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domenica 19 febbraio 2012

presepe


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 da: http://www.annavercors.splinder.com/

Cari amici, Vi mando alcune foto del Presepe Vivente che ha radunato insieme e ha visto rappresentati tutti quelli che sono piú vicini al Regno dei Cieli, chi nella sofferenza come i malati, chi nello sguardo come i bambini.
Uno spettacolo incredibile che apre il cuore, vedere come tutti si sono coinvolti: i bimbi cantavano nel coro degli angeli, i malati han portato i doni dei Re Magi, San Giuseppe non poteva essere più perfetto: Jorge, malato di Aids di origine ebraica. E poi le anziane della casa di accoglienza, che hanno acclamato il Signore vestite da pastorelle, mentre nella paglia piangeva appena nato Arnaldito, bimbo sieropositivo della Casita.
Un Presepe così bello e così commovente apre il cuore alla venuta del Signore,  
Buon Natale da tutti gli ospiti della clinica e i bambini della casita*


visita il sito della Fondazione San Rafael in Paraguay


Postato da: giacabi a 15:34 | link | commenti (1)
natale, presepe, padre trento

giovedì, 20 dicembre 2007

Il presepe 
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 Anche quest’anno, nel mio reparto, con l’aiuto di alcuni colleghi,  di qualche paziente e suo familiare, abbiamo fatto il presepe come segno di speranza  e di pace in Colui che redime l’uomo dalla sua meschinità.
il presepe



