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giovedì 23 febbraio 2012

s teresina


La santità
***
"La santità non consiste in tale o tal'altra pratica, bensì consiste in una disposizione del cuore che ci rende umili e piccoli nelle braccia di Dio, consci della nostra debolezza e fiduciosi fino all'impudenza nella sua bontà di Padre… Quello che piace al buon Dio nella mia anima è il vedermi amare la mia piccolezza e povertà, è la cieca speranza che ho nella sua misericordia… Non temere: più sarai povero, e più sarai amato da Gesù!".
S. Teresina di Lisieux

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santi, steresina

sabato, 31 ottobre 2009
Io sono “Tu che mi fai”
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Vivere d'amore, quaggiù, è un darsi smisurato, senza chieder salario; senza far conti io mi dò, sicura come sono che quando s'ama non si fanno calcoli. Io ho dato tutto al Cuore divino che trabocca di tenerezza! E corro leggermente... Non ho più nulla, e la mia sola ricchezza è vivere d'amore.

Vivere d'amore è sbandire ogni tema, ogni ricordo dei passati errori. Non vedo nemmeno l'impronta d'uno dei peccati, ciascuno è svanito nel fuoco divino. Fiamma sacra, dolcissima fornace, del tuo focolare io fo la mia stanza. E qui a mio piacere canto, Gesù, e vivo d'amore!

Vivere d'amore è custodire nel vaso mortale di sé un tesoro. Mio Benamato! Debolissima io sono! E tutt'altro che un angelo del cielo. Ma se cado a ogni passo tu mi raggiungi, di volta in volta mi sollevi, mi avvolgi nel tuo abbraccio, e mi dai la tua grazia. Io vivo d'amore!
Santa Teresina                 grazie a: cogitor

Postato da: giacabi a 18:25 | link | commenti
steresina

mercoledì, 23 settembre 2009
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   Questo è il mistero della mia vocazione e della mia vita. Gesù  non chiama quelli che sono degni, ma chi vuole Lui.  
S.Teresa del Bambino Gesù

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steresina

sabato, 05 settembre 2009

L'amore vero
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"Sentii che la carità mi entrava nel cuore…", scriveva Santa Teresina adolescente nel suo Diario la notte di Natale del 1886: con questo fuoco ardente acceso nell’anima dalla preghiera la santa di Lisieux avrebbe salvato un impenitente omicida.

Nella notte di Natale del 1886 Teresa di Lisieux compì un grande atto di umiltà e nell’umiltà avvertì il passaggio di Dio che trasformava la sua anima. Scrive La Santa: "Sentii che la carità mi entrava nel cuore, col bisogno di dimenticare me stessa per far piacere agli altri. E da allora io fui felice!".
Dopo alcuni mesi, esattamente nel luglio 1887, Teresa, mentre sta pregando, posa gli occhi su un’immaginetta di Gesù Crocifisso che sporge dal suo libro di orazioni. Ecco il suo racconto: "Fui colpita dai sangue che cadeva da una sua mano divina e provai un dolore grande pensando che quel sangue cadeva a terra senza che alcuno si desse premura di raccoglierlo; e risolsi di tenermi in spirito ai piedi della Croce per ricevere la divina rugiada (cioè l’Amore!) per spargerla sulle anime".
E così avvenne subito dopo: come è meravigliosamente semplice e coerente il comportamento dei santi!
Sentite che cosa accadde.
La notte del 17 marzo 1887 un certo Enrico Pranzini aveva commesso un triplice assassinio. Il suo processo terminò il 23 luglio con la condanna a morte: così prevedeva la legge francese del tempo.
Il sogno di Gesù Bambino, dipinto a olio eseguito da Santa Teresina per la festa della sorella priora, madre Agnese, nel 1894.
Il sogno di Gesù Bambino, dipinto a olio eseguito da Santa Teresina
per la festa della sorella priora, madre Agnese, nel 1894.
Teresa di Lisieux aveva allora quattordici anni e, come abbiamo appreso nel racconto di Natale, era già una meravigliosa cristiana, aperta alla luce di Dio e desiderosa di portare anime all’incontro con la sua misericordia. Appena seppe della condanna, si preoccupò molto perché l’omicida aveva rifiutato ogni incontro con il sacerdote e tutto lasciava pensare che egli sarebbe morto impenitente.
La futura santa inizia subito una fervente preghiera, coinvolgendo anche la sorella Celina. Ascoltiamo il racconto vivo di Teresa, nel quale si avverte l’Amore che brucia nel suo cuore perfettamente sintonizzato con il Cuore di Cristo: "Ero sicura che il Signore avrebbe perdonato all‘infelice Pranzini, ma per mio semplice conforto chiedevo soltanto un segno di pentimento da parte di quell‘uomo. La mia preghiera venne esaudita letteralmente…Il giorno seguente alla esecuzione mi trovo sotto le mani il giornale ‘La Croix’: lo apro con ansia, e che vedo?... Ah, le lacrime tradirono la mia commozione e fui costretta a nascondermi: Pranzini non si era confessato, era salito sulla ghigliottina e si disponeva a passar la testa sotto la lama, quando ad un tratto, assalito da una improvvisa ispirazione, si volta, afferra il Crocifisso presentatogli dal cappellano, e ne bacia per tre volte le piaghe santissime!... Poi la sua anima andò a ricevere la misericordiosa sentenza di Colui il quale dichiara che in cielo si ha più gioia per un solo peccatore che fa penitenza che per novantanove giusti i quali non ne hanno bisogno!’ ... (Lc 15,7)".
Oh, se avessimo fede!
Oh, se noi credessimo nell’efficacia della preghiera!
Tanto tempo lo passeremmo in ginocchio: e tante cose cambierebbero dentro di noi e attorno a noi!
Angelo Comastri

