La cacciata di Cristo
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Radio Maria :
Intervista alla Prof.ssa Rosa Alberoni
a cura di Paolo Sorbi
Giovedì 20 Aprile 2006
P. Sorbi – Oggi
vogliamo intervistare la professoressa Rosa Alberoni (moglie del
sociologo Francesco Alberoni), che in molti suoi scritti, articoli, e
in un libro recente: “La cacciata di Cristo”, libro provocatorio, che
coglie la realtà, la centralità delle tematiche del declino
dell’identità cristiana e i problemi a essa connessi. Le faremo
un’intervista a tutto campo avendo lei questa caratteristica della
“provenienza lontana”. Bella espressione, usata tante volte, dei
“lontani dal Vangelo”, e che invece sono prossimo. La professoressa
Alberoni ha una sua dinamica di personale cammino religioso,
cristiano, per essere specifici, di fede cattolica, all’interno di un
percorso complesso di ricerca dell’identità cristiana.. sentiremo
questo frammento dell’Impero, sentiremo queste parole di una persona
che difende la realtà della storia e dell’identità in questo momento
così scossa, della formazione cristiana.
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Pronto.
Professoressa, buon giorno! Senta, noi oggi la presentiamo
all’interno di una riflessione che abbiamo fatto sta mattina sulla
crisi dell’identità nelle nostre realtà europee e specialmente nella
connessione forte che c’è tra crisi di identità della cittadinanza e
il cristianesimo. Come la radice fondamentale della formazione
dell’identità europea. Allora, il suo tipo di riflessione è quello che
ci interessa, perché anche altri, come il professor Pera e anche altri
in campo liberal, diciamo il sociologo americano Paul Barman, fanno
queste riflessioni. E anche in un suo recente libro “La cacciata di
Cristo” lei mette la crisi di identità in connessione a una possibile
ripresa cristiana. Vuole dirci qualcosa a questo proposito?
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Alberoni
– Ma, infatti, lo slogan del mio libro è: “Cristiani, alzate la
testa. Difendiamo la nostra identità!”. Questo proprio perché c’è una
crisi di identità, ma anche noi stessi che comunichiamo facciamo una
grande confusione quando, per esempio, parliamo di Occidente. A me fa
rabbrividire, sentire Occidente. Perché mentre si parla di civiltà
ebraica e civiltà islamica, per quanto riguarda noi, diciamo
Occidente. E questo mi fa molto rabbrividire, perché non dobbiamo
nominare l’antenato, il Padre della civiltà cristiana, che è Cristo…
Noi siamo nel 2000, e sarebbe l’era di Cristo. Quindi noi siamo la
civiltà cristiana! Perché
dire Occidente, che indica una zona geografica del pianeta? Indica
terra. Noi siamo i figli del cielo! Non dobbiamo dimenticare che noi
siamo i figli del cielo, i figli della civiltà di Cristo!
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Sorbi
– Perché forse lei professoressa individua l’Occidente come terra del
declino. Perché forse c’è un omicida che lei probabilmente individua
in Cartesio e Russeau. Perché questi due “omicidi”?
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Alberoni – Questi sono gli antenati degli Anticristo, perché Cartesio ha rovesciato tutto: prima
l’essere umano era al centro, cioè, “io esisto”… Ma è così, lo si
capisce anche con il buon senso, chiunque di noi lo capisce. Noi prima
esistiamo, siamo concepiti, veniamo al mondo, nasciamo, poi, quando
arriviamo davvero a pensare, a saper ragionare? A vent’anni? Mentre
Cartesio, cosa ha fatto? Ha rovesciato. Ha messo prima c’è il
pensiero. Al centro c’è il pensiero, perché dici: “Io penso, dunque
esisto”… no, in realtà io esisto prima e quindi vengo da… sono stato
creato da Dio, e solo dopo penso.
Capisce la conseguenza? È uno spostamento. È una sorta di rivoluzione
copernicana veramente! Quindi, mettendo al centro il pensiero,
Cartesio ha fatto questa equazione. Rousseau nelle sue opere non parla
di nessuna divinità. Non c’è Dio, non ci sono neanche gli dei pagani
del passato. Non c’è nessun dio. L’uomo è sulla terra, appartiene alla
terra. È una sorte di animale. Il selvaggio è un animale che non ha
coscienza morale di nessun tipo. Gironzola nel bosco, si accoppia a
caso… cioè, segue le pulsioni, segue l’istinto. Capisce?
È stata una cosa… non so perché non se ne sono accorti. Io me ne sono
accorta di Rousseau, però e stato Giovanni Paolo II che mi ha
illuminato, con Cartesio, con due righe. E io li ho trovato la chiave,
mi si è aperta una via luminosa… e dico: “Ecco perché è accaduto
tutto ciò!”. Nel senso che poi Rousseau è stato applicato alla lettera
da Robespierre. Quindi senza Dio… non a caso il tempio della dea
Ragione, quindi al pensiero. Ecco perché torna Cartesio. Cristo non
c’era. Ecco perché c’è stata la ghigliottina, c’è stato un grande
mattatoio. Quindi là
dove si caccia Cristo si possono distruggere gli esseri umani. Ma
questo poi si è ripetuto anche col comunismo. La stessa cosa, perché
il totalitarismo comunista, basato su Rousseau, ha scartato Cristo, ha
scartato Dio. Non c’è Dio, non c’era nessun dio, c’era solo la
materia! Si era figli della terra. E quando non c’è la fede, quando
non c’è Cristo, al centro dell’esistenza ci sono gli stati totalitari.
E il comunismo ha potuto fare quei cento milioni di morti e passa,
per questo motivo. La stessa cosa ha fatto Hitler. Cristo non c’era,
anche se non l’ha detto apertamente. Ma noi sappiamo qual’era il suo
progetto… parlava di razza. Quindi ancora – come vede – la terra.
Radicati alla terra. La razza, il sangue e la terra… e noi sappiamo cosa
ha fatto Hitler, gli abominevoli campi di sterminio coi quali tentò
di sterminare il popolo ebraico. Capisce? Cristo, Dio, diventa una
zanzara… si può uccidere l’uomo senza nessuno scrupolo…
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Sorbi
- Ecco, mi scusi, professoressa, è proprio per questo suo
ragionamento, sia filosofico che sociologico che ritengo che questo
libro sia molto utile per gli insegnanti che vogliono smascherare
questi due soggetti dell’ “omicidio” dell’identità cristiana in
Europa.
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Alberoni – In realtà i personaggi sono quattro, perché bisogna aggiungere anche Carlo Marx e Hitler.
Sorbi
– Perché lei al di fuori di una certa vulgata nel mondo cattolico,
anche di critica a Hegel, invece coglie in Hegel una possibilità? Noi
siamo stati formati tutti anche nella realtà della cultura cristiana a
una critica alla dialettica hegeliana?
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Alberoni
– No, invece questo credo che sia stato un equivoco, semplicemente
per una frase che gli è sfuggita durante le lezioni universitarie.
Quindi non è un libro scritto di suo pugno. La mia esperienza: sono
trent’anni che insegno all’Università, con 700 studenti… sapesse
quante battute… Le battute che fa un professore… capisce? In realtà se
noi andiamo a vedere il suo sistema filosofico vediamo che è un
gigante. Però, che cosa aveva capito Hegel, avendo vissuto l’epoca
napoleonica e avendo perciò visto anche gli orrori e il terrore di
Robespierre? Lui che cosa fa? Alza una muraglia contro l’ateismo. Non a
caso nella sua opera “Lezione di filosofia della religione”, va a
studiare le religioni, anche quelle pagane. Tutto con sistematicità, e
ne fa una grande muraglia, portando al centro lo spirito. Quindi, parla
addirittura di spirito, di anima. Proprio per far da muraglia contro
l’ateismo… Quindi bisogna tornare ai sentimenti, alla religione, alla
morale… questa è stata – come dire? – un’operazione gigantesca da
parte di Hegel. L’ha fatto lui e lo hanno fatto anche altri sociologi,
tipo Comte, perché si erano accorti, all’inizio dell’Ottocento, che
era stata distrutta l’essenza dell’essere umano! Quindi, cacciando
Cristo, si caccia l’uomo!
