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giovedì 2 febbraio 2012

amore


La misericordia
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Mi sembra di aver compreso, o almeno di aver intuito profondamente, che cos’è l’amore infinitamente libero e che cos’è la misericordia, che Bernanos chiamava “la dolce pietà di Dio”, oceano senza sponde. Di fronte al prontuario dei peccati, alle tariffe stabilite con minuzia farisaica, risuonano le sei parole che nel Vangelo bastano a spazzar via tutte le miserie e tutte le vergogne di una povera vita: “Ti sono perdonati i tuoi peccati”. Qualunque cosa quell’uomo o quella donna abbia fatto, non rimane più nulla: tutto è possibile a Dio, tutto gli è possibile, anche aver già perdonato ogni cosa - quale mistero! – prima di qualsiasi pentimento
 F. Mauriac

Postato da: giacabi a 23:05 | link | commenti
mauriac, amore

L'amore
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Alla sera della vita saremo giudicati sull’amore
(San Giovanni della Croce).

Postato da: giacabi a 22:58 | link | commenti
amore

Ogni conoscenza è figlia dell’amore
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Ogni conoscenza è figlia dell’amore. Amo, ergo sum, amo, quindi esisto… Perciò ecco le lucide parole di S. Gregorio per definire Dio: Tu che il mio cuore ama
(P. Evdokimov).

Postato da: giacabi a 22:17 | link | commenti
dio, amore

L’uomo muore se pensa ha se stesso
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L’uomo muore se passa il tempo a coltivare se stesso; vive se non pensa più a sé, ma al fratello e a Dio
(I. Giordani).

Postato da: giacabi a 07:39 | link | commenti
perle, amore

sabato, 21 agosto 2010
La tenerezza
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Ciò che fino ad oggi è mancato ai messaggeri del cristianesimo d’ogni provenienza, è la tenerezza
(Heinrich Böll, premio Nobel per la letteratura nel 1972, Lettera a un giovane cattolico).

Postato da: giacabi a 13:12 | link | commenti
amore



La carità è una presenza
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La carità è una presenza. E’ necessario non soltanto donare, ma donarsi
(R. Follereau).

Postato da: giacabi a 12:58 | link | commenti
amore

venerdì, 20 agosto 2010

La bontà vince sempre
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La bontà vince sempre: segretamente è stimata anche dai cuori più freddi, più solitari, più lontani
(San Luigi Orione).

Postato da: giacabi a 21:16 | link | commenti
don orione, amore

sabato, 14 agosto 2010
Grande cosa è l’amore
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Grande cosa è l’amore. Un bene grande, veramente. Un bene che, solo, rende leggera ogni cosa pesante e sopporta tranquillamente ogni cosa difficile; porta il peso, senza fatica, e rende dolce e gustosa ogni cosa amara. Il nobile amore di Gesù spinge ad operare grandi cose e suscita desideri di sempre maggiore perfezione. L’amore aspira a salire in alto, senza essere trattenuto da alcunché di terreno. Esige di essere libero e staccato da ogni affetto umano, cosicché non abbia ostacoli a scrutare nell’intimo, non subisca impacci per interessi temporali, non sia sopraffatto da alcuna difficoltà. Niente è più dolce dell’amore; niente è più forte, più alto o più grande: niente, né in cielo né in terra, è più colmo di gioia, più completo o più buono: perché l’amore nasce da Dio e soltanto in Dio, al di sopra di tutte le cose create, può trovare riposo. Chi ama vola, corre lietamente; è libero, e non trattenuto da nulla; dà ogni cosa per il tutto, e ha il tutto in ogni cosa, perché trova la sua pace in quell’uno supremo, dal quale discende e proviene tutto ciò che è buono; non guarda a ciò che gli viene donato, ma, al di là dei doni, guarda a colui che dona. Spesso l’amore non conosce misura, in un fervore che oltrepassa ogni confine. L’amore non sente gravezza, non tiene conto della fatica, anela a più di quanto non possa raggiungere, non adduce a scusa la sua insufficienza, perché ritiene che ogni cosa gli sia possibile e facile. Colui che ama può fare ogni cosa, e molte cose compie e manda ad effetto; mentre colui che non ama viene meno e cade. L’amore vigila; anche nel sonno, non s’abbandona; affaticato, non è prostrato; legato, non si lascia costringere; atterrito, non si turba: erompe verso l’alto e procede sicuro, come fiamma viva, come fiaccola ardente. (Tommaso da Kempis, Imitazione di Cristo, V, 2).

