Libertà di educazione
«Le esperienze inglese, olandese, svizzera, belga e americana dal 1924 al 1946 sono servite a con fermarmi nell'idea che solo la libertà può salvare la scuola in Italia.
La storia del "confessionalismo scolastico" che si avvantaggerebbe
della "libertà", fa pendant con quella del "comunismo" che si
avvantaggia della libertà, e del "Iaicismo" che si avvantaggia della
libertà. Bisogna scegliere o la libertà con tutti i suoi "inconvenienti" ovvero lo statalismo con tutte le sue "oppressività". lo ho scelto la libertà fin dai miei giovani anni, e tento di potere scendere nella tomba senza averla mai tradita. Perciò ho
combattuto in tutti i campi, e non solo in quello scolastico, lo
"statalismo", sia quello pre- fascista, sia quello fascista, e combatto
oggi lo statalismo post-fascista, del quale parecchi dei miei amici,
bongré, malgré, sì sono fatti garanti.
L'intolleranza scolastica dei laicisti è sostanziata dalla presunzione
che essi difendono la libertà; mentre la libertà non è monopolio di
nessuno. Il
monopolio scolastico dello stato è sostanziato da una presunzione, che
solo lo stato sia capace di creare una scuola degna del nome; mentre non
è riuscito che a burocratizzarla e fossilizzarla.
In sostanza, non c'è libertà dove c'è intolleranza e dove c'è monopolio. Questa è la triste situazione italiana». Lo era nel 1950. E lo è, disgraziatamente, anche oggi.
Luigi Sturzo
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Postato da: giacabi a 15:24 |
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educazione, sturzo
L’educazione statale
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"Caro
Gonella, ho letto articolo per articolo il progetto di riforma
scolastica e, mentre apprezzo l'enorme lavoro compiuto e lo sforzo di
dare ordine all'attuale sistema scolastico, ho parecchi dubbi, non poche
perplessità e perfino delle serie obiezioni.
Mi
rendo conto che tu non sei libero di attuare un tuo ordinamento e sei
vincolato da tutto il sistema burocratico che opprime la scuola statale,
e che tende a rendere soggetta allo stato la scuola non statale e tutte
le iniziative culturali e assistenziali della scuola.
lo
combatto lo statalismo, malattia che va sempre più sviluppandosi nei
paesi cosiddetti democratici, che toglie respiro e movimento alla scuola.
Siamo arrivati a questo, che quella piccola e contrastata
partecipazione civica nell'ordinamento della scuola (comune e provincia)
che era nell'Italia pre-fascista, non ha più posto neppure nel tuo
progetto, e
che le poche attribuzioni date dalla costituzione alla regione sono,
nel tuo progetto, regolamentate e soverchiate con l'ingerenza
burocratica del ministero e degli ispettorati regionali (violando,
perfino, i diritti delle regioni a statuto speciale).
Non ti dico quale disappunto per me leggere le disposizioni che riguardano l'insegnamento privato. Un
italiano andato in America, mi scriveva scandalizzato che là non c'è un
ministero della pubblica istruzione. Gli risposi, a giro di posta, che,
perciò, l'americano è un popolo libero e l'italiano no.
Comprendo
bene che l'Italia, senza lo stato (e il suo ministero della pubblica
istruzione) sarebbe senza scuole sufficienti per una popolazione così
densa e così povera; perciò
bisogna rassegnarsi alla scuola di stato, come il minor male, evitando,
però, che resti così accentrata, burocratizzata e monopolizzata come
l'abbiamo ereditata dai fascisti e come, purtroppo, sembra che venga
tramandata ai nostri posteri".
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Postato da: giacabi a 14:55 |
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educazione, sturzo
Scuola libera
e non statale
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"Ogni
scuola, quale che sia l'ente che la mantenga, deve poter dare i suoi
diplomi non in nome della repubblica, ma in nome della propria autorità:
sia la scoletta elementare di Pachino o di Tradate, sia l'Università di
Padova o di Bologna, il titolo vale la scuola. Se la tale scuola ha una fama riconosciuta, una tradizione rispettabile, una personalità nota nella provincia o nella nazione, o anche nell'ambito internazionale, il suo diploma sarà ricercato; se, invece, è una delle tante, il suo diploma sarà uno dei tanti."
"Perchè
dovremmo vietare che la logica della concorrenza porti i suoi benéfici
frutti nell'ambito della scuola? Un cittadino è libero di scegliersi il
tipo di dentifricio o la marca della macchina; e perchè invece, non
dev'essere libero di scegliere gli insegnanti per i propri figli?
Perchè non dovrebbe essere libero di scegliere una scuola con un certo
programma invece che con un altro? Lo "Stato maestro" non è forse il
tratto più decisivo dello "Stato etico"?". Quello che la scuola di Stato dà è un titolo. Ma la società chiede competenze.
Luigi Sturzo
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Postato da: giacabi a 20:23 |
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educazione, sturzo
CATTOLICI SIATE VOI STESSI!
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"Ho
avuto sempre fiducia (e quindi speranza) nell'avvenire; un avvenire
prossimo o remoto, che si realizzi me vivente o quando le mie ossa
riposeranno in un cimitero, non importa; perché ho sentito la vita
politica come un dovere e il dovere dice speranza. Io credo nella
provvidenza divina. Sono certo che la
mia voce, anche se spenta, rimarrà ammonitrice per la moralità e per la
libertà nella vita politica: una voce contro lo statalismo, contro la
demagogia, contro il marxismo. Spero
che i cattolici riprendano coraggio, senza bisogno di mutuare dai
socialisti idee sociali ed etiche delle quali questi ultimi ignorano il
valore, senza bisogno di cercare a sinistra alleati infidi né a destra
collaboratori malevoli;
ma curando di essere se stessi, affrontando le difficoltà che la vita
stessa impone e soprattutto correggendo certi errori del recente passato
che ne hanno alterato la linea".
Luigi Sturzo
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