Postato da: giacabi a 16:34 | link | commenti (1)
presepe

lunedì, 17 dicembre 2007

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Sono gli evangelisti Luca e Matteo i primi a descrivere la Natività. Nei loro brani c'è già tutta la sacra rappresentazione che a partire dal medioevo prenderà il nome latino di "praesepium" (da prae: "davanti" e saepire: "chiudere con una siepe") ovvero "recinto chiuso", "mangiatoia". Oggi la parola assume il significato non solo di "mangiatoia", bensì dell’intera rappresentazione della natività in tutte le sue sfumature...del Presepe, appunto!
   Luca
parla soltanto dell' umile nascita di Gesù a Betlemme (...giunse per lei il tempo di partorire e diede alla luce il suo figlio primogenito. Lo avvolse in fasce e lo depose in una mangiatoia, perché per loro non c'era posto nell'albergo. In quella stessa regione si trovavano dei pastori: vegliavano all'aperto e di notte facevano la guardia al loro gregge....), poi il greco Origene (prima metà del III secolo)  all'iconografia originaria aggiunse altri particolari, infatti colloca Gesù in una grotta, parla dei doni dei pastori, di un bue e di un asinello, che riscaldano il piccolo con il proprio alito, richiamandosi probabilmente ad una antica profezia di Isaia.
   Di Re Magi venuti ad adorare il Redentore, ne parla Matteo: "...alcuni Magi giunsero da oriente a Gerusalemme e domandavano: "Dov’è il Re dei Giudei che è nato? Abbiamo visto sorgere la sua stella e siamo venuti per adorarlo".
  L'origine esatta del Presepio è difficile da definire, in quanto è il prodotto di un lungo processo. Già nel secondo secolo troviamo nelle catacombe romane di Priscilla, lungo la via Salaria a Roma
, rappresentate scene della nascita di Gesù, come la Madonna con in grembo il bambino. Anche nelle catacombe di San Sebastiano, si può ammirare un altro importante affresco che, seppure fortemente deteriorato, raffigura la mangiatoia con due animali: il bue e l’asinello. È storicamente documentato che già nel Quarto secolo, per volere di Papa Liberio I (352-366), veniva eretta nel giorno di Natale, nella Basilica S.Maria "ad praesepe"  (oggi nota come S. Maria Maggiore) una "tettoia" sorretta da tronchi d’albero (quasi lo schema essenziale di una stalla), tale tettoia veniva posta davanti all'altare presso il quale, il 24 dicembre di ogni anno, veniva celebrata la Messa di mezzanotte. Papa Liberio era succeduto a Papa Giulio I (337-352) il quale nel 337 aveva stabilito che il 25 dicembre fosse festeggiato come il giorno della nascita di Gesù.
   Altre “tettoie” furono erette in altre Chiese a Roma (S. Maria in Trastevere), a Napoli nella Chiesa di S. Maria della Rotonda, e certamente in altre Chiese di altre città. Si sa pure che Papa Gregorio III (731-741) fece sistemare sotto la tettoia di S. Maria Maggiore una statua d’oro della Madonna con il Bambino e che anche in altre chiese furono collocati sotto tali tettoie pitture o statue che ricordavano il Sacro Evento.
   Si dice che
il primo presepe venne realizzato a Napoli nel 1025 presso una chiesa chiamata Santa Maria ad Praesepe che sorgeva in piazza San Domenico Maggiore nella quale furono esposte per la prima volta alcune statue lignee che raffiguravano la natività del Cristo.
   Il primo presepio vivente così come lo vediamo realizzare ancor oggi, con la grotta al centro e tutti gli uomini che vanno verso il Bambino, ha origine, secondo la tradizione, dal desiderio di San Francesco D'Assisi di far rivivere in uno scenario naturale la nascita di Betlemme, con personaggi reali, pastori, contadini, frati e nobili tutti coinvolti nella rievocazione che ebbe luogo a Greccio, piccolo centro del Lazio, in provincia di Rieti, ai confini con l' Umbria, nella notte di Natale del 1223. Questo episodio poi fu magistralmente dipinto da Giotto nell'affresco della Basilica Superiore di Assisi. Fu il primo presepio e Greccio viene oggi celebrato come luogo di nascita del presepe. Allora, Papa Onorio III, dette a Francesco una particolare autorizzazione poiché, essendo vietati dalla Chiesa la rappresentazione di drammi sacri, gli permise solo di celebrare la messa in una grotta naturale invece che in chiesa, così egli eresse una mangiatoia all'interno di una caverna in un bosco, vi portò un asino ed un bue viventi, ma senza la Sacra Famiglia, rivisse la nascita del Signore. Francesco era stato in oriente quattro anni prima, nel 1219, ed aveva potuto visitare i luoghi santi della vita del Signore. Il ricordo più intenso di questo viaggio fu la visita alla grotta di Betlemme ove il Signore volle nascere.
   Poi tenne la sua famosa predica di Natale davanti ad una grande folla di persone, rendendo così accessibile e comprensibile la storia di Natale a tutti coloro che non sapevano leggere.
S. Bonaventura scrive anche che Francesco: "Tre anni prima della sua
morte, volle celebrare presso Greccio il ricordo della natività di Gesù Bambino, e desiderò di farlo con ogni possibile solennità, al fine di eccitare maggiormente la devozione dei fedeli. Perché la cosa non fosse ascritta a desiderio di novità, prima chiese e ottenne il permesso dal Sommo Pontefice"
   Secondo il racconto di Tommaso da Celano, in quella notte di Natale, a Greccio, il Santo avrebbe anche compiuto un miracolo facendo animare
la statua del bambino.
Il più antico presepe inanimato è invece quello che Arnolfo di Cambio scolpì per Papa Onofrio IV nel legno nel 1283 e del quale oggi si conservano solo alcune statue nella chiesa di S. Maria Maggiore in Roma. Le statue, ad altezza naturale, rappresentano: la Madonna col Bambino sulle ginocchia, San Giuseppe, il bue e l'asinello; davanti alla Madonna c'è uno dei re Magi.
   A partire dal IV secolo la Natività diviene uno dei temi dominanti dell'arte religiosa e in questa produzione spiccano per valore artistico: la natività e l'adorazione dei Magi del dittico composto da cinque parti in avorio e pietre preziose che si ammira nel Duomo di Milano e che risale al V secolo e i mosaici della Cappella Palatina a Palermo, del Battistero di S. Maria a Venezia e delle Basiliche di S. Maria Maggiore e S. Maria in Trastevere a Roma. In queste opere dove si fa evidente l'influsso orientale, l'ambiente descritto è la grotta, che in quei tempi si utilizzava per il ricovero degli animali,gli artisti producono statue di legno o terracotta che sistemano davanti a una pittura riproducente un paesaggio come sfondo alla scena della Natività
. Il presepe veniva esposto all'interno delle chiese nel periodo natalizio.