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steresina

sabato, 22 agosto 2009
Solo la grazia di Dio converte
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«E veramente i predicatori evangelici potrebbero ben affaticarsi, e versare sudori e dare anche la vita per condurre i non credenti alla religione cattolica, potrebbero usare ogni industria, ogni diligenza, ogni genere di mezzi umani, ma tutto ciò non gioverebbe a nulla, tutto cadrebbe nel vuoto se Dio, con la sua grazia, non toccasse il cuore dei non credenti per renderli docili e attirarli a sé».
santa Teresa di Lisieux patrona delle missioni

Postato da: giacabi a 21:34 | link | commenti
steresina

lunedì, 08 dicembre 2008
Nel cuore della Chiesa io sarò l'amore
***
 "Nel cuore della Chiesa io sarò l'amore Siccome le mie immense aspirazioni erano per me un martirio, mi rivolsi alle lettere di san Paolo, per trovarmi finalmente una risposta. Gli occhi mi caddero per caso sui capitoli 12 e 13 della prima lettera ai Corinzi, e lessi nel primo che tutti non possono essere al tempo stesso apostoli, profeti e dottori e che la Chiesa si compone di varie membra e che l'occhio non può essere contemporaneamente la mano. Una risposta certo chiara, ma non tale da appagare i miei desideri e di darmi la pace. Continuai nella lettura e non mi perdetti d'animo. Trovai così una frase che mi diede sollievo: «Aspirate ai carismi più grandi. E io vi mostrerò una via migliore di tutte» (1 Cor 12, 31). L'Apostolo infatti dichiara che anche i carismi migliori sono un nulla senza la carità, e che questa medesima carità é la via più perfetta che conduce con sicurezza a Dio. Avevo trovato finalmente la pace. Considerando il corpo mistico della Chiesa, non mi ritrovavo in nessuna delle membra che san Paolo aveva descritto, o meglio, volevo vedermi in tutte. La carità mi offrì il cardine della mia vocazione. Compresi che la Chiesa ha un corpo composto di varie membra, ma che in questo corpo non può mancare il membro necessario e più nobile. Compresi che la Chiesa ha un cuore, un cuore bruciato dall'amore.
Capii che solo l'amore spinge all'azione le membra della Chiesa e che, spento questo amore, gli apostoli non avrebbero più annunziato il Vangelo, i martiri non avrebbero più versato il loro sangue. Compresi e conobbi che l'amore abbraccia in sé tutte le vocazioni, che l'amore é tutto, che si estende a tutti i tempi e a tutti i luoghi, in una parola, che l'amore é eterno
. Allora con somma gioia ed estasi dell'animo grida: O Gesù, mio amore, ho trovato finalmente la mia vocazione. La mia vocazione é l'amore. Si, ho trovato il mio posto nella Chiesa, e questo posto me lo hai dato tu, o mio Dio. Nel cuore della Chiesa, mia madre, io sarò l'amore ed in tal modo sarò tutto e il mio desiderio si tradurrà in realtà."
S. Teresina di Lisieux
da: Manuscrits autobiographiques, Lisieux 1957

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steresina

mercoledì, 01 ottobre 2008
La vita è il presente
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«La mia vita è un baleno, un'ora che passa, è un momento che presto mi sfugge e se ne va. Tu lo sai, mio Dio, che per amarti sulla terra non ho altro che l'oggi».
Teresa di Lisieux 


