Il calore umano
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“Che piacere ti fa l’uomo della strada quando ti dice «per favore» oppure «grazie». E lo dice con tanto calore, come se ti augurasse veramente la salvezza. Solo su questo calore umano si regge il mondo,
specie il mondo russo. «Fratello», «paparino», «siate buono», basta
una qualsiasi di queste parole. Senza particolare riguardo, ma con una
intonazione familiare”
Andrei Sinjavskij
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Postato da: giacabi a 15:09 |
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sinjavskij
Il cristianesimo
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Al confronto delle altre religioni, il
cristianesimo assolve la funzione di una compagnia d'assalto, di un
drappello di arditi gettato sul punto più pericoloso ed infuocato del
fronte.
Da
qualche parte ci dev'essere un'artiglieria, un'aviazione; ma
nell'attacco alla baionetta è questo manipolo di votati alla morte che,
dopo aver bruciato dietro di sè i ponti, viene lanciato a ridosso delle
trincee nemiche nella fornace ardente.
Di
qui la decisione dell'urto, la risolutezza di andare fino in fondo, la
difficoltà dell'eroismo, l'intolleranza della dottrina (a differenza, ad
esempio, degli indù), cioè la concentrazione e lo slancio di tutte le
forze impegnate a sferrare un unico attacco.
Guardate gli eroi del cristianesimo: non
molti i contemplativi, numerosi invece i militanti che acquistano la
gloria con la fermezza e con la morte. Le vite dei santi sono una
casistica di torture ed esecuzioni sopportate da un'armata che ha
seguito le orme di un Dio giustiziato. Sono soldati che mostrano al
mondo cicatrici e ferite, come decorazioni al valore. Ma da chi è composta questa armata ?
Da
tutte le nazioni, da qualsiasi accozzaglia, persino da delinquenti che
si caricano la croce. Ognuno può arruolarsi, anche l'ultimo, il più
ignorante, il più peccatore, purchè sia pronto a buttarsi sul fuoco.
Ciascuno a corpo a corpo, ognuno a tu per tu col nemico.
E'
la religione della più grande speranza, nata dalla disperazione; è la
religione della purezza che si afferma nella coscienza esasperata del
peccatore; la religione della resurrezione della carne tra il lezzo
della corruzione.
Solo
nel cristianesimo c'è un contatto diretto con la morte. Il terrore
della morte non vi è eliminato, ma sviluppato fino a diventare forza
capace di aprire una breccia nel sepolcro e balzare dall'altro lato. Non
ha la contemplazione dell'eternità, ma la conquista nella lotta, nella
battaglia, armati di un'arma sola, la prontezza a morire
Sinjavskij
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Postato da: giacabi a 14:28 |
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cristianesimo, sinjavskij
Bisogna credere perché Dio esiste
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«Non
bisogna credere per tradizione, per paura della morte oppure per
mettere le mani avanti. O perchè c'è qualcuno che comanda e incute
timore, oppure ancora per ragioni umanistiche, per salvarsi e fare
l'originale. Bisogna credere per la semplice ragione che Dio esiste.»
A. Sinjavskij Pensieri improvvisi Jaka Book
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Postato da: giacabi a 14:35 |
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fede, sinjavskij
La storia moderna incominciava da Cristo e dal Vangelo
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«E
[Pasternak] si mise a parlare di Cristo che viene a noi di là, dalle
lontananze della storia, come se queste lontananze fossero l’oggi e
declinassero verso sera con la trasparenza dell’oggi, fluendo in un
illimitato futuro. […]. Cristo
veniva oggi perché tutta la storia moderna incominciava da Cristo e dal
Vangelo, non escluso il giorno presente. E Cristo era la realtà più
naturale e più prossima. Per Pasternak non esistevano separazioni in
secoli, popoli, chiese. […].
Guardando attraverso la piccola finestra i campi e le alture coperte di
neve, Pasternak parlava di Cristo che viene a noi di là; parlava senza
affettazione, senza alcun pathos solenne e magnificente, in modo
semplice e quieto, come se quel “là” e quel “di là” fossero
l’appezzamento adiacente alla sua casa, con tutto il panorama di campi
coperti di neve e che si perdevano in lontananza».