   Dal poi 1300 inla Natività è affidata all'estro figurativo degli artisti più famosi che si cimentano in affreschi, pitture, sculture, ceramiche, argenti, lavori e vetrate che impreziosiscono le chiese e le dimore della nobiltà o di facoltosi committenti dell'intera Europa, valgano per tutti i nomi di Giotto, Filippo Lippi, Piero della Francesca, il Perugino, Dürer, Rembrandt, Poussin, Zurbaran, Murillo, Correggio, Rubens, Ghirlandaio.
   Il 1400 è un secolo di stasi per il presepe, essendo esso prerogativa di grandi chiese che possedevano rappresentazioni stabili per l’intera durata dell’anno. Si ha notizia certa del Presepe dei fratelli Pietro e Giovanni Alemanno per la chiesa San Giovanni a Carbonara, di questo presepe sono giunte fino a noi diciannove statue in legno policromo.
   Nel 1500 si assiste ad una ripresa di rappresentazioni in tutta Italia; ricordiamo il magnifico presepe, totalmente in terracotta, ancora oggi conservato presso il Duomo di Modena, opera di Antonio Begarelli;  a Urbino e Piobbico sono conservati splendidi presepi dello scultore Federico Brandani (esecutore di molte decorazioni delle sale del Palazzo Ducale di Urbino). Nella chiesa di San Domenico Maggiore a Napoli è conservato parte del presepe del Belverte.
Il presepe comincia ad espandersi anche nelle case di nobili in tutta Italia. Cominciano ad essere rappresentati anche animali quali pecore, capre, cani oltre al bue ed all'asino; Inoltre cominciano a vedersi i primi paesaggi più o meno complessi. 
   Le statue sono prevalentemente di legno policromo o tutte di terracotta, mentre solo nel secolo successivo, 1600, si cominciano a delineare figure più modellate nelle posture. Aniello …”scultore anche migliore” e Donato diedero vita al presepio del Viceré conte di Castrillo nel lontano 1658 (ricco presepe di cui sono stati tramandati 112 figure lignee di ridotte dimensioni).
Nella seconda metà del secolo, cominciano a farsi spazio anche le figure in cartapesta
   Nel 1700 il presepe si diffuse largamente nel regno di Napoli ad opera di Carlo III di Borbone. Gli artisti napoletani danno alla sacra rappresentazione un'impronta naturalistica inserendo la Natività nel paesaggio campano ricostruito in scorci di vita che vedono personaggi della nobiltà, della borghesia e del popolo riprodotti negli atteggiamenti del loro vivere quotidiano: occupazioni, momenti di svago, a tavola o impegnati in balli e serenate.
   Ulteriore novità è la trasformazione delle statue dei
pastori sempre in legno, ma realizzati con arti di fili di ferro ricoperti di stoppa, che permettevano ogni tipo di postura, vestiti con stoffe più o meno ricche, adornati con monili e muniti degli strumenti di lavoro tipici dei mestieri dell'epoca e tutti riprodotti con esattezza anche nei minimi particolari. 
   Nello stesso periodo si distinguono anche gli artisti liguri, in particolare genovesi, e quelli siciliani che, in genere, si ispirano alla tradizione napoletana con alcune eccezioni come ad esempio l'uso della cera a Palermo e Siracusa o le terrecotte dipinte a freddo di Savona e Albissola.
   Sempre nel '700 si diffonde il presepio con parti in movimento che ha un illustre predecessore in quello costruito da Hans Schlottheim nel 1588 per Cristiano I di Sassonia. Ma fin qui abbiamo trattato di ricostruzioni quasi sempre monumentali e di grande pregio artistico realizzate da maestri dell'arte per lo più per la Chiesa o per cappelle private.

  
 La diffusione a livello popolare si realizzò pienamente nel 1800: ogni famiglia in occasione del Natale costruiva un presepe in casa riproducendo la Natività secondo la tradizione con statuine in gesso o terracotta, carta pesta e altri materiali per gli scenari, forniti dagli artigiani. In Puglia, specialmente a Lecce, fu introdotto un uso innovativo della cartapesta, policroma o trattata a fuoco, drappeggiata su uno scheletro di fil di ferro e stoppa. A Roma le famiglie importanti gareggiavano tra loro nel costruire i presepi più imponenti, ambientati nella stessa città o nella campagna romana, che permettevano di visitare ai concittadini e ai turisti.

