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mercoledì 22 febbraio 2012

senso religioso6


La vera soddisfazione

***
«Nulla di finito, neppure l’intero mondo, può soddisfare l’animo umano, che sente il bisogno dell’eterno»
Kierkegaard



Postato da: giacabi a 15:32 | link | commenti
senso religioso, kierkeergaard

mercoledì, 17 ottobre 2007


Il senso religioso
***

Ci dev'essere un sole invisibile
Che dà calore ad ognuno di noi
Ci dev'essere un sole invisibile
Che ci dà speranza
quando l'intero giorno è terminato
*
THE POLICE, Invisible Sun - 1981


Postato da: giacabi a 14:49 | link | commenti
senso religioso

martedì, 16 ottobre 2007


Il cuore dell’uomo
***

«Se è vero, come ha sostenuto Montaigne, che ogni individuo singolare "porta in sé l'intera forma della condizione umana", allora ciascuno, me compreso, deve essere incoraggiato a cercare in se stesso verità di valore universalmente umano».
Edgar Morin

Postato da: giacabi a 16:43 | link | commenti
verità, senso religioso, morin

domenica, 07 ottobre 2007

L’intelligenza
 ***
E' all'intelligenza che Gesù fa costantemente appello. E la sollecita. Il rimprovero costante sulla sua bocca è: non comprendete, non avete intelligenza? Non credete ancora? aggiunge anche. La fede che sollecita non ha nulla a che vedere con la credulità. Questa fede è precisamente l'accesso dell'intelligenza a una verità, il riconoscimento di questa verità, il si dell'intelligenza convinta e non una rinuncia all'intelligenza.
Claude Tresmontant



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senso religioso, tresmontant


Il  senso religioso
***
Lo steddazzu

L’uomo solo si leva che il mare è ancor buio
e le stelle vacillano. Un tepore di fiato
sale su dalla riva, dov’è il letto del mare,
e addolcisce il respiro.
Quest’è l’ora in cui nulla
può accadere. Perfino la pipa tra i denti
pende spenta.
Notturno è il sommesso sciacquìo.
L’uomo solo ha già acceso un gran fuoco di rami
e lo guarda arrossare il terreno. Anche il mare
tra non molto sarà come il fuoco, avvampante.

Non c’è cosa più amara che l’alba di un giorno
in cui nulla accadrà. Non c’è cosa più amara
che l’inutilità. Pende stanca nel cielo
una stella verdognola, sorpresa dall’alba
.

Vede il mare ancor buio e la macchia di fuoco
a cui l’uomo, per fare qualcosa, si scalda;
vede, e cade dal sonno tra le fosche montagne
dov’è un letto di neve
. La lentezza dell’ora
è spietata, per chi non aspetta più nulla.
Val la pena che il sole si levi dal mare
e la lunga giornata cominci?
Domani
tornerà
l’alba tiepida con la diafana luce
e sarà come ieri e mai nulla accadrà
.
L’uomo solo vorrebbe soltanto dormire.
Quando l’ultima stella si spegne nel cielo,
l’uomo adagio prepara la pipa e l’accende.


9 –12 gennaio 1936
C. Pavese


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pavese, senso religioso


Chi ringraziare?
***
20 di Novembre del 1949:

“…Hai anche ottenuto il dono della fecondità. Sei signore di te, del tuo destino. Sei celebre come chi non cerca d’esserlo. Eppure tutto ciò finirà. Questa tua profonda gioia, questa ardente sazietà, è fatta di cose che non hai calcolato. Ti è data. Chi, chi  ringraziare? Chi bestemmiare il giorno che tutto svanirà?”
C. Pavese (Il mestiere di vivere).

