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martedì 14 febbraio 2012

kant


Il vero Dio
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«Il Vangelo è la fonte da cui è scaturita la nostra civiltà»
Kant
«per noi Abramo è più di ogni altra persona della storia greca o tedesca. Tra ciò che sentiamo alla lettura dei Salmi e ciò che proviamo alla lettura di Pindaro e di Petrarca c’è la stessa differenza tra la patria e la terra straniera».
Nietzsche in Aurora 1881

Postato da: giacabi a 21:42 | link | commenti
kant, nietzsche

domenica, 20 marzo 2011

Riconoscere la natura imperfetta dell'uomo
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"Il capo supremo deve essere giusto per se stesso e tuttavia
essere un uomo,
questo problema è quindi il più difficile di tutti e una soluzione perfetta di esso è impossibile da un legno storto, come è quello di cui l'uomo è fatto, non può uscire nulla di interamente diritto.
Solo l'approssimazione a quest'idea ci è imposta dalla natura".
Kant  Scritti politici

Postato da: giacabi a 14:40 | link | commenti
kant

giovedì, 11 febbraio 2010

Da dove nasce
la civiltà
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"il Vangelo  è la fonte da cui è scaturita la nostra cultura, tutto ciò che noi chiamiamo la civiltà".
Immanuel Kant

Postato da: giacabi a 15:11 | link | commenti
kant, cristianesimo

mercoledì, 10 settembre 2008

Vagliate ogni cosa
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«solo mediante la critica è possibile rescindere proprio alla radice il materialismo, il fatalismo, l’ateismo, l’incredulità, dei liberi pensatori, la stravaganza e la superstizione, che possono essere universalmente dannose, ed infine anche l’idealismo e lo scetticiscmo che sono più pericolosi per le scuole e che difficilmente possono estendersi al pubblico».
Kant nella Prefazione alla seconda edizione della Critica della ragion pura

Postato da: giacabi a 17:11 | link | commenti
ragione, kant

domenica, 20 aprile 2008

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"Non può fare l'uomo per l'altro uomo qualche cosa senza che ci sia una sfumatura di interesse, un criterio di contropartita, un'aspettativa".
Kant


Postato da: giacabi a 10:42 | link | commenti
kant

lunedì, 10 marzo 2008

Senza il cristianesimo:
 la fine (perversa) di tutte le cose
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«Se il cristianesimo un giorno dovesse arrivare a non essere più degno di amore [...] allora il pensiero dominante degli uomini dovrebbe diventare quello di un rifiuto e di un'opposizione contro di esso; e l'anticristo [...] inaugurerebbe il suo, pur breve, regime (fondato presumibilmente sulla paura e sull'egoismo). In seguito, però, poiché il cristianesimo, pur essendo stato destinato ad essere la religione universale, di fatto non sarebbe stato aiutato dal destino a diventarlo, potrebbe verificarsi, sotto l'aspetto morale, la fine (perversa) di tutte le cose »
I. Kant, Das Ende aller Dinge, in: Werke VI, a cura di W. Weischedel (1964),  Da:  Spes Salvi

Postato da: giacabi a 18:19 | link | commenti
nichilismo, kant

sabato, 29 settembre 2007

Il senso religioso
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Dio ha inserito un'arte segreta nelle forze di natura in modo da consentire a quest'ultima di modellarsi passando dal caos a un perfetto sistema del mondo.
                   Immanuel Kant


Postato da: giacabi a 17:29 | link | commenti
kant, senso religioso

venerdì, 02 febbraio 2007

IL CUORE DELL’UOMO
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"Due cose riempiono l’animo di ammirazione e venerazione sempre nuova e crescente, quanto piú spesso e piú a lungo la riflessione si occupa di esse: il cielo stellato sopra di me, e la legge morale in me. Queste due cose io non ho bisogno di cercarle e semplicemente supporle come se fossero avvolte nell’oscurità, o fossero nel trascendente fuori del mio orizzonte; io le vedo davanti a me e le connetto immediatamente con la coscienza della mia esistenza. La prima comincia dal posto che io occupo nel mondo sensibile esterno, ed estende la connessione in cui mi trovo a una grandezza interminabile, con mondi e mondi, e sistemi di sistemi; e poi ancora ai tempi illimitati del loro movimento periodico, del loro principio e della loro durata. La seconda comincia dal mio io indivisibile, dalla mia personalità, e mi rappresenta in un mondo che ha la vera infinitezza, ma che solo l’intelletto può penetrare, e con cui (ma perciò anche in pari tempo con tutti quei mondi visibili) io mi riconosco in una connessione non, come là, semplicemente accidentale, ma universale e necessaria. Il primo spettacolo di una quantità innumerevole di mondi annulla affatto la mia importanza di creatura animale che deve restituire al pianeta (un semplice punto nell’Universo) la materia della quale si formò, dopo essere stata provvista per breve tempo (e non si sa come) della forza vitale. Il secondo, invece, eleva infinitamente il mio valore, come [valore] di una intelligenza, mediante la mia personalità in cui la legge morale mi manifesta una vita indipendente dall’animalità e anche dall’intero mondo sensibile, almeno per quanto si può riferire dalla determinazione conforme ai fini della mia esistenza mediante questa legge: la quale determinazione non è ristretta alle condizioni e ai limiti di questa vita, ma si estende all’infinito”
 Immanuel Kant [Critica della ragion pratica, Conclusione, Laterza, Bari, 1974]


bellezza, kant, senso religioso

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