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domenica 19 febbraio 2012

preghiera3


Nel silenzio Dio ti parla
 ***
Siediti ai bordi dell’aurora,
per te si leverà il sole.
Siediti ai bordi della notte,
per te scintilleranno le stelle.
Siediti ai bordi del torrente,
per te canterà l’usignolo.
Siediti ai bordi del silenzio,
Dio ti parlerà.

Swami Vivekananda


Postato da: giacabi a 10:12 | link | commenti
perle, preghiere

sabato, 10 maggio 2008

MANDAMI QUALCUNO DA AMARE
***


Signore, quando ho fame, dammi qualcuno che ha bisogno di cibo,
quando ho un dispiacere, offrimi qualcuno da consolare;
quando la mia croce diventa pesante,
fammi condividere la croce di un altro;
quando non ho tempo,
dammi qualcuno che io possa aiutare per qualche momento;
quando sono umiliato, fa che io abbia qualcuno da lodare;
quando sono scoraggiato, mandami qualcuno da incoraggiare;
quando ho bisogno della comprensione degli altri,
dammi qualcuno che ha bisogno della mia;
quando ho bisogno che ci si occupi di me,
mandami qualcuno di cui occuparmi;
quando penso solo a me stesso, attira la mia attenzione su un’altra persona.

Rendici degni, Signore, di servire i nostri fratelli
Che in tutto il mondo vivono e muoiono poveri ed affamati.
Dà loro oggi, usando le nostre mani, il loro pane quotidiano,
e dà loro, per mezzo del nostro amore comprensivo, pace e gioia.


Madre Teresa di Calcutta

Postato da: giacabi a 08:28 | link | commenti
preghiere, madre teresa

venerdì, 02 maggio 2008

Prendi, Signore, e accetta
 ***
Prendi, Signore,
e accetta tutta la mia libertà,
la mia memoria, il mio intelletto,
e tutta la mia volontà,
tutto ciò che ho e possiedo;
tu mi hai dato tutte queste cose,
a te, Signore, le restituisco;
sono tutte tue,
disponine secondo la tua volontà.
Dammi il tuo amore e la tua grazia,
queste sole, mi bastano
Sant'Ignazio di Loyola


Postato da: giacabi a 21:43 | link | commenti
preghiere

giovedì, 01 maggio 2008

GLORIOSO SAN GIUSEPPE,
***
sposo di Maria,
estendi anche a noi
la tua protezione paterna,
tu che sei capace di rendere possibili
le più impossibili delle cose.
Guarda alle nostre presenti necessità,
rivolgi i tuoi occhi di padre
su ciò che preme ai tuoi figli.
Aiutaci e prendi
sotto la tua amorevole protezione
le questioni così importanti
che ti affidiamo,
in modo che il loro esito favorevole
sia per la Gloria di Dio
e per il bene di noi
che affettuosamente ti seguiamo.
Amen.                                                                                 San Francesco di Sales

Postato da: giacabi a 08:15 | link | commenti
preghiere

domenica, 27 aprile 2008

Attirami a Te
***
Madre amatissima, ecco la mia preghiera: chiedo a Gesù di attirarmi nelle fiamme del suo amore, di unirmi così strettamente a Lui, che Egli viva ed agisca in me. Sento che quanto più il fuoco dell’amore infiammerà il mio cuore, quanto più dirò: «Attirami», tanto più le anime che si avvicineranno a me (povero piccolo rottame di ferro inutile, se mi allontanassi dalla fornace divina) correranno anch’esse velocemente all’effluvio dei profumi del loro Amato, perché un’anima infiammata di amore non può restare inattiva; senza dubbio come santa Maddalena lei se ne sta ai piedi di Gesù, ascolta la sua parola dolce e infiammata. Sembrando non dar niente, dà molto di più di Marta che si agita per molte cose e vorrebbe che la sorella l’imitasse. Non sono sicuramente i lavori di Marta che Gesù biasima: a questi lavori la sua Madre divina si è umilmente sottomessa per tutta la sua vita poiché doveva preparare i pasti per la Santa Famiglia. È solo l’inquietudine della sua ardente ospite che Egli vorrebbe correggere.
 Santa Teresa di Lisieux

Postato da: giacabi a 09:35 | link | commenti
preghiere, maria, steresina

mercoledì, 16 aprile 2008


***
Come la preghiera è la voce dell'uomo rivolta a Dio così  la rivelazione è la voce di Dio rivolta all'uomo
J.H. Newman

Postato da: giacabi a 19:41 | link | commenti
preghiere, newman


Fa splendere il Tuo volto
***
Stai con me, e io inizierò a risplendere come tu splendi;
  a risplendere fino ad essere luce per gli altri.
 La luce, o Gesù, verrà tutta da te: nulla sarà merito mio.
 Sarai tu a risplendere, attraverso di me, sugli altri.  
J.H. Newman

Postato da: giacabi a 19:37 | link | commenti
preghiere, newman

martedì, 15 aprile 2008

                                
***
di essere forte per eseguire progetti grandiosi:
Egli mi rese debole per conservarmi nell'umiltà.
Domandai a Dio che mi desse la salute per realizzare grandi imprese:
egli mi ha dato il dolore per comprenderla meglio.
Gli domandai la ricchezza per possedere tutto:
mi ha fatto povero per non essere egoista.
Gli domandai il potere perché gli uomini avessero bisogno di me:
egli mi ha dato l'umiliazione
perché io avessi bisogno di loro.
Domandai a Dio tutto per godere la vita:
mi ha lasciato la vita
perché potessi apprezzare tutto.
Signore, non ho ricevuto niente di quello
che chiedevo
,
ma mi hai dato tutto quello di cui avevo bisogno
e quasi contro la mia volontà
.
Le preghiere che non feci furono esaudite.
Sii lodato; o mio Signore,
fra tutti gli uomini
nessuno possiede quello che ho io
Kirk Kilgour
Kirk Kilgour, nazionale americano e Campione d'Italia con la squadra romana dell'Ariccia: una brillante carriera spezzata da un tragico incidente che avvenne nel 1976. Durante alcuni esercizi di riscaldamento cadde, provocandosi la lussazione di una vertebra cervicale con conseguente totale paralisi degli arti.
Ma lui non si è mai arreso: 26 anni su una sedia a rotelle, dimostrando forza, volontà e coraggio tali, da fare invidia ad un campione in piena attività. E come nello sport, in cui la sconfitta fa parte del gioco, egli ha vissuto la "sconfitta" dell'infortunio in positivo, traendone spunto e coraggio agonistico per lottare ancora e tornare a vincere.
E il 12 luglio 2002, dopo tanti anni di lotta, il suo cuore si è fermato ... ma in noi resta vivo il suo ricordo.
La Preghiera che ci ha lasciato rivela la straordinaria ricchezza interiore di un uomo che ha saputo sempre affrontare la vita con serenità e con autentico spirito sportivo.
Arrivederci KIRK ... sarai sempre con noi

in sedia a rotelle di fronte al Papa
durante il Giubileo dei malati a Roma.
 
 La preghiera è stata letta dall'autore

Postato da: giacabi a 18:08 | link | commenti
preghiere

sabato, 29 marzo 2008



I FRUTTI CRISTIANI

***
il frutto del silenzio è la preghiera,
il frutto della preghiera è la fede,
il frutto della fede è l’amore,
il frutto dell’amore è il servizio,

il frutto del servizio è
la pace
.

IL FRUTTO DEL SILENZIO E’ LA PREGHIERA
Comincio sempre la mia preghiera in silenzio, perché è nel silenzio del cuore che Dio parla. Dio è amico  del silenzio: dobbiamo ascoltare Dio perché ciò che conta non è quello che diciamo noi, ma quello che Egli dice a noi e attraverso di noi
       
        La preghiera alimenta l’anima: essa sta all’anima come il sangue sta al corpo, e porta più vicini a Dio. Dona inoltre un cuore limpido e puro. Un cuore limpido può vedere Dio, può parlare a Dio e può vedere l’amore di Dio negli altri. Quando hai un cuore limpido, vuol dire che sei aperto e onesto con Dio, che non Gli stai nascondendo nulla, e ciò consente a Lui di prendere da te quello che vuole. […]
        Esiste un solo Dio ed Egli è il Dio di tutti. E’ importante, dunque, che ognuno venga considerato uguale davanti a Lui. Ho sempre detto che dovremmo aiutare un hindu a diventare un hindu migliore, un musulmano migliore, un cattolico a diventare un cattolico migliore.

IL FRUTTO DELLA PREGHIERA E’ LA FEDE
        Dio è ovunque e in ogni cosa e senza di Lui non possiamo esistere. Io non ho mai dubitato dell’esistenza di Dio, nemmeno per un momento, ma so che talune persone sono dubbiose. Se non credi in Dio, puoi aiutare gli altri facendo opere d’amore, e i frutti di queste opere saranno le grazie che entrano nella tua anima. Comincerai  allora, lentamente, ad aprirti e a desiderare la gioia di amare Dio. […]
        Siamo tutti capaci di fare il bene e il male. Non siamo nati cattivi: ognuno ha dentro qualcosa di buono. Alcuni lo nascondono, altri lo trascurano, ma c’è. Dio ci ha creati per amare ed essere amati, e la prova a cui Dio ci sottopone sta nel vedere se scegliamo una strada o l’altra. Qualsiasi negligenza nell’amare può indurre a dire «si» al male, e quando ciò avviene, non abbiamo idea di quanto si possa diffondere. Questo è triste. Se qualcuno sceglie il male, si erge un ostacolo tra quella persona e Dio: e chi è gravato da quel fardello non riesce più a vedere Dio chiaramente. Ecco perché dobbiamo evitare qualsiasi tipo di tentazione che ci distruggerà. La preghiera ci dà la forza per sconfiggere le tentazioni: se siamo vicini a Dio diffondiamo gioia e amore su chiunque sia intorno a noi.
        Se il male si impossessa di qualcuno, questi, a sua volta può diffondere il male intorno a sé. Se siamo vicini a persone di questo tipo, dobbiamo provare ad aiutarle, e mostrare loro che anch’esse stanno a cuore a Dio. Prega intensamente per favorire il loro riavvicinamento alla preghiera, di modo che possano vedere ancora Dio in se stesse, per poterLo poi vedere negli altri.  È questo che aiuta la persona cattiva, perché tutti, indistintamente, sono stati creati dalla stessa mano amorevole. L’amore di Cristo è sempre più forte del male nel mondo, e dunque abbiamo bisogno di amare e di essere amati: è tanto semplice. Non dovrebbe essere una conquista così dura. […]

IL FRUTTO DELLA FEDE E’ L’AMORE
  La peggiore malattia dell’Occidente oggi non è la tubercolosi o la lebbra, ma è il non sentirsi desiderati né amati, il sentirsi abbandonati. La medicina può guarire le malattie del corpo, ma l’unica cura per la solitudine, la disperazione e la mancanza di prospettive è l’amore. Vi sono molte persone al mondo che  muoiono per un pezzo di pane, ma un numero ancora maggiore muore per mancanza d’amore. E la povertà in Occidente assume forme nuove: non è solo solitudine, ma anche povertà spirituale. Vi è fame d’amore, e vi è fame di Dio. […]
        L’amore non è accondiscendente, e la carità non ha nulla a che vedere con la pietà: è amore. Carità e amore sono la stessa cosa. Con la carità dai  amore: perciò non limitarti a dare denaro, ma invece tendi la mano. […]
        L’amore non ha senso se non viene condiviso. L’amore deve venire posto all’opera. Devi amare senza aspettative, fare qualche cosa per l’amore fine a se stesso, non per quello che ne potrai ricevere in cambio. Se ti attendi qualche forma di ricompensa, non è amore: l’amore vero è amare senza condizioni e senza aspettative. […]
        Ciò che conta non è quanto fai, ma quanto amore metti in ciò che fai e condividi con gli altri. Cerca di non giudicare gli altri. Se giudichi gli altri, non stai dando nessun amore. Piuttosto, cerca di aiutarli comprendendo quali sono le loro esigenze e agendo per farvi fronte. […]
        Dobbiamo crescere nell’amore, e per farlo dobbiamo continuare ad amare e amare e a dare e dare finché non ci fa male – come ha fatto Gesù. Fare cose ordinarie con straordinario amore: piccole cose, come assistere i malati e i senzatetto, chi è solo o non è stato desiderato, lavare e pulire per loro
      
   Devi dare ciò che ti costa qualcosa. Quindi, non significa solo donare ciò  di cui puoi fare a meno, ma ciò di cui non puoi fare a meno o di cui non vorresti fare a meno, qualcosa che ti piaccia davvero. Allora il tuo dono diviene un sacrificio, che avrà valore davanti a Dio. Qualsiasi  sacrificio è utile se viene fatto con amore
   Anche questo dare finché non ti fa male – questo sacrificio – fa parte di quello che io chiamo amore in azione. […]
       
   La parola d’ordine dei primi cristiani era «gioia», e dunque continuiamo a servire il Signore con gioia. […]
   La gioia è amore, la gioia è preghiera, la gioia è forza. Dio ama chi dà con gioia; se tu dai con gioia, dai sempre di più. Un cuore allegro è il risultato di un cuore ardente d’amore
   Le opere d’amore sono sempre opere di gioia. Non abbiamo bisogno di cercare la felicità: se possediamo l’amore per gli altri, ci verrà data. È il dono di Dio.

IL FRUTTO DELL’AMORE È IL SERVIZIO
        La preghiera attiva è amore, e l’amore attivo è il servizio. Cerca in ogni momento di dare incondizionatamente qualsiasi  cosa di cui una persona abbia bisogno. L’importante è fare qualche cosa (per quanto piccola) e dimostrare con le proprie azioni, donando il proprio tempo, che si vuol bene. A volte vorrà dire impegnarsi in un lavoro fisico (come facciamo nelle nostre Case per i malati e i moribondi), altre volte offrire sostegno spirituale a chi se ne sta sempre chiuso in casa. Se un malato vuole medicine, dagli medicine, se ha bisogno di conforto, confortalo.
        Siamo tutti figli di Dio, perciò è importante condividere i Suoi doni. […]
        Il nostro lavoro è costante, le nostre Case sono piene. I problemi dei poveri continuano, e quindi continua il nostro lavoro. Eppure tutti, non solo i Missionari della Carità, possono fare qualcosa di buono per Dio andando incontro ai poveri dei loro paesi. Non vedo alcuna esitazione ad aiutare gli altri, vedo solo gente piena d’amore di Dio che vuole compiere opere d’amore. È questo il futuro – questo è il desiderio di Dio, che noi dobbiamo servire per mezzo dell’amore nell’azione, e dobbiamo lasciarci ispirare dallo Spirito Santo ad agire quando vi siamo chiamati
        Non saremmo in grado di svolgere il nostro lavoro senza i volontari. Vengono da molte esperienze, culture e fedi diverse, ma noi chiediamo loro solo di essere in grado di dare amore e tempo agli altri
       
IL FRUTTO DEL SERVIZIO È LA PACE
        Le opere dell’amore sono sempre opere di pace. Ogni volta che dividerai il tuo amore con gli altri, ti accorgerai della pace che giunge a te e a loro. Dove c’è pace c’è Dio; è così che Dio tocca le nostre vite e mostra il Suo amore per noi, riversando pace e gioia nei nostri  cuori. […]
 Abbiamo diritto di vivere felici e in pace. Siamo stati creati per questo – per essere felici- e possiamo trovare la vera felicità e la vera pace solo quando siamo in un rapporto d’amore con Dio: vi è gioia nell’amare Dio, vi è grande felicità nell’amarLo. Molti pensano, specie in Occidente, che il denaro renda felici. Io penso invece sia più difficile essere felice se sei ricco, perché ti è più difficile vedere Dio: hai troppe altre cose a cui pensare . Se tuttavia Dio ti ha dato il dono della ricchezza, allora usala per i Suoi scopi:aiutare gli altri, aiutare i poveri, creare posti di lavoro, dare lavoro agli altri. Non sprecare la tua ricchezza: anche avere cibo, una casa, dignità, libertà, salute e istruzione sono tutti doni di Dio, ed è questo il motivo per cui  dobbiamo aiutare chi è meno fortunato di noi. […]
       
        È soltanto Dio che ha il potere di donare e di togliere: condividi dunque tutto ciò che ti è stato dato, compreso te stesso. […]
       
Madre Teresa Il cammino semplice Milano Oscar Mondadori 2001


§   


Postato da: giacabi a 18:44 | link | commenti (1)
preghiere, madre teresa

venerdì, 28 marzo 2008

***

Gesù mio, aiutami
a diffondere la tua fragranza ovunque io vada.
Infondi il tuo spirito nella mia anima e riempila
del tuo amore, affinché penetri nel mio essere

in modo così completo che tutta la mia vita
possa essere soltanto fragranza e amore trasmesso
tramite me e visto in me,

e ogni anima con cui vengo a contatto
possa sentire la tua presenza nella mia anima,
e poi guardare in su
e vedere non più me, ma Gesù
.
Resta con me,
e io comincerò a brillare della tua luce.
A brillare per essere una luce per gli altri.
La luce, Gesù mio,
sarà la tua, non verrà da me,
sarà la tua luce che brilla sugli altri attraverso me
.

Lascia che ti rivolga le mie preghiere
nel modo che più ami,
spargendo la luce su quelli che mi circondano.

Lasciami predicare senza predicare,
non con le parole, ma con l'esempio.
.
Con la forza che attrae
e l'influsso di quello che io faccio.
Con la pienezza dell'amore che ho per te
nel mio cuore.

Amen.

Madre Teresa, Preghiera, Casale Monferrato, 1993, Ed. PIEMME

Postato da: giacabi a 20:51 | link | commenti
preghiere, madre teresa

martedì, 25 marzo 2008

DOMENICA 30 MARZO
"Domenica della Divina Misericordia"
 ***
DECRETO
Si annettono Indulgenze ad atti di culto compiuti in onore
della Divina Misericordia 

"La tua misericordia, o Dio, non conosce limiti e infinito è il tesoro della tua bontà..." (Orazione dopo l'Inno "Te Deum") e "O Dio, che riveli la tua onnipotenza soprattutto con la misericordia e il perdono..." (Orazione della Domenica XXVI del Tempo Ordinario), umilmente e fedelmente canta la Santa Madre Chiesa. Infatti l'immensa condiscendenza di Dio, sia verso il genere umano nel suo insieme sia verso ogni singolo uomo, splende in modo speciale quando dallo stesso Dio onnipotente sono rimessi peccati e difetti morali e i colpevoli sono paternamente riammessi alla sua amicizia, che meritatamente avevano perduta.
I fedeli con intimo affetto dell'animo sono da ciò attratti a commemorare i misteri del perdono divino ed a celebrarli piamente, e comprendono chiaramente la somma convenienza, anzi la doverosità che il Popolo di Dio lodi con particolari formule di preghiera la Divina Misericordia e, al tempo stesso, adempiute con animo grato le opere richieste e soddisfatte le dovute condizioni, ottenga vantaggi spirituali derivanti dal Tesoro della Chiesa. "Il mistero pasquale è il vertice di questa rivelazione ed attuazione della misericordia, che è capace di giustificare l'uomo, di ristabilire la giustizia nel senso di quell'ordine  salvifico  che  Dio  dal  principio  aveva voluto nell'uomo e mediante l'uomo, nel mondo" (Lett. enc. Dives in Misericordia, 7).
Invero la Misericordia Divina sa perdonare anche i peccati più gravi, ma nel farlo muove i fedeli a concepire un dolore soprannaturale, non meramente psicologico, dei propri peccati, così che, sempre con l'aiuto della grazia divina, formulino un fermo proposito di non peccare più. Tali disposizioni dell'animo conseguono effettivamente il perdono dei peccati mortali quando il fedele riceve fruttuosamente il sacramento della Penitenza o si pente dei medesimi mediante un atto di perfetta carità e di perfetto dolore, col proposito di accostarsi quanto prima allo stesso sacramento della Penitenza:  infatti Nostro Signore Gesù Cristo nella parabola del figliuol prodigo ci insegna che il peccatore deve confessare la sua miseria a Dio dicendo:  "Padre, ho peccato contro il Cielo e contro di te; non sono più degno di esser chiamato tuo figlio" (Lc 15, 18-19), avvertendo che questo è opera di Dio:  "era morto ed è tornato in vita, era perduto ed è stato ritrovato" (Lc 15; 32).
Perciò con provvida sensibilità pastorale il Sommo Pontefice Giovanni Paolo II, per imprimere profondamente nell'animo dei fedeli questi precetti ed insegnamenti della fede cristiana, mosso dalla dolce considerazione del Padre delle Misericordie, ha voluto che la seconda Domenica di Pasqua fosse dedicata a ricordare con speciale devozione questi doni della grazia, attribuendo a tale Domenica la denominazione di "Domenica della Divina Misericordia" (Congr. per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti, Decr. Misericors et miserator, 5 Maggio 2000).
Il Vangelo della seconda Domenica di Pasqua narra le cose mirabili compiute da Cristo Signore il giorno stesso della Risurrezione nella prima apparizione pubblica:  "La sera di quello stesso giorno, il primo dopo il sabato, mentre erano chiuse le porte del luogo dove si trovavano i discepoli per timore dei Giudei, venne Gesù, si fermò in mezzo a loro e disse:  "Pace a voi!". Detto questo, mostrò loro le mani e il costato. E i discepoli gioirono al vedere il Signore. Gesù disse loro di nuovo:  "Pace a voi! Come il Padre ha mandato me, anch'io mando voi". Dopo aver detto questo, alitò su di loro e disse:  "Ricevete lo Spirito Santo; a chi rimetterete i peccati saranno rimessi e a chi non li rimetterete, resteranno non rimessi"" (Gv 20, 19-23).
Per far sì che i fedeli vivano con intensa pietà questa celebrazione, lo stesso Sommo Pontefice ha stabilito che la predetta Domenica sia arricchita dell'Indulgenza Plenaria, come più sotto sarà indicato, affinché i fedeli possano ricevere più largamente il dono della consolazione dello Spirito Santo e così alimentare una crescente carità verso Dio e verso il prossimo, e, ottenuto essi stessi il perdono di Dio, siano a loro volta indotti a perdonare prontamente i fratelli.
Così i fedeli osserveranno più perfettamente lo spirito del Vangelo, accogliendo in sé il rinnovamento illustrato e introdotto dal Concilio Ecumenico Vaticano II:  "I cristiani, ricordando le parole del Signore:  "da questo tutti sapranno che siete miei discepoli, se avrete amore gli uni per gli altri" (Gv 13, 35), niente possono desiderare più ardentemente che servire con sempre maggiore generosità ed efficacia gli uomini del mondo contemporaneo... Il Padre vuole che noi riconosciamo ed efficacemente amiamo in tutti gli uomini Cristo fratello, tanto con la parola che con l'azione" (Cost. past. Gaudium et spes, 93).
Il Sommo Pontefice pertanto, animato da ardente desiderio di favorire al massimo nel popolo cristiano questi sensi di pietà verso la Divina Misericordia, a motivo dei ricchissimi frutti spirituali che da ciò si possono sperare, nell'Udienza concessa il giorno 13 giugno 2002 ai sottoscritti Responsabili della Penitenzieria Apostolica, Si è degnato di largire Indulgenze nei termini che seguono: 
Si concede l'Indulgenza plenaria alle consuete condizioni (Confessione sacramentale, Comunione eucaristica e preghiera secondo l'intenzione del Sommo Pontefice) al fedele che nella Domenica seconda di Pasqua, ovvero della "Divina Misericordia", in qualunque chiesa o oratorio, con l'animo totalmente distaccato dall'affetto verso qualunque peccato, anche veniale, partecipi a pratiche di pietà svolte in onore della Divina Misericordia, o almeno reciti, alla presenza del SS.mo Sacramento dell'Eucaristia, pubblicamente esposto o custodito nel tabernacolo, il Padre Nostro e il Credo, con l'aggiunta di una pia invocazione al Signore Gesù Misericordioso (p. e. "Gesù Misericordioso, confido in Te").
Si concede l'Indulgenza parziale al fedele che, almeno con cuore contrito, elevi al Signore Gesù Misericordioso una delle pie invocazioni legittimamente approvate.
Inoltre i naviganti, che compiono il loro dovere nell'immensa distesa del mare; gli innumerevoli fratelli, che i disastri della guerra, le vicende politiche, l'inclemenza dei luoghi ed altre cause del genere, hanno allontanato dal suolo patrio; gli infermi e coloro che li assistono e tutti coloro che per giusta causa non possono abbandonare la casa o svolgono un'attività non differibile a vantaggio della comunità, potranno conseguire l'Indulgenza plenaria nella Domenica della Divina Misericordia, se con totale detestazione di qualunque peccato, come è stato detto sopra, e con l'intenzione di osservare, non appena sarà possibile, le tre consuete condizioni, reciteranno, di fronte ad una pia immagine di Nostro Signore Gesù Misericordioso, il Padre Nostro e il Credo, aggiungendo una pia invocazione al Signore Gesù Misericordioso (p.e. "Gesù Misericordioso, confido in Te").
Se neanche questo si potesse fare, in quel medesimo giorno potranno ottenere l'Indulgenza plenaria quanti si uniranno con l'intenzione dell'animo a coloro che praticano nel modo ordinario l'opera prescritta per l'Indulgenza e offriranno a Dio Misericordioso una preghiera e insieme le sofferenze delle loro infermità e gli incomodi della propria vita, avendo anch'essi il proposito di adempiere non appena possibile le tre condizioni prescritte per l'acquisto dell'Indulgenza plenaria.
I sacerdoti, che svolgono il ministero pastorale, soprattutto i parroci, informino nel modo più conveniente i loro fedeli di questa salutare disposizione della Chiesa, si prestino con animo pronto e generoso ad ascoltare le loro confessioni, e nella Domenica della Divina Misericordia, dopo la celebrazione della Santa Messa o dei Vespri, o durante un pio esercizio in onore della Divina Misericordia, guidino, con la dignità propria del rito, la recita delle preghiere qui sopra indicate; infine, essendo "Beati i misericordiosi, perché troveranno misericordia" (Mt 5, 7), nell'impartire la catechesi spingano soavemente i fedeli a praticare con ogni possibile frequenza opere di carità o di misericordia, seguendo l'esempio e il mandato di Cristo Gesù, come è indicato nella seconda concessione generale dell'"Enchiridion Indulgentiarum".
Il presente Decreto ha vigore perpetuo. Nonostante qualunque contraria disposizione. Roma, dalla sede della Penitenzieria Apostolica, il 29 giugno 2002, nella solennità dei santi Apostoli Pietro e Paolo 2002.
LUIGI DE MAGISTRIS
Arcivescovo tit. di Nova
Pro-Penitenziere Maggiore
GIANFRANCO GIROTTI, O.F.M. Conv.
Reggente
grazie a:Cometinalucente 

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preghiere

mercoledì, 27 febbraio 2008

La formula della santità
di S. Alberto Magno
***
«Volere tutto ciò che io voglio per la gloria di Dio, come Dio vuole per la sua gloria tutto ciò che Egli vuole ».
S. Alberto Magno                                      a M.

Postato da: giacabi a 19:46 | link | commenti
preghiere, salberto magno


Preghiera
di S. Alberto Magno
***
«Signore Gesù Cristo, che sei venuto in questo mondo per salvare i peccatori, congiungi la mia anima a te, unico vero sposo e bene insostituibile: fa che essa per tuo amore trascuri i sette mariti, cioè le sette arti liberali, e non si dedichi più alle scienze che si acquistano con lo studio. Viva invece con fede, speranza e carità secondo l'insegnamento della Sacra Scrittura e nell'annuncio della tua Parola, svolga il suo ministero durante questo pellegrinaggio terreno e possa aderire a Te con piena conoscenza e amore. E quando finalmente la carità sarà perfetta per la conformità al fine, l'elevatezza delle virtù e l'osservanza dei tuoi precetti, essa invaderà tutta l'anima e la trasformerà in modo che non potrà amare niente altro all'infuori di Te, e giungerà a vedere le cose non più nella loro immagine, ma in Te, che sei somma verità. Allora le forze dell'intelletto le permetteranno di riconoscere perfettamente Te, Dio e Uomo, invisibile ma visibile nel prossimo.».
S. Alberto Magno

Postato da: giacabi a 19:33 | link | commenti
preghiere, salberto magno

sabato, 05 gennaio 2008

Preghiera per l'imprevisto
***.
  
O Dio dell'imprevisto,
fa' ch'io non tema mai
l'imprevisto
l'inconsueto
l'impensato
poiché proprio Tu fosti tutto ciò
e feristi il cuore degli uomini
con la tua assoluta Novità.

Scioglimi il cuore
perché anch'io sappia
sorprendermi e sorprendere
per diversità di pensiero
novità di vita
fantasia d'amore
prontezza di fronte al male.

Fa' che un pochino almeno ti somigli,
o Dio dell'imprevisto,
che nel tuo Figlio
desti il giro ad un mondo rappreso
e senza senso.

Fa' ch'io diventi immagine e strumento
della tua Buona Novità.
Léon Bloy, (1846-1920)

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preghiere, bloy


Cristo non ha mani

***

Cristo non ha mani,
ha soltanto le nostre mani
per fare il suo lavoro oggi.
Cristo non ha piedi,
ha soltanto i nostri piedi
per guidare gli uomini sui suoi sentieri.
Cristo non ha labbra,
ha soltanto le nostre labbra
per raccontare di se’
agli uomini di oggi.
Cristo non ha mezzi,
ha soltanto il nostro aiuto
per condurre gli uomini a se’.
Noi siamo l’unica Bibbia
che i popoli leggono ancora.
Siamo l’unico messaggio di Dio
scritto in opere e parole.

preghiera medioevale del XIV secolo
 


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chiesa, preghiere

venerdì, 21 dicembre 2007

Pregate e perdonate
***
                            
La gente mi chiede quale consiglio abbia da dare alle coppie sposate che faticano a tenere in vita la loro relazione. Rispondo sempre: "Pregate e perdonate"; e alle madri sole senza alcun sostegno: "Pregate e perdonate".
 Madre Teresa di Calcutta


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preghiere, madre teresa

venerdì, 14 dicembre 2007

La stella polare
***

Chiunque tu sia, che nel flusso di questo tempo ti accorgi che, più che camminare sulla terra, stai come ondeggiando tra burrasche e tempeste, non distogliere gli occhi dallo splendore di questa stella, se non vuoi essere sopraffatto dalla burrasca! Se si alzano i venti delle tentazioni, se cozzi contro gli scogli delle tribolazioni, guarda la stella, invoca Maria. Se sei sbattuto dalle onde della superbia, dell'ambizione, della calunnia, della gelosia, guarda la stella, invoca Maria. Se l'ira o l'avarizia, o le lusinghe della carne hanno scosso la navicella del tuo animo, guarda Maria. Se turbato dalla enormità dei peccati, se confuso per l'indegnità della coscienza, se atterrito dalla paura del giudizio, cominci ad essere inghiottito dal baratro della tristezza e dall'abisso della disperazione, pensa a Maria. Nei pericoli, nelle angosce, nei dubbi, pensa a Maria, implora Maria. Non si allontani dalla tua bocca, non si allontani dal tuo cuore, e per ottenere l'aiuto della sua preghiera, non dimenticare l'esempio della sua vita. Seguendo lei non puoi smarrirti, pregando lei non puoi disperare, pensando a lei non puoi sbagliare. Se lei ti sorregge non cadi, se lei ti protegge non cedi alla paura, se lei ti guida non ti logori, se lei ti è propizia raggiungi la meta.                                                                                              San  Bernardo di Chiaravalle «Respice stellam, voca Maria»

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preghiere, maria

martedì, 11 dicembre 2007

Amarti di un amore disinteressato
***
Mio Dio, ti amo!
Non è per il cielo che io ti amo.
Né perché coloro che non ti amano
tu li punisci con il fuoco eterno.
La croce, mio Gesù: tu mi hai stretto sul tuo cuore.
Hai sopportato i chiodi, il colpo di lancia,
il colmo della vergogna, dolori senza numero,
il sudore e l'angoscia, la morte...
Tutto questo per me,
al mio posto, per i miei peccati.
Allora, Gesù, che tanto ami,
perché non amarti di un amore disinteressato,
dimentico del cielo e dell'inferno,
non per ricevere ricompensa,
ma semplicemente come tu mi hai amato.
Così mi hai amato,
così ti amerò,
solo perché tu sei il mio re,
solo perché tu sei il mio Dio.

San Francesco Saverio: TA 346-47.


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preghiere, gesù

sabato, 08 dicembre 2007

Il silenzio
 ***
La religiosa (penso di poter dire “ogni persona”) che non rispetta il silenzio, non giungerà mai alla santità, cioè non diventerà santa. Se per caso accade che per suo mezzo parla lo Spirito di Dio, allora non è lecito tacere. Ma per poter ascoltare la voce di Dio bisogna avere la quiete nell’anima ed osservare il silenzio: non un silenzio tetro, ma il silenzio interiore, cioè il raccoglimento in Dio. Si possono dire molte cose e non interrompere il silenzio, ed al contrario si può parlare poco ed infrangere continuamente il silenzio. Oh! Che danni irreparabili provoca l’inosservanza del silenzio! Si fanno molti torti al prossimo ma soprattutto alla propria anima. Secondo il mio pensiero e la mia esperienza, la regola del silenzio dovrebbe essere al primo posto. Iddio non si dona a un’anima ciarliera che come un fuco nell’alveare ronza molto, ma non produce miele. Un’anima che chiacchiera molto è vuota nel suo interno
 Faustina Kowalska, santa polacca

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preghiere


Madre dolorosa
***
Era là, in piedi, la madre dolorosa.
La tenebra cupa, cieca, sorda, terribile,
grondava da ogni parte intorno al Golgota.

O Cristo! La luce si fece buia quando tu le fosti tolto,
e il tuo ultimo respiro portò via ogni chiarore.
La Madre era là, in piedi, vicino al patibolo!
E io mi dissi: Ecco il dolore!, e mi accostai.

"Che cosa tieni, le dissi, fra le tue dita divine?".
Allora, ai piedi del Figlio, sanguinante per il colpo di lancia,
essa levò la mano destra e l'aprì in silenzio,
e vidi nella sua mano la stella del mattino.

Victor Hugo, Les contemplations,

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preghiere, maria


A te Maria
***
A te, Maria, fonte della vita, si accosta la mia anima assetata.
A te, tesoro di misericordia, ricorre con fiducia la mia miseria.
Come sei vicina, anzi intima al Signore! Egli abita in te e tu in lui.
Nella tua luce, posso contemplare la luce di Gesù, sole di giustizia.
Santa Madre di Dio, io confido nel tuo tenerissimo e purissimo affetto.
Sii per me mediatrice di grazia presso Gesù, nostro salvatore.
Egli ti ha amata sopra tutte le creature, e ti ha rivestito di gloria e di bellezza.
Vieni in aiuto a me che sono povero                                                                                           e fammi attingere alla tua anfora traboccante di grazia
.
S. Bernardo di Chiaravalle


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preghiere, maria


Il mio sì
***
Io sono creato per fare e per essere qualcuno
per cui nessun altro è creato.

Io occupo un posto mio
nei consigli di Dio, nel mondo di Dio:
un posto da nessun altro occupato.

Poco importa che io sia ricco, povero
disprezzato o stimato dagli uomini:
Dio mi conosce e mi chiama per nome.

Egli mi ha affidato un lavoro
che non ha affidato a nessun altro.

Io ho la mia missione.

In qualche modo sono necessario ai suoi intenti
tanto necessario al posto mio
quanto un arcangelo al suo.

Egli non ha creato me inutilmente.
Io farò del bene, farò il suo lavoro.

Sarò un angelo di pace
un predicatore della verità
nel posto che egli mi ha assegnato
anche senza che io lo sappia,
purché io segua i suoi comandamenti
John Henry Newman



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preghiere, newman


Attirami a Te
***
Madre amatissima, ecco la mia preghiera: chiedo a Gesù di attirarmi nelle fiamme del suo amore, di unirmi così strettamente a Lui, che Egli viva ed agisca in me. Sento che quanto più il fuoco dell’amore infiammerà il mio cuore, quanto più dirò: «Attirami», tanto più le anime che si avvicineranno a me (povero piccolo rottame di ferro inutile, se mi allontanassi dalla fornace divina) correranno anch’esse velocemente all’effluvio dei profumi del loro Amato, perché un’anima infiammata di amore non può restare inattiva; senza dubbio come santa Maddalena lei se ne sta ai piedi di Gesù, ascolta la sua parola dolce e infiammata. Sembrando non dar niente, dà molto di più di Marta che si agita per molte cose e vorrebbe che la sorella l’imitasse. Non sono sicuramente i lavori di Marta che Gesù biasima: a questi lavori la sua Madre divina si è umilmente sottomessa per tutta la sua vita poiché doveva preparare i pasti per la Santa Famiglia. È solo l’inquietudine della sua ardente ospite che Egli vorrebbe correggere.
Santa Teresa di Lisieux

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preghiere

venerdì, 30 novembre 2007

Sulla natività di Cristo.

 
«Il Signore venne in lei
per farsi servo.
Il Verbo venne in lei
per tacere nel suo seno.
 Il fulmine venne in lei
 per non fare rumore alcuno.
 Il pastore ven­ne in lei
 ed ecco l’Agnello nato,
che som­messamente piange.
 Poiché il seno di Ma­ria
 ha capovolto i ruoli:
 Colui che creò tut­te le cose
 ne è entrato in possesso, ma povero.
 L’Altissimo venne in lei (Maria),
ma vi entrò u­mile.
 Lo splendore venne in lei,
 ma vestito con pan­ni umili.
 Colui che elargisce tutte le cose
 conobbe la fa­me.
Colui che abbevera tut­ti
 conobbe la sete.
Nudo e spogliato uscì da lei,
egli che riveste (di bellezza) tut­te le cose»
Sant’Efrem  Inno De Nativi­tate
 

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natale, preghiere

sabato, 24 novembre 2007

Deus ti salvet Maria
L’ave Maria in sardo
***

1-sardo
1-italiano
Deus ti salvet, Maria,
chi ses de grassias piena;
de grassias ses sa vena ei sa currente.
Dio ti salvi, Maria,
che sei piena di grazia;
di grazie sei la sorgente e la corrente.
2-sardo
2-italiano
Su Deus Onnipotente
cun tecus est'istadu;
pro chi t'hat preservadu immaculada.
Il Dio Onnipotente
con te e' stato;
percio' ti ha preservato immacolata.
3-sardo
3-italiano
Beneitta e laudada
supra tottus gloriosa,
ses mamma, fiza e isposa de su Segnore.
Benedetta e lodata
sopra tutti gloriosa
sei mamma, figlia e sposa del Signore.
4-sardo
4-italiano
Beneittu su fiore,
fruttu de su sinu;
Gesus, fiore Divinu, Segnore nostru.
Benedetto il fiore,
frutto del seno;
Gesu' fiore Divino Signore nostro.
5-sardo
5-italiano
Pregade a fizu bostru
pro nois peccadoris,
chi tottu sos errores nos perdonet.
Prega tuo figlio
per noi peccatori,
che tutti gli errori ci perdoni.
6-sardo
6-italiano
Ei sas grassias nos donet,
in vida e in sa morte,
ei sa dizzosa sorte, in Paradisu.
E ci dia grazie,
nella vita e nella morte,
e una buona sorte, in Paradiso
clicca sull'immagine
Tazenda e Maria Carta - Ave maria



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preghiere, maria

martedì, 20 novembre 2007

Signore, donami una buona digestione
***

Signore, donami una buona digestione
e anche qualcosa da digerire.
Dammi la salute del corpo
e il buon umore necessario per mantenerla.
Donami, Signore, un'anima semplice
che sappia far tesoro
di tutto ciò che è buono
e non si spaventi alla vista del male
ma, piuttosto, trovi sempre il modo
di rimettere le cose a posto.
Dammi un'anima che non conosca la noia,
i brontolamenti, i sospiri, i lamenti,
e non permettere che mi crucci eccessivamente
per quella cosa troppo ingombrante
che si chiama IO.
Dammi, Signore, il senso del buonumore.
Concedimi la grazia
di comprendere uno scherzo
per scoprire nella vita un po’ di gioia
e farne parte anche agli altri
.
Tommaso Moro


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preghiere

domenica, 18 novembre 2007

Conforto della carogna
***
No, non banchetterò di te, o disperazione,
conforto della carogna;
E non scioglierò - per quanto lente possano essere 
queste ultime fibre d'uomo
In me, e neppure, assai stanco, assai stanco,
griderò: "più non posso". Io posso;
Qualcosa posso, sperare, desiderare che venga giorno,
non scegliere di non essere.
Ma oh, Tu terribile,
perché hai voluto spietato far sentire su di me
Il peso del tuo piede destro che fa contorcere il mondo? gravare su di me una zampa di leone?
Scrutare con profondi occhi voraci le mie ossa contuse?
e scuotere,
In turbini di tempesta, me qui rammucchiato;
me anelante di poterti evitare e fuggire?
Ma oh, Tu terribile,
perché hai voluto spietato far sentire su di me
Il peso del tuo piede destro che fa contorcere il mondo? gravare su di me una zampa di leone?
Scrutare con profondi occhi voraci le mie ossa contuse?
e scuotere,
In turbini di tempesta, me qui rammucchiato;
me anelante di poterti evitare e fuggire?
Per Anzi in tutta quella sofferenza, in quel tumulto,  dacché (sembra) baciai la verga,
La mano piuttosto, il mio cuore, oh guarda! avviluppò forza, raccolse gioia, vorrebbe ridere, rallegrarsi.
Rallegrarsi per chi tuttavia? per l'eroe il cui tocco celeste mi scagliò giù, il cui piede mi calpestò?

O per me che ho lottato contro di lui?
O per quale dei due? Per l'uno e l'altro?
Quella notte, quell'anno di oscurità ora passata,                  io misero giacqui, lottando (mio Dio!)
Gerard Manley Hopkins                            a P
                                                                                                                      

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preghiere

sabato, 17 novembre 2007

 “Preghiera di un ateo credente”?

“L’han provato i ciclotroni nei laboratori,
lo dan per sicuro negli auditori:
di cromosomi ed elettroni è pieno il mondo,
 non c’è proprio posto per Te. Che me n’importa?
Sopravvivenze e frode del pretume.
Eppure ti scongiuro, Dio mio:
sii per me almeno qualche cosa!

Quanto vuoi debole e miserello,
non tutto-misericorde e onnisciente,
non tutto-amoroso e provvidente,
sii pur sordastro e tardo nel reagire.
Signore, mi basta ben poco,
una piccolezza, non me la negare:
per amor di Dio, sii onniveggente!
Per favore, ti scongiuro, vedi!
Vedi soltanto, semplicemente vedi,
vedi continuamente, a tutt’occhi vedi
quanto nel mondo si fa pro e contro.
D’una sola cosa ti devi occupare:
vedi ciò che faccio io - che fanno gli altri.
Son disposto a farti sconto:
se ti è difficile vedere proprio tutto,
vedi almeno di tutto un centesimo,
sii almeno per questo, Signore!
A viver senza uno che veda
più non ce la faccio. Perciò
grido a squarciagola: Padre!!
Io non prego, io esigo: sii!.
Sussurro e urlo a perdifiato:
Sii, Padre, Sii!
No, non pretendo, ti scongiuro:
Sii!!!!”
Aleksandr Zinov’ev (da Cime abissali, trad. di G. Venturi, Adelphi,)



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preghiere

giovedì, 15 novembre 2007

Solo Dio basta
***
 “Niente ti turbi, niente ti spaventi…chi ha Dio non manca di niente… solo Dio basta
 Santa Teresa        
                                       a P.

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perle, preghiere

lunedì, 12 novembre 2007

Preghiera al crocifisso

***

Cristo non ha più mani,
ha soltanto le nostre mani
per fare le sue opere.
Cristo non ha più piedi,
ha soltanto i nostri piedi
per andare oggi agli uomini.
Cristo non ha più voce,
ha soltanto la nostra voce
per parlare oggi di sé.
Cristo non ha più forze,
ha soltanto le nostre forze
per guidare gli uomini a sé.
Cristo non ha più Vangeli
che essi leggano ancora.
Ma ciò che facciamo in parole e opere
è l’evangelio che si sta scrivendo.
Mario Pomilio

 



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