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E
anche da noi, basta ricordare che anche Foscolo se n’era accorto.
Anche i nostri romantici. Capisce cosa voglio dire? Quindi ciò che
dice Hegel per quanto riguarda la religione, il sistema filosofico, è
l’aver individuato che nel bene la vita è bene, l’universo è buono,
perché Dio lo ha creato e lo ha riconosciuto buono. Però, nel bene,
nel Paradiso terrestre, che tutti conoscono simbolicamente, che è
bellissimo e straordinario, però è entrato il “serpente”. Cioè è
entrato il male. Il male è nel bene, e non viceversa. Cioè, l’essere
contiene il nulla, contiene il male, non viceversa. Perché il male non
può contenere il bene. Nel male c’è solo il male. nella morte c’è
solo la morte. Nel nulla non c’è nulla, mentre nella vita, che è vasta,
che è bellissima, c’è anche il peccato, c’è anche il male. È questa la
cosa chiara di Hegel, non dobbiamo dimenticarlo!
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Sorbi
– Questo tema del bene e del male nella dialettica hegeliana, lo
lasciamo aperto. È un portato della sua identità intellettuale. E vedrà
che aprirà discussioni…
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Alberoni
– Guardi che lui parla anche di conciliazione finale. Non si stacca
dal Vangelo, Hegel. Alla fine lui parla di conciliazione: tutti gli
esseri umani si conciliano con il Padre. Capisce? Non c’è una sintesi
per Hegel. Ci hanno imbrogliato. Gli esseri umani nel percorso
evolutivo, nella salita verso l’alto, andranno a riconciliarsi con Dio
Padre. Ma è bellissimo il percorso di Hegel. È attinente al Vangelo.
Lui non esce dal Vangelo. Noi sappiamo che era anche luterano,
conosceva molto bene la Bibbia. A parte questo, conosceva anche le
altre religioni. È un grande, un gigante.
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Sorbi
– Ecco, professoressa, questi sono alcuni assi che percorrono la sua
riflessione filosoficamente. Vediamo ora sociologicamente, più nella
realtà contemporanea, anche nel suo libro, che analogie e differenze ci
sono tra lei e Oriana Fallaci?
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Alberoni
– Oriana Fallaci è una grande scrittrice. Lei si è occupata
dell’islam perché aveva una grande conoscenza ed esperienza sul campo,
di tanti anni. Li conosceva molto bene. Io non parlo dell’Islam. Io
parlo di noi. Noi dobbiamo guardare a noi cristiani….
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Sorbi – Le dinamiche interne all’Impero, dice lei?
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Alberoni
– Quando io parlo di cristiani dico questo: cristiani siamo tutti i
figli della civiltà cristiana. E voglio dire cattolici, ortodossi,
protestanti, credenti e non credenti. I figli della civiltà cristiana.
Io mi appello a loro. Quindi la civiltà è qualcosa di ben più vasto.
Noi dobbiamo difendere la nostra civiltà, i valori fondanti della
nostra civiltà. Non li possiamo barattare col relativismo culturale!
Che significa per la gente? Relativismo
vuol dire che una cosa vale l’altra, che uccidere… eh, ma, insomma…
rubare, bah, non è peccato… Non c’è più il peccato. Pensi, noi siamo
tornati indietro a un pre-paganesimo. Perché i nostri antenati romani
avevano il sacro terrore degli dei, che pure erano una proiezione
dell’uomo, non era la religione rivelata. Non era il Cristo! Tuttavia
avevano un sacro terrore degli dei, perché c’erano i valori. Perché
senza la religione non c’è coscienza morale. Tant’è vero che si dice
che uno stato totalitario può fare a meno della fede, può fare a meno
della religione. La democrazia non può farne a meno. Perché la
democrazia, lo Stato democratico, si basa soprattutto sulla coscienza
morale dei suoi cittadini.
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Sorbi
– Ecco, ecco. Senta, proprio su questa attualità della coscienza
morale lei ha approfondisce – specialmente nelle ultime parti del libro –
questa enorme realtà dello scientismo. Ecco, ci faccia capire bene
perché lei ne vede – oltre all’aspetto di grande utilità – anche una
minaccia?
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Alberoni
– Bisogna spiegare agli ascoltatori che la scienza è un prodotto
dell’uomo, e dev’essere al servizio dell’uomo. Lo e sempre stato. La
scienza è un valore! Quando parliamo di scientismo diciamo questo, che
ci sono alcuni scienziati – non tutti – alcuni, che rinnegano Dio, e
che si vogliono mettere al posto di Dio. Vogliono tentare di creare
loro l’uomo. Questa è la cosa aberrante, se ci pensiamo, perché
vogliono andare a toccare la matrice umana. Tant’è vero che alcuni
politici, movimenti, gente comune, che difendono gli animali, c’è chi
non vuole che si usino i topi per gli esperimenti… e io ho sempre detto,
ma cosa vuole, che usino i bambini? Ma certo che si deve usare il
topo, e non i bambini! E invece questi signori non hanno nessuno
scrupolo di usare l’embrione – e tutti siamo stati embrione – per
mettere in atto i loro esperimenti, magari capaci un domani di
produrre mostri, mentre difendono gli animali. Questa per me è una
cosa che mi fa tremare il cuore. Mi trema il cuore alla sola idea.
Tant’è vero che se poi andiamo a vedere cosa è capitato negli stati
totalitari dove l’aborto è stato ammesso subito, possiamo osservare
come nell’Unione Sovietica la legge sull’aborto è entrate in vigore nel
1920. Quindi, tra gli scientisti e gli abortisti, noi vediamo che sul
pianeta abbiamo sterminato più noi, in modo subdolo, tanti esseri
umani, con l’aborto, quanto ne abbia fatto la guerra. Capisce? Le due
guerre mondiali. E anche i morti a causa del comunismo, anche in Cina.
È una cosa subdola. Noi, e qui Sorbi
– Senta, professoressa. C’è subito dopo, allora, una domanda.. Se
questo è lo scenario dello scientismo. Lei sa che nel mondo cattolico
si parla del primato del dialogo, costi quel che costi. Che cosa ne
pensa di questa cultura del dialogo sempre e comunque?
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Alberoni
– Sempre e comunque, no. È ovvio che le istituzioni devono cercare di
dialogare con gli altri. Tuttavia noi come cittadini cristiani
possiamo dialogare con chi vuol dialogare con noi, con chi ci accetta,
con chi capisce la reciprocità, il rispetto reciproco. Chi viene da
noi deve accettare le nostre leggi e i nostri usi e costumi. Poi la
religione è un fatto privato: vai a pregare nella tua chiesa. Nessuno
ha nulla da dire sul problema religioso, perché la nostra civiltà
cristiana – Cristo ce l’ha detto – noi non pretendiamo che gli altri
si convertano. Non si può violentare una persona! Mentre altre civiltà
lo fanno. L’islam, purtroppo, lo fa. Noi sappiamo purtroppo che là
dove sono andati, o uccidono il cristiano, oppure li costringono alla
conversione. Cosa che noi cristiani non facciamo. Ora io dico che non
bisogna braccare le persone musulmane che sono da noi, no! Dobbiamo
semplicemente stare attenti, non aver paura, pretendere da loro il
rispetto, il riconoscimento reciproco. Con quelli che ci sono. Ma spero
che si possa in futuro rallentare il loro i ingresso. Capisce cosa
voglio dire? Rallentare, perché non possiamo, perché vediamo che non
sono disposti a dialogare, sono molto arroganti. Non diciamo cose
false, perché poi la gente l’esperienza ce l’ha sul lavoro. Allora,
com’è possibile? È un po’ quello che succede in una coppia… se l’altro
non vuole dialogare, che cosa succede? Si diventa muti. Oppure si
accetta l’asservimento morale. Io credo che stiamo facendo un grande
errore. Stiamo cadendo nella tentazione della paura. Abbiamo paura, ed
è assurdo, perché per fortuna sono ancora una minoranza. Se noi
praticassimo i nostri valori cristiani, quelli fondamentali. Se vuole,
torniamo ai dieci comandamenti, che sono stati dimenticati! Io ne ho
l’esperienza! I miei studenti – tranne eccezioni – le assicuro che non
li sanno!
