Brasile - Bruno Tolentino
***
Un metodo
Chi se lo sarebbe mai aspettato? Addirittura al tramonto del secolo di Prometeo l’intellighenzia cristiana si trova restaurata, restituita a se stessa in modo così semplice, così splendido! La lettera di riconoscimento del Papa al mezzo secolo di lavoro di monsignor Giussani ci fa vedere, più che l’accordo, l’incontro, l’avvenimento dell’incontro di due degli uomini più intelligenti dei nostri tempi, insieme al centro dello stesso prodigio: la restituzione delle facoltà di pensiero all’uomo comune... Più che mai, qui si avvera l’impronta del Santo Spirito, annunciata da Isaia! Perché mi sembra ovvio che la novità del genio di Giussani sta nel dono da lui fatto a tutti di un “metodo” per capire, cioè, per «vivere appieno, con intelligenza e creatività, l’esperienza cristiana» nelle stesse parole del Pontefice. E ha ragione il Santo Padre: don Giussani, uomo di cultura, ha trovato la chiave, la via, il modo di fare scoprire a ognuno che la pienezza della sua intelligenza è inseparabile dall’esperienza della fede vissuta. Lo sapevamo già da sant’Agostino, ma adesso abbiamo tutti quanti i mezzi per provarlo in ogni momento, in ogni operazione del pensiero impegnato: crediamo per capire... Il metodo di Descartes, spostando verso l’uomo l’asse dell’universo intelligibile, ha messo tre secoli per condurlo dall’orgoglio intellettuale alla disperazione, dalla nausea sartriana al nulla esistenziale... Scommetto che fra tre generazioni il metodo di don Giussani avrà spazzato via tutta quell’amarezza... Per aspettare Godot bisogna “diventare” Vladimir o Estragon; invece, per ritrovare Cristo basta seguire le tracce di don Gius... Alleluia! Bruno Tolentino, poeta brasilianoTracce N.3, Marzo 2002 |
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Brasile - Bruno Tolentino
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O MUNDO COMO IDEIA - Bruno Tolentino
Il 27 giugno scorso(2007)
si è spenta la voce di Bruno Tolentino, il più illustre e prolifico
poeta brasiliano contemporaneo, per diversi anni direttore della
prestigiosa rivista Bravo, attorno alla quale era riuscito a
raccogliere i più significativi fermenti del mondo intellettuale di
quella immensa e feconda nazione.
Amico personale di Giuseppe Ungaretti, presso il quale soggiornò durante un breve periodo durante gli anni di esilio in Europa seguiti al colpo di stato del
Bruno Tolentino deve la sua fama al conseguimento nel 1995 e nel 2006 del premio Jabuti, il più importante riconoscimento letterario del suo paese , a vent'anni di onorato insegnamento ad Oxford ma
anche a due anni di soggiorno in carcere sotto le pesanti accuse di
spaccio e contrabbando. Ma in Italia, ove tornava
periodicamente essendovi strettamente legato dalle antiche radici
famigliari e da un sentimento di profondo affetto, negli
ultimi anni era noto soprattutto per lo stretto sodalizio con Don
Giussani e l'ambiente culturale cattolico a seguito della sua radicale
conversione religiosa.
Tra le sue opere più prestigiose ricordiamo "O mundo como Idéia ",
in cui il poeta manifesta il bisogno di varcare le anguste
sembianze della prefigurazione concettuale, che privano l'uomo della
necessità di infinitarsi nel ampio respiro della totalità
dell'essere.
L'arte
ebbe a dire una volta è una menzogna che dice la verità ma il varco di
montaliana memoria attraverso cui raggiungerla e che lo ha condotto
dapprima nei bassifondi di Varsavia, quindi sul teatro di guerra
libanese ed infine nelle segrete delle carceri si è materializzato
infine nell'incanto dolente di una notte stellata sotto le sembianze
inattese di una conversione alla fede cattolica. E pur consegnando alla
storia la parabola esistenziale di un poeta che ha lambito tutte le
correnti culturali del Novecento, pur resistendo stoicamente al richiamo
del senso di appartenenza, si
congeda da questo mondo nella convinzione che il poeta sia un uomo
inutile e che il problema non stia nella ricerca di una rettitudine
morale ma nella possibilità di una piena realizzazione dell'essere
attraverso il calvario di un'estenuante ricerca anche tra gli anfratti
più oscuri.
O MUNDO COMO IDÉIA
O mundo como idéia (ou pensamento).