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pavese, senso religioso

giovedì, 04 ottobre 2007

Se davvero fosse vero…
***
29 gennaio 1944
Ci si umilia nel chiedere una grazia e si scopre l’intima dolcezza del regno di Dio. Quasi si dimentica ciò che si chiedeva: si vorrebbe soltanto goder sempre quello sgorgo di divinità. È questa senza dubbio la mia strada per giungere alla fede, il mio modo di essere fedele. Una rinuncia a tutto, una sommersione in un mare di amore, un mancamento al barlume di questa possibilità. Forse è tutto qui: in questo tremito del “se fosse vero!” Se davvero fosse vero…
C. Pavese  Da Il mestiere di vivere


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pavese, senso religioso

mercoledì, 03 ottobre 2007

Congedo del viaggiatore cerimonioso
 ***

Amici, credo che sia
meglio per me cominciare
a tirar giù la valigia.
Anche se non so bene l’ora
d’arrivo, e neppure
conosca quali stazioni
precedano la mia,
sicuri segni mi dicono,
da quanto m’è giunto all’orecchio
di questi luoghi, ch’io
vi dovrò presto lasciare.

Vogliatemi perdonare
quel po’ di disturbo che reco.
Con voi sono stato lieto
dalla partenza, e molto
vi sono grato, credetemi,
per l’ottima compagnia
.

Ancora vorrei conversare
a lungo con voi. Ma sia.
Il luogo del trasferimento
lo ignoro. Sento
però che vi dovrò ricordare
spesso, nella nuova sede,
mentre il mio occhio già vede
dal finestrino, oltre il fumo
umido del nebbione
che ci avvolge, rosso
il disco della mia stazione.
Chiedo congedo a voi
senza potervi nascondere,
lieve, una costernazione.
Era così bello parlare
insieme, seduti di fronte:
così bello confondere
i volti (fumare,
scambiandoci le sigarette),
e tutto quel raccontare
di noi (quell’inventare
facile, nel dire agli altri),
fino a poter confessare
quanto, anche messi alle strette,
mai avremmo osato un istante
(per sbaglio) confidare.


(Scusate. E’ una valigia pesante
anche se non contiene gran che:
tanto ch’io mi domando perché
l’ho recata, e quale
aiuto mi potrà dare
poi, quando l’avrò con me.
Ma pur la debbo portare,
non fosse che per seguire l’uso.
Lasciatemi, vi prego, passare. Ecco.
Ora ch’essa è
nel corridoio, mi sento
più sciolto. Vogliate scusare).

Dicevo, ch’era bello stare
insieme. Chiacchierare.
Abbiamo avuto qualche
diverbio, è naturale.
Ci siamo – ed è normale
anche questo- odiati
su più d’un punto, e frenati
soltanto per cortesia.
Ma, cos’importa. Sia come sia, torno
a dirvi, e di cuore, grazie

per l’ottima compagnia.
Congedo a lei, dottore,
e alla sua faconda dottrina.
Congedo a te ragazzina
smilza, e al tuo lieve afrore
di ricreatorio e di prato
sul volto, la cui tinta
mite è sì lieve spinta.
Congedo, o militare
(o marinaio! In terra
come in cielo ed in mare)
alla pace e alla guerra.
Ed anche a lei, sacerdote,
congedo, che m’ha chiesto s’io
(scherzava!) ho avuto in dote
di credere al vero Dio.

Congedo alla sapienza
e congedo all’amore.
Congedo anche alla religione.
Ormai sono a destinazione.

Ora che più forte sento
stridere il freno, vi lascio
davvero, amici. Addio.
Di questo, son certo: io
son giunto alla disperazione
calma, senza sgomento.

Scendo. Buon proseguimento.