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Sorbi
– Insomma, professoressa, lei sostiene che i suoi studenti
normalissimi non sanno i dieci comandamenti. Ci dica qualcosa.
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Alberoni – Non conoscono i dieci comandamenti, anche perché non sanno che c’è stato Abramo. Non sanno che c’è stato Mosè…
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Sorbi – Ma è impressionante!…
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Alberoni
– Se io uso delle metafore – perché me ne accorgo – se io dico: “Devi
attraversare il deserto… devi passare il Mar Rosso… e mi guardano…
Allora dico: “Perché non sai a che cosa mi riferisco? Non sai che c’è
stato Mosè? No! Non sai che c’è stato Abramo? Allora, il capro
espiatorio, da dove viene? Non sanno questo!
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Sorbi – Questa è la crisi di identità di cui parla lei?
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Alberoni – Il
fatto è che non hanno più insegnato la religione… questo è stato un
errore degli anni Settanta, colossale, che noi stiamo pagando. Ecco
perché loro non conoscono più i valori! Una cosa, per loro, vale
l’altra… Si segue l’impulso, ripeto! Non conoscono più il peccato.
Per esempio sentono che un amico ha investito… ha ucciso… Si – dicono
– ma ha fatto un errore, uno sbaglio… Come, uno sbaglio? Ma, mio Dio,
è un assassinio! Non lo sanno, non lo sanno più! Quando talvolta ho
fatto loro delle trappole tipo, metta in fila, che so, Carlo Magno,
Cristoforo Colombo, Napoleone, Michelangelo, Leonardo, Gesù Cristo e
il Budda… Dico, me li metta in fila nel tempo? Non lo sanno. Non sanno
quando è iniziata l’era di Cristo! Guardi che saranno il due per cento
quelli che lo sanno. Forse saranno quei pochi che io vedo che vengono
da una scuola cattolica. Ma gli altri?
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Sorbi – Senta, è questa la “Cacciata di Cristo” di cui parla lei?
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Alberoni – Ma certo, certo! L’hanno
cacciato dalla mente e dal cuore! Allora, non sapendo che c’è, non
sanno più cos’è bene e cos’è male. Capisce? Ecco perché, sapendo ciò,
come professore dico: “La droga è morte. L’aborto è un omicidio”… Ma
mi guardano con gli occhi spalancati, perché non gli è mai stato
detto. E poi tra l’altro, cos’hanno fatto? Hanno costruito il
“selvaggio” di Rousseau. Dall’asilo ai licei, poi quando vengono
all’Università, noi siamo smarriti. Siamo smarriti, perché non sanno
nulla! Non sanno concentrarsi più di dieci minuti. Perché hanno
seguito l’impulso. Stanno dentro per giocare. Dovremmo parlare su tante cose, ma non è il caso, anche su professori di licei, che ci parlano, e che ci chiedono aiuto… Come
aiutare?… Come possiamo farlo? Se non lo facciamo coi media… Insomma,
se non ritorniamo di nuovo a far valere i principi del padre… Deve
tornare il padre! Deve ritornare il padre!
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Pensi
che negli Stati Uniti, alcune fiction che fanno, le fanno su questo
piano. C’è il ritorno del padre, dell’autorità paterna…
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Sorbi – Lei dice che nel dibattito freudiano e necessaria una grande riflessione, dopo Lacan.
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Alberoni
- Si, guardi, Lacan è stato una rovina. Teniamo Freud. Perché Freud?
Freud l’hanno maciullato, ne hanno fatto uso e consumo, perché Freud
non ha mai detto che bisogna eliminare il padre. Perché il padre
rappresenta – non a caso – il totem Tabù. Non so se qualcuno conosce
l’opera. Il padre, simbolicamente, è Dio. Il padre è il portatore del
codice dei valori, il portatore dei valori.
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Sorbi – Quindi lei dice che bisogna ritornare a questo codice?
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Alberoni – Da questo codice. Deve
tornare l’autorità paterna! Perché la mamma, in fondo, per tutti noi,
la mamma è la dolcezza, con la quale si va a parlare anche delle cose
riservate, che ti protegge, che fa da mediatore col papà. Però è
l’autorità paterna, quel che conta! Perché è il portatore dei valori
della società. È il portatore dei valori nella nostra casa, del
cristianesimo! Che ti dice: “Questo si può fare e questo si può
fare”, perché è un valore sacro. Tu non lo puoi discutere!
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Sorbi – Senta, questo coraggio che manca, come ritrovarlo?
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Alberoni
– Io ho visto in alcune conferenze in cui sono andata a parlare della
cacciata di Cristo, dove ci sono persone giovani, ci sono adulti.
Bene, di solito io dico loro: “Ma non abbiate paura… anche se non
credete, anche chi non crede, non importa, leggetevi il Vangelo,
perché lì ci sono tutte le norme di comportamento, anche per i non
credenti!”. E ai dubbiosi: “Torniamo!”, perché chi non va in chiesa
non conosce più neanche il Vangelo. Non si legge! Vanno a leggere
delle opere mostruose, Anticristo, capisce, come il Codice?
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Sorbi
– Ecco, professoressa, ha trovato proprio la battuta che mi
interessa, perché stanno telefonando tantissimo in questo periodo, anche
a Radio Maria, anche a me personalmente, su questa storia. Ci dica
perché lei nel libro, secondo me, molto opportunamente, perché lo
collega a questo tremendo libello che fu il “Saggio sui savi di Sion”?
Perché il Codice Da Vinci è un altro libello anticristiano come il
saggio sui Savi di Sion, che è antisemita?
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Alberoni
– Sarebbe lungo, perché intanto è un falso storico, capisce? Non è
vero storicamente. Anche la storia terrestre dei re di Francia che
discendono da tutta quella storia orrenda…
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Sorbi – Quindi Dan Brown ha costruito un falso storico contro la Chiesa e contro l’Opus Dei, e contro Gesù, poi?…
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Alberoni
– Si, ma non solo. Indicando l’Opus Dei e la Chiesa come fossero una
setta di assassini. Ecco perché è anticristico! Si possono trovare
tanti modi per attaccare la civiltà cristiana. Pensi che questo,
essendo un anglosassone, è un figlio della civiltà cristiana, lui è un
Anticristo, capisce? Lui ha trovato un modo… dicendo: “ fantasia…”.
Ma, mio Dio, la fantasia allora usala per inventare qualcosa di nuovo,
non per distruggere la tua civiltà. La civiltà cristiana, ribadisco,
non l’Occidente!
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Il
problema delle radici… anche questo, se me lo fa dire… Il problema,
l’equivoco, dove è nato? Giovanni Paolo II aveva parlato di radici, ed
era esatto il termine di radici, perché stavano scrivendo la
Costituzione Europea. Ora, storicamente tutte le democrazie, tutte le
costituzioni, anche in epoca romana, in qualsiasi epoca, Ardigò stesso
ce lo dice – noi dimentichiamo che abbiamo un grande filosofo in
Italia. Lui diceva sempre che le leggi nascono su due radici
fondamentali storicamente determinate. Quali sono le radici? Gli usi e
i costumi di quel popolo e la religione di quel popolo. Allora, su
queste due radici nasce la Costituzione. Nasce quindi la Costituzione
per lo Stato, per quel popolo. Bene, stavano scrivendo la
Costituzione, e giustamente Giovanni Paolo II parlava di radici. Però io
inorridisco quando mi sento chiamare radice, perché noi siamo
l’albero! Perché
il cristianesimo è nato su tre radici, sulla civiltà ebraica, sulla
civiltà greca e sulla civiltà romana. Queste sono le nostre radici! Noi
siamo l’albero! La civiltà cristiana è l’albero!