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steresina

La recita del rosario
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 “…da sola (ho vergogna di confessarlo), la recita del rosario mi costa più che mettermi uno strumento di penitenza. Sento che lo dico così male! Ho un bell'impegnarmi nel meditare i misteri del rosario, non arrivo a fissare il mio spirito. Per lungo tempo mi sono afflitta per questa mancanza di devozione che mi meravigliava, perché amo tanto la Vergine Santa, tanto che mi dovrebbe esser facile fare in onor suo le preghiere che le piacciono. Ora me ne cruccio meno, penso che la Regina dei Cieli è mia madre, vede certo la mia buona volontà e se ne contenta. Qualche volta, se il mio spirito è in un'aridità così grande che mi è impossibile trarne un pensiero per unirmi al buon Dio, recito molto lentamente un Padre nostro e poi il saluto angelico; allora queste preghiere mi rapiscono, nutrono l'anima mia ben più che se le avessi recitate precipitosamente un centinaio di volte. La Santa Vergine mi mostra che non è affatto sdegnata con me, non manca mai di proteggermi appena l'invoco. Se mi sopravviene una preoccupazione, una difficoltà, subito mi volgo a lei, e sempre, come la più tenera delle madri, ella prende cura dei miei interessi. Quante volte parlando alle novizie mi è accaduto di invocarla e sentire i benefizi della sua protezione materna”
Teresa di Lisieux 


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preghiere, steresina

La misericordia di Dio
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 «Se avessi mai commesso il peggiore dei crimini,
per sempre manterrei la stessa fiducia,
poiché io so che questa moltitudine di offese
non è che goccia d’acqua in un braciere ardente»
Teresa di Lisieux

 ad A. auguri!!!!

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steresina

lunedì, 22 settembre 2008
Dio salva il nostro niente
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« Se tu sei niente, non dimenticare mai che Gesù è tutto. Getta, dunque, il tuo piccolo nulla nel Suo infinito tutto e non smettere mai di pensare a questo tutto che devi unicamente amare.»
Santa Teresa di Gesù Bambino

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steresina

venerdì, 05 settembre 2008
Ho sempre desiderato essere una santa
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"Lo sapete, Madre mia, ho sempre desiderato essere una santa, ma ahimé! ho sempre constatato, quando mi sono paragonata ai santi, che c'è tra me e loro la stessa differenza che esiste tra una montagna la cui cima si perde nel cielo e il granello di sabbia scura calpestato sotto i piedi dei passanti. Invece di scoraggiarmi, mi sono detta: se il Buon Dio non può ispirare desideri irrealizzabili, posso dunque, malgrado la mia piccolezza, aspirare alla santità. Crescere è impossibile: mi devo sopportare così come sono, con tutte le mie imperfezioni, ma voglio cercare il modo di andare in Cielo per una piccola via molto diritta, molto breve, una piccola via tutta nuova. Siamo in un secolo di invenzioni: ora non facciamo più neanche lo sforzo di salire i gradini di una scala, perché tra i ricchi un ascensore li sostituisce benissimo. Anch'io vorrei trovare un ascensore per elevarmi sino a Gesù, perché sono troppo piccola per salire la dura scala della perfezione.
Allora ho cercato nei libri santi l'indicazione dell'ascensore oggetto del mio desiderio e ho letto queste parole uscite dalla bocca della Sapienza Eterna: "Se qualcuno è piccolo venga a me" (cfr. Prv 9,4). Allora io sono giunta alla conclusione che avevo trovato quello che cercavo e, volendo sapere, o mio Dio! cosa farete al piccolo che risponderà alla vostra chiamata, ho continuato le mie ricerche; ed ecco che cosa ho trovato: "Come una madre accarezza suo figlio, così vi consolerò, vi porterò sul mio seno e vi cullerò sulle mie ginocchia!". (cfr. Is 66,13.12)
Ah! mai parole più tenere, più melodiose, sono venute a rallegrare la mia anima. L'ascensore che deve portarmi fino al Cielo sono le vostre braccia, o Gesù! Per questo non ho bisogno di crescere; al contrario, devo restare piccola e diventarlo sempre di più".
Tratto da: "Storia di un'anima", di Santa Teresa di Lisieux

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steresina

mercoledì, 13 agosto 2008
Il Desiderio
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Tu sai cosa desideri, ma Dio solo sa che cosa ti giova”
S. Agostino
Il Signore opererà per noi meraviglie che sorpasseranno infinitamente i nostri immensi desideri
 S. Teresina di Lisieux

 

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desiderio, agostino, steresina

lunedì, 30 giugno 2008
 La perfezione
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La perfezione mi sembra facile: basta riconoscere il proprio nulla e abbandonarsi come un bambino nelle braccia di Dio. S.Teresina di Lisieux