Andrej Sinjavskij
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Postato da: giacabi a 22:42 |
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gesù, pasternak, sinjavskij
La Cultura contadina
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Un
tempo l'uomo nella sua cerchia familiare era legato alla vita
universale -storica e cosmica -in un modo assai più ampio e saldo
d'oggi. Pur avendo a disposizione giornali, musei, radio, comunicazioni
aeree, noi avvertiamo appena questo fondo comune, non ne siamo molto
compenetrati, ci pensiamo poco. Con stivaletti di fabbricazione
cecoslovacca, sigaretta messicana fra i denti, l'uomo d'oggi scorre la
notizia dell'apparizione di un nuovo stato in Africa con la stessa
facilità con cui assaggia un brodo di carne francese. Tutto questo
contatto esteriore, fittizio, reca un carattere d'informazione casuale,
scucita: «nell'orto c'è un sorbo, mentre a Kiev c'è chi si incarica
della nostra educazione ». Che a Kiev ci sia un uomo simile, lo veniamo a
sapere parecchie volte al giorno, senza attribuire a un fatto del
genere un particolare significato. La quantità delle nostre nozioni e informazioni è enorme, ne siamo sovraccarichi, senza che esse cambino qualitativamente. In
pochi giorni possiamo fare il giro del pianeta -prendere un aereo e
viaggiare senza profitto spirituale, allargando soltanto il nostro
raggio informativo.
Confrontiamo
adesso questi pretesi orizzonti con lo stile di vita dell'antico
contadino, che non si spingeva mai al di là del suo praticello e
camminava tutta una vita nelle tradizionali ciabatte, fatte a
casa,...:ll suo orizzonte a noi pare ristretto; ma, in verità, com'era
grande questa serrata compagine, concentrata in un solo villaggio.
Persino il monotono rituale del pasto (in confronto col brodo francese o
il rum di Giamaica) faceva parte di una cerchia di nozioni dal
significato universale. Osservando
il digiuno e le feste, l'uomo viveva secondo il calendario di una
storia comune che cominciava da Adamo e finiva col Giudizio Universale. Per
questo, fra l'altro, un qualsiasi settario semianalfabeta poteva
qualche volta filosofare non peggio di Tolstoj e innalzarsi allivelo di
Plotino, senza aver sottomano nessun testo, fuorchè la Bibbia. Il
contadino manteneva un legame permanente con l'immensa creazione del
mondo, e spirava nelle profondità del pianeta, accanto ad Abramo.
Invece noi, scorso il giornale, moriamo solitari sul nostro divano
angusto e superfluo. E in quel momento nessuna informazione ci serve. L'informazione diventa per noi come un paio di brache di panno estero. Un motivo per metteréi in mostra, e basta.
Dove va a finire tutto il nostro orizzonte, tutta la nostra capacità
ricettiva quando ci togliamo i calzoni o ce li sfilano di dosso? Oppure
quando portiamo il cucchiaio alla bocca. Prima
di impugnare il cucchiaio, il contadino cominciava col farsi il segno
della croce e con questo solo gesto riflesso si legava alla terra e al
cielo, al passato e al futuro.
A. Sinjavskij Pensieri improvvisi Jaka Book
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Postato da: giacabi a 18:37 |
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cristianesimo, sinjavskij
Beati i poveri di spirito
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Accumulare
denaro. Accumulare cognizioni ed esperienze. Accumulare letture di
libri. Collezionisti: re della numismatica, ricchi della carta da
caramelle. Accumulare glorie: ancora una poesia, ancora una parte.
Elenchi di donne. Provviste di ammiratori. Tacche sul calcio del fucile.
Accumulare sofferenze: quanto ho patito, quanto ho subito. Viaggi.
Inseguendo luminose sensazioni. Scoperte, conquiste, aumento
dell'economia. Chi ha accumulato di più, è ritenuto migliore, più
illustre, più colto, più intelligente, più popolare.
E in mezzo a tutto questo generale accumulare: -Beati i poveri di spirito!
A.Sinjavskij
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Postato da: giacabi a 14:56 |
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povero, sinjavskij
L'attuale cristianesimo
pecca di buona educazione
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L'attuale cristianesimo pecca di buona educazione. Si
preoccupa soltanto di non sporcarsi, di non mostrarsi indelicato, teme
il fango, la grossolanità, la franchezza, preferendo una meticolosa
mediocrità a tutto il resto. A che punto siamo arrivati,
sbavando- l'olio santo si è trasformato in una melassa dolciastra (la
sola parola «unzione» procura la nausea). Si stringono piamente le
labbra e si attende che il Signore dia dieci in condotta. Come beghine,
si arrossisce a ogni accenno di piaceri proibiti: «Ah, che dite mai? lo
una di quelle? Avete perso il senno. lo sono illibata ». Hanno confuso
Andrej Sinjavskij da: Pensieri Improvvisi
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Postato da: giacabi a 09:24 |
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educazione, sinjavskij
La fede
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Si
confida in Dio come il cane confida nel padrone. Basta un fischio e il
cane accorre. Dovunque vada, ti segue allegro, senza chiedere, senza
pensare. In capo al mondo. A. Sinjavskij
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