Poi – questo perché la gente capisca – quando si dice Occidente,
pensiamo un attimo: l’Australia, fa parte della civiltà cristiana? È
Occidente, oppure dov’è? O è a Oriente? Le filippine, dove sono? La
Russia, dov’è? A Oriente o a Occidente del pianeta? A oriente, giusto?
Le Americhe, nord-sud, è un continente immenso… sono cristiane! Non
ha nessuna importanza che ci siano cattolici e protestanti. Non ha
nessuna importanza! Io parlo di civiltà. Quindi non ha senso dire
Occidente!
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In
questo momento, anche il nostro popolo, mi creda, oscuramente
percepisce che dicendo Occidente, come se fosse un territorio di
conquista, l’Europa, in questo caso, e noi per primi, perché siamo
vicini, un territorio di conquista per la civiltà islamica. Perché
sono vicini. E quindi se noi ci lasciamo prendere dalla paura davvero
diventeremo un territorio di conquista. Ma saremo destinati alla
schiavitù, se ci va bene, altrimenti saremo annientati. Perché loro
sono totalmente diversi da noi. Anche come organizzazione sociale, loro
hanno la poligamia, noi no. E non è poco questo! Non è poco. Loro ci
accusano di essere gente senza Dio, senza valori. Dicono che siamo
corrotti … Vengono già accusandoci. Sono gli accusatori! E allora noi,
che cosa dobbiamo fare? Lasciarci accusare e intimidire, oppure
essere orgogliosi di essere cristiani? Noi siamo a casa nostra, però
dobbiamo dar l’esempio, che pratichiamo i valori! Dobbiamo perciò
tornare nelle chiese! Tornare a Messa! Perché lì almeno, una volta
alla settimana sentiamo parlare di Dio, sentiamo la sua Parola!
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Sorbi – Beh, che la professoressa Alberoni dica questo…! Benissimo!
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Alberoni – Ascoltiamo la Parola di Dio! Per questo io dico nelle mie conferenze a chi non crede, dico: “Leggete il Vangelo, almeno! Lì c’è tutto!”
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Sorbi
– Professoressa, la ringraziamo tantissimo, ovviamente non chiudiamo
la riflessione. Per esempio io so che lei sarà la madrina d’onore di
una grande manifestazione al Pontificio Istituto Missioni Estere di
Milano, il 28 maggio, col Movimento per la Vita ambrosiano…
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Alberoni – Si, si, è vero. Sono molto lieta e molto grata che mi abbiamo invitata.
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Sorbi
– Dobbiamo, insomma, secondo il suo tipo di invocazione, rovesciare
il suo “La cacciata di Cristo”, in: “La chiamata di Cristo”!
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Alberoni
– Si, abbiamo chiamare Cristo, perché abbiamo la cultura, abbiamo una
grande tradizione in tutti i sensi, scientifici, filosofici, la
musica, l’arte, eccetera. Noi siamo la civiltà cristiana! Che è una
potenza! Perché dobbiamo aver paura? Non dobbiamo avere paura! Dobbiamo ritornare a Cristo!
Sorbi – Grazie, professoressa. Un caro saluto!
Alberoni – Grazie a voi! Arrivederci.
Da:Radio Maria :
Intervista alla Prof.ssa Rosa Alberoni
a cura di Paolo Sorbi
Giovedì 20 Aprile 2006
|
Postato da: giacabi a 10:47 |
link | commenti
ateismo, gesù, alberoni
“La rivoluzione cristianaha salvato l’umanità”***
di Antonio Gaspari
ROMA, lunedì, 22 dicembre 2008 (ZENIT.org).- “Laddove
si caccia Dio si sterminano gli uomini” e Gesù “è il fautore di una
rivoluzione che ha cambiato la storia dell'umanità”.
A
sostenerlo in questa intervista a ZENIT è Rosa Alberoni, già docente di
sociologia, giornalista e scrittrice, autrice di innumerevoli testi,
tra cui “La cacciata di Cristo”, “Il Dio di Michelangelo e la barba di
Darwin”, e del volume appena uscito: “La prigioniera dell'abbazia”.
A
Valladolid un giudice ha emesso una sentenza per cui tutti i
crocifissi dovranno essere tolti dai muri e dalle aule di una scuola
pubblica. A Oxford il consiglio comunale ha cancellato il Natale
sostituendolo con la festa delle luci d'inverno. Cosa sta accadendo?
Rosa
Alberoni: Sta avvenendo ciò che gli atei militanti sognano da due
secoli: riportarci al pre-paganesimo. Il crocifisso è il simbolo della
civiltà cristiana che ingloba tutti: atei, dubbiosi e credenti.
Eliminarlo dai luoghi pubblici è un modo per negare il nostro
antenato, Cristo, e di cancellare la nostra identità e il codice
culturale cristiano. I distruttori di oggi tentano di imitare i
giacobini, i pionieri della scristianizzazione, gli adoratori di se
stessi nascosti sotto la maschera della ragione, i costruttori delle
fosse comuni, i tagliatori di teste, gli sterminatori di esseri umani
in nome della dea ragione.
Essi
hanno compiuto atti contro l’uomo proprio perché avevano cancellato
Dio dalla loro mente, ed agivano in nome della propria sete di
dominio. Ma oggi, se la storia insegna qualcosa, i credenti, e tutti
gli uomini saggi, devono smetterla di lamentarsi ed agire.
Alcuni
magistrati o sindaci emanano sentenze o leggi masochiste, e gli atei
e i dubbiosi si ribellino, impediscano che si annienti il simbolo
della propria civiltà. E i credenti si oppongano mettendosi il
crocifisso al collo, esponendolo nelle case, stampandolo sulle
bandiere, attaccandolo sulle automobili, cucendolo sugli abiti,
tatuandolo sulle mani, sul petto, sulla fronte.
E
in più affollando le chiese, portando striscioni nelle manifestazioni
sportive, ovunque, con scritto: Io appartengo a Cristo ed anche tu,
perché Cristo crede in te. Quindi, basta lamenti, solo azioni ferme e
perseveranti, come fanno gli ebrei da sempre. La stella di Davide non è
segnata dappertutto?
Lei
ha scritto un libro dal titolo “La cacciata di Cristo” (Rizzoli)
pubblicato anche in Spagna (La expulsion de Cristo), con prologo di
Ignacio Sanchez Camara (Ediciones Cristiandad) e in Polonia, in cui
sostiene che in tutte le società dove è stato cancellato Dio l'umanità
subisce orrori e ingiustizie. Può spiegarci il perché?
Rosa Alberoni: Io
ho appreso dalla storia che là dove si caccia Dio si sterminano gli
uomini. E questo è un fatto inconfutabile, perché là dove hanno regnato
le ideologie atee come il giacobinismo, il comunismo e il nazismo,
milioni di esseri umani sono stati annientati.
Nessuna
guerra nel corso storico ha prodotto tanti milioni di morti come
hanno fatto i giacobini con la ghigliottina, i comunisti con i gulag e
il nazismo con i lager, e poi sono arrivati Mao e Pol Pot che hanno
agito da degni allievi dei loro maestri di sterminio.
Il perché l’abbiano fatto è talmente semplice che lo capisce anche un bambino:
se non c’è Dio a cui rendere conto delle proprie azioni, se si
esclude Dio dalla mente e dalle azioni, svanisce la sacralità della
vita e la coscienza morale, e le leggi vengono emanate da pochi per
soddisfare la sete di dominio di pochi.
Senza Dio l’uomo diventa un oggetto come lo è una bicicletta o un colapasta, quindi lo si può rottamare a piacimento. Non
è casuale se i nostri antenati greci e romani, che non sapevano
dell’esistenza di Dio, si erano inventato degli dèi, e li avevano
messi a tutela delle persone e delle attività umane.