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steresina

sabato, 24 maggio 2008
Essere se stessi
***
Gesù...
mi ha messo innanzi agli occhi
il libro della natura
e ho capito
che tutti i fiori creati da Lui sono belli,
che lo splendore della rosa
e il candore del giglio
non tolgono nulla
al profumo della piccola violetta
o alla semplicità incantevole della margheritina...
Ho capito
che se tutti i fiorellini
volessero essere rose,
la natura perderebbe
il suo ornamento primaverile,
i campi non sarebbero più smaltati di fioretti...
Così avviene nel mondo delle anime
che è il giardino di Gesù.
Egli ha voluto creare grandi Santi
che possono paragonarsi ai gigli e alle rose,
ma ne ha creati anche di più piccoli,
e questi devono contentarsi
di essere pratoline o violette
destinate a rallegrare
lo sguardo del buon Dio
quando Egli lo abbassa ai suoi piedi
.
S. Teresa di Lisieux

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steresina

domenica, 27 aprile 2008
Attirami a Te
***
Madre amatissima, ecco la mia preghiera: chiedo a Gesù di attirarmi nelle fiamme del suo amore, di unirmi così strettamente a Lui, che Egli viva ed agisca in me. Sento che quanto più il fuoco dell’amore infiammerà il mio cuore, quanto più dirò: «Attirami», tanto più le anime che si avvicineranno a me (povero piccolo rottame di ferro inutile, se mi allontanassi dalla fornace divina) correranno anch’esse velocemente all’effluvio dei profumi del loro Amato, perché un’anima infiammata di amore non può restare inattiva; senza dubbio come santa Maddalena lei se ne sta ai piedi di Gesù, ascolta la sua parola dolce e infiammata. Sembrando non dar niente, dà molto di più di Marta che si agita per molte cose e vorrebbe che la sorella l’imitasse. Non sono sicuramente i lavori di Marta che Gesù biasima: a questi lavori la sua Madre divina si è umilmente sottomessa per tutta la sua vita poiché doveva preparare i pasti per la Santa Famiglia. È solo l’inquietudine della sua ardente ospite che Egli vorrebbe correggere.
 Santa Teresa di Lisieux

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preghiere, maria, steresina

sabato, 01 settembre 2007
SANTA TERESA
DI GESÙ BAMBINO
La piccola via
           
A dieci anni dalla proclamazione a dottore della Chiesa di santa Teresa di Gesù Bambino e del Volto Santo da parte di papa Giovanni Paolo II
Consigli e ricordi di Céline Martin, una delle quattro sorelle di santa Teresina
 Domenica 19 ottobre 1997, papa Giovanni Paolo II – dopo che già ne aveva dato annuncio il 27 agosto a Parigi, durante la XII Giornata della gioventù – proclamava santa Teresa di Lisieux (nata ad Alençon il 2 gennaio 1873 e morta a Lisieux, a soli ventiquattro anni, il 30 settembre 1897) dottore della Chiesa universale. Con questo titolo, spiegava il Papa in quell’occasione, «il magistero intende segnalare a tutti i fedeli, e in modo speciale a quanti rendono nella Chiesa il fondamentale servizio della predicazione o svolgono il delicato compito della ricerca e dell’insegnamento teologico, che la dottrina professata e proclamata da una certa persona può essere un punto di riferimento, non solo perché conforme alla verità rivelata, ma anche perché porta nuova luce sui misteri della fede, una più profonda comprensione del mistero di Cristo».
      «Tra i “dottori della Chiesa” Teresa di Gesù Bambino e del Volto Santo è la più giovane», disse ancora il Papa. Su un totale di trentatré dottori, Teresa di Lisieux è la terza donna cui è stato concesso questo titolo dopo che Paolo VI nel 1970 proclamò dottori della Chiesa santa Teresa d’Avila (Avila, 28 marzo 1515 – Alba de Tormes, 4 ottobre 1582) e santa Caterina da Siena (Siena, 25 marzo 1347 – Roma, 29 aprile 1380).
     
Nei ventisette anni del suo pontificato, Giovanni Paolo II proclamò dottore della Chiesa soltanto Teresa di Lisieux.
      A dieci anni da quell’atto di magistero di papa Giovanni Paolo II, pubblichiamo in queste pagine un capitolo di una raccolta di scritti di Céline Martin (1869-1959), una delle quattro sorelle di santa Teresina. Céline, che entrò nel Carmelo di Lisieux nel 1894 assumendo il nome di suor Genoveffa del Volto Santo, curò personalmente, nel 1951, la sistemazione dei suoi appunti, provenienti dal suo diario personale – redatto in parte quando Teresa era ancora in vita – e dalle sue deposizioni preparate in vista dei processi di beatificazione e di canonizzazione. Il capitolo che pubblichiamo si intitola “Spirito d’infanzia” ed è tratto integralmente dal libro Consigli e ricordi (Città Nuova, Roma 1973, pp. 47-59).
     