Postato da: giacabi a 17:42 | link | commenti
amore

martedì, 03 agosto 2010



Postato da: giacabi a 06:01 | link | commenti
senso religioso, padre trento, amore

lunedì, 21 giugno 2010
Il regalo di beni esterni
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Il regalo di beni esterni è sempre inessenziale nell’amore, un espediente di ripiego, il quale mira a eliminare se stesso, a riempire l’ineguaglianza, gli spazi intermedi. Solamente quando non ci sarà più nient’altro da donare che amore, questo amore sarà gratuito alla piena misurazione.
[Hans Urs Von Balthasar]

Postato da: giacabi a 18:25 | link | commenti
von balthasar, amore

sabato, 08 maggio 2010
La carità cristiana
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Non vi è forse nulla di più grande, sulla terra, del sacrificio della giovinezza e della bellezza compiuto dal gentil sesso -giovani spesso di nobili natali- al fine di poter lavorare negli ospedali per l'alleviamento della sofferenza umana. La vista del qual sacrificio è cosa rivoltante, per il nostro animo delicato. Gli individui che si sono staccati dalla religione romana hanno imitato in modo assai imperfetto un così alto spirito di carità .

Voltaire(citato in Thomas E. Woods, Come la Chiesa cattolica ha costruito la civiltà occidentale, Cantagalli 2007, pag. 177-178) §

Postato da: giacabi a 14:49 | link | commenti
voltaire, amore

sabato, 01 maggio 2010


La nostra fragilità è una grazia. Parola di depresso

"Quel giorno, il 25 marzo 1989, don Luigi Giussani mi prese con sé, come duemila anni prima Gesù aveva preso con sé Giovanni e Andrea. Lo ricordo con la freschezza delle acque dei torrenti che sgorgano dalle pietre delle mie Dolomiti.
Nessuno mi voleva, avevo vergogna di me, il mio sguardo era come quello di un derelitto umano distrutto da una terribile depressione. Ma quell’uomo, dopo avermi ascoltato per una mezz’ora, mi fissò negli occhi e mi disse: «Che bello quanto ti sta accadendo, è l’occasione perché tu possa dire “Tu” a Cristo, però ci vuole qualcuno che ti faccia compagnia». Piangevo, e con la voce rotta dal pianto gli dissi: «Ma… chi prenderebbe con sé un uomo in queste condizioni sia fra i preti che tra i laici?». E don Giussani, come Cristo con Giovanni e Andrea: «Vieni con me».
Passarono alcuni mesi, arrivò l’estate e per me il caos si era fatto ancora più grande. Vedendomi disperato, insonne, senza più voglia di vivere, mi prese fisicamente con sé, fino al giorno, il 7 settembre dello stesso anno, quando, accompagnandomi come un bambino, mi imbarcò su un aereo della Iberia e mi mandò in Paraguay.
Da quel giorno, il 25 di marzo ventuno anni fa, non ho più staccato lo sguardo da quegli occhi, non mi sono mai allontanato da quell’abbraccio. Non importa l’oceano di dolore attraversato… perché oggi è più chiaro che mai che solo uno sguardo, un abbraccio in cui è chiarissimo quanto don Julián Carrón ci ripete, “Io sono Tu che mi fai”, salva anche il più disperato fra noi".


Leggi tutta la vicenda drammatica, incredibile e bella di P. Aldo  e le testimonianze altrettanto drammatiche, belle e incredibili su
Tempi.
grazie ad: 
http://www.annavercors.splinder.com/

Postato da: giacabi a 17:34 | link | commenti
padre trento, amore

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