo in maggior stima il calmo e discriminante
interrogativo di Paolo: "Esaminate voi stessi per vedere se siete nella
fede, fate la prova di voi medesimi. O non conoscete forse neppure che è
in voi Gesù Cristo?" (2 Cor 13,5). Non
possiamo imitare il mondo proprio perchè dobbiamo giudicarlo, non con
orgoglio e superiorità, ma con amore, così come il Padre ha amato il
mondo (Gv 3,16) e per questo sui di esso ha pronunciato il suo giudizio.
Non phronein (pensare) e, di conseguenza hyperphronein (arzigogolare), ma sophronein, pensare con saggezza (cfr. Rm 12,3). Essere saggi al punto di discernere quali sono i segni della volontà di Dio e dei tempi. Non ciò che è parola d'ordine del momento, ma ciò che è buono, onesto, perfetto. Scriviamo
come gente non saggia a voi saggi, come deboli a voi forti, come miseri
a voi ancor più miseri! E questo perchè certamente fra di voi vi sono
uomini e donne eccellenti. Ma proprio perchè vi è qualcuno occorre
scrivere stoltamente, come ha insegnato l'apostolo Paolo quando ha
ripreso le parole di Cristo, che il Padre ha nascosto la saggezza coloro
che molto sanno di questo (Lc 10,21).
Fonte: J. Zverina, L'esperienza della Chiesa - Scritti per una "Chiesa della compassione", Jaca Book 1971. Cfr. J. Zverina, Pet cest k radosti, Zvon 1999. |
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sabato 25 febbraio 2012
zverina
Postato da: giacabi a 19:52 | link | commenti
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