     

Santa Teresa di Gesù Bambino

      Al processo, quando il promotore della fede mi ha domandato perché desideravo la beatificazione di suor Teresa del Bambin Gesù, gli risposi che era soltanto per far conoscere la “piccola via”. È così che Teresa chiamava la sua spiritualità, il suo modo di andare a Dio.
      Egli replicò: «Se parlate di “via” la causa cadrà inevitabilmente, come è successo già in diverse circostanze analoghe».
      «Tanto peggio», ho risposto io, «la paura di perdere la causa di suor Teresa, non mi impedirà certo di valorizzare il solo punto che mi interessa: fare in certo modo canonizzare la “piccola via”».
      Tenni duro e la causa non naufragò. Per questo ho provato più gioia quando Benedetto XV esaltava nel suo discorso l’«infanzia spirituale», che durante la beatificazione e la canonizzazione della nostra santa. Il mio scopo era stato raggiunto quel giorno, il 14 agosto 1921.
      D’altra parte il Summarium ha registrato questa risposta che io detti a proposito dei «doni soprannaturali»:
      «Essi furono assai rari nella vita della serva di Dio. Per me, io preferirei che non fosse beatificata piuttosto che presentare il suo ritratto diverso da come io lo credo in coscienza vero... La sua vita doveva essere semplice per servire da modello alle “piccole anime”»1.
      È incontestabile che in ogni incontro la nostra cara maestra ci indicava la sua “piccola via”.
      «Per camminare» affermava «occorre essere umili, poveri di spirito e semplici».
      Certamente avrebbe gustato, se l’avesse conosciuta, questa preghiera di Bossuet2: «piccoli come fanciulli, come Gesù Cristo comanda, noi possiamo entrare una buona volta per questa piccola porta, per poterla poi mostrare agli altri con più sicurezza e con più efficacia. Così sia».
      Niente di strano se alla sua ultima ora, questo grande uomo abbia pronunciato queste commoventi parole: «Se potessi ricominciare a vivere, non vorrei essere che un piccolo fanciullo che dà sempre la mano al Bambin Gesù».
      Teresa, nella luce rivelata ai piccoli, seppe magnificamente scoprire questa porta di salvezza e indicarla agli altri. La sapienza divina e quella umana non hanno forse indicato in questo spirito d’infanzia la «vera grandezza dell’animo»?
      Così l’hanno fissato in forti definizioni questi grandi filosofi cinesi:
      «La virtù matura approda allo stato d’infanzia» (Lao Tse, VII sec. a.C.).
      «Grande uomo è colui che non ha perduto il suo cuore di fanciullo» (Meng Tse, IV sec. a.C.)3.
      E ancora: «Conoscere la virtù virile significa progredire sempre nella via del bene e ritornare all’infanzia» (Tao Ta-Ching)4.
      Per la nostra santa, questa “piccola via” consisteva praticamente nell’umiltà, come ho già detto. Ma si traduceva ancora attraverso uno spirito d’infanzia molto accentuato.
Gran Dio... non lasciare giammai che alcuni spiriti, di cui alcuni si annoverano tra i dotti, altri tra gli spirituali, possano essere accusati al tuo terribile tribunale di aver contribuito in qualche modo a chiuderti l’accesso in non so quanti cuori, perché tu volevi entrarvi in un modo la cui sola semplicità li urtava, e attraverso una porta la quale, benché aperta dai santi fin dai primi secoli della Chiesa, non era, forse, ancora abbastanza loro nota; piuttosto fa’ in modo che, diventando tutti