Era
un modo tutto terreno, ma colmo di saggezza, per sacralizzare l’uomo e
le sue azioni. Essi avevano intuito che senza timore del Mistero,
l’uomo si comporta da belva feroce. Oggi l’azione degli atei
militanti è più subdola e devastante: con la dittatura del volere
individuale cercano di riportarci all’epoca pre-pagana, quindi nelle
caverne quando l’uomo agiva seguendo l’istinto come gli animali.
Se
non poniamo rimedi subito, è logico che questo possa verificarsi: se
l’idea momentanea di un ragazzo vale quanto quella di Dante, di
Shakespeare o della Bibbia, cioè quanto una tradizione culturale
millenaria, allora vengono cacciati dalla civiltà non solo Dio e il
sapere umano accumulato, ma anche la coscienza e la ragione degli
uomini.
E
dove regna l’arbitrio dell’opinione individuale, tutto diventa
profano, superficiale, volgare, e la morte civile e morale è una
conseguenza scontata. Occorre vigilare affinché il sogno sciagurato
degli atei non si realizzi. Essi mirano a far tabula rasa del
Cristianesimo e con esso della nostra identità di esseri umani civili.
Nello
stesso libro lei sostiene che Gesù è il fautore di una rivoluzione
che ha cambiato la storia dell'umanità. Può illustrarci il senso di
questa considerazione?
Rosa Alberoni:
La civiltà ebraica aveva affermato che c’era un solo Dio creatore del
cielo e della terra. Socrate che l’uomo era il fine dell’universo
perché portatore dell’anima immortale. Ma
Cristo Gesù compie la più grande, autentica ed irripetibile
rivoluzione del pianeta quando afferma che Dio è nostro Padre, e per
questo tutti gli esseri umani nati, creati, sono fratelli, uguali e
liberi.
Non
ci sono nobili e schiavi, ma tutti hanno la stessa dignità di figli.
Per rassicurarci di questa verità, ci incita ad invocarlo ogniqualvolta
ne sentiamo l’esigenza, quando temiamo di perdere la fede, quando
abbiamo paura, dicendo: Padre nostro che sei nei cieli. Non è un caso
che ci abbia lasciato in eredità questa unica preghiera che è un
testamento e una rimembranza.
Cristo,
rivelandoci che Dio è creatore di tutto ed è nei cieli, annulla tutte
le divinità pagane provenienti dalla terra o dalla mente degli
uomini, e ci rivela anche che noi non apparteniamo a questo mondo,
perché proveniamo dal cielo e sulla terra siamo solo di passaggio.
Noi
essendo figli di un Dio immortale, siamo immortali. Ma Cristo ci
lascia in eredità anche la più grande e semplice parabola
dell’esistenza, che non può essere equivocata. Egli proveniente dal
cielo s’incarna nel grembo di una donna, vive, soffre e muore, poi
risorge e torna in cielo, dal Padre. E’ questo il percorso che compie
ciascun essere umano: come figlio di Dio viene dal cielo e in cielo
ritorna. Il percorso di Cristo è il nostro percorso: “Io sono la
via”.
Dio,
conoscendo la nostra cocciuta incredulità, si incarna per parlarci,
per rivelarci chi siamo, da dove veniamo e dove andiamo. Per questo ci
ripete: “Io sono la verità, la vita”; “io ho sconfitto la morte”. E
prima di ascendere al cielo aggiunge: “Non abbiate paura, sono accanto
a voi fino alla fine del tempo”. Dopo l’avvento di Cristo, non
possono esserci rivoluzioni per l’uomo, ma solo contro l’uomo. Quindi
noi abbiamo un solo compito durante il viaggio terreno: perfezionarci
per liberarci dalla macchia tenebrosa di Lucifero.
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Postato da: giacabi a 15:10 |
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cristianesimo, alberoni
Persiste il tentativo europeo
di cacciare Cristo ***
E’
la solita dittatura di pochi che stermina e schiaccia interi popoli,
ieri con la ghigliottina, con i gulag, i campi di sterminio, oggi con
il volere di uno
Intervista a Rosa Alberoni, sociologa, giornalista e scrittrice
di Włodzimierz Rędzioch
Persiste il tentativo europeo di cacciare Cristo
E’
la solita dittatura di pochi che stermina e schiaccia interi popoli,
ieri con la ghigliottina, con i gulag, i campi di sterminio, oggi con
il volere di uno
Intervista a Rosa Alberoni, sociologa, giornalista e scrittrice
di Włodzimierz Rędzioch
ROMA, mercoledì, 25 novembre 2009
Nell’intervista che segue, la professoressa Rosa Alberoni analizza e commenta la sentenza della Corte dei Diritti dell’Uomo di Strasburgo in cui si intima di togliere tutti i crocifissi dalle aule scolastiche.
Qualche anno fa ha scritto un libro intitolato La cacciata di Cristo,
che racconta la storia della lotta contro Cristo e la Sua Chiesa. Da
due secoli vari filosofi, rivoluzionari, politici e dittatori, gente
dell’ateismo militante tenta di eliminare Cristo dalla vita della
gente. Mi sono ricordato del suo libro leggendo le notizie sulla
decisione del Tribunale di Strasburgo: sembrava che la vita stessa
scrivesse un altro capitolo de La cacciata di Cristo. Con quali
sentimenti ha appreso lo scandaloso verdetto dei giudici europei di
proibire l’esposizione dei crocifissi nelle scuole?
Rosa Alberoni:
Con amarezza, perché non c’è peggiore dolore di quello di veder
realizzare ciò che si è previsto. Nel mio libro ho analizzato un
percorso storico, evidente a tutti, dell’inizio della cacciata di Cristo nella civiltà cristiana. Il percorso – quello più macroscopico, verificabile da chiunque rifletta usando il buon senso – comincia
con i giacobini della rivoluzione francese, prosegue con i comunisti,
con i nazisti e poi con gli atei militanti. Quel gruppo egemone nella
cultura che in modo sistematico hanno relativizzato tutto, facendo
emergere in ciascuno di noi quell’insano desiderio di fare quel che
più ci aggrada. E’
la mala pianta della dittatura del volere individuale seminata dagli
atei militanti, e poi annaffiata, curata affinché crescesse
rigogliosa. Essi si presentano sotto varie maschere per camuffarsi.
Sono cioè coloro che parificano l’uomo all’animale, che esaltano
l’onnipotenza della tecnica e la diversità. Sono coloro che attraverso
il dominio dei media hanno per due secoli, in modo rigoroso e
persistente, esaltato il mondo alla rovescia: l’eccezione innalzata
come regola, una esigua minoranza che accusano la maggioranza che osa
rifiutare le anomalie fisiche e la violazione della sacralità della vita. La accusano di oscurantismo, di razzismo. Le anomalie, come ad esempio l’orgoglio per la omosessualità, la sordità, la cecità e l’aborto fai da te, vengono affermati come diritti inalienabili dell’individuo.
E’ la solita dittatura di pochi che stermina e schiaccia interi
popoli, ieri con la ghigliottina, con i gulag, i campi di sterminio,
oggi con il volere di uno essere umano qualsiasi a discapito del
volere di milioni di persone.
Uno viene turbato dalla visione del crocifisso in un’aula universitaria
di centinaia di studenti e allora pretende che una legge faccia
sparire l’oggetto del suo disagio dalla sua vista, ignorando il dolore
lacerante della massa dei suoi compagni che si vedono privati di un
simbolo di amore. La legge di Bruxelles legittima il volere di un
tiranno in nome dei diritti dell’uomo, in nome della democrazia. E’ un paradosso grande quanto un grattacielo.
La
decisione di far sparire i crocifissi dalle scuole è stata presa
dalla Corte europea “dei diritti dell’uomo”. Nell’Europa di oggi
crescere senza Dio, essere educati senza conoscere Cristo diventa uno
dei “diritti dell’uomo”. Che razza di diritti sono questi?