   Nel corso del Novecento poi, e soprattutto dopo la Seconda Guerra Mondiale, ci fu un indebolimento della tradizione del presepe, anche per il fiorire della
tradizione dell'Albero di Natale
   Oggi tuttavia in Italia il presepe è tornato a fiorire grazie all'impegno di enti religiosi e privati come: la Associazione Italiana Amici del Presepio; il Museo del Presepio di Brembo Dalmine di Bergamo; alcune mostre importanti (100 Presepi nelle Sale del Bramante di Roma e dell'Arena di Verona); eccezionali rappresentazioni dal vivo come la rievocazione del Primo presepe di S. Francesco a Greggio, il Presepe Vivente di Rivisondoli in Abruzzo, il Presepe Vivente di Revine nel Veneto, oppure il  Presepe Vivente di Casarano in Puglia e tanti altri ancora, in tutte le regioni.
 grazie ad anna vercors


Postato da: giacabi a 21:05 | link | commenti (2)
presepe

lunedì, 18 dicembre 2006

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++
Dio non ci lascia brancolare nel buio;
si è mostrato come uomo.
Egli è tanto grande da potersi permettere di diventare piccolissimo.
Dio ha assunto un volto umano.
Solo questo Dio ci salva dalla paura del mondo
e dall'ansia di fronte al vuoto della propria esistenza.
 Benedetto XVI

Cristo arriva proprio qui, al mio atteggiamento di uomo,
di uno cioè che aspetta qualcosa perchè si sente tutto mancante;
si è messo insieme a me, si è proposto al mio bisogno originale
Luigi Giussani

BUON NATALE

Presepe- Ospedale Marino CA+++
Il presepe che ho realizzato insieme ad alcuni colleghi nel mio posto di lavoro.
Che il Signore ci doni la pace.

Postato da: giacabi a 17:54 | link | commenti (1)
chiesa, benedettoxvi, presepe

martedì, 12 dicembre 2006

Storia del presepe
Sono gli evangelisti Luca e Matteo i primi a descrivere la Natività. Nei loro brani c'è già tutta la sacra rappresentazione che a partire dal medioevo prenderà il nome latino di praesepium ovvero recinto chiuso, mangiatoia. Si narra infatti della umile nascita di Gesù, come riporta Luca, "in una mangiatoia perché non c'era per essi posto nell'albergo" (Ev., 2,7); dell'annunzio dato ai pastori; dei magi venuti da oriente seguendo la stella per adorare il Bambino che i prodigi del cielo annunciano già re.