Teresa a otto anni con la sorella Céline in una foto del 1881

      Così Teresa amava molto intrattenermi con queste parole che attingeva dal Vangelo: «Lasciate che i fanciulli vengano a me, perché di essi è il regno dei cieli... i loro angeli vedono continuamente il volto del Padre mio celeste... Chiunque diventerà piccolo come un fanciullo sarà grande nel regno dei cieli... Gesù abbracciava i fanciulli dopo averli benedetti»5.
      Essa le aveva ricopiate sul retro di una immagine sulla quale c’erano le fotografie dei nostri quattro fratelli e sorelle partiti per il Cielo in tenera età. Me ne fece un regalo, tenendosene una simile nel breviario. Le foto sono ora, in parte, sbiadite dal tempo.
      Sotto questi testi evangelici, ne aveva aggiunti altri, tratti dalla Sacra Scrittura, che la colmavano di gioia e sempre in relazione con lo spirito d’infanzia: «Beati quelli che Dio reputa giusti senza le opere, rispetto a quelli che fanno opere, perché la ricompensa non è considerata come una grazia da questi ultimi, ma come una cosa loro dovuta... È dunque gratuitamente che coloro che non fanno le opere sono giustificati dalla grazia in virtù della redenzione operata da Gesù Cristo».
      «Il Signore condurrà il suo gregge nei pascoli. Egli riunirà i piccoli agnelli e li prenderà in grembo»6.
      Nel retro di un’altra grande immagine, aveva ancora riportato citazioni della Scrittura, alcune delle quali ripetono le precedenti. Ma è interessante vedere fino a che punto esse spiegano la sua via.
      Prediligeva anche e in modo del tutto particolare una scultura raffigurante un bambino seduto sulle ginocchia di Nostro Signore che si sforza di raggiungere il divino volto e di baciarlo. Io le mostrai un “memento” con la foto di una bambina morta in tenera età; mise il suo dito sul volto della bimba dicendo con tenerezza e fierezza: «Sono tutti sotto la mia tutela!», come se prevedesse già il titolo attribuitole di “Regina dei piccolissimi”.
      Suor Teresa del Bambin Gesù era alta: misurava un metro e sessantadue centimetri; madre Agnese di Gesù invece era molto più bassa. Un giorno le dissi: «Se ti fosse stata data la facoltà di scegliere, avresti preferito essere alta o bassa?».
      Senza esitare rispose: «Avrei scelto di essere piccola di statura per essere piccola in tutto».
      La Chiesa ha sempre visto in Teresa del Bambin Gesù la santa dell’infanzia spirituale. Numerose sono le testimonianze dei papi a questo proposito. Mi limiterò a citarne due di sua santità Pio XII; la prima quando era legato a latere di Pio XI, in occasione dell’inaugurazione della Basilica di Lisieux, l’11 luglio 1937; e l’altra 17 anni più tardi: «Santa Teresa del Bambin Gesù ha una missione e una dottrina. Ma la sua dottrina, come tutta la sua persona, è umile e semplice; è racchiusa in due parole: infanzia spirituale, o nelle altre due equivalenti: piccola via».
      «È il Vangelo stesso, è il cuore del Vangelo che lei ha riscoperto; ma con quale grazia e freschezza: «“Se non diventerete come bambini, non entrerete nel regno dei cieli” (Mt 18, 3)»7.
     
Suor Teresa di Gesù Bambino (in seconda fila dal basso, a destra) e suor Genoveffa del Volto Santo (in prima fila dal basso, a sinistra) in una foto di gruppo scattata il 15 aprile 1895, lunedì di Pasqua

      Devozione al mistero dell’Incarnazione e del presepe
      Ogni anno festeggiava con la più grande devozione il 25 marzo perché, diceva lei: «Questo è il giorno, nel quale Gesù, nel seno di Maria, è stato il più piccolo».
      Ma amava in modo del tutto particolare il mistero del presepe. È qui che il Bambino Gesù le rivelò tutti i suoi segreti sulla semplicità e sull’abbandono.
      Al contrario dell’eretico Marcione che diceva con disprezzo: «Toglietemi davanti questi pannolini e questo presepe, indegni di un Dio!», Teresa era innamorata degli abbassamenti di Nostro Signore, fattosi così piccolo per amore nostro.
      Su immaginette natalizie che lei stessa dipingeva, scriveva con piacere questa frase di san Bernardo: «Gesù, chi ti ha fatto così piccolo? L’amore!».
      Il nome di Teresa del Bambino Gesù, che fece suo fin dall’età di nove anni, quando manifestò il desiderio di farsi carmelitana, resterà per lei sempre attuale e si sforzò di meritarselo costantemente. Più tardi sotto un’immagine di Gesù Bambino, scriverà questa frase: «O piccolo Bambino, mio unico tesoro, mi abbandono ai tuoi divini capricci, non voglio avere altra gioia che quella di farti sorridere. Imprimi in me le tue grazie e le tue virtù infantili, affinché il giorno della mia nascita al cielo, gli angeli e i santi riconoscano nella tua piccola sposa: Teresa del Bambin Gesù».
      Queste virtù infantili, che Teresa desiderava, prima di lei avevano affascinato l’austero san Girolamo che non è tacciato per questo di puerilità.
     
      Ladri di cielo
      «I miei protettori e i miei prediletti del cielo sono quelli che lo hanno rubato, come i santi Innocenti e il buon ladrone».
      «I grandi santi se lo sono guadagnato con le loro opere: io voglio imitare i ladri, voglio averlo con l’astuzia, ma astuzia d’amore che ne aprirà la porta, a me e ai poveri peccatori. Lo Spirito Santo sembra incoraggiarmi quando dice nei Proverbi: “O piccolissimo! Vieni, apprendi da me la prudenza”»8.
     