Rosa
Alberoni: Sono i diritti pretesi da pochi giacobini a danno di
milioni di persone. L’essere umano è stato creato libero di agire, di
credere o non credere, ma non di imporre agli altri le proprie idee. A
maggior ragione quando i pretesi diritti calpestano i sentimenti di
milioni di persone e vanno contro il senso comune. Ma dopo
due secoli di esaltazione della parola “diritto” e la rimozione della
parola “responsabilità”, che scorta qualsiasi libera decisione, anche
chi dovrebbe ribellarsi con determinazione si sente inibito. Invece
dovremmo riflettere su quando è già avvenuto per non lasciare il campo
libero e diventare schiavi delle leggi. Prima riflessione: in modo fraudolento gli
atei militanti sono riusciti da tempo ormai a cancellare dai
programmi scolastici l’insegnamento dei capisaldi dell’Antico
Testamento, i patriarchi, i profeti, Mosè, ecc., e la parola di
Cristo, dal suo avvento alla sua risurrezione. Paradosso dei paradossi
hanno cancellato Cristo dalla civiltà che porta il suo nome.
Occorre ricordarsi che siamo nel 2009 dell’era di Cristo. Occorre
scoprire che gli ebrei e gli islamici datano il proprio calendario in
modo diverso dal nostro. Una ragione ci dovrà pur essere. Seconda
riflessione: tutti i dittatori hanno cercato di far ripartire il
calendario da capo, perché essi sì che sono stati vigilanti e astuti!
Perché essi hanno sempre saputo che per cancellare Cristo bisogna
cancellare la civiltà cristiana, che viene ricordata dal calendario.
L’hanno fatto i rivoluzionari francesi, Hitler, ecc. Per cacciare
Cristo essi hanno sempre saputo che bisognava far tabula rasa per
far ripartire il calendario da zero e dare e nominare in un altro
modo la civiltà che dominavano. Presto, se i popoli europei non si
ribellano, se non vigilano su ciascuna legge che viene loro proposta,
verranno a sapere che per legge il calendario della civiltà cristiana
dovrà partire dalla rivoluzione francese. Cioè dall’era che ha negato
Cristo apertamente, sostituendolo con la razionalità intellettuale,
con la fredda burocrazia.
Non
c’è rischio che, dopo il totalitarismo giacobino, comunista, nazista e
recentemente islamico, in Europa avremo un nuovo totalitarismo
chiamato “eurocrazia”?
Rosa
Alberoni: Il rischio c’è. L’eurocrazia rappresenta la parte militante
dell’ateismo, e cercherà di imporre per legge tutto ciò che le pare,
soprattutto quando i popoli sono alle prese con altri problemi, come
adesso per la crisi economica. Affinché il disegno della burocrazia
atea e militante non si dispieghi per legge, i popoli devono dire di
no, devono rifiutare le leggi che quei pochi burocrati emanano. I
popoli europei devono comprendere che le crisi economiche si superano,
come abbiamo nel ventesimo secolo superato le catastrofi di due
guerre mondiali supereremo anche questa crisi di origine finanziaria. I
popoli devono comprendere che è più doloroso e lungo rimettere insieme
i cocci della propria identità frantumata, rispetto ad un breve
sacrificio collettivo per superare una crisi economica. E devono
avvedersi dell’astuto lavoro che gli atei militanti sono usciti a fare
confidando nella distrazione della gente che si prodiga per
costruire. Gli
atei militanti, proprio grazie alla distrazione della gente
indaffarata a costruire, sono riusciti in modo subdolo a distruggere i
Comandamenti, il sentire comune, i valori cardini della nostra
civiltà. Oggi che siamo sull’orlo di un precipizio dei valori, i popoli
hanno il dovere di soffermarsi e riflettere, hanno il dovere di
rifiutare le leggi che annientano la propria identità, la propria
civiltà.
Certi
ambienti politici ed intellettuali combattono l’identità cristiana
d’Europa sognando un’Europa multireligosa e multietnica. Cosa ne
pensa?
Rosa
Alberoni: Che rassomigliano ai traditori dell’antica Grecia all’epoca
delle città stato. Un gruppetto di persone assetate di potere pur di
imporre il proprio volere ogni tanto ordivano un complotto. Così uno
dei congiurati, per esempio un ateniese andava a Sparta invitandola a
far guerra ai propri concittadini, e i congiurati complici rimasti ad
Atene di nascosto aprivamo le porte della propria città agli invasori.
E’ così che è stata distrutta la civiltà greca: cioè si è
auto-distrutta per causa di quei pochi rosi dall’invidia e dalla sete di
dominio.
Come
mai la sinistra, i liberali e i radicali, che combattono più
strenuamente la Chiesa cattolica e sono contro le radici cristiane del
nostro continente, allo stesso tempo sono “timidi” ed arrendevoli con
gli islamici che vivono in Europa?
Rosa
Alberoni: Perché ritengono gli islamici degli alleati che possono
rinforzare le esigue truppe che hanno a disposizione nell’Europa
cristiana. Pur di abbattere il Cristianesimo sono disposti a tutto. E
non sanno gli incoscienti che a perire, se dovessero riuscire nel loro
intento funesto, andrebbero anche loro. Certo, sarebbero gli ultimi
ad essere falciati via, dopo aver visto la propria gente schiava o
massacrata. Confesso che l’espressione “radici cristiane” mi irrita
molto, in quanto potrebbe risultare pericolosa nel tempo, perché
potrebbero affermare: “La cultura laica è così forte che può fare
benissimo a meno della radice religiosa del Cristianesimo”. Giovanni
Paolo II la usò in senso tecnico, in senso hegeliano, quando il
parlamento europeo stava scrivendo la Costituzione per l’Europa. Il
filosofo tedesco, proprio per far fronte all’onda giacobina ed atea,
nei primi decenni dell’ottocento ribadisce che qualsiasi Costituzione
per essere accettata deve sorgere su due radici: la tradizione culturale e la religione
di quel popolo in quel dato momento storico. Vale a dire, la
Costituzione deve essere conforme al popolo che deve governare. Ora se
tutta l’Europa è figlia della civiltà cristiana, i parlamentari
europei se vogliono scrivere la nuova Costituzione, non possono
ignorare la tradizione culturale e la religione cristiana che
rappresentano il vero patrimonio dell’Europa. La civiltà cristiana non è fatta di radici, ma è un albero gigante sorto sulle
radici culturali giudaico-greco-romana. E’ su queste radici culturali
che si è radicato il messaggio rivoluzionario, la sconcertate e nuova
visione del mondo apportata da Cristo, divenendo in duemila anni il
grande albero della civiltà cristiana, che l’esiguo numero di atei
militanti vogliono abbattere. E la stragrande maggioranza della gente,
non rendendosi ancora conto di ciò che accade, in modo incauto e
pigro continua a chiamare Occidente la propria civiltà. La indica con una zona geografica del pianeta non con il suo nome. Ciascuno si autodefinisce terra invece di cristiano. Si autodefinisce manciata di polvere invece di persona appartenente ad una civiltà.
Dico incauto, perché se una civiltà non si nomina sparisce. La storia
ci insegna che ciò che non si nomina non esiste, perché non è mai
nato. Infatti, da sempre, quando nasce un essere umano e gli diamo un
nome, inventiamo un nuovo oggetto e gli creiamo un nome adatto,
scopriamo un nuovo territorio e gli diamo un nome. Dico pigro, perché
il buon senso avrebbe dovuto dirci che dopo la scoperta dell’America,
l’Impero d’occidente era tramontato definitivamente. Dire Impero d’oriente e Impero d’occidente
non ha più senso, visto che proprio l’Europa ha scoperto altri
continenti in altri emisferi – America e Australia - e vi ha portato
la civiltà cristiana. L’Australia e l’America latina fanno addirittura
parte dell’altro emisfero, non centrano proprio con la definizione
“occidente”. Gli atei militanti hanno cominciato a definire la civiltà
cristiana solo con il termine “occidente”, e tutti gli altri per
pigrizia gli sono andati dietro.