Giorgio Caproni



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caproni, senso religioso

domenica, 30 settembre 2007

L’ uomo
 ***
L’uomo vive secondo tre modalità: pensando, contemplando, agendo. Quindi, ritenendo che nell’universo qualcosa corrisponda a queste tre modalità, si forma le idee del vero, del bello e del bene
 Simone Weil
 

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senso religioso, weil


Il sorgere della domanda
***
 Così noi siamo rimasti nel mistero e senza Dio, voglio dir, senza guida. Abbiamo negato, distrutto; e quindi dichiarato la nostra impotenza d’affermare, rinunziando a quel problema che è in fondo della più alta importanza per noi. La filosofia moderna ha voluto quasi esprimer la terra dal vuoto che la circonda, popolato di deliziose fantasie e di paure, per considerarla come per se stessa esistente, piccola patria di piccoli enti i quali dovrebbero intendere a procacciarsi quaggiù la possibile felicità, poggiando non più in cielo, ma in terra i propri ideali, senz’altro dimandare. Ma è possibile che la domanda non sorga, se la terra rimane pur sempre circondata dal cielo?
(Pirandello 1970, p. 1059)

 

Postato da: giacabi a 12:28 | link | commenti
pirandello, senso religioso


Il senso religioso
***
Ma la vita dell'uomo si svolge laggiù fra le case, nei campi. Davanti al fuoco e in un letto. E ogni giorno che spunta ti mette davanti la stessa fatica e le stesse mancanze. E' un fastidio alla fine, Melete. C'è una burrasca che rinnova le campagne - né morte né i grossi dolori scoraggiano. Ma la fatica interminabile, lo sforzo per star vivi d'ora in ora, la notizia del male degli altri, del male meschino, fastidioso come mosche d'estate - quest'è il vivere che taglia le gambe.
Cesare Pavese, Dialoghi con Leucò
 

Postato da: giacabi a 08:46 | link | commenti
pavese, senso religioso

sabato, 29 settembre 2007

Il senso religioso
***




Dio ha inserito un'arte segreta nelle forze di natura in modo da consentire a quest'ultima di modellarsi passando dal caos a un perfetto sistema del mondo.
                   Immanuel Kant


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kant, senso religioso

giovedì, 27 settembre 2007

Il senso  religioso
***




“Ehi tu, t’ho visto, non fare il
furbo, non fingere di non esistere!, Dio
esisti, ti prego! Esisti, te lo ordino!»
Gesualdo Bufalino,
Argo il cieco, ovvero I sogni della memoria”, Sellerio

Postato da: giacabi a 15:31 | link | commenti
bufalino, senso religioso



Chi è amico
***

Uno è amico se apre questa religiosità, se la ridesta, non se la spegne, non se la blocca, non se la sistema: quest'ultimo non è un amico, ma un connivente. Domandiamoci quanti amici veri abbiamo, cioè qualcuno che ci ridesta costantemente questo, che ci ridesta la ferita, il dramma del vivere, che ci ridesta la domanda: «Ma a cosa serve guadagnare il mondo intero se poi perdi te stesso?». Chi ci dica così, questo è un amico.

Rimini 4-6 maggio 2007

Fraternità di C.L. Esercizi spirituali

Postato da: giacabi a 15:22 | link | commenti (2)
amicizia, carron, senso religioso

mercoledì, 26 settembre 2007

Il senso religioso
***
l’arte promette ciò
che non c’è, annuncia obbiettivamente
(e per quanto manchevolmente) la pretesa
che tale non-esistente, in quanto si
mostra, debba ancora essere possibile.
L’inestinguibile anelito al bello […] è
l’anelito all’adempimento della promessa”.
Ma è la promessa di un non esistente
e quindi “niente garantisce che
l’arte mantenga la sua promessa obbiettiva.
[Nell’arte] vi è menzogna, nella
misura in cui essa manca di produrre la
possibilità da essa stessa prodotta come
apparenza, e la manca proprio per questo
(Theodor W. Adorno, “Teoria Estetica”,
Einaudi, Torino 1975, p. 9)