Entre a gnose e o real (talvez) o acordo. Mas no ramo (imperene) cantão tordo (provisório) e invisível vem o vento
e leva o canto e deixa um desalento,
a queixa dos sentidos... Não recordo se sonhei tudo isso ou não: um tordo e a noite em meus ouvidos um momento, outro rapto no vento... Mas supor que o triunfo moral do cognitivo restitua-me o ser menos a dor, é resignar-me a um perfume tão rápido
que não existe quase, insubstantivo
como a Idéia... Não: o mundo como rapto!
Bruno Tolentino
IL MONDO COME IDEA
Il mondo come idea (o pensiero) Tra la gnosi e la realtà (forse) l'accordo. Ma nel ramoscello (imminente) canta il tordo (inatteso) e invisibile sopraggiunge il vento portandosi via il canto e lasciando una malinconia, a lagnarsi dei sensi.... Non ricordo se ho sognato tutto questo oppure no: un tordo e la notte nei miei orecchi un istante, un'altro raptus nel vento...Ma supporre che il trionfo morale della consapevolezza possa ridarmi meno dolore, è abbandonarmi rapito ad un profumo che quasi non esiste, infondato come l'idea....Non il mondo come raptus !
(Traduz. di Suerda Maria Alves)
Gian Paolo Grattarola
da: http://www.biblogit.splinder.com |
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Un metodo
Chi se lo sarebbe mai aspettato? Addirittura al tramonto del secolo di Prometeo l’intellighenzia cristiana si trova restaurata, restituita a se stessa in modo così semplice, così splendido! La
lettera di riconoscimento del Papa al mezzo secolo di lavoro di
monsignor Giussani ci fa vedere, più che l’accordo, l’incontro,
l’avvenimento dell’incontro di due degli uomini più intelligenti dei
nostri tempi, insieme al centro dello stesso prodigio: la restituzione
delle facoltà di pensiero all’uomo comune... Più che mai, qui si avvera
l’impronta del Santo Spirito, annunciata da Isaia! Perché mi sembra
ovvio che la novità del genio di Giussani sta nel dono da lui fatto a
tutti di un “metodo” per capire, cioè, per «vivere appieno, con
intelligenza e creatività, l’esperienza cristiana» nelle stesse parole del Pontefice. E ha ragione il Santo Padre: don
Giussani, uomo di cultura, ha trovato la chiave, la via, il modo di
fare scoprire a ognuno che la pienezza della sua intelligenza è
inseparabile dall’esperienza della fede vissuta. Lo sapevamo già da
sant’Agostino, ma adesso abbiamo tutti quanti i mezzi per provarlo in
ogni momento, in ogni operazione del pensiero impegnato: crediamo per
capire... Il metodo di Descartes, spostando verso l’uomo
l’asse dell’universo intelligibile, ha messo tre secoli per condurlo
dall’orgoglio intellettuale alla disperazione, dalla nausea sartriana al
nulla esistenziale... Scommetto che fra tre generazioni il metodo di
don Giussani avrà spazzato via tutta quell’amarezza... Per aspettare
Godot bisogna “diventare” Vladimir o Estragon; invece, per ritrovare Cristo basta seguire le tracce di don Gius... Alleluia!
Bruno Tolentino, poeta brasilianoTracce N.3, Marzo 2002
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O MUNDO COMO IDEIA - Bruno Tolentino
Il 27 giugno scorso(2007)
si è spenta la voce di Bruno Tolentino, il più illustre e prolifico
poeta brasiliano contemporaneo, per diversi anni direttore della
prestigiosa rivista Bravo, attorno alla quale era riuscito a
raccogliere i più significativi fermenti del mondo intellettuale di
quella immensa e feconda nazione.
Amico personale di Giuseppe Ungaretti, presso il quale soggiornò durante un breve periodo durante gli anni di esilio in Europa seguiti al colpo di stato del 1964 in Brasile, nel corso delle sue lunghe peregrinazioni ebbe
il privilegio di frequentare i più illustri intellettuali e poeti del
secolo scorso tra cui spiccano i nomi di Sartre, Serao, Montale,
Bishop, Auden, Pasolini, Levi e Quasimodo.