      La dimora dei piccoli
      Le parlavo delle mortificazioni dei santi e lei mi rispondeva: «Che buona cosa ha fatto il Signore ricordandoci che ci sono molte dimore nella casa del Padre suo!9. Se non fosse cosí ce lo avrebbe detto...».
      «Sì, se tutte le anime chiamate alla perfezione avessero dovuto, per entrare in cielo, praticare tali penitenze, Egli ce lo avrebbe detto e noi ce le saremmo imposte con molta serietà. Ma ci fa presente che “ci sono molte dimore nella sua casa”. E se c’è quella delle grandi anime, quella dei padri del deserto e dei martiri della penitenza, deve esserci anche quella dei fanciulli.
      «Il nostro posto è custodito là, se noi amiamo molto Lui, Gesù con il Padre celeste e lo Spirito d’amore».
      Suor Teresa del Bambin Gesù era, come si vede, un’anima molto semplice, che si è fatta santa con mezzi ordinari.
      Si capisce da ciò che una frequenza di doni straordinari nella sua vita sarebbe stata contraria a ciò che lei diceva essere il disegno di Dio su di lei. La sua vita doveva poter servire da modello alle piccole anime.
     
      I piccoli non si dannano
      «Che cosa faresti» le dicevo «se ti fosse data la possibilità di ricominciare la tua vita religiosa?».
      «Penso» mi rispose «che rifarei quello che ho fatto».
      «Tu non condividi dunque il sentimento di quel solitario che affermava: “Quand’anche avessi vissuto per molti anni nella penitenza, finché mi resterà un quarto d’ora, un soffio di vita, avrò paura di dannarmi?”».
      «No, non posso condividere quella paura, sono troppo piccola per dannarmi; i bambini non si dannano».
     
Quadro dipinto da Teresa nel 1892 e donato a Céline

      Passare sotto il cavallo
      Molto scoraggiata e col cuore che mi batteva forte per una lotta che mi sembrava insuperabile, corsi da lei dicendo: «Questa volta è impossibile, non posso farcela!». «Ciò mi stupisce», rispose; «noi siamo troppo piccole per superare le difficoltà; è necessario che vi passiamo al di sotto». E mi ricordò un episodio della nostra infanzia; eccolo: ci trovavamo in casa di vicini ad Alençon; un cavallo ci sbarrava l’entrata del giardino. Mentre le persone grandi cercavano un’altra entrata, una nostra compagnetta10 non trovò niente di più facile che passare sotto al cavallo. Passò per prima e mi tese la mano; la seguii portandomi dietro Teresa e, senza piegare troppo la nostra schiena, passammo dall’altra parte.
      E concluse: «Ecco cosa ci si guadagna a essere piccoli. Per i piccoli non esistono ostacoli, si infilano dappertutto. Le grandi anime possono passare sopra le vicende, aggirare le difficoltà, riuscire, col ragionamento o con la virtù, a mettersi al di sopra di tutto, ma noi che siamo tanto piccole, dobbiamo guardarci bene dal tentare una simile impresa. Passiamo da sotto! Passare sotto le vicende significa non dar loro troppa importanza né ragionarci sopra»11.
     
      Dirigere le intenzioni
      Durante la sua malattia, accettava le medicine più ripugnanti e le cure più penose con una inalterabile pazienza, pur costatando che ciò era inutile; non manifestava mai all’esterno la fatica che ciò comportava. Mi confidava di aver offerto a Dio tutte queste inutili cure per quel missionario che non avesse né il tempo né i mezzi per curarsi, domandando che tutto fosse utile a lui...
      Siccome le manifestavo il mio rammarico per non avere tali pensieri rispose: «Questa intenzione esplicita non è necessaria per un’anima che si è donata completamente a Dio. Il bambino prende il latte dal seno della madre per così dire meccanicamente e senza presentire l’utilità della sua azione e intanto vive e si sviluppa, senza peraltro che questo fosse nella sua intenzione». E aggiungeva: «Un pittore che lavora per il suo padrone non ha bisogno di ripetere a ogni tocco di pennello: “È per il signor tal dei tali, è per il signor tal dei tali...”; basta che egli si metta al lavoro con la volontà di lavorare per il suo padrone».
      «È bene raccogliersi spesso e dare un indirizzo alle proprie intenzioni, ma senza eccessiva costrizione spirituale. Dio intuisce i bei pensieri e le ingegnose intenzioni che vorremmo avere. Egli è il Padre e noi i suoi bambini».
      «Gesù non può essere triste per i nostri accomodamenti».
      Io le dicevo: «È necessario che io lavori, altrimenti Gesù sarà triste...».
      «Oh no, sei tu che saresti triste. Egli non può essere triste per i nostri accomodamenti12. Ma per noi, quale dolore non potergli dare tutto quello che possiamo!».
     