Postato da: giacabi a 21:52 | link | commenti
adorno, senso religioso


Chi siamo?
***
“Stravolto da me,
e dal commercio con costoro quasi corrotto,
allora mi chiedo: io, chi sono?
Noi, gli uomini, chi siamo? Siamo veri,
siamo dipinti? Tropi di carta, simulacri
increati, inesistenze parventi sul palcoscenico
d’una pantomima di cenere,
bolle soffiate dalla cannuccia d’un prestigiatore
nemico? […] Ho visto un quadro
a Parigi, or è un anno. Rappresentava
una scimmia in un atelier, con tavolozza
e pennelli: Saremmo questo,
noi creature di lacrime? Gli scarabocchi
d’una scimmia pittrice?”
Gesualdo Bufalino, “Le menzogne della notte”,
Bompiani, Firenze 1988, p. 152)


Postato da: giacabi a 21:43 | link | commenti
bufalino, senso religioso

martedì, 25 settembre 2007

Il sacro
***
Io difendo il sacro perché è la parte dell'uomo che resiste meno alla profanazione del potere.
Il sentimento del sacro era radicato nel cuore della vita umana.
La civiltà borghese lo ha perduto. E con che cosa l'ha sostituito?
Con l'ideologia del benessere e del progresso
P.P. Pasolini

Postato da: giacabi a 19:45 | link | commenti
pasolini, senso religioso

sabato, 22 settembre 2007

Il senso religioso
 ***
La mia malattia consiste nel non mutare, mi capisci vero?
'Diventare felici è dovere' ,
questo è stato l'unico dovere della mia vita,
e l'ho compiuto con accanimento e con lo strazio che il 'dovere' comporta
.
P.P.Pasolini Lettera a Silvana Mauri

Postato da: giacabi a 22:10 | link | commenti
pasolini, senso religioso


Il senso religioso
***


Io sono un ignorante ma mi sono fatto l'idea che tutto in questo mondo serva a qualcosa.
Anche questo sassolino. A dire il vero non so a cosa serva,ma se non serve a nulla non servono neppure le stelle
.
Il Matto a Gelsomina ne La strada di Federico Fellini
 

Postato da: giacabi a 21:58 | link | commenti
senso religioso


L’avventura del nascere
***



L'avventura suprema è nascere. Così noi entriamo all'improvviso in una trappola splendida e allarmante. Così noi vediamo qualcosa che non abbiamo mai sognato prima. Nostro padre e nostra madre stanno acquattati in attesa e balzano su di noi, come briganti da un cespuglio. Nostro zio è una sorpresa. Nostra zia, secondo la bella espressione corrente, è come un fulmine a ciel sereno. Quando entriamo nella famiglia, con l'atto di nascita, entriamo in un mondo imprevedibile, un mondo che ha le sue strane leggi, un mondo che potrebbe fare a meno di noi, un mondo che non abbiamo creato. In altre parole, quando entriamo in una famiglia, entriamo in una favola.
Gilbert Keith Chesterton
 

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chesterton, senso religioso


Ragione e cuore
***
 Noi conosciamo la verità non soltanto con la ragione, ma anche con il cuore. I princìpi si sentono, le proposizioni si dimostrano, e il tutto con certezza, sebbene per differenti vie. Ed è altrettanto inutile e ridicolo che la ragione domandi al cuore prove dei suoi primi princìpi, per darvi il proprio consenso, quanto sarebbe ridicolo che il cuore chiedesse alla ragione un sentimento di tutte le proposizioni che essa dimostra, per indursi ad accettarle. Questa impotenza deve, dunque, servire solamente a umiliare la ragione, che vorrebbe tutto giudicare, e non a impugnare la nostra certezza, come se solo la ragione fosse capace d’istruirci. Piacesse a Dio che, all’opposto, non ne avessimo mai bisogno e conoscessimo ogni cosa per istinto e per sentimento! Ma la natura ci ha ricusato un tal dono; essa, per contro, ci ha dato solo pochissime cognizioni di questa specie; tutte le altre si possono acquistare solo per mezzo del ragionamento. Ecco perché coloro ai quali Dio ha dato la religione per sentimento del cuore sono ben fortunati e ben legittimamente persuasi. Ma a coloro che non l’hanno, noi possiamo darla solo per mezzo del ragionamento, in attesa che Dio la doni loro per sentimento del cuore: senza di che la fede è puramente umana, e inutile per la salvezza.