Lei nel suo libro, La cacciata di Cristo,
esorta i cristiani ad alzare la testa per difendere la propria
identità. In questi giorni anche il card. Walter Kasper ha lanciato la
stessa esortazione. Sembra che la gente comune questa volta abbia
reagito. Come interpreta la rivolta popolare in Italia contro la legge
che vorrebbe eliminare il crocifisso dai luoghi pubblici?
Rosa
Alberoni: Una sana reazione. Però non basta, i leader culturali e
politici devono evocare le ragione più vaste che rappresenta il
crocifisso. Il
crocifisso - come la stella di Davide per gli ebrei e la mezzaluna per
i mussulmani – non è soltanto un simbolo religioso, ma rappresenta
anche la nostra identità. Per questo il simbolo del crocifisso va
difeso sia dai credenti che dai non credenti. Cancellato il
crocifisso, non sapremmo più chi siamo, da dove veniamo e dove stiamo
andando. Non esisteremmo più come popoli, come
civiltà. Gli ebrei, quando parlano di sé affermano con orgoglio: “Io
appartengo alla civiltà ebraica”, così dicono pure gli islamici. Con il mio appello contenuto nel libro La cacciata di Cristo
- “Cristiani, alzate la testa, difendiamo la nostra identità” – mi
rivolgevo a tutti proprio per questo. Mi rivolgevo – e mi rivolgo -
non solo ai cattolici, protestanti o ortodossi, quindi ai credenti, ma
a tutti, credenti, dubbiosi ed atei, perché è in gioco la
sopravvivenza della nostra civiltà. Ignorare
questo pericolo è un atto masochistico. E’ desiderio inconscio di
morte, di annientamento. Questo desiderio sorge dalla percezione della
fatica che occorre fare per ribadire oggi chi siamo, per poter
affermare anche noi con orgoglio: “Io appartengo alla civiltà
cristiana”. Invece il
canto delle Sirene che ci incita a lasciarci andare, a non vedere il
pericolo - tanto continuano a dirci che una civiltà vale un’altra, una
religione vale un’altra, un valore vale quanto un non-valore - è
ammaliante, però mortale come l’Ulisse omerico aveva ben compreso.
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Postato da: giacabi a 22:41 |
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ateismo, alberoni
Il mio prossimo
***
Chi
è il mio prossimo? Un tempo il prossimo era il vicino, quello della tua
tribù, del tuo villaggio. Gli altri erano stranieri, estranei, nemici. E´ col cristianesimo che l´imperativo morale si generalizza fino a prescrivere di amare il nemico. Anzi, a non avere più nemici
F. Alberoni
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Postato da: giacabi a 20:57 |
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cristianesimo, alberoni
Ancora sul libro: “La cacciata di Cristo”
di Rosa Alberoni
Parti di un intervista rilasciata a www.radiomaria.it
…..Sorbi – Perché
forse lei professoressa individua l’Occidente come terra del declino.
Perché forse c’è un omicida che lei probabiilmente individua in Cartesio
e Russeau. Perché questi due “omicidi”?
Alberoni – Questi sono gli antenati degli Anticristo, perché Cartesio ha rovesciato tutto: prima l’essere umano era al centro, cioè, “io esisto”… Ma è così, lo si capisce anche con il buon senso, chiunque di noi lo capisce. Noi prima esistiamo, siamo concepiti, veniamo al mondo, nasciamo, poi, quando arriviamo davvero a pensare, a saper ragionare?
A vent’anni? Mentre Cartesio, cosa ha fatto? Ha rovesciato. Ha messo prima c’è il pensiero. Al centro c’è il pensiero, perché dici: “Io penso, dunque esisto”… no, in realtà io esisto prima e quindi vengo da… sono stato creato da Dio, e solo dopo penso.
Capisce la conseguenza? È uno spostamento. È una sorta di rivoluzione
copernicana veramente!Quindi, mettendo al centro il pensiero, Cartesio
ha fatto questa equazione. Rousseau nelle sue opere non parla di nessuna divinità. Non c’è Dio, non ci sono neanche gli dei pagani del passato. Non c’è nessun dio. L’uomo è sulla terra, appartiene alla terra. È una sorte di animale. Il selvaggio è un animale che non ha coscienza morale di nessun tipo.
Gironzola
nel bosco, si accoppia a caso… cioè, segue le pulsioni, segue
l’istinto. Capisce? È stata una cosa… non so perché non se ne sono
accorti. Io me ne sono accorta di Rousseau, però e stato Giovanni Paolo
II che mi ha illuminato,
con
Cartesio, con due righe. E io li ho trovato la chiave, mi si è aperta
una via luminosa… e dico: “Ecco perché è accaduto tutto ciò!”. Nel senso
che poi Rousseau è stato applicato alla lettera da Robespierre. Quindi senza Dio… non a caso il tempio della dea Ragione,
quindi al pensiero. Ecco perché torna Cartesio. Cristo non c’era. Ecco
perché c’è stata la ghigliottina, c’è stato un grande mattatoio. Quindi là dove si caccia Cristo si possono distruggere gli esseri umani. Ma
questo poi si è ripetuto anche col comunismo. La stessa cosa, perché il
totalitarismo comunista, basato su Rousseau, ha scartato Cristo, ha
scartato Dio. Non c’è Dio, non c’era nessun dio, c’era solo la materia! Si era figli della terra. E quando non c’è la fede, quando non c’è Cristo, al centro dell’esistenza ci sono gli stati totalitari. E il comunismo ha potuto fare quei cento milioni di morti e passa, per questo motivo. La stessa cosa ha fatto Hitler.
Cristo non c’era, anche se non l’ha detto apertamente. Ma noi sappiamo
qual’era il suo progetto… parlava di razza. Quindi ancora – come vede la
terra. Radicati alla terra. La razza, il sangue e la terra… e noi sappiamo cosa ha fatto Hitler, gli abominevoli campi di sterminio coi quali tentò di sterminare il popolo ebraico. Capisce? Cristo, Dio, diventa una zanzara… si può uccidere l’uomo senza nessuno scrupolo…
…….Sorbi -
Ecco, mi scusi, professoressa, è proprio per questo suo ragionamento,
sia filosofico che sociologico che ritengo che questo libro sia molto
utile per gli insegnanti che vogliono smascherare questi due soggetti
dell’ “omicidio”dell’identità cristiana in Europa.
Alberoni – In realtà i personaggi sono quattro, perché bisogna aggiungere anche Carlo Marx e Hitler
Sorbi- Ecco,
ecco. Senta, proprio su questa attualità della coscienza morale lei ha
approfondisce – specialmente nelle ultime parti del libro – questa
enorme realtà dello scientismo. Ecco, ci faccia capire bene perché lei
ne vede – oltre all’aspetto di grande utilità – anche una minaccia?
Alberoni
– Bisogna spiegare agli ascoltatori che la scienza è un prodotto
dell’uomo, e dev’essere al servizio dell’uomo. Lo e sempre stato. La
scienza è un valore! Quando parliamo di scientismo diciamo questo, che ci sono
alcuni scienziati – non tutti – alcuni, che rinnegano Dio, e che si
vogliono mettere al posto di Dio. Vogliono tentare di creare loro
l’uomo. Questa è la cosa aberrante, se ci pensiamo, perché vogliono
andare a toccare la matrice umana.
Tant’è
vero che alcuni politici, movimenti, gente comune, che difendono gli
animali, c’è chi non vuole che si usino i topi per gli esperimenti… e io
ho sempre detto, ma cosa vuole, che usino i bambini? Ma certo che si
deve usare il topo, e non i bambini! E invece questi signori non hanno
nessuno scrupolo di usare l’embrione – e tutti siamo stati embrione– per
mettere in atto i loro esperimenti, magari capaci un domani di produrre
mostri, mentre difendono gli animali.
Questa
per me è una cosa che mi fa tremare il cuore. Mi trema il cuore alla
sola idea. Tant’è vero che se poi andiamo a vedere cosa è capitato negli
stati totalitari dove l’aborto è stato ammesso subito, possiamo
osservare come nell’Unione Sovietica la legge sull’aborto è entrate in
vigore nel 1920. Quindi, tra gli scientisti e gli abortisti, noi vediamo
che su lpianeta abbiamo sterminato più noi, in modo subdolo, tanti
esseri umani, con l’aborto, quanto ne abbia fatto la guerra.
