ARIA DI NEVE
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di Adriana Mascagni
Aria di neve stasera e nessuno ha tempo di aprire la porta ed il cuore. Aria di neve stasera e qualcuno ancora va in giro, ancora non sa dove andrà questa notte a riposare. Un uomo che batte a tutte le porte, un uomo che chiede a tutte le case se non c’è un posto per lei, per lei, che è con me. Aria di neve stasera... La donna si piega sul suo dolore al figlio che nasce darà il suo calore ci sarà un muro, vedrai vedrai, basterà. Aria di neve stasera e nessuno ha tempo di aprire la porta ed il cuore. Aria di neve stasera e nel cielo si muove una stella che si fermerà solo là sulla casa più lontana. Il bimbo che piange in mezzo alla paglia la donna che prega e l’uomo che guarda. Regnerà. Il mondo chi sei chi sei non lo sa. Aria di neve stasera...
Andemus a Sa Grutta
- Naschid'est Coro polifonico "Santu Domini" di Zerfaliu
Il coro di Zerfaliu canta Notte de Chelu
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Postato da: giacabi a 09:22 |
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canti, natale, sardegma
Omelia del Papa
nel Santuario di Nostra Signora di Bonaria
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CAGLIARI, 7settembre 2008
……………………….Cari
amici di Cagliari e della Sardegna, anche il vostro popolo, grazie alla
fede in Cristo e mediante la spirituale maternità di Maria e della
Chiesa, è stato chiamato ad inserirsi nella spirituale "genealogia" del
Vangelo. In
Sardegna il cristianesimo è arrivato non con le spade dei conquistatori
o per imposizione straniera, ma è germogliato dal sangue dei martiri
che qui hanno donato la loro vita come atto di amore verso Dio e verso
gli uomini. È
nelle vostre miniere che risuonò per la prima volta la Buona Novella
portata dal Papa Ponziano e dal presbitero Ippolito e da tanti fratelli
condannati ad metalla per la loro fede in Cristo. Così anche
Saturnino, Gavino, Proto e Gianuario, Simplicio, Lussorio, Efisio,
Antioco sono stati testimoni della totale dedizione a Cristo come vero
Dio e Signore. La testimonianza del martirio conquistò un animo fiero
come quello dei Sardi, istintivamente refrattario a tutto ciò che veniva
dal mare. Dall’esempio dei martiri prese vigore il vescovo Lucifero di
Cagliari, che difese l’ortodossia contro l’arianesimo e si oppose,
insieme ad Eusebio di Vercelli, anch’egli cagliaritano, alla condanna di
Atanasio nel Concilio di Milano del 335, e per questo ambedue, Lucifero
ed Eusebio, vennero condannati all’esilio, un esilio molto duro. La
Sardegna non è mai stata terra di eresie; il suo popolo ha sempre
manifestato filiale fedeltà a Cristo e alla Sede di Pietro. Sì, cari
amici, nel susseguirsi delle invasioni e delle dominazioni, la fede in
Cristo è rimasta nell’anima delle vostre popolazioni come elemento
costitutivo della vostra stessa identità sarda.
Dopo
i martiri, nel V secolo, arrivarono dall’Africa romana numerosi Vescovi
che, non avendo aderito all’eresia ariana, dovettero subire l’esilio.
Venendo nell’isola, essi portarono con sé la ricchezza della loro fede.
Furono oltre cento Vescovi che, sotto la guida di Fulgenzio di Ruspe,
fondarono monasteri e intensificarono l’evangelizzazione. Insieme alle
reliquie gloriose di Agostino, portarono la ricchezza della loro
tradizione liturgica e spirituale, di cui voi conservate ancora le
tracce. Così la fede si è sempre più radicata nel cuore dei fedeli fino a
diventare cultura e produrre frutti di santità. Ignazio da Láconi,
Nicola da Gésturi sono i santi in cui la Sardegna si riconosce. La
martire Antonia Mesina, la contemplativa Gabriella Sagheddu e la suora
della carità Giuseppina Nicóli sono l’espressione di una gioventù capace
di perseguire grandi ideali. Questa fede semplice e coraggiosa,
continua a vivere nelle vostre comunità, nelle vostre famiglie, dove si
respira il profumo evangelico delle virtù proprie della vostra terra: la
fedeltà, la dignità, la riservatezza, la sobrietà, il senso del dovere.
E
poi, ovviamente, l’amore per la Madonna. Siamo infatti qui, oggi, a
commemorare un grande atto di fede, che i vostri padri compirono
affidando la propria vita alla Madre di Cristo, quando la scelsero come
Patrona massima dell’Isola. Non potevano sapere allora che il Novecento
sarebbe stato un secolo molto difficile, ma certamente fu proprio in
questa consacrazione a Maria che trovarono in seguito la forza per
affrontare le difficoltà sopravvenute, specialmente con le due guerre
mondiali. Non poteva essere che così. La vostra Isola, cari amici della
Sardegna, non poteva avere altra protettrice che la Madonna. Lei è la
Mamma, la Figlia e la Sposa per eccellenza: "Sa Mama, Fiza, Isposa de su Segnore", come amate cantare. La
Mamma che ama, protegge, consiglia, consola, dà la vita, perché la vita
nasca e perduri. La Figlia che onora la sua famiglia, sempre attenta
alle necessità dei fratelli e delle sorelle, sollecita nel rendere la
sua casa bella e accogliente. La Sposa capace di amore fedele e
paziente, di sacrificio e di speranza. A Maria in Sardegna sono dedicate
ben 350 chiese e santuari. Un popolo di madri si rispecchia nell’umile
ragazza di Nazaret, che col suo "sì" ha permesso al Verbo di diventare
carne.
So
bene che Maria è nel vostro cuore. Dopo cent’anni vogliamo quest’oggi
ringraziarLa per la sua protezione e rinnovarLe la nostra fiducia,
riconoscendo in Lei la "Stella della nuova evangelizzazione", alla cui
scuola imparare come recare Cristo Salvatore agli uomini e alle donne
contemporanei. Maria vi aiuti a portare Cristo alle famiglie, piccole
chiese domestiche e cellule della società, oggi più che mai bisognose di
fiducia e di sostegno sia sul piano spirituale che su quello sociale. Vi
aiuti a trovare le opportune strategie pastorali per far sì che Cristo
sia incontrato dai giovani, portatori per loro natura di nuovo slancio,
ma spesso vittime del nichilismo diffuso, assetati di verità e di ideali
proprio quando sembrano negarli. Vi renda capaci di evangelizzare il
mondo del lavoro, dell’economia, della politica, che necessita di una
nuova generazione di laici cristiani impegnati, capaci di cercare con
competenza e rigore morale soluzioni di sviluppo sostenibile. In tutti
questi aspetti dell’impegno cristiano potete sempre contare sulla guida e
sul sostegno della Vergine Santa. Affidiamoci pertanto alla sua materna
intercessione.
Maria
è porto, rifugio e protezione per il popolo sardo, che ha in sé la
forza della quercia. Passano le tempeste e questa quercia resiste;
infuriano gli incendi ed essa nuovamente germoglia; sopravviene la
siccità ed essa vince ancora.
Rinnoviamo dunque con gioia la nostra consacrazione ad una Madre tanto
premurosa. Le generazioni dei Sardi, ne sono certo, continueranno a
salire al Santuario di Bonaria per invocare la protezione della Vergine.
Mai resterà deluso chi si affida a Nostra Signora di Bonaria, Madre
misericordiosa e potente. Maria, Regina della Pace e Stella della
speranza, intercedi per noi. Amen!
[© Copyright 2008 - Libreria Editrice Vaticana]
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