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giovedì 23 febbraio 2012

Sturzo


Libertà di educazione
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«Le esperienze inglese, olandese, svizzera, belga e americana dal 1924 al 1946 sono servite a con fermarmi nell'idea che solo la libertà può salvare la scuola in Italia. La storia del "confessionalismo scolastico" che si avvantaggerebbe della "libertà", fa pendant con quella del "comunismo" che si avvantaggia della libertà, e del "Iaicismo" che si avvantaggia della libertà. Bisogna scegliere o la libertà con tutti i suoi "inconvenienti" ovvero lo statalismo con tutte le sue "oppressività". lo ho scelto la libertà fin dai miei giovani anni, e tento di potere scendere nella tomba senza averla mai tradita. Perciò ho combattuto in tutti i campi, e non solo in quello scolastico, lo "statalismo", sia quello pre- fascista, sia quello fascista, e combatto oggi lo statalismo post-fascista, del quale parecchi dei miei amici, bongré, malgré, sì sono fatti garanti. L'intolleranza scolastica dei laicisti è sostanziata dalla presunzione che essi difendono la libertà; mentre la libertà non è monopolio di nessuno. Il monopolio scolastico dello stato è sostanziato da una presunzione, che solo lo stato sia capace di creare una scuola degna del nome; mentre non è riuscito che a burocratizzarla e fossilizzarla.

In sostanza, non c'è libertà dove c'è intolleranza e dove c'è monopolio. Questa è la triste situazione italiana».  Lo era nel 1950. E lo è, disgraziatamente, anche oggi.

Luigi Sturzo




Postato da: giacabi a 15:24 | link | commenti
educazione, sturzo

giovedì, 27 settembre 2007

L’educazione statale
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"Caro Gonella, ho letto articolo per articolo il progetto di riforma scolastica e, mentre apprezzo l'enorme lavoro compiuto e lo sforzo di dare ordine all'attuale sistema scolastico, ho parecchi dubbi, non poche perplessità e perfino delle serie obiezioni.
Mi rendo conto che tu non sei libero di attuare un tuo ordinamento e sei vincolato da tutto il sistema burocratico che opprime la scuola statale, e che tende a rendere soggetta allo stato la scuola non statale e tutte le iniziative culturali e assistenziali della scuola.
lo combatto lo statalismo, malattia che va sempre più sviluppandosi nei paesi cosiddetti democratici, che toglie respiro e movimento alla scuola. Siamo arrivati a questo, che quella piccola e contrastata partecipazione civica nell'ordinamento della scuola (comune e provincia) che era nell'Italia pre-fascista, non ha più posto neppure nel tuo progetto, e che le poche attribuzioni date dalla costituzione alla regione sono, nel tuo progetto, regolamentate e soverchiate con l'ingerenza burocratica del ministero e degli ispettorati regionali (violando, perfino, i diritti delle regioni a statuto speciale).
Non ti dico quale disappunto per me leggere le disposizioni che riguardano l'insegnamento privato. Un italiano andato in America, mi scriveva scandalizzato che là non c'è un ministero della pubblica istruzione. Gli risposi, a giro di posta, che, perciò, l'americano è un popolo libero e l'italiano no.
Comprendo bene che l'Italia, senza lo stato (e il suo ministero della pubblica istruzione) sarebbe senza scuole sufficienti per una popolazione così densa e così povera; perciò bisogna rassegnarsi alla scuola di stato, come il minor male, evitando, però, che resti così accentrata, burocratizzata e monopolizzata come l'abbiamo ereditata dai fascisti e come, purtroppo, sembra che venga tramandata ai nostri posteri".
 

Postato da: giacabi a 14:55 | link | commenti
educazione, sturzo

mercoledì, 12 settembre 2007

Scuola libera
e non statale
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 "Finchè la scuola in Italia non sarà libera, nemmeno gli italiani saranno liberi."
"Ogni scuola, quale che sia l'ente che la mantenga, deve poter dare i suoi diplomi non in nome della repubblica, ma in nome della propria autorità: sia la scoletta elementare di Pachino o di Tradate, sia l'Università di Padova o di Bologna, il titolo vale la scuola. Se la tale scuola ha una fama riconosciuta, una tradizione rispettabile, una personalità nota nella provincia o nella nazione, o anche nell'ambito internazionale, il suo diploma sarà ricercato; se, invece, è una delle tante, il suo diploma sarà uno dei tanti."
"Perchè dovremmo vietare che la logica della concorrenza porti i suoi benéfici frutti nell'ambito della scuola? Un cittadino è libero di scegliersi il tipo di dentifricio o la marca della macchina; e perchè invece, non dev'essere libero di scegliere gli insegnanti per i propri figli? Perchè non dovrebbe essere libero di scegliere una scuola con un certo programma invece che con un altro? Lo "Stato maestro" non è forse il tratto più decisivo dello "Stato etico"?". Quello che la scuola di Stato dà è un titolo. Ma la società chiede competenze.

Luigi Sturzo


 

Postato da: giacabi a 20:23 | link | commenti
educazione, sturzo

sabato, 23 giugno 2007

CATTOLICI SIATE VOI STESSI!
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"Ho avuto sempre fiducia (e quindi speranza) nell'avvenire; un avvenire prossimo o remoto, che si realizzi me vivente o quando le mie ossa riposeranno in un cimitero, non importa; perché ho sentito la vita politica come un dovere e il dovere dice speranza. Io credo nella provvidenza divina. Sono certo che la mia voce, anche se spenta, rimarrà ammonitrice per la moralità e per la libertà nella vita politica: una voce contro lo statalismo, contro la demagogia, contro il marxismo. Spero che i cattolici riprendano coraggio, senza bisogno di mutuare dai socialisti idee sociali ed etiche delle quali questi ultimi ignorano il valore, senza bisogno di cercare a sinistra alleati infidi né a destra collaboratori malevoli; ma curando di essere se stessi, affrontando le difficoltà che la vita stessa impone e soprattutto correggendo certi errori del recente passato che ne hanno alterato la linea".
Luigi Sturzo



Postato da: giacabi a 11:46 | link | commenti
sturzo

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