Questo avvenimento così familiare e umano se da un lato colpisce la fantasia dei paleocristiani rendendo loro meno oscuro il mistero di un Dio che si fa uomo, dall'altro li sollecita a rimarcare gli aspetti trascendenti quali la divinità dell'infante e la verginità di Maria. Così si spiegano le effigi parietali del III secolo nel cimitero di S. Agnese e nelle catacombe di Pietro e Marcellino e di Domitilla in Roma che ci mostrano una Natività e l'adorazione dei Magi, ai quali il vangelo apocrifo armeno assegna i nomi di Gaspare, Melchiorre e Baldassarre, ma soprattutto si caricano di significati allegorici i personaggi dei quali si va arricchendo l'originale iconografia.
Il bue e l'asino, aggiunti da Origene, interprete delle profezie di Abacuc e Isaia, divengono simboli del popolo ebreo e dei pagani;
 i Magi il cui numero di tre, fissato da S. Leone Magno, ne permette una duplice interpretazione, quali rappresentanti delle tre età dell'uomo: gioventù, maturità e vecchiaia e delle tre razze in cui si divide l'umanità: la semita, la giapetica e la camita secondo il racconto biblico;
gli angeli, esempi di creature superiori; i pastori come l'umanità da redimere e infine Maria e Giuseppe rappresentati a partire dal XIII secolo, in atteggiamento di adorazione proprio per sottolineare la regalità dell'infante.
Anche i doni dei Magi sono interpretati con riferimento alla duplice natura di Gesù e alla sua regalità: l'incenso, per la sua Divinità, la mirra, per il suo essere uomo, l'oro perché dono riservato ai re. A partire dal IV secolo la Natività diviene uno dei temi dominanti dell'arte religiosa e in questa produzione spiccano per valore artistico: la natività e l'adorazione dei magi del dittico a cinque parti in avorio e pietre preziose del V secolo che si ammira nel Duomo di Milano e i mosaici della Cappella Palatina a Palermo, del Battistero di S. Maria a Venezia, e a Roma quelli delle Basiliche di S. Maria in Trastevere della Basilica di Santa Maria Maggiore, dove già nel 600 esisteva una riproduzione della grotta di Betlemme: "Sancta Maria ad Praesepem".
E molti cristiani si recavano a visitarla con la stessa devozione con la quale i pellegrini confluivano a Betlemme, in Giudea, alla grotta considerata luogo di nascita di Gesù e dove per desiderio di sant'Elena (madre dell'imperatore Costantino) sorse, nel 326, la Basilica della Natività. In queste opere dove si fa evidente l'influsso orientale, l'ambiente descritto è la grotta, che in quei tempi si utilizzava per il ricovero degli animali, con gli angeli annuncianti mentre Maria e Giuseppe sono raffigurati in atteggiamento ieratico simili a divinità o, in antitesi, come soggetti secondari quasi estranei all'evento rappresentato.
Dal secolo XIV la Natività è affidata all'estro figurativo degli artisti più famosi che si cimentano in affreschi, pitture, sculture, ceramiche, argenti, avori e vetrate che impreziosiscono le chiese e le dimore della nobiltà o di facoltosi committenti dell'intera Europa, valgano per tutti i nomi di Giotto, Filippo Lippi, Piero della Francesca, il Perugino, Dürer, Rembrandt, Poussin, Zurbaran, Murillo, Correggio, Rubens e tanti altri.

Il presepio come lo vediamo realizzare ancor oggi ha origine, secondo la tradizione, dal desiderio di San Francesco di far rivivere in uno scenario naturale la nascita di Betlemme; nel 1223 a Greccio, in Umbria, per la prima volta arricchì la Messa di Natale con la presenza di un presepio vivente, episodio poi magistralmente dipinto da Giotto nell'affresco della Basilica Superiore di Assisi.

L'opera ideata da san Francesco venne chiamata Presepio o Presepe, termine di derivazione latina indicante la stalla, e anche la mangiatoia che si trova in quell'ambiente, propriamente ogni recinto chiuso. Alcuni studiosi italiani e stranieri ritengono non del tutto corretto attribuire a San Francesco la paternità del presepio. Come narra Tommaso da Celano, il frate che raccontò la vita del santo, Francesco nel Natale del 1222 si trovava a Betlemme dove assisté alle funzioni liturgiche della nascita di Gesù. Ne rimase talmente colpito che, tornato in Italia, chiese a Papa Onorio III di poterle ripetere per il Natale successivo. Ma il Papa, essendo vietati dalla chiesa i drammi sacri, gli permise solo di celebrare la messa in una grotta naturale invece che in chiesa. Quando giunse la notte santa, accorsero dai dintorni contadini di Greccio e alcuni Frati che illuminarono la notte con le fiaccole. All'interno della grotta fu posta una greppia riempita di paglia e accanto vennero messi un asino e un bue. Francesco, che non era sacerdote, predicò per il popolo riunito. Pertanto non si tratta della realizzazione di un vero presepio (che é la rappresentazione tridimensionale, a tutto tondo, della nascita di Gesù, mediante un plastico e alcune statuine) ma piuttosto di una messa celebrata eccezionalmente in una grotta anziché in una chiesa.