(B. Pascal, Pensieri, a cura di P. Serini, Mondadori, Milano)
 

Postato da: giacabi a 21:07 | link | commenti
ragione, pascal, senso religioso

giovedì, 20 settembre 2007

IL SENSO RELIGIOSO
 ***
Alcuni naufraghi sono gettati su un'isola sconosciuta, dove credono di es­sere soli e abbandonati a se stessi. Arrivano aiuti ma non si sa da dove: Fuo­co... utensili... corda dall'alto di uno scoglio. Gli spiriti più rozzi si ACCONTENTANO DI GODERE di tutte queste cose senza cercare chi le offra.
Non così l’ing. Cyrus Smith. Lo vediamo sospeso con una lanterna in mano, all'estremità di una scala di corda, nel fondo di un pozzo, che osserva un'acqua nera da cui escono, in certi momenti, degli strani rumori e dei movimenti sos­petti.
L'uomo moderno ha il senso di essere un NAUFRAGO, gettato su un'isola sco­nosciuta dove crede di essere solo e abbandonato alle sue forze. Ma gli aiuti gli arrivano "non si sa da dove" sulla spiaggia: ci sono le tracce di una miste­riosa presenza.. ci sarebbero delle tracce di Dio sulle tracce della vita?

Jules Verne -


 

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ragione, senso religioso

domenica, 16 settembre 2007

Bisogno di un Tu
 ***
Arriva un momento che non ce la fai più delle prigioni, del lavoro, del coraggio, hai allora bisogno del volto di una creatura...
A. Camus
, La peste

 Questo mondo così come è fatto non è sopportabile. Gli uomini muoiono e non sono felici. Allora diamo una possibilità all'impossibile, qualcosa che forse sia demente ma che non sia di questo mondo.
Albert Camus, Caligola

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camus, senso religioso


Il senso religioso
 ***
"È questo che vuoi? È questo?". Infine mi ero chiesto se quello che volevo era la gioia stessa; e, etichettandola come "esperienza estetica", mi era parso di poter rispondere di sì. Ma anche quella risposta era crollata. Inesorabile, la gioia proclamava: "Tu vuoi - e io stessa ne sono la voglia - qualcos'altro, fuori di te, non in te o in un tuo stato d'animo". Ancora non chiedevo: "Chi è il desiderato?", ma solo "Che cos'è?". Ma questo mi spingeva già nel territorio dello stupore, perché capivo in questo modo come nella più profonda solitudine vi sia una strada che porta diritto fuori di noi, un commercio con qualcosa, che rifiutando di identificarsi con un qualsiasi oggetto dei sensi o con qualsiasi esigenza biologica o sociale, o con una qualsiasi cosa di immaginario, o con un qualsiasi stato d'animo, si proclama puramente oggettivo. Molto più oggettivo dei corpi, perché non è, al pari di essi, rivestito dai sensi; la nuda alterità, anonima (benché la nostra immaginazione l'accolga con centinaia di immagini), ignota, indefinita, desiderata».
C. S. Lewis, Sorpreso dalla gioia,

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lewis, senso religioso

mercoledì, 12 settembre 2007

Il vero sguardo
 ***


Evidentemente il mio sguardo verso le cose del mondo, verso gli oggetti, è uno sguardo non naturale, non laicovedo sempre le cose come un po’ miracolose, ogni oggetto è un po’ miracoloso. Ho una visione, in maniera sempre informe, in un certo qual modo religiosa.
Pier Paolo Pasolini

 