Bruno Tolentino deve la sua fama al conseguimento nel 1995 e nel 2006 del premio Jabuti, il più importante riconoscimento letterario del suo paese , a vent'anni di onorato insegnamento ad Oxford ma
anche a due anni di soggiorno in carcere sotto le pesanti accuse di
spaccio e contrabbando. Ma in Italia, ove tornava
periodicamente essendovi strettamente legato dalle antiche radici
famigliari e da un sentimento di profondo affetto, negli
ultimi anni era noto soprattutto per lo stretto sodalizio con Don
Giussani e l'ambiente culturale cattolico a seguito della sua radicale
conversione religiosa.
Tra le sue opere più prestigiose ricordiamo "O mundo como Idéia ",
in cui il poeta manifesta il bisogno di varcare le anguste
sembianze della prefigurazione concettuale, che privano l'uomo della
necessità di infinitarsi nel ampio respiro della totalità
dell'essere.
L'arte
ebbe a dire una volta è una menzogna che dice la verità ma il varco di
montaliana memoria attraverso cui raggiungerla e che lo ha condotto
dapprima nei bassifondi di Varsavia, quindi sul teatro di guerra
libanese ed infine nelle segrete delle carceri si è materializzato
infine nell'incanto dolente di una notte stellata sotto le sembianze
inattese di una conversione alla fede cattolica. E pur consegnando alla
storia la parabola esistenziale di un poeta che ha lambito tutte le
correnti culturali del Novecento, pur resistendo stoicamente al richiamo
del senso di appartenenza, si
congeda da questo mondo nella convinzione che il poeta sia un uomo
inutile e che il problema non stia nella ricerca di una rettitudine
morale ma nella possibilità di una piena realizzazione dell'essere
attraverso il calvario di un'estenuante ricerca anche tra gli anfratti
più oscuri.
O MUNDO COMO IDÉIA
O mundo como idéia (ou pensamento).
Entre a gnose e o real (talvez) o acordo.
Mas no ramo (imperene) cantão tordo
(provisório) e invisível vem o vento
e leva o canto e deixa um desalento,
a queixa dos sentidos... Não recordo
se sonhei tudo isso ou não: um tordo
e a noite em meus ouvidos um momento,
outro rapto no vento... Mas supor
que o triunfo moral do cognitivo
restitua-me o ser menos a dor,
é resignar-me a um perfume tão rápido
que não existe quase, insubstantivo
como a Idéia... Não: o mundo como rapto!
Bruno Tolentino
IL MONDO COME IDEA
Il mondo come idea (o pensiero)
Tra la gnosi e la realtà (forse) l'accordo.
Ma nel ramoscello (imminente) canta il tordo
(inatteso) e invisibile sopraggiunge il vento
portandosi via il canto e lasciando una malinconia,
a lagnarsi dei sensi.... Non ricordo
se ho sognato tutto questo oppure no: un tordo
e la notte nei miei orecchi un istante,
un'altro raptus nel vento...Ma supporre
che il trionfo morale della consapevolezza
possa ridarmi meno dolore,
è abbandonarmi rapito ad un profumo
che quasi non esiste, infondato
come l'idea....Non il mondo come raptus !
(Traduz. di Suerda Maria Alves)
Gian Paolo Grattarola
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«Incontrando Cristo mi sono scoperto uomo»
Juliana Perez
Ricordo
di un grande poeta, scrittore, maestro. Ma soprattutto di un animo
inquieto. Che nella conversione ha trovato se stesso. E nell’amicizia
con Cl, una casa
Bruno Tolentino, nato il 12 novembre 1940, è uno dei più grandi scrittori brasiliani del XX secolo. Cresciuto in una famiglia ricca a Rio de Janeiro, dove
ha un contatto continuo con gli intellettuali e scrittori più
importanti dell’epoca, ha una formazione cattolica, ma a 17 anni
abbandona la religione.
Nel 1964, con il colpo di stato militare in Brasile, parte per l’Europa. Sbarca a Cardiff, in Galles. Elizabeth
Bishop, poetessa americana, lo presenta al poeta inglese Wystan Hugh
Auden. Nello stesso anno conosce anche Giuseppe Ungaretti. Lavora come traduttore-interprete e insegna alle università di Bristol, Essex e Oxford.
