CONSULTA L'INDICE PUOI TROVARE OLTRE 4000 ARTICOLI

su santi,filosofi,poeti,scrittori,scienziati etc. che ti aiutano a comprendere la bellezza e la ragionevolezza del cristianesimo


martedì 7 febbraio 2012

dio

Il più alto desiderio
***
«Che il più alto desiderio,
e quel che fa la grandezza dell’uomo, sia il desiderio all’infinito,
il desiderio che nulla ferma o addormenta, poiché nulla
di finito può
soddisfarlo, ciò costituisce un pensiero
propriamente cristiano,
per il fatto che il desiderio
all’infinito ha per verità il desiderio dell’infinito,
il desiderio di Dio stesso.
Un tale pensiero si oppone radicalmente a tutta la saggezza greca antica, per la quale un desiderio senza limite sarebbe il segno della dismisura e della follia, il cammino sicuro verso l’infelicitào la disperazione».

J.-L. Chrétien, La Joie spacieuse, Les Éditions de Minuit, Paris 2007, p. 196.

Postato da: giacabi a 21:12 | link | commenti
dio, desiderio, senso religioso

domenica, 27 marzo 2011
Un corpo a corpo col mistero di Dio
***
Nella riflessione di un professore laico con quarant’anni di militanza comunista s’affaccia la “questione ineludibile”. Che precede il pensiero e fonda l’esperienza. Anche se il “mondo adulto” fa finta di niente

Viviamo in un “mondo adulto”, che ha relegato Dio all’epoca delle favole e delle superstizioni e che si propone di spiegare tutto con i propri apparati cognitivi e scientifici. Un mondo privo di mistero e di enigmi, dove ogni evento, ogni “apparire”, può essere agevolmente spiegato dai vari saperi che analizzano i singoli elementi dell’agire umano nelle loro specifiche funzioni. Eppure stupisce che, nell’epoca della morte di Dio, della morte del soggetto, della fine della psicoanalisi e della stessa filosofia (trasformata in ausiliaria del sapere scientifico) si continui a produrre letteratura e saggistica intesa a mostrare logicamente come l’idea di Dio sia poco più che un reperto archeologico di coscienze attardate e suggestionate ancora da mitologie e superstizioni.
Francamente, provo un senso di fastidio verso quanti non sentono alcuna emozione di fronte alla questione dell’esistenza di Dio, ma si vantano soltanto del loro perfetto e appagato ateismo. L’ateo è un personaggio sostanzialmente ottuso e allo stesso tempo altezzoso, che non riesce a sopportare l’idea di non essere padrone assoluto dei propri pensieri e della propria volontà; che usa le posizioni, spesso politiche e opportunistiche, della Chiesa, per alimentare uno stolto dibattito ideologico sulla laicità della legislazione statale. Il problema di Dio non ha nulla a che fare con quello del riconoscimento mondano della Chiesa di poter intervenire sulle regole di convivenza. Il problema di Dio non è certo quello di una positiva determinazione dei precetti da seguire secondo l’istituzione ecclesiale, né quello di legittimare una qualche istituzione religiosa, bensì quello di dare dignità e rispetto a tutto ciò che, in una determinata epoca storica, gli esseri umani mettono in campo per “resistere” all’esperienza dell’indifferenza del mondo e del dolore soggettivo e all’insignificanza di ciò che appare nella sfera della cosiddetta contingenza. Dio non è un problema della logica e della filosofia teoretica, come se all’origine di ogni cosa vi fosse un sillogismo o un’evidenza del pensiero, ma un problema dell’inspiegabile all’interno dell’esperienza umana.
