La morte di Cristo
Gesù manda il gran grido.Rende lo spirito al Padre.
Immenso silenzio improvviso;
via fugge, snidata, la morte;
addensate sul giorno
le tenebre, il sole le squarcia;
si squarcia il velo del tempio.
Immobile è tutto,
un istante che è eterno:
il Sangue solo si muove,
l’inesausto amor del Signore,
che pende regale
aperte le braccia ai fratelli
verso la Madre nel parto.
Ora ascende, ascende il Calvario,
paradiso pieno di dolore:
in un gemer tutto il creato,
la terra sussulta,
si spezzan le pietre,
nelle tombe esultano i santi;
rincasa la gente, battendosi il petto,
poca rimane, rapita nel pianto;
i crocifissi languenti
stan come assorti.
E nell’immane momento
il centurione, di fronte alla croce,
sgomento, dice, gloriando, coi suoi:
“Veramente era il Figlio di Dio”.
Clemente Rebora
Postato da: giacabi a 08:57 |
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rebora
Quando s'eleva il cuore all'amoroso dono
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O sciolta alla montagna
Lucente verità,
O beata dei bimbi
Sagace ingenuità,
O vogliosa amicizia
Che cresce se più dà!
Quando si nutre il cuore
Un nulla è riso pieno,
Quando s'accende il cuore
Un nulla è ciel sereno:
Quando s'eleva il cuore
All'amoroso dono,
Non più s'inventan gli uomini, ma sono.”.
C. Rebora Frammenti lirici
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Postato da: giacabi a 22:55 |
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rebora
Frammenti Lirici Frammento VI
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Sciorinati giorni dispersi,
cenci all'aria insaziabile:
prementi ore senza uscita,
fanghiglia d'acqua sorgiva:
torpor d'attimi lascivi
fra lo spirito e il senso; forsennato voler che a libertà
si lancia e ricade,
inseguita locusta tra sterpi;
e superbo disprezzo
e fatica e rimorso e vano intendere:
e rigirìo sul luogo come carte,
per invilire poi, fuggendo il lezzo,
la verità lontano in pigro scorno;
e ritorno, uguale ritorno
dell'indifferente vita,
mentr'echeggia la via
consueti fragori e nelle corti
s'amplian faccende in conosciute voci,
e bello intorno il mondo, par dileggio
all'inarrivabile gloria
al piacer che non so,
e immemore di me epico armeggio
verso conquiste ch'io non griderò.
- Oh-per l'umano divenir possente
certezza ineluttabile del vero,
ordisci, ordisci de' tuoi fili il panno
che saldamente nel tessuto è storia
e nel disegno eternamente è Dio: ma così, cieco e ignavo,
tra morte e morte vil ritmo fuggente, anch'io
t'avrò fatto; anch'io.
Clemente Rebora |
Postato da: giacabi a 19:31 |
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rebora
Il senso religioso
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" Se l'uom tra bara e culla
Si perpetua, e le sue croci
Son legno di un tronco immortale
E le sue tende frale germoglio
D'inesausto rigoglio,
Questo è cieco destin che si trastulla?
Se van dall'universo eterne voci
e dagli atomi ai soli si marita
Fra glorie ardenti e tenebrosi falli
Una grandezza infinita
Che lo spirito intende,
Questo è per nulla?
Clemente Rebora
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Postato da: giacabi a 14:02 |
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rebora, senso religioso
Postato da: giacabi a 19:36 |
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natale, rebora
Pesce, come fuor d’acqua boccheggi!
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«Pesce, come fuor d’acqua boccheggi!
Rondine fremi, privata del volo! Polmon, se ti manca, t’accorgi dell’aria! E non m’accorgerò di Te, Signore, vivente d’ogni vivo e d’ogni bene, mentre tutto vien meno, e basti solo? Via da me, abitudine sciocca che intonachi il prodigioso affresco del palpitante creato, e fai rombo dell’intimo canto che il dolor trae da chi spera e prega, e in fuga travolgi il fluire del tempo che anela all’eterno! Oh ch’io non sfiori altrui, quasi in un sonno, l’immensa realtà d’ogni persona che in modo occulto reca il Creatore e d’un destino senza fin risuona! Ma questo, questo: non lasciar che assente – O Gesù, folle Amatore! – l’anima sbandi che in Croce hai sposato, graviti opaca, come Tu non fossi (fatale inizio … Oh perderti per sempre!) come non fossi, mentre Tu solo sei, e tutti muovi, e chiami e urgi col gemito dello Spirito Santo nell’irrevocabil momento, al fulgor del Regno dei Cieli»
Clemente Rebora
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Postato da: giacabi a 19:57 |
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rebora
Clemente Maria Rebora
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«Nella civil asfissia,
architettando il diavol suo scompiglio, preso all’artiglio dell’io saggezza da ogni stirpe affastellavo, a eluder la Sapienza: e quale sgretolio intanto! Non come fibre fuse in un sol tronco i miei pensieri, ma fascio di rami cui rotto il laccio ognuno a se ritorna. Quando morir mi parve unico scampo, varco d’aria al respiro a me fu il canto: a verità condusse poesia.»
Clemente Maria Rebora
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Postato da: giacabi a 15:28 |
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rebora
La voce di Dio
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«La voce di Dio è sottile, è appena un ronzio, quasi inavvertibile. Se ci si abitua, si riesce a sentirla dappertutto».
CLEMENTE REBORA
6175
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Postato da: giacabi a 14:38 |
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rebora, senso religioso
Il cuore anelante di Cristo
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“un lutto orlava ogni mio gioire:
l'infinito anelando, udivo intorno
nel traffico e nel chiasso, un dire furbo:
Quando c'è la salute c'è tutto,
e intendevan le guance paffute,
nel girotondo di questo mondo.”