      Essere santa senza diventar grande...
      Per essere profondamente umile, suor Teresa del Bambin Gesù «si sentiva incapace di percorrere il duro cammino della perfezione», e si sforzò pertanto di diventare sempre più piccola, affinché Dio si prendesse completamente cura delle sue cose, e la prendesse tra le sue braccia, come succede nelle famiglie per i bambini più piccoli. Voleva essere santa ma senza diventare grande, poiché, come le piccole malefatte dei bambini non fanno adirare i genitori, così le imperfezioni delle anime umili non possono offendere gravemente il buon Dio, e gli errori non saranno imputabili loro come colpa, secondo le parole della Scrittura: «Ai piccoli si perdona per pietà»13. Di conseguenza si guardava bene dal desiderare di sentirsi perfetta e che gli altri la considerassero come tale, perché sarebbe cresciuta e Dio l’avrebbe lasciata camminare da sola.
     
«I bambini non lavorano per farsi una posizione», diceva; «se sono saggi lo fanno per far contenti i loro genitori. Allo stesso modo non occorre lavorare per diventare santi, ma per fare piacere a Dio».
     
Le sacrestane del Carmelo di Lisieux in una foto del novembre1896

      Come baciare il proprio crocifisso
      Durante la sua malattia, avendo fatto uno sbaglio ed essendomene pentita profondamente mi disse: «Adesso bacia il tuo crocifisso». Lo baciai ai piedi.
      «È lì che una bambina bacia suo padre? Via, via, si bacia il viso!». Lo baciai. Aggiunse: «E ora ci si fa baciare da lui». Dovetti appoggiare il crocifisso sulla mia guancia. Allora Teresa concluse: «Così va bene; ora tutto è dimenticato!».
     
      La ricompensa dei piccoli
      «Nostro Signore rispose una volta alla madre dei figli di Zebedeo: “Sedere alla mia destra e alla mia sinistra spetta a quelli cui il Padre mio l’ha destinato”»14.
      «Io mi immagino che quei posti scelti, rifiutati a grandi santi, a grandi martiri, spetteranno ai piccoli... Non lo predisse forse David, quando disse che il piccolo Beniamino presiederà le assemblee (dei santi)?»15.
      Le si domandò con quale nome avremmo dovuto pregarla quando fosse in cielo. «Mi chiamerete Teresina », rispose umilmente. 
  Note 
     1 Par. 2341, p. 799.
      2 Bossuet, fine del suo opuscolo sulla Manière courte et facile pour faire oraison.
      3 Citato da Giovanni Wu Ching-Hioung, già ministro della Cina presso la Santa Sede, nell’opuscolo Dom Lou. Sa vie spirituelle; un grand témoignage, Desclée de Brouwer, Parigi-Tournai 1949, p. 41.
      4 Giovanni Wu Ching-Hioung, La science de l’amour, p. 29.
      5 Ecco i riferimenti: Mt 19, 14; Mc 10, 14; Lc 18, 16; Mt18, 10 e 4; Mc 10, 16.
      6 Ecco i riferimenti completi dei due testi: Rm 4, 4-6; Is 40, 11.
      7 Messaggio dell’11 luglio 1954 durante la consacrazione solenne della Basilica di Lisieux.
      8 Pr 1, 4.
      9 Gv 14, 2.
      10 Teresa Lehoux, sette anni circa, della stessa età di Céline.
      11 La santa si rivolgeva con queste parole a delle novizie alle quali consigliava di non perder tempo ad analizzare inutilmente le difficoltà.
      12 Con «i nostri accomodamenti», suor Teresa del Bambin Gesù intendeva riferirsi allo spirito d’infanzia. Gesù non può addolorarsi per gli errori involontari, dovuti alle debolezze e alla fragilità delle anime umili e innamorate, che si abbandonano a Lui.
      13 Sap 6, 6.
      14 Mt 20, 23; Mc 10, 40.
      15 Sal
67, 28. 
     




 

Postato da: giacabi a 10:17 | link | commenti
santis teresina

sabato, 04 agosto 2007
consiglio
***
Niente ti turbi,
niente ti spaventi.
Tutto passa,
Dio non cambia.
La pazienza 
ottiene tutto.
Chi ha Dio
ha tutto.
Dio solo basta.

Teresa di Gesù

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