Intellettuale
dalla vita intensa e contraddittoria, nel 1987 è accusato di traffico
di droga, arrestato e condannato a 11 anni di prigione. Per 22 mesi
sconta la condanna a Dartmoor. Poi la pena viene sospesa. Ed è in questo periodo che Tolentino riprende il suo rapporto con la Chiesa. «Il
mio cammino di ritorno è iniziato verso i quarant’anni - racconta lui
stesso -. Lo Spirito Santo non ha mai smesso di collaborare con me, ma
in quel momento ho iniziato a collaborare con Lui. Ho vissuto il mio
rapporto con il Mistero per mano a Maria, con cui ho sempre avuto un
rapporto stretto, anche quando non credevo nel Suo Figlio. Con la mia
conversione, non sono diventato un poeta migliore. La ricerca del reale
era già presente quando ero giovane, perché il reale è questa costante
correzione dell’atteggiamento umano... È come nella parabola del sale:
Cristo è il sale; il sale ravvivail gusto del cibo. Non cambia il gusto,
fa il pesce più pesce, la carne più carne. L’incontro con Cristo non
cambia quel che sei, sei te stesso nella dose perfetta: quel che eri
destinato a essere. Io sono in questo processo di diventare sempre di
più me stesso».
Nel 1993 Tolentino torna in Brasile dove vive circondato da giovani affascinati dalla sua umanità.
Vince i più importanti premi di poesia, ma è anche molto combattuto
nell’ambito accademico per la sua critica all’ideologia che da almeno
due decenni sta distruggendo la cultura e l’educazione brasiliana. Come
lui stesso dice, «il mondo odia Cristo e non vuole che Lui sia
conosciuto». Così, di lui si parla poco.
Dopo la conversione, Tolentino ha sempre cercato
un posto per lui dentro la Chiesa. E nel 2000, quando abita nel centro
di San Paolo, riceve una visita inaspettata. La professoressa Marli
Pirozzelli aveva letto alcune cose su di lui e conosceva il suo lavoro
come editore di Bravo!, una delle più importanti riviste di
cultura del Paese. Insieme ad alcuni amici di Comunione e Liberazione,
Marli cercava aiuto per far partire un centro culturale nella città e
per questo decide di cercare Tolentino. Lui accetta subito l’invito, ma
vuole anche conoscere quell’esperienza di Chiesa che sta dietro
all’opera. Così incomincia a conoscere don Giussani e riconosce nel suo
carisma gli stessi maestri del pensiero e dell’arte cristiana che lo
hanno accompagnato nella conversione: Newman, Guardini, Von Balthasar,
Eliot, Claudel, Piero della Francesca, Beato Angelico. Nel 2001 si
trasferisce a Belo Horizonte per vivere con don Virgilio Resi con cui ha
un’intensa amicizia. Nel 2004 è invitato al Meeting di Rimini (v. Speciale Meeting, in allegato a Tracce,
ottobre 2004, p. 106) e conosce don Giussani. Lì, durante la
presentazione di un libro di don Giussani, testimonia la sua
gratitudine: «Il
cristianesimo è una comunicazione, non di qualcosa, ma della totalità
dell’essere, e questa totalità non può essere che in una persona viva: è
uno sguardo, due occhi che trovano due occhi. (...) Per questo ho
capito che il movimento non è niente se non è un metodo... È un modo di
entrare in rapporto, di incontrare Gesù». Dopo la morte di don Virgilio, nel 2003, fa un periodo a Salvador, e poi ritorna a San Paolo. All’inizio del 2007, già di salute molto debole, Tolentino viene accolto da una casa di donne dei Memores Domini. E lì rimane fino alla sua morte, lo scorso 27 giugno.
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Chi se lo sarebbe mai aspettato? Addirittura al tramonto del secolo di Prometeo l’intellighenzia cristiana si trova restaurata, restituita a se stessa in modo così semplice, così splendido! La lettera di riconoscimento del Papa al mezzo secolo di lavoro di monsignor Giussani ci fa vedere, più che l’accordo, l’incontro, l’avvenimento dell’incontro di due degli uomini più intelligenti dei nostri tempi, insieme al centro dello stesso prodigio: la restituzione delle facoltà di pensiero all’uomo comune... Più che mai, qui si avvera l’impronta del Santo Spirito, annunciata da Isaia! Perché mi sembra ovvio che la novità del genio di Giussani sta nel dono da lui fatto a tutti di un “metodo” per capire, cioè, per «vivere appieno, con intelligenza e creatività, l’esperienza cristiana» nelle stesse parole del Pontefice. E ha ragione il Santo Padre: don Giussani, uomo di cultura, ha trovato la chiave, la via, il modo di fare scoprire a ognuno che la pienezza della sua intelligenza è inseparabile dall’esperienza della fede vissuta. Lo sapevamo già da sant’Agostino, ma adesso abbiamo tutti quanti i mezzi per provarlo in ogni momento, in ogni operazione del pensiero impegnato: crediamo per capire... Il metodo di Descartes, spostando verso l’uomo l’asse dell’universo intelligibile, ha messo tre secoli per condurlo dall’orgoglio intellettuale alla disperazione, dalla nausea sartriana al nulla esistenziale... Scommetto che fra tre generazioni il metodo di don Giussani avrà spazzato via tutta quell’amarezza... Per aspettare Godot bisogna “diventare” Vladimir o Estragon; invece, per ritrovare Cristo basta seguire le tracce di don Gius... Alleluia! Bruno Tolentino, poeta brasilianoTracce N.3, Marzo 2002 |
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O MUNDO COMO IDEIA - Bruno Tolentino
Il 27 giugno scorso(2007)
si è spenta la voce di Bruno Tolentino, il più illustre e prolifico
poeta brasiliano contemporaneo, per diversi anni direttore della
prestigiosa rivista Bravo, attorno alla quale era riuscito a
raccogliere i più significativi fermenti del mondo intellettuale di
quella immensa e feconda nazione.