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pasolini, senso religioso

domenica, 09 settembre 2007

Anche certi dittatori  hanno un cuore, peccato che ascoltino di più la loro pancia
Dal Corriere della sera del 06/09/07
Io guardo il cielo stellato
***
Io guardo in alto, verso il cielo stellato,
 è così ampio e profondo;
 la verità infinita
mi fa cercare strenuamente.
(...) Io guardo in alto, verso il cielo stellato,
 è così libero e sereno;
 la grande anima
fa riposare e placare il mio cuore.
Io guardo in alto, verso il cielo stellato,
 è così grandioso e splendente;
 l' eterno calore dentro il mio cuore
accende la fiamma della speranza,
e risuona il tuono di primavera.
 Primo Ministro del Consiglio di Stato della Repubblica Popolare Cinese dal 2003
 

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senso religioso


Il Dato
***
Il dato - sia che si tratti della realtà del mondo o dell'imprevedibilità dell'altro o del dato di fatto per cui non mi faccio da me - diventa lo sfondo su cui si staglia la libertà dell'uomo, [costituisce] il materiale che infiamma questa libertà. Che io non possa ridurre la realtà a quello che penso, ecco il trionfo della libertà possibile. O, paradossalmente, solo perché non mi sono fatto da me posso essere libero; se mi fossi fatto da solo, avrei potuto prevedermi e, così,avrei perso la libertà.
Hanna Arendt, Che cos'è la filosofia dell'esistenza?



 

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arendt, senso religioso

sabato, 08 settembre 2007

L’Urlo
***
È impossibile dire che razza di urlo sia il
mio: è vero che è terribile
tanto da sfigurarmi i lineamenti rendendoli
 simili alle fauci di una bestia
ma è anche, in qualche modo, gioioso,
tanto da ridurmi come un bambino.
È un urlo fatto per invocare l'attenzione di
qualcuno o il suo aiuto;
ma anche, forse, per bestemmiarlo.
È un urlo che vuol far sapere, in questo
luogo disabitato, che io esisto,
oppure, che non soltanto esisto, ma che so.
È un urlo in cui in fondo all'ansia si sente
qualche vile accento di speranza;
oppure un urlo di certezza, assolutamente
 assurda, dietro a cui risuona, pura, la disperazione.
Ad ogni modo questo è certo:
che qualunque cosa
questo mio urlo voglia significare,
esso è destinato a durare oltre ogni
possibile fine.
P.P. PasoliniTeorema

 

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pasolini, senso religioso


Comprendere
***
No!...Comprenderti voglio, o vita, o vita
che m'attanagli con sì dure branche,
e a prova nelle mie viscere stanche
prima scavi, poi baci la ferita


Io non ho membro che non porti il segno
della tua violenza - e il sanguinante
mio cor t'ha in sé confitta, rutilante scure
che strappa alla radice il legno.


Quando comprenderò, forse il tuo gioco
barbaro diverrà per la mia mente
un nulla, un fior che sboccia, una vanente
nube, vermiglia del tramonto al fuoco.

Quando comprenderò, ti sarò grata
forse del vario strazio che m'infliggi,
torturatrice che unghia e dente figgi
dove la carne più ti par malata.

Dimmi il perché, se un perché esiste. Io voglio
saperlo, per gioire; e pel dolore
far delizia pei sensi, urlo d'amore
per l'anima, corona per l'orgoglio.

Ada Negri, Comprendere
 

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negri, senso religioso


Desiderio di Qualcuno
***
E' che tutti vivono come se da un'ora all'altra
dovesse arrivare qualcuno;
non l'assalto di un nemico, ma qualcuno,
sconosciuto; non si può dire chi
.
E intanto il tempo passa, pare ieri, eppure adagio,
adagio la macchia sul muro si è formata.
E' proprio così che passa il tempo.
C'è qualcosa di inesorabile, ineludibile.
Senza che nessuno vi faccia caso, il tempo continua a passare.

Dino Buzzati, Bernabò e le montagne


 

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