Clemente Rebora: Curriculum vitae
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Postato da: giacabi a 17:01 |
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rebora, senso religioso
Gira la trottola viva
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Gira la trottola viva
sotto la sferza, mercé la sferza;
lasciata a sé giace priva,
stretta alla terra, odiando la terra;
fin che giace guarda il suolo;
ogni cosa è ferma,
e invidia il moto, insidia l'ignoto;
ma se poggia a un punto solo
mentre va s'impernia,
e scorge intorno vede d'intorno;
il cerchio massimo è in alto
se erige il capo, se regge il corpo;
nell'aria tersa è in risalto
se leva il corpo, se eleva il capo;
gira - e il mondo variopinto
fonde in sua bianchezza
tutti i contorni, tutti i colori;
gira, e il mondo disunito
fascia in sua purezza
con tutti i cuori per tutti i giorni;
vive la trottola e gira,
la sferza Iddio, la sferza è il tempo:
così la trottola aspira
dentro l'amore verso l'eterno.
Clemente Rebora |
Postato da: giacabi a 16:44 |
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rebora
Solo nella luce (di Cristo) la realtà può essere riconosciuta come dimora, casa. Nel buio domina la confusione, la violenza.
Gira la trottola viva
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Gira la trottola viva
sotto la sferza, mercé la sferza;
lasciata a sé giace priva,
stretta alla terra, odiando la terra;
fin che giace guarda il suolo;
ogni cosa è ferma,
e invidia il moto, insidia l'ignoto;
ma se poggia a un punto solo
mentre va s'impernia,
e scorge intorno vede d'intorno;
il cerchio massimo è in alto
se erige il capo, se regge il corpo;
nell'aria tersa è in risalto
se leva il corpo, se eleva il capo;
gira - e il mondo variopinto
fonde in sua bianchezza
tutti i contorni, tutti i colori;
gira, e il mondo disunito
fascia in sua purezza
con tutti i cuori per tutti i giorni;
vive la trottola e gira,
la sferza Iddio, la sferza è il tempo:
così la trottola aspira
dentro l'amore verso l'eterno
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Postato da: giacabi a 22:28 |
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rebora
Il Mistero
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Il pioppo
Vibra nel vento con tutte le sue foglie
il pioppo severo: spasima l'anima in tutte le sue doglie nell'ansia del pensiero: dal tronco in rami per fronde si esprime tutte al ciel tese con raccolte cime: fermo rimane il tronco del mistero, e il tronco s'inabissa ov'è più vero.
Clemente Rebora
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Postato da: giacabi a 14:04 |
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mistero, rebora
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Dall'imagine tesa
vigilo l'istante con imminenza di attesa - e non aspetto nessuno: nell'ombra accesa spio il campanello che impercettibile spande un polline di suono - e non aspetto nessuno: fra quattro mura stupefatte di spazio più che un deserto non aspetto nessuno: ma deve venire, verrà, se resisto, a sbocciare non visto, verrà d'improvviso, quando meno l'avverto: verrà quasi perdono di quanto fa morire, verrà a farmi certo del suo e mio tesoro, verrà come ristoro delle mie e sue pene, verrà, forse già viene il suo bisbiglio.
Clemente Rebora
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Postato da: giacabi a 19:56 |
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rebora, senso religioso
Oggi mi sono ricordato di questa bella poesia di Clemente Rebora :
Sacchi a terra per gli occhi
Qualunque cosa tu dica o faccia
c’è un grido dentro:
non è per questo, non è per questo!
E così tutto rimanda
a una segreta domanda:
l’atto è un pretesto…….
Nell’imminenza di Dio
la vita fa man bassa
sulle riserve caduche,
mentre ciascuno si afferra
a un suo bene che gli grida: addio.
Nell’imminenza di Dio
la vita fa man bassa
sulle riserve caduche,
mentre ciascuno si afferra
a un suo bene che gli grida: addio.
Postato da: giacabi a 07:39 |
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rebora, senso religioso
Oggi vi propongo una bella poesia di Clemente Rebora
“Speravo in me stesso ma il nulla mi afferra.
Speravo nel tempo, ma passa trapassa;
in cosa creata: non basta, e ci lascia.
Speravo nel ben che verrà, sulla terra:
ma tutto finisce, travolto in ambascia.
Ho peccato, ho sofferto, cercato,
ascoltato la Voce d'Amore che chiama e non langue:
ascoltato la Voce d'Amore che chiama e non langue:
ed ecco la certa speranza: La Croce.
Ho trovato Chi prima mi ha amato,
e mi ama e mi lava , nel Sangue che è fuoco,
Gesù d’Ogni bene, L’Amore infinito
L’Amore che dona l’Amore,
l'Amore che vive ben dentro nel cuore”
Amore di Cristo che già qui nel mondo
Comincia ed insegna il viver più buono:
Felice amore di Spirito Santo
Che trasfigura in grazia e morte e pianto,
D’anima e corpo la miseria buia:
Eterna Trinità, dove alfin belli
- Finendo il mondo – saran corpi e cuori
In seno al Padre con la dolce Madre
Per sempre in Cristo amandosi fratelli,
Alleluia.
Da Poesie religiose, 1936 - 1947
Amore di Cristo che già qui nel mondo
Comincia ed insegna il viver più buono:
Felice amore di Spirito Santo
Che trasfigura in grazia e morte e pianto,
D’anima e corpo la miseria buia:
Eterna Trinità, dove alfin belli
- Finendo il mondo – saran corpi e cuori
In seno al Padre con la dolce Madre
Per sempre in Cristo amandosi fratelli,
Alleluia.
Da Poesie religiose, 1936 - 1947
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