Capisce? Le due guerre mondiali. E anche i morti a causa del comunismo, anche in Cina. È una cosa subdola. Noi, e qui aveva ragione Giovanni Paolo II, come ha ragione Papa Ratzinger adesso, che è una minaccia così subdola… e
chi pretende, chi vuole la libertà di cercare, di poter usare gli
embrioni, pretende dallo Stato una cosa assurda. C’è la licenza di
uccidere… Ma non si può dare questo! Non si può
fare! Qui ci dobbiamo ribellare, perché in modo nascosto si uccide così,
tranquillamente, e non si paga presso. Poi si parla dell’orrore della
prima o della seconda guerra mondiale… Certo che sono degli orrori! Sono
dei mostri che abbiamo prodotto. Pero non ci facciamo belli. Nell’epoca
di guerra, quanti bambini abbiamo sterminato?
Postato da: giacabi a 22:11 |
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nichilismo, illuminismo, ideologia, alberoni
Navigando in internet ho trovato la recensione di questo libro che cercherò di procurarmi perchè lo ritengo molto interessante. L'autrice affronta in maniera lucida e attuale la tentazione dell'uomo di sostituirsi a Dio ma cacciare Cristo equivale a cacciare l'uomo, negare la Sua divinità equivale all'annullamento dell'uomo.
La cacciata di Cristo
recensione di Mario Secomandi - 11 luglio 2006 in www.ragionpolitica.it
Rosa Alberoni, autrice del libro La cacciata di Cristo (edito dalla Rizzoli), enuclea, nel tentativo di far fuori Cristo da parte di talune èlites filosofico-culturali, la vera e propria messa in discussione e crisi dell'essenza stessa della civiltà occidentale così
come di quell'umanesimo ad un tempo cristiano e laico che affonda le
sue radici proprio nella migliore tradizione del continente europeo. Un
umanesimo che ha fatto del mix di fede cristiana nel Dio trascendente
incarnatosi in Gesù Cristo e della retta ragione laica il suo tratto
distintivo.Si è fatto notare come l'opera
di espunzione di Dio, di Cristo e dello stesso cristianesimo dalla
sfera filosofica e pubblica risalgano a qualche secolo fa, segnatamente alle idee di Cartesio, seguite successivamente da quelle di Rousseau, e poi da quelle di Marx ed Hitler. Cartesio ha per così dire operato la prima scissione fra pensiero ed essere: «Cogito ergo sum» (penso dunque sono). È stata così conferita la primazia all'assolutamente libero pensiero umano, e non più all'essere, ossia a Dio. Il trascendente viene già relegato in un angolo, e s'incomincia ad intravedere la fede come chiusa nel «ghetto della soggettività». La distinzione tra bene e male è da qui andata
offuscandosi sempre più. Rousseau ha in qualche modo proseguito
l'«opera» di Cartesio. Il filosofo «della rivoluzione francese» col suo
Contratto sociale è andato teorizzando la dissoluzione della famiglia e
dei corpi intermedi, che, insieme alla religione, sarebbero stati la causa della corruzione e dell'oscurantismo dell'Ancien Regime. I «frutti
velenosi» di simili tesi si sono visti poi nella lotta dei
rivoluzionari giacobini contro tutto ciò che apparteneva al passato (la Tradizione) così da instaurare una
società radicalmente nuova, nella quale gli individui, ora
completamente isolati e sradicati, avrebbero delegato tutto alla Volontà
collettiva e generale, ed alla Dea ragione. Dall'idolo
della ragione assoluta, nell'Ottocento, si passa, nel Novecento, a
quello della classe (operaia nel comunismo di Marx) e a quello della
razza (ariana nel nazismo di Hitler). Idoli cui si sono tributati numerosi sacrifici umani: nei lager e nei gulag è andata perduta sia la centralità della persona umana e della sua dignità e libertà, sia il primato dell'Amore misericordioso di Dio.
Decine di milioni di esseri umani sono stati appunto «immolati
sull'altare» di tali ideologie, vere e proprie religioni secolari, se
non pagane. La Chiesa ed i cristiani sono stati per ciò stesso perseguitati.
L'autrice ha poi individuato nel relativismo etico-culturale e nello scientismo tecnocratico, così come nell'islamismo radicale e nell'emergere della Cina quale nuova potenza mondiale i fattori scatenanti una nuova «cacciata di Cristo».
Con il diffondersi delle idee relativiste si è ingaggiata una lotta ai
principi cristiani molto più subdola delle precedenti: si vuole far credere che il bene assoluto consista nel perseguire senza limite alcuno i propri desideri, qualsiasi essi siano. Nella rivoluzione culturale del '68 si è già avuto un assaggio di ciò. Con
il divorzio, l'aborto e la contraccezione si è voluto far intendere che
l'uomo (e la donna) è l'assoluto artefice del proprio destino; è lui
(e/o lei) che decide cosa è famiglia e cosa no, cosa significa rispetto
della vita e cosa no. Il relativismo, in buona
sostanza, non permettendo di collocare su di una griglia valutativa la
diversità delle culture, disconosce ciò che di bello, vero e buono ha
fatto la civiltà occidentale. Ora il relativismo si abbraccia con lo scientismo, per cui lo scienziato va divenendo il profeta che tutti devono seguire, colui che porterà «il paradiso in terra» con la clonazione e rendendo l'uomo biologicamente perfetto.
Matrimoni ed adozioni gay, ricerca sugli embrioni, eutanasia e pillola abortiva sono le nuove frontiere della lotta politico-rivoluzionaria del nuovo razionalismo ateo contro il cristianesimo.
Nel frattempo, proliferano inedite forme di esoterismo (si pensi al
Codice da Vinci) e religioni fai-da-te, a testimonianza del fatto che il
bisogno di religiosità e del sacro non venga meno nonostante si voglia
estirpare il cristianesimo. L'islamismo
radicale politico affronta a viso aperto l'Occidente cristiano
direttamente con la minaccia atomico-nucleare e con la sua cultura
politica autoritaria, impositiva, invasiva e totalizzante. La Cina
lo fa con il suo «commercio sleale», vendendo prodotti ottenuti a costi
di produzione stracciati, ossia con lo sfruttamento nei Laogai di una
miriade di lavoratori-schiavi, per non parlare della
persecuzione là in atto dei cristiani fedeli alla Chiesa di Roma
derivante dal conculcarsi della libertà religiosa. L'Unione europea, per parte sua, disconosce le sue radici storico-culturali e religiose specificatamente cristiane
e bolla come «omofobo» chi si appresta a difendere la famiglia naturale
fondata sul matrimonio tra uomo e donna dagli attuali snaturamenti
artificiali, culturali e giuridici.
Rosa Alberoni segnala, per far fronte a ciò, che «è giunto il momento per i credenti di alzare la testa, di parlare, di denunciare la prepotenza, gli eccessi, i pericoli. Di
difendere i valori cristiani praticandoli, riconsacrandoli nei gesti,
perché solo così si fronteggia la volontà di distruzione del
Cristianesimo, che è volontà di annientamento della propria civiltà. Occorre
riportare i valori cristiani al centro dell'agire quotidiano, occorre
riportare la spiritualità al centro dell'essere umano e della nostra
storia. Solo così potremo
rivivificarci, risorgere per riprendere lo slancio creatore di
coraggio, di rettitudine morale, di dignità, di invenzione, di orgoglio
dell'appartenenza alla propria civiltà. Occorre
ripristinare la nostra identità sfigurata, e poi vigilare che non
accada più. Non giova a nessuno non avere un volto, né agli atei né ai
credenti»........
pdf la trascrizione di alcune pagine del libro La cacciata di Cristo di Rosa Alberoni, appena uscito nelle librerieClicca per accedervi immediatamente e scaricarlo sul finder
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