Il primo presepe con personaggi a tutto tondo risalirebbe quindi al 1283, e fu opera di Arnolfo di Cambio che scolpì otto statuette in legno rappresentanti i personaggi della Natività ed i Magi. Tale presepe si trova ancora nella basilica romana di S. Maria Maggiore. Da allora e fino alla metà del 1400 gli artisti modellano statue di legno o terracotta che sistemano davanti a un fondale pitturato riproducente un paesaggio che fa da sfondo alla scena della Natività; il presepe è esposto all'interno delle chiese nel periodo natalizio. Culla di tale attività artistica fu la Toscana ma ben presto il presepe si diffuse nel regno di Napoli ad opera di Carlo III di Borbone e nel resto degli Stati italiani. Nel '600 e '700 gli artisti napoletani danno alla sacra rappresentazione un'impronta naturalistica inserendo la Natività nel paesaggio campano ricostruito in scorci di vita che vedono personaggi della nobiltà, della borghesia e del popolo rappresentati nelle loro occupazioni giornaliere o nei momenti di svago: nelle taverne a banchettare o impegnati in balli e serenate.
Ulteriore novità è la trasformazione delle statue in manichini di legno con arti in fil di ferro, per dare l'impressione del movimento, abbigliati con indumenti propri dell'epoca e muniti degli strumenti di svago o di lavoro tipici dei mestieri esercitati e tutti riprodotti con esattezza anche nei minimi particolari. Questo per dare verosimiglianza alla scena delimitata da costruzioni riproducenti luoghi tipici del paesaggio cittadino o campestre: mercati, taverne, abitazioni, casali, rovine di antichi templi pagani. A tali fastose composizioni davano il loro contributo artigiani vari e lavoranti delle stesse corti regie o la nobiltà, come attestano gli splendidi abiti ricamati che indossano i Re Magi o altri personaggi di spicco, spesso tessuti negli opifici reali di S. Leucio. In questo periodo si distinguono anche gli artisti liguri in particolare a Genova, e quelli siciliani che, in genere, si ispirano sia per la tecnica che per il realismo scenico, alla tradizione napoletana con alcune eccezioni come ad esempio l'uso della cera a Palermo e Siracusa o le terracotte dipinte a freddo di Savona e Albisola.

Sempre nel '700 si diffonde il presepio meccanico o di movimento che ha un illustre predecessore in quello costruito da Hans Schlottheim nel 1588 per Cristiano I di Sassonia. La diffusione a livello popolare si realizza pienamente nel '800 quando ogni famiglia in occasione del Natale costruisce un presepe in casa riproducendo la Natività secondo i canoni tradizionali con materiali - statuine in gesso o terracotta, carta pesta e altro - forniti da un fiorente artigianato.
In questo secolo si caratterizza l'arte presepiale della Puglia, specialmente a Lecce, per l'uso innovativo della cartapesta, policroma o trattata a fuoco, drappeggiata su uno scheletro di fil di ferro e stoppa. A Roma le famiglie importanti per censo e ricchezza gareggiavano tra loro nel farsi costruire i presepi più imponenti, ambientati nella stessa città o nella campagna romana, che permettevano di visitare ai concittadini e ai turisti. Famosi quello della famiglia Forti posto sulla sommità della Torre degli Anguillara, o della famiglia Buttarelli in via De' Genovesi riproducente Greccio e il presepe di S. Francesco o quello di Padre Bonelli nel Portico della Chiesa dei Santi XII Apostoli, parzialmente meccanico con la ricostruzione del lago di Tiberiade solcato dalle barche e delle città di Gerusalemme e Betlemme.
Oggi dopo l'affievolirsi della tradizione negli anni '60 e '70, causata anche dall'introduzione dell'albero di Natale, il presepe è tornato a fiorire grazie all'impegno di religiosi e privati che con associazioni come quelle degli Amici del Presepe, Musei tipo il Brembo di Dalmine di Bergamo, mostre, tipica quella dei 100 Presepi nelle Sale del Bramante di Roma; dell'Arena di Verona, rappresentazioni dal vivo come quelle della rievocazione del primo presepio di S. Francesco a Greccio e i presepi viventi di Rivisondoli in Abruzzo o Revine nel Veneto e soprattutto la produzione di artigiani presepisti, napoletani e siciliani in special modo, eredi delle scuole presepiali del passato, hanno ricondotto nelle case e nelle piazze d'Italia la Natività e tutti i personaggi della simbologia cristiana del presepe
        

Postato da: giacabi a 14:55 | link | commenti

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