Amico personale di Giuseppe Ungaretti, presso il quale soggiornò durante un breve periodo durante gli anni di esilio in Europa seguiti al colpo di stato del
Bruno Tolentino deve la sua fama al conseguimento nel 1995 e nel 2006 del premio Jabuti, il più importante riconoscimento letterario del suo paese , a vent'anni di onorato insegnamento ad Oxford ma
anche a due anni di soggiorno in carcere sotto le pesanti accuse di
spaccio e contrabbando. Ma in Italia, ove tornava
periodicamente essendovi strettamente legato dalle antiche radici
famigliari e da un sentimento di profondo affetto, negli
ultimi anni era noto soprattutto per lo stretto sodalizio con Don
Giussani e l'ambiente culturale cattolico a seguito della sua radicale
conversione religiosa.
Tra le sue opere più prestigiose ricordiamo "O mundo como Idéia ",
in cui il poeta manifesta il bisogno di varcare le anguste
sembianze della prefigurazione concettuale, che privano l'uomo della
necessità di infinitarsi nel ampio respiro della totalità
dell'essere.
L'arte
ebbe a dire una volta è una menzogna che dice la verità ma il varco di
montaliana memoria attraverso cui raggiungerla e che lo ha condotto
dapprima nei bassifondi di Varsavia, quindi sul teatro di guerra
libanese ed infine nelle segrete delle carceri si è materializzato
infine nell'incanto dolente di una notte stellata sotto le sembianze
inattese di una conversione alla fede cattolica. E pur consegnando alla
storia la parabola esistenziale di un poeta che ha lambito tutte le
correnti culturali del Novecento, pur resistendo stoicamente al richiamo
del senso di appartenenza, si
congeda da questo mondo nella convinzione che il poeta sia un uomo
inutile e che il problema non stia nella ricerca di una rettitudine
morale ma nella possibilità di una piena realizzazione dell'essere
attraverso il calvario di un'estenuante ricerca anche tra gli anfratti
più oscuri.
O MUNDO COMO IDÉIA
O mundo como idéia (ou pensamento).
Entre a gnose e o real (talvez) o acordo. Mas no ramo (imperene) cantão tordo (provisório) e invisível vem o vento
e leva o canto e deixa um desalento,
a queixa dos sentidos... Não recordo se sonhei tudo isso ou não: um tordo e a noite em meus ouvidos um momento, outro rapto no vento... Mas supor que o triunfo moral do cognitivo restitua-me o ser menos a dor, é resignar-me a um perfume tão rápido
que não existe quase, insubstantivo
como a Idéia... Não: o mundo como rapto!
Bruno Tolentino
IL MONDO COME IDEA
Il mondo come idea (o pensiero) Tra la gnosi e la realtà (forse) l'accordo. Ma nel ramoscello (imminente) canta il tordo (inatteso) e invisibile sopraggiunge il vento portandosi via il canto e lasciando una malinconia, a lagnarsi dei sensi.... Non ricordo se ho sognato tutto questo oppure no: un tordo e la notte nei miei orecchi un istante, un'altro raptus nel vento...Ma supporre che il trionfo morale della consapevolezza possa ridarmi meno dolore, è abbandonarmi rapito ad un profumo che quasi non esiste, infondato come l'idea....Non il mondo come raptus !
(Traduz. di Suerda Maria Alves)
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