Dio appartiene al campo dell’esistenza, non già a quello del pensiero metafisico, giacché anche il pensiero metafisico è un’insorgenza creativa della nostra condizione esistenziale. Da quando, nella notte dei tempi, l’essere umano ha istituito la parola che interroga, la domanda sul perché della sofferenza e della gioia è iscritta nella consapevolezza della scissione tra pensiero e essere, tra io e mondo: l’uomo si è posto come colui che non sa “perché” e che attende risposte dall’altro da sé per dare senso al proprio agire. L’affermazione di Heidegger che l’esperienza umana è quella di essere “gettati” nel tempo e nello spazio del mondo, è felicemente espressiva di una condizione in cui ciascuno non decide nulla del proprio venire al mondo, né delle caratteristiche del mondo in cui si colloca l’evento della propria nascita. All’inizio di ciascuno di noi, non c’è né la logica razionale, né la libertà di decidere, ma una dipendenza fisica, affettiva, culturale, dalla madre che ci ha tenuti per tanti mesi nel ventre. Veniamo da un ventre di donna e da lì risaliamo la corrente della vita, sperimentando il lutto della separazione da un corpo accogliente e da una voce rassicurante. Diventiamo quello che siamo a partire da questa dipendenza assoluta da un processo che ci plasma senza darci alcuna possibilità di scelta. Da questo abisso senza luce veniamo al mondo e siamo “educati” a chiedere perché, educati al diritto di domandare, in nome di un piccolo io che si è costruito una provvisoria identità guardando il volto della madre e ricevendone il nutrimento. Cosa c’è oltre l’orizzonte di quel corpo protettivo e avvolgente? Se si perde il contatto con questa esperienza primordiale dell’ex-sistere, si rischia un aberrante capovolgimento che fa nascere la vita dal pensiero e non dalla vita stessa, in quanto vita che ha incorporato, nella notte dei tempi, le parole e l’interrogazione come dati costitutivi del venire al mondo degli esseri umani. (...)
Dio non è qualcosa che l’uomo può costringere entro i confini del suo pensiero e dei suoi concetti. E tuttavia, proprio perché gli esseri umani sono coloro che pongono domande a tutto ciò che si mostra ai loro sensi, il problema di Dio è anche il limite inesorabile delle nostre capacità di conoscere. L’esistenza di Dio è, infatti, un problema che si pone come enigma della nostra esistenza. Chi ci ha gettato nel mondo dell’accadere, visto che non possiamo dominare l’origine di ciò che esiste davanti ai nostri occhi? Non pretendo di avere risposte e non credo che le abbiano neppure le istituzioni religiose, la Chiesa e il papa. So, però, che mi sono trovato più volte a subire il problema dell’esistenza di Dio come un necessario presupposto per poter porre le domande che mi assillano, a partire dall’elementare questione del significato destinale dell’essere venuto al mondo. A chi pensa che questa mia dichiarazione sia frutto di una senile debolezza di fronte al pensiero della morte che si avvicina inevitabilmente, rispondo non solo che l’angoscia di morte è la prima verità da cui occorrerebbe partire, ma che questo senso della ricerca di un “oltre” mi ha spinto, sin dall’adolescenza, come un motore nascosto nelle viscere del mio “racconto personale”.
 


Tratto da: “Un mondo senza Dio” del professore Pietro Barcellona dal libro L’ineludibile questione di Dio, scritto dal filosofo catanese insieme a don Francesco Ventorino.

Postato da: giacabi a 07:57 | link | commenti
dio, barcellona, senso religioso

sabato, 22 gennaio 2011
la libertà religiosa
***
"il Papa scrive che “la libertà religiosa è una vera arma per la pace” ed è alla base di tutti i diritti umani? Perchè il fondamento della pace è l’amore di Dio Padre per tutti gli uomini e il comandamento che il Figlio di Dio Gesù Cristo dà ai suoi discepoli: “Amatevi gli uni gli altri, come io ho amato voi”. Se dall’orizzonte di un popolo togliamo Dio e il riferimento a Dio (Dio è amore!), inevitabilmente prevalgono l’egoismo, l’odio, la vendetta, l’oppressione delle persone e dei popoli, la guerra.        La libertà religiosa non è quindi un problema che interessi solo i cristiani, ma deve appassionare tutti gli uomini di buona volontà, perché è alla base dei diritti umani e della convivenza sociale. La pace nel mondo, e nelle famiglie, è un dono di Dio. I nemici della libertà religiosa, scrive il Papa, sono anche i nemici della pace. In particolare Benedetto XVI ne ricorda due:
-          Primo, il fondamentalismo, che strumentalizza una religione “per mascherare interessi occulti, come ad esempio il sovvertimento dell’ordine costituito, l’accaparramento di risorse o il mantenimento del potere da parte di un gruppo, può provocare danni ingentissimi alle società”. Il Papa condanna ancora una volta ogni violenza fatta in nome di Dio, ricordando che la verità si impone con se stessa (n. 7). Evidentemente allude al radicalismo islamico, a quello indù, al terrorismo.
-         Secondo, il relativismo, che toglie ogni valore alla religione e la condanna a diventare un “hobby” privato, quindi a non influire sul cammino della società e sulla formazione dei giovani. Benedetto XVI si riferisce al mondo occidentale dove, con la scusa di non offendere le altre religioni, si cancellano i sacri segni cristiani dalla vita pubblica e si costringe al privato l’esperienza religiosa: “Le leggi e le istituzioni di una società – grida il Papa - non possono essere configurate ignorando la dimensione religiosa dei cittadini o in modo da prescinderne del tutto” (n. 8). Gli esempi sono tanti: le leggi contro la vita e la famiglia (aborto, divorzio, unione dei gay equiparata al matrimonio, eutanasia, ecc.).
      Il materialismo vuoto dell’Occidente, che emargina la religione, sta distruggendo lo sviluppo civile creato in due millenni di cristianesimo: a partire dalla famiglia, si stanno sfasciando anche la scuola, la politica, l’economia, la società civile. Il Papa chiede che la legislazione dei vari Paesi tenga conto della legislazione internazionale in fatto di diritti umani e religiosi e propone come simbolo per un futuro di pace l’incontro di Assisi del 1986, dove “i leader delle grandi religioni del mondo hanno testimoniato come la religione sia un fattore di unione e di pace, e non di divisione e di conflitto. Il ricordo di quell’esperienza è un motivo di speranza per un futuro in cui tutti i credenti si sentano e si rendano autenticamente operatori di giustizia e di pace” (n.11).
      Nella Giornata per la Pace, che in questo gennaio è celebrata in molte diocesi e città, Benedetto XVI lancia un appello a tutti i cristiani, che “sono chiamati, non solo con un responsabile impegno civile, economico e politico, ma anche con una testimonianza della propria fede e carità, ad offrire un contributo prezioso al faticoso
ed esaltante impegno per la giustizia, per lo sviluppo umano integrale e per il retto ordinamento delle realtà umane” (n. 7).

                                                                                        Piero Gheddo

Postato da: giacabi a 14:51 | link | commenti
dio, benedettoxvi

domenica, 22 agosto 2010
Ogni conoscenza è figlia dell’amore
***

Ogni conoscenza è figlia dell’amore. Amo, ergo sum, amo, quindi esisto… Perciò ecco le lucide parole di S. Gregorio per definire Dio: Tu che il mio cuore ama
(P. Evdokimov).

Postato da: giacabi a 22:17 | link | commenti
dio, amore

La presenza di Dio
***

Non in un luogo va cercata la presenza di Dio ma negli atti, nella vita, nel comportamento. Se tutto questo è secondo Dio, se si compie in conformità al suo precetto, poco importa che tu sia in casa o in piazza, poco importa che tu ti trovi a teatro: se tu servi il Verbo di Dio, tu vivi alla sua presenza, non dubitare.
(Origene).

Postato da: giacabi a 22:11 | link | commenti
dio

venerdì, 20 agosto 2010
Per vedere Dio
***
L’occhio vede bene Dio soltanto attraverso le lacrime
(V. M. Hugo).

Postato da: giacabi a 21:06 | link | commenti
dio

lunedì, 19 luglio 2010
 Il caso
***

«Caso è lo pseudonimo usato da Dio quando non vuol firmare col proprio nome».
Anatole France

Postato da: giacabi a 22:48 | link | commenti
dio

domenica, 28 marzo 2010


Dio ha creato il male?

 ***


Postato da: giacabi a 21:00 | link | commenti
dio, einstein

martedì, 16 febbraio 2010

Dio cos’è?

***

La natura di Dio appare all’uomo come dono assoluto: Dio si dà, dà se stesso all’uomo. E Dio cos’è? La sorgente dell’essere. Dio dà all’uomo l’essere: dà all’uomo di essere; dà all’uomo di essere di più, di crescere; dà all’uomo di essere completamente se stesso, di crescere fino alla sua compiutezza, cioè dona all’uomo di essere felice

Luigi Giussani, Si può vivere così, Ed. Rizzoli

Postato da: giacabi a 07:28 | link | commenti
dio, giussani

martedì, 09 febbraio 2010

'Dio’
***

Dio’, dissi, è la parola più sovraccarica di tutto il linguaggio umano, nessun’altra è tanto insudiciata e lacerata, proprio per questo non devo rinunciare ad essa. Generazioni di uomini hanno scaricato il peso della loro vita angustiata su questa parola e l’hanno schiacciata al suolo. Ora giace nella polvere e porta tutti i loro fardelli. Generazioni di uomini hanno lacerato questo nome, con la loro divisione in partiti religiosi hanno ucciso e sono morti per questa idea, e il nome di Dio porta tutte le loro impronte digitali e il loro sangue.
Dove potrei trovare una parola che gli assomigliasse per indicare l’Altissimo? Se prendessi il concetto più puro e più splendido della tesoreria più riposta dei filosofi, vi potrei trovare soltanto una pallida immagine di pensiero, ma non la presenza di colui che intendo, di colui che generazioni di uomini con le loro innumerevoli vite e morti hanno onorato e denigrato. Intendo parlare di quell’Essere a cui si rivolge l’umanità straziata ed esultante. Certamente essi disegnano smorfie e scrivono sotto “Dio”; si uccidono a vicenda e dicono “in nome di Dio”. Ma quando scompare ogni illusione e ogni inganno, quando gli stanno di fronte nell’oscurità piena di solitudine e non dicono più “Egli, Egli”, ma sospirano “Tu, Tu” e implorano “Tu”, intendono lo stesso essere; e quando vi aggiungono “Dio”, non invocano forse il vero Dio, l’unico vivente, il Dio delle creature umane? Non è forse lui che li ode? Che li esaudisce? La parola “Dio” non è forse proprio per questo la parola dell’invocazione, la parola divenuta nome, consacrata per tutti i tempi in tutte le parlate umane? Possiamo rispettare coloro che lo disprezzano, perché troppo spesso altri si coprono con questo nome per giustificare ingiustizie e soprusi; ma questo nome non dobbiamo abbandonare e sacrificare. Si può comprendere che vi sia chi desidera tacere per un periodo di tempo delle “cose ultime”, perché vengano redente le parole di cui si è fatto cattivo uso. Ma in tal modo non si possono redimere. Non possiamo lavare da tutte le macchie la parola “Dio” e nemmeno renderla inviolata; possiamo però sollevarla da terra e, macchiata e lacera com’è, innalzarla sopra un’ora di grande dolore»
 M. Buber, L’eclissi di Dio

Postato da: giacabi a 11:17 | link | commenti
dio, buber

venerdì, 05 febbraio 2010

INTERVISTA A DIO..
***

Postato da: giacabi a 14:36 | link | commenti
dio

giovedì, 24 dicembre 2009

Al Dio ignoto

***
Rimasto solo, levo le mie mani. A te, presso cui mi rifugio, / Cui dal profondo del mio cuore /Altari ho consacrato /Affinché ognora / La voce sua mi torni a chiamare. Su questi altari splende la parola / Profondamente incisa: «Al dio ignoto»: / Suo son io – e soffro le catene / Che mi traggono a terra nella lotta / E, pur fuggendo, / A servirlo mi sforzan tuttavia. Conoscerti io voglio – te, l’Ignoto, / Che a fondo mi penetri nell’anima, / Come tempesta squassi la mia vita, / Inafferrabile eppure a me affine! / Conoscerti io voglio, anche servirti”
 (Nietzsche, 1864)

Postato da: giacabi a 14:16 | link | commenti
dio, nietzsche

venerdì, 18 dicembre 2009

La "ragione"
***
«La "ragione" nel linguaggio: oh, vecchia  infida baldracca! Temo che non ci libereremo di Dio perché crediamo ancora nella grammatica..»
Friedrich Nietzsche, Crepuscolo degli idoli

Postato da: giacabi a 20:21 | link | commenti
dio, ragione, nietzsche

martedì, 20 ottobre 2009
***
Un avvenimento, un uomo, che si dice Dio: "Io sono la via, la verità e la vita", io sono Dio, io sono il Mistero che fa tutte le cose, sono il principio, io sono lo scopo di tutto, io sono il senso delle tue aspirazioni alla felicità, alla verità, alla giustizia, all'amore, che costituiscono il nucleo del tuo io, il tuo cuore. La nostra religiosità naturale si imbatte in un avvenimento della storia in cui un uomo, nato dalle viscere di una ragazza di quindici o sedici anni, dice, diventato più grande: "Io sono Dio".
Luigi Giussani

Postato da: giacabi a 14:47 | link | commenti
dio, gesù

lunedì, 19 ottobre 2009
***
Dove trovarti, Dio?

«Dove trovarti, stanarti,
se non fra le cose più usate?
Le parole. Ho trascorso
la mia vita a berle, sorsi simili a un morso,
parole degradate e azzerate.
Ma da quel mucchio ora balzi,
ti (mi) innalzi e ridai senso al discorso,
e in quelle parole-fole già spente
vagamente risuona il suono
della Parola che tu hai riposta e nascosta
per proteggerla, e sono
pronto a leggerla anch’io.
Taccio. E tu pronunciala, Dio».
   Vittorio Gassman
***

A Dio

Sempre Te chiamo
quando tocco il fondo,
so il numero di telefono a memoria
e ti disturbo
come un maniaco
abbarbicato al telefono;
lascio un messaggio
se sei fuori. Perdona.
Perdonami di tutto.
So che a volte cancelli
a qualche fortunato
il debito che tutti con te abbiamo.
La bolletta falla pagare
a me, ma dimmi almeno
che non farai tagliare
la mia linea: ti prego,
quando echeggerà
quell’ultimo e doloroso
squillo, Dio – per Dio! –
non staccare: rispondimi.
Vittorio Gassman

Postato da: giacabi a 21:04 | link | commenti
dio

domenica, 14 giugno 2009
La misericordia di Dio
è più grande della nostra colpa
***
«Ti sei chinato sulle nostre ferite e ci hai guarito donandoci una medicina più forte delle nostre piaghe, una misericordia più grande della nostra colpa. Così anche il peccato, in virtù del Tuo invincibile amore, è servito a elevarci alla vita divina».
Prefazio della Liturgia ambrosiana

Postato da: giacabi a 09:20 | link | commenti
dio

giovedì, 21 maggio 2009
  Secondo Dio
***
Chi sei, Luce,
che ricolmi il mio essere
e rischiari
l’oscurità del mio cuore?

Mi conduci per mano
come madre
e non mi abbandoni,
altrimenti non saprei muovere
più nemmeno un passo.
Tu sei lo spazio
che circonda
il mio essere
e lo prende con sé.
Se si allontanasse da te,
precipiterebbe nell’abisso
del nulla,
dal quale tu
lo elevi all’essere.
Tu, più vicino a me
di me stessa
e più intimo
del mio stesso intimo
eppure inafferrabile
e inconcepibile,
incontenibile in un nome:
Spirito Santo-Amore Eterno

Edith Stein

Postato da: giacabi a 14:44 | link | commenti
dio, stein

lunedì, 06 aprile 2009
 Il Bene
***
 Ancora una volta comprendi, se lo puoi. Tu non ami certamente che il bene, perché buona è la terra con le alte montagne, le moderate colline, le piane campagne; buono il podere ameno e fertile, buona la casa ampia e luminosa, dalle stanze disposte con proporzioni armoniose; buoni i corpi animali dotati di vita; buona l’aria temperata e salubre; buono il cibo saporito e sano; buona la salute senza sofferenze né fatiche; buono il viso dell’uomo, armonioso, illuminato da un soave sorriso e vivi colori; buona l’anima dell’amico per la dolcezza di condividere gli stessi sentimenti e la fedeltà dell’amicizia; buono l’uomo giusto e buone le ricchezze, che ci aiutano a trarci d’impaccio; buono il cielo con il sole, la luna e le stelle; buoni gli Angeli per la loro santa obbedienza; buona la parola che istruisce in modo piacevole e impressiona in modo conveniente chi l’ascolta; buono il poema armonioso per il suo ritmo e maestoso per le sue sentenze. Che altro aggiungere? Perché proseguire ancora nell’enumerazione? Questo è buono, quello è buono. Sopprimi il questo e il quello e contempla il bene stesso, se puoi; allora vedrai Dio, che non riceve la sua bontà da un altro bene, ma è il Bene di ogni bene.
S.AGOSTINO, De Trinitate, Libro VIII, § 3
grazie all’amico: orsobruno

Postato da: giacabi a 14:16 | link | commenti
dio, agostino

venerdì, 12 dicembre 2008
  La prova per l’esistenza di Dio
***
    Se un tempo bastavano cinque prove per l’esistenza di Dio, oggi l’uomo le ritiene insufficienti e ne vuole una sesta, la più completa, la più autorevole: la vita di coloro che credono in Dio
J. Maritain


Postato da: giacabi a 14:06 | link | commenti
dio, maritain

lunedì, 17 novembre 2008
Dio nostro padre
***
« Cercate Dio, trovatelo e fate di Lui una forza nella vostra vita. Senza di Lui tutti i nostri sforzi si riducono in cenere e le nostre aurore diventano più oscure delle notti. Senza di Lui la vita è un dramma senza senso, a cui mancano le scene più decisive. Ma con Lui noi possiamo passare dalla fatica della disperazione alla serenità della speranza. Con Lui possiamo passare dalla notte della disperazione all’alba della gioia ».
Martin Luther King


Postato da: giacabi a 18:39 | link | commenti
dio

domenica, 16 novembre 2008
La bellezza è segno di Dio
 ***
"Ogni persona che si rallegra alla vista della creazione vivente e della sua bellezza è vaccinata contro il dubbio che tutto ciò possa essere privo di senso."
Konrad Lorenz, 1949   


Postato da: giacabi a 21:24 | link | commenti
dio, bellezza


La cosa importante
 ***
"L'importante non è che l'uomo abbia camminato sulla luna, ma che Dio, in Gesù abbia camminato sulla terra"
 Armstrong.LaStampa,21.XII.2003,p.15

Postato da: giacabi a 17:30 | link | commenti
perle, dio

sabato, 15 novembre 2008
 L’infinito bisogno di Dio
***
Nelle mie scoperte scientifiche ho appreso più con il concorso della Divina Grazia che con i telescopi”.
 Galileo

Postato da: giacabi a 11:54 | link | commenti
dio, scienza - articoli

mercoledì, 12 novembre 2008
Possano tutti gli uomini ricordarsi che sono fratelli!
***

Non è più dunque agli uomini che mi rivolgo, ma a te, Dio di tutti gli esseri, di tutti i mondi, di tutti i tempi: se è lecito che delle deboli creature, perse nell'immensità e impercettibili al resto dell'universo, osino domandare qualche cosa a te, che tutto hai donato, a te, i cui decreti sono e immutabili e eterni, degnati di guardare con misericordia gli errori che derivano dalla nostra natura.
Fa' sì che questi errori non generino la nostra sventura.
Tu non ci hai donato un cuore per odiarci l'un l'altro, ne delle mani per sgozzarci a vicenda; fa' che noi ci aiutiamo vicendevolmente a sopportare il fardello di una vita penosa e passeggera.
Fa' sì che le piccole differenze tra i vestiti che coprono i nostri deboli corpi, tra tutte le nostre lingue inadeguate, tra tutte le nostre usanze ridicole, tra tutte le nostre leggi imperfette, tra tutte le nostre opinioni insensate, tra tutte le nostre convinzioni così diseguali ai nostri occhi e così uguali davanti a te, insomma che tutte queste piccole sfumature che distinguono gli atomi chiamati "uomini" non siano altrettanti segnali di odio e di persecuzione.
Fa' in modo che coloro che accendono ceri in pieno giorno per celebrarti sopportino coloro che si accontentano della luce del tuo sole; che coloro che coprono i loro abiti di una tela bianca per dire che bisogna amarti, non detestino coloro che dicono la stessa cosa sotto un mantello di lana nera; che sia uguale adorarti in un gergo nato da una lingua morta o in uno più nuovo.
Fa' che coloro il cui abito è tinto in rosso o in violetto, che dominano su una piccola parte di un piccolo mucchio del fango di questo mondo, e che posseggono qualche frammento arrotondato di un certo metallo, gioiscano senza inorgoglirsi di ciò che essi chiamano "grandezza" e "ricchezza", e che gli altri li guardino senza invidia: perché tu sai che in queste cose vane non c'è nulla da invidiare, niente di cui inorgoglirsi.
Possano tutti gli uomini ricordarsi che sono fratelli! Abbiano in orrore la tirannia esercitata sulle anime, come odiano il brigantaggio che strappa con la forza il frutto del lavoro e dell'attività pacifica! Se sono inevitabili i flagelli della guerra, non odiamoci, non laceriamoci gli uni con gli altri nei periodi di pace, ed impieghiamo il breve istante della nostra esistenza per benedire insieme in mille lingue diverse, dal Siam alla California, la tua bontà che ci ha donato questo istante.
 Voltaire

Postato da: giacabi a 20:55 | link | commenti (7)
dio, voltaire

lunedì, 10 novembre 2008
Senza Dio non esiste morale ***
« Io credo di avergli fortemente provato che tutte le costruzioni di leggi morali e tutte le scrupolose onestà, quando negano un qualsiasi legislatore trascendente, sono a dir poco penosamente incoerenti ».
don Lorenzo Milani

Postato da: giacabi a 19:20 | link | commenti
dio, laicismo, don milani

Senza Dio non esiste morale
 ***
 È impossibile fondare qualsiasi morale praticabile da tutti e sempre, prescindendo dall'idea di un Legislatore e di un Giudice che ci sovrastino. Ai miei amici filantropi sempre ho domandato: “perché amare?”. Gli uomini, spesso, non sono affatto amabili e neanche rispettabili. Perché, allora dovremmo farlo, senza riferirci a un Padre comune, a un Giudice che ci attende?”.
Arturo Carlo Jemolo

Postato da: giacabi a 14:26 | link | commenti
dio

domenica, 09 novembre 2008
Dio
il senso della nostra vita
 ***
  • « Cercate Dio, trovatelo e fatte di Lui una forza nella vostra vita. Senza di Lui tutti i nostri sforzi si riducono in cenere e le nostre aurore diventano più oscure delle notti. Senza di Lui la vita è un dramma senza senso, a cui mancano le scene più decisive. Ma con Lui noi possiamo passare dalla fatica della disperazione alla serenità della speranza. Con Lui possiamo passare dalla notte della disperazione all’alba della gioia ».
• Martin Luther King

Postato da: giacabi a 21:17 | link | commenti
dio

sabato, 08 novembre 2008
  La vera conoscenza
***
Ogni conoscenza è figlia dell’amore. Amo, ergo sum, amo, quindi esisto… Per cui ecco le lucide parole di S. Gregorio per definire Dio: Tu che il mio cuore ama.
 P. Evdokimov

Postato da: giacabi a 08:42 | link | commenti
dio

martedì, 04 novembre 2008
Che cosa è Dio?
  ***
Che cosa è Dio?” domanda il bambinoLa madre lo stringe tra le braccia e gli chiede: ” Che cosa provi?”.  “ Ti voglio benerisponde il bambino.  “ Ecco, Dio è questo"
Krzysztof  Kieślowski

Postato da: giacabi a 20:19 | link | commenti
dio

Il Creatore
 ***
“Si, esiste una causa divina, una ragione sovrana, un essere infinito. Questa causa è la causa delle cause; questa ragione è la ragione creatrice dell'intelligenza. Esiste un essere infinito, a paragone del quale, generale Bertrand, non siete che un atomo; a paragone del quale io, Napoleone, con tutto il mio genio, sono un vero niente, un puro nulla, mi capite? Lo sento questo Dio... lo vedo... ne. ho bisogno, credo in lui... Se voi non lo sentite, se non voi non ci credete, ebbene, tanto peggio per voi.”
 Napoleone,Conversazioni religiose  Editori Riuniti

Nessun commento: