L‘atteggiamento morale ***
Riconoscere Cristo richiede un certo atteggiamento, giusto, morale; ma questo atteggiamento morale è lo stesso che mi permette di avere un rapporto giusto con tutto.
Allora, entriamo nel merito di che cosa sia questo atteggiamento giusto. Lo dice lì: è l’atteggiamento del bambino. A un certo punto spiega che cos’è questo atteggiamento, nell’assemblea che segue, e dice: il bambino è «apertura, curiosità e adesione». Quindi, l’atteggiamento morale, avere un atteggiamento morale di fronte alla realtà, che è l’atteggiamento che ti permette poi di riconoscere Cristo, vuole dire avere davanti alla realtà una apertura, una curiosità e una adesione. In una parola mi sembra che si potrebbe dire: non avere preconcetti, cioè non essere irrazionali, non essere dominati dall’irrazionalità del preconcetto.
Don Giussani da: Tracce di Dicembre 07
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Postato da: giacabi a 16:08 |
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reale, giussani
La realtà
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“Poca osservazione e molto ragionamento conducono all'errore. Molta osservazione e poco ragionamento conducono alla verità»
Alexis Carrel da:Riflessioni sulla condotta della vita
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Postato da: giacabi a 16:16 |
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bellezza, reale
Realista
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Chi non crede nei miracoli non è realista.
David Ben-Gurion
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Postato da: giacabi a 08:30 |
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miracolo, reale
I danni del nichilismo passivo
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Tratto dal www.foglio.it 25.03.04
Ampi stralci di un intervista a Giovanni Reale sull’Occidente
«È vero l’uomo europeo è malato di nichilismo. Non
quello totale, che lo stesso Nietzsche voleva in qualche modo
recuperare, ma quello che non riconosce nessun valore irreversibile, e
che maschera con una patina dorata gli antivalori: il guadagno, la
potenza, i vari modi in chi il nulla si traveste»
"sintomo palpabile di questa “malattia” nichilista che molti
giovani non si fanno neanche più le domande che per secoli abbiamo
considerato capitali: sulla nostra origine, sul nostro destino, sul
senso della vita. Non se le fanno nemmeno per rispondersi in modo
negativo: semplicemente non interessano più. In un confronto televisivo con Giulio Giorello (io nella parte di estimatore di Platone e lui in quello dello scettico, alla Protagora), avevamo di fronte una ventina di ragazzi che dovevano giudicare le nostre argomentazioni. I temi erano la verità , se esiste o non esiste, e la nascita del mondo,
se frutto del caos o di un progetto divino, i giovani hanno votato
quasi tutti per le posizioni scettiche, senza neanche ascoltare le
argomentazioni. Uno di loro poi, mi ha addirittura confessato che negava l’esistenza della verità perché “ sarebbe troppo scomodo vivere, se ci fosse.” Ha detto proprio così: scomodo"
Ad approfittare del nichilismo passivo dell’Occidente, c’è quello attivo del terrorismo islamista.. Si oscilla, per dirla con il filosofo francese André Glucksman, "dal cinismo dell'opportunista al furore del posseduto", ed entrambi collaborano a rendere incerti i nostri tempi. Secondo Reale. "il nichilismo passivo si limita a negare il valore di qualsiasi cosa, quello attivo vuole realizzare la nullificazione di ciò che esiste. In Europa trionfa il primo. E se noi non difendiamo ciò che esiste, ci condanniamo al nulla.”….
La radice del male che dilania l'uomo occidentale sta nel fatto che non crediamo più alla nostra cultura.
Non voglio certo affermare che dobbiamo rifiutare il dialogo con le
altre culture. Anzi Possiamo avere con esse rapporti costruttivi, e
possiamo usufruire, beneficiare della positività del diverso. se abbiamo
un'identità. Se l'abbiamo nichilisticamente persa, un rapporto positivo
è impossibile",
Reale, che pure non nega di vedere i segni di una fuga verso l'abisso, pensa tuttavia che non siano irreversibili: il punto di forza dell'Occidente è, ancora una volta, il cristianesimo. A chi pensa che non possa più nulla, rispondo con le parole del grande filosofo Max Scheler: 'C'è
davanti a noi un'enorme storia del futuro, e il cristianesimo -se
confrontato con altre istituzioni terrene -è, sì, antico, ma ancora
giovane e nuovo per tutti coloro che riescono a capire chiaramente
l'essenziale senso duraturo dei valori religiosi in relazione ai valori
culturali. I concetti più grandiosi del cristianesimo, che l'Occidente deve rivendicare, sono che l'uomo è persona e la sublimità dell'amore.
I greci non l’avevano capito il mio grandissimo Platone diceva che il
cosmo non è stato fatto per l'uomo, ma l'uomo per il cosmo. Tutto questo
nel cristianesimo si rovescia, e dal cosmocentrismo si passa all'antropocentrismo. Siamo
stati fatti a somiglianza di Dio non solo perché intelligenti, ma
perché il Dio cristiano è trinitario, è un rapporto d'amore di persone, In
questo dobbiamo essere simili a Dio, nel rapporto con l'altro. Si è un
io soltanto se in noi sta inscritta la traccia del 'tu'. E l'io e il tu sono cose fragili, stanno uniti solo se si agganciano a un polo superiore, cioè a Dio. Secondo Platone, l'amore è grande se lo è la cosa amata. il cristianesimo capovolge tutto: l'amore non è acquisitivo, è donativo, ed è tanto più grande quanto è piccola la cosa che ama. Kierkegaard
diceva che Cristo non trovò mai un tetto tanto misero che gli impedisse
di entrare con gioia, mai un uomo tanto in- significante da non voler
collocare la propria dimora nel suo cuore. E dice qualcosa di ancora più forte, quando spiega il sillogismo dell'amore: quello vero (non quello di chi ama solo ciò che è egregio, eccellente, e quindi in fondo ama solo se stesso), sta in un rapporto inverso rispetto all'eccellenza dell'oggetto. Se sono proprio una nullità, se la mia miseria è immensa, allora è assolutamente certo che Dio mi ama. Tanto più saldamente si chiude il sillogismo dell'amore",
…Giovanni Reale non è pessimista. Ma pensa con la filosofa spagnola Maria Zambrano che l’Europa non è morta. I’Europa non può morire del tutto. Essa agonizza, Perché l’Europa è forse I’unica cosa -nella storia -che non può morire del tutto, l’unica cosa che può resuscitare.
Questo principio di resurrezione sarà anche quello della sua vita e
della sua transitoria morte. E agli uomini d’Occidente. che sembra
vadano rimpicciolendosi. come se perdessero spessore ontologico, ricordo
le parole dell’imperatore filosofo. Marco Aurelio: Quando
al mattino non ho voglia di alzarmi dal letto, mi sia presente questo
pensiero: Mi sveglio pe rcompiere il mio mestiere di uomo"'. La risposta più pertinente, vecchia di quasi duemila anni. a chi teme (e a chi desidera) la stanchezza del l'Occidente.
Nicoletta Tiliacos
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Postato da: giacabi a 16:17 |
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nichilismo, reale
Il nichilismo
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«È vero, l’uomo europeo è malato di nichilismo. Non quello totale, che lo stesso Nietzsche voleva in qualche modo recuperare, ma quello
che non riconosce nessun valore irreversibile, e che maschera con una
patina dorata gli antivalori: il guadagno, la potenza, i vari modi in
chi il nulla si traveste». (G. Reale, citato in N. Tiliacos, «I danni del nichilismo passivo», in Il Foglio, 25